Assassina premiata: aveva bruciato il marito con il naplam

Miscelando petrolio e soda caustica ha ottenuto un composto chimico simile al napalm.  Ha cosparso il padre dei suoi figli mente dormiva indifeso, e gli ha dato fuoco abbandonandolo in preda alle fiamme.  La vittima, con il 40% del corpo mutilato da ustioni, è morta dopo 10 giorni di atroci sofferenze.

L’assassina ricevette l’ergastolo.

Dachau

Ma 3 anni dopo la Sorellanza Nera chiese ed ottenne un nuovo processo, nel quale l’assassina accusò il marito (morto e quindi impossibilitato a difendersi) di violenze, ottenendo, in base all’ideologia femminista, lo status di “vittima”.

Sebbene non abbia senso parlare di legittima difesa in un efferato omicidio a sangue freddo, nella femminista Inghilterra l’assassina è stata così assolta dall’accusa di omicidio e ringrazia: “grazie alla sorellanza ho ottenuto una bella casa ed i miei figli”.  La stessa giustizia che sistematicamente allontana bambini dai papà vittime di false accuse senza prove (così di fatto incoraggiando le calunnie femministe), ha affidato i figli all’assassina.

Auschwitz

Addirittura le hanno dato una medaglia con queste motivazioni:

“Sono i modelli per le nuove generazioni”

“Ha mostrato alle donne la strada verso l’indipendenza e l’autostima”.

celebrandola come eroina nella lotta contro al ‘patriarcato’ (cioè la famiglia) in un film ed un libro.

Fonti:

  • http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/1651234.stm  “Killer given domestic violence award”
  • https://www.centriantiviolenza.eu/cafm/gender_violence/documentario-la-sindrome-della-donna-maltrattata/?utm_source=twitterfeed&utm_medium=facebook

Foto da internet