Sono una donna eppure, questo 8 marzo, non mi sento di festeggiarlo
Non mi riconosco, oggi, da donna che ha studiato, lavorato e avuto sempre rispetto di tutti – in primis delle istituzioni di questo paese – nell’ideologia femminista che l’8 marzo intende celebrare.
Il femminismo, per me, è fallito così come sono falliti miseramente tutti gli altri “ismi” del Novecento. Degenerando in femminismo misandrico ha dimostrato di avere doppiamente tradito la sua missione originaria: non solo non ha corretto gli gli squilibri tra uomo e donna ma addirittura è riuscito a creare un nuovo spaventoso divario tra donne di “serie A” e donne di “serie B”.
Volete sapere chi sono le donne di serie B?
Sono donne che lavorano per mantenere se stesse e i loro figli di serie B.
Sono donne che subiscono ogni giorno violenze psicologiche inaudite compiute da altre donne: soprusi, prepotenze, ricatti, false accuse, sevizie e ingiurie. Tutto solo per avere “osato” mettersi assieme ad un uomo legalmente separato o divorziato. Donne che, nella maggioranza dei casi, non hanno avuto alcuna responsabilità nel naufragio del precedente legame matrimoniale del compagno.
Donne trattate sempre come delle “estranee”… salvo quando si tratta di pretendere da loro dei soldi.
Sono donne che, quando si rivolgono ai centri antiviolenza, vengono trattate con un atteggiamento che sfiora quasi l'”incredulità”.
E ancora: sono nonne e zie che hanno cresciuto nipoti che non vedranno più.
Sono madri, compagne, seconde mogli, sorelle e in qualche caso persino figlie di uomini piegati da leggi assurde, volute e difese da coloro che, spacciandosi per paladini dei “diritti delle donne”, non si sono invece fatti alcuno scrupolo di ridurne una buona parte in schiavitù, costringendo queste ultime, di fatto, a vivere “sotto il tacco a spillo” di poche altre signore “privilegiate” che hanno trasformato un diritto (ormai obsoleto, in quanto pensato per tutelare le casalinghe degli anni ’50 e ’60) in una rendita di posizione biecamente strumentale e parassitaria.
Morale: siamo giunti ad un tragico Eva contro Eva.
Peggio di così non poteva andare.
Da parte di queste donne “di serie B” va un sentito grazie, oggi, 8 marzo, alla mentalità retrograda e fintamente buonista di “certe istituzioni” della nostra società.
Sento spesso le nostre politiche esprimersi, in televisione, all’incirca con questi termini: “…Perchè la gente vuole questo… Perchè le donne hanno bisogno di quest’altro…”.
Salvo poi non sapere niente nè dei guai che la gente patisce nè tantomeno di cosa abbiano davvero bisogno le donne. Allora dico a queste signore: avere una F (che sta per “femmina”) nella casella “sesso” della carta di identità intanto non vi delega a parlare a nome di “TUTTE” le donne.
Io per prima non mi sento rappresentata da VOI o da chiunque difenda le donne “a prescindere” perchè le donne innanzitutto sono PERSONE e, come tali, possono essere persone buone o cattive, oneste o disoneste, razionali o psicolabili, pacifiche o violente, sincere o bugiarde, coraggiose o vili, coerenti o manipolatrici, educate o bifolche, generose o arraffone… e così via.
Sono anche contraria alle “QUOTE ROSA”.
Le trovo offensive perchè preferirei parlare di “QUOTE DI INTELLIGENZA”. Mi piacerebbe, un giorno, dare il mio voto a delle “PORTATRICI SANE DI CERVELLO”, in modo da privilegiare l’”organo giusto”, se proprio deve essere conditio sine qua non identificare la parte con il tutto.
Se una donna non ha i requisiti necessari, semplicemente, non deve occupare una data posizione “solo perchè donna”. Lo stesso dovrebbe valere per qualsiasi “incapace raccomandato” uomo.
Come donna io mi sento rappresentata SOLO e SOLTANTO da chi è in grado di svolgere con competenza e sensibilità il proprio lavoro. Poi, che si tratti di un uomo, di una donna, di un gay… o di un alieno sbarcato da Sirio… poco me ne importa.
Soprattutto oggi, 8 marzo, non mi sento rappresentata da quel manipolo di nerborute femministe che, da vari pulpiti, non fanno altro che predicare la violenza, la vendetta, l’offesa, la prepotenza… in nome di una squallida difesa di genere spacciata per “democratica” – DEMOCRATICA? Ma se a nessuno è consentito esprimere un parere diverso! – la quale poi, sotto sotto, serve solo da paravento a ben più prosaici e miserabili obiettivi che fanno capo ad un unico concetto: “l’annientamento sistematico del genere maschile”.
Oggi, 8 marzo, guardo indietro nel tempo, con una certa malinconia.
E penso alle donne della mia famiglia, a quelle donne che mi hanno preceduta, di generazione in generazione, donne dalle quali ho appreso i principi che hanno fatto di me la persona che sono.
Se ci rifletto, nessuna di loro ha avuto un matrimonio felice: chi per un motivo, chi per un altro.
Eppure in esse, nonostante le varie vicissitudini della vita (separazioni, abbandoni, divorzi, dissesti finanziari, etc.) non ho mai ravvisato nemmeno un briciolo dell’avidità, del sadismo, della miserabile e spietata volontà di fare del male ai loro “imperfetti” compagni, questi vituperati maschi così pieni di difetti, cosa che invece vedo spesso nelle boriose donne d’oggi.
Anzi, non ho mai visto, prima d’ora, nelle mie “simili” così tanta, efferata e spregiudicata CATTIVERIA.
Tante, troppe donne pensano che il matrimonio sia solo “una bella festa” (e non un rito – religioso o civile che sia – di cui avere profondo rispetto); altre pensano che sia una sorta di patentino per fare le “false invalide” a vita, diciamo così… In pratica, un lasciapassare per diventare delle “baby pensionate” di lusso, visto che, l’essere state sposate per soli 5 giorni o 5 mesi, per i nostri esimi Soloni, dà gli stessi diritti che esserlo state per 50 anni.
Ma dico: le ex mogli “per bene”, che davvero hanno sacrificato decenni di vita ai loro matrimoni, dovrebbero essere le prime a ribellarsi a questa vergogna!!! Eppure, non ho mai visto queste signore scendere in piazza per rivendicare la loro DIGNITA’.
Oggi, 8 marzo, vedo intorno a me tradimenti, comportamenti disinvolti, capricci, isterismi, immaturità di stampo adolescenziale, egocentrismi malati, pretese assurde… vedo avanzare un piccolo ma spaventoso esercito di “torturatrici con il bollino blu” rese ancora più aggressive e spavalde dall’evidente “lassismo” di uno stato di diritto che è conciato peggio di una palude!
Ed è risaputo, nella palude gli unici a nuotare con agilità sono gli alligatori…
Oggi, 8 marzo, vedo i diritti “fintamente tutelati” dei minori utilizzati come squallido alibi per dare corpo ad una strisciante guerra di genere. Tanti, troppi figli vengono messi al mondo con leggerezza e usati come una “pistola puntata alla tempia” dei loro padri. Tanti, troppi figli vengono distrutti psicologicamente con la tecnica del “lavaggio del cervello” e nessuno sembra comprendere che i bambini manipolati di oggi saranno gli adulti psicotici, spostati e depressi di domani.
Oggi, 8 marzo, mi chiedo dove stiano volgendo lo sguardo le nostre politiche donne, le nostre giudici donne, le nostre avvocatesse, le nostre poliziotte e le nostre carabiniere; dove le assistenti sociali e le psicologhe.
Oggi, 8 marzo, mi domando su quali riforme stia meditando il Ministro delle Pari Opportunità On. Carfagna e quali pensieri agitino la mente della Sottosegretaria alla Giustizia On. Casellati.
Ma soprattutto oggi, 8 marzo, mi domando come facciano a guardarsi ancora nello specchio certe donne con la coscienza nera come la pece.
Adriana Tisselli
[ Movimento femminile per la parità genitoriale ]
(http://www.facebook.com/home.php?sk=group_189931427704480)
AREA DISCUSSIONI DEL GRUPPO “MOVIMENTO FEMMINILE PARITA’ GENITORIALE”
http://www.facebook.com/topic.php?uid=237224187181&topic=15460
Number of View :703Ipotesi sul Nazifemminismo su Uomini 3000 del 18/11/2004
Ipotesi sul Nazifemminismo
Uomini 3000Discussione: Ipotesi sul Nazifemminismo Cominciata da Zengar
Parte 1 di 1
Zengar 18/11/2004, 18:15Avendo già sollevato la questione in un topic la ripropongo in un topic apposito in questa sezione e vi chiedo se è possibile che esiste sul serio qualcosa come un ipotetico Nazifemminismo.
Nella mia idea esiste un controllo del movimento femminista o neofemminista che lo modella e manipola a proprio piacimento per i propri scopi e che lo sta ravvicinmando sempre di più all’ideologia nazifascista badando bene di non rassomigliarle esteticamente ed esteriormente ma di applicarne gran parte delle ideologie.
La struttura familiare al centro della società è un punto di contatto che mi fa decisamente pensare ad una connessione tra il neofemminismo e il nazifascismo, giacchè attaccando e partendo da esso si può ampiamente influenzare efficacemente una società, sia che essa sia occidentale o orientale.
L’idea della famiglia come la sintetizzazione di un sistema produttivo e riproduttivo controllato era presente nelle idee del nazifascismo, che presentava l’idea di massimizzare la produzione di un nucleo familiare, ponendo come punto cardine il padre che produce la ricchezza finanziare e la fedeltà allo stato sia in pace che in guerra, rappresentandosi come un fuhrer casalingo (fuhrer significa condottiero, quindi assumendo il ruolo di guida familiare), indi ponendo la prole come il futuro produttivo e fedele del paese e la madre come meccanismo di riproduzione della ricchezza proletaria.
Con la disfatta dei regimi e l’avanzamento della società verso idee più liberali ed anche libere, col cambiamento dei consumi e delle produttività il modello della famiglia patriarcale al quale si appoggiava il movimento nazifascista non resiste più in occidente e la sua struttura si trasforma, ma in una cosa non muta, ovvero la presenza della madre.
Per quanto la società possa cambiare e influenzarsi e gli elementi di una famiglia intercambiarsi, la posizione della madre come riproduttrice non muta e mantiene il modello ad un punto certo.I padri possono cambiare e andarsene o può succedergli qualcosa e anche i figli cambiano e possono andarsene ma le madri restano, ed è su di esse che si può ricominciare a formulare un’idea di controllo del nucleo familiare.
Ecco quindi l’idea dio trasferire l’importanza della struttura familiare su di loro, fomentando la loro assenza dalle cariche decisionali e facendo credere che il padre sia ancora il punto nevralgico dell’intera struttura, trasferendo in loro la convinzione del dover reggere per importanza l’intera gestione.
Si parte col far indossare i pantaloni alla madre e si passa a farli indossare alla figlia, fomentando sempre di più l’idea che non ci siano diritti di espressione alcuna per il genere femminile, ostentando l’idea che la loro libertà è oppressa da un sistema reazionario all’ascesa femminista e che ciò sia causa del fatto che al potere sono ammessi solo gli uomini.
E poi da lì tutto il resto lo conoscete bene, e su questo io ragiono chiedendomi come si muove chi controlla il malapensiero femminista, come lo fomenta, come fa in modo che gli uomini non desiderino reagire ad esso e verso cosa va.
E’ indubbio che esiste qualcosa di più grosso che 4 galline che sbraitano battutine sui maschi ed è indubbio che le galline sono molte più che 4, ma è nel dubbio se le galline sappiano contare e abbiano scoperto di essere una moltitudine.
Gli opportuni ricollegamenti con il nazifscismo e con il controllo dei media ve li esporro più avanti, ma al momento mi limito ad aprire il topic sull’argomento e vedere un po se vi interessa.
-Renato- 18/11/2004, 21:22zengar benvenuto cmq tu la pensi.Riguardo al concetto di nazifemminismo io ho le idee chiare, ma non mi sbilancio perchè parlare di nazi-femminismo in un pubblico e aperto a tutti è rischioso per la incolumità dell’associazione U3000.Per cui non ne parlo.
Cmq leggo ciò che scrivi.
Zengar 18/11/2004, 22:29grazie cmq dell’appoggio renato io prossimamente posterò nel topic il resto delle idee e alcune considerazione sull’utilzzo di alcuni media e simili tipo tv e cinema
Reduan 18/11/2004, 23:54secondo me come prima cosa occorre precisare che il thread va inquadrato in un ambito di semplice “esercizio logico”, semplici ipotesi e nulla più.
Logica, però. così come è logica la matematica, e grazie al calcolo matematico anni fa si suppose l’esistenza del pianeta Plutone, solo successivamente fu rintracciato visivamente, e si ottenne così la prova definitiva.
In quel caso, però, si avevano a disposizione tutti i dati necessari per arrivare ad una risposta esatta.
Nel nostro caso possiamo -e dobbiamo- far ugualmente ricorso alla logica, sapendo già, però, di non avere a disposizione tutti i dati necessari, probabilmente ..e quindi le nostre non potranno essere certezze matematiche. E non solo : anche avendole, non potremmo mai ottenere la “prova materiale” di quanto deduciamo.
Tuttavia ritengo che il nostro “esercizio di logica” sia tutt’altro che inutile.
Venendo al caso specifico, penso che la prima domanda che ci si deve porre è “perchè ?”
Ovvero : quale lo scopo di tutto l’elaborato ? E uno scopo ragionevolmente importante, considerando le energie impiegate ?
Seconda cosa da considerare, quindi, sono i mezzi utilizzati, molto importanti al fine di inquadrare con una buona precisione le forze in campo.
Attendo con curiosità il seguito del thread, poi esporro anche la mia ipotesi.
Modificato da Reduan – 18/11/2004, 23:55
Zengar 19/11/2004, 12:13
Il mio manuale di gurps illuminati recita in un capitolo che la differenza tra la realtà e la fiction è che la seconda debba avere un senso, ma in ogni caso, le motivazioni sono ardue da determinare in questo momento e potremmo trovarci a formulare varie ipotesi e non scalfire ancora la superficie della faccenda.Potrebbe tanto essere l’inizio di un nuovo tipo di nazifascismo tanto quanto un sistema di controllo della crescita demografica futura, un metodo per incasinare ulteriormente le faccende razziali tra occidente e oriente o anche semplici faccende di potere.Insomma al momento il massimo che possiamo ipotizzare è roba da fantascienza trash la quale potrebbe pure essere realistica in qualche modo.
Quello che ritengo essere certo è la presenza di una forma organizzata dietro questa ideologia, organizzata nel lanciare nuove idee e nel mantenere una pressione costante ma non marcata sui suoi capisaldi in modo da non sembrare troppo estremista nè di poter possedere delle figure di riferimento.
Se fate attenzione ai media partendo dai telefilm e passando alle produzioni cinematografiche e poi esaminando telegiornali, giornali, riviste femminili, articoli rosa (ma che minchia di termine ) e un sacco di altri prodotti di informazione e spettacolo sono certo che non vi sfuggiranno quei commenti e quelle allusioni che fanno del maschio un bastardo e della femmina una vittima.E se farete altrettanta attenzione noterete come vi sia un trattamento apposito anche per il genere femminile che fa leva su un loro punto alquanto misterioso della loro natura, ovvero l’attaccamento.Con l’esame di un numero di una certa rivista femminile vi mostrerò cosa intendo.
Tornando ai perchè io consiglio di non scartare nessuna ipotesi, giacchè i fini potrebbero essere molteplici e cambiare da paese a paese da città a città e persino da tipologia di famiglia.Anche lo status sociale non è da scartare tra le varianti, giacchè il neofemminismo applicato ad una famiglia di padre operaio con 2 figli e madre casalinga è chiaramente diverso da quello applicato alla famiglia del padre impiegato con figlio unico e madre in carriera.
A tal proposito ricordo la frase che una professoressa alquanto idiota espresse riguardo al dislivello demografico tra oriente e occidente, ritenendo che una minor presenza demografica è segno di una maggiore cultura nella popolazione.
A rifletterci bene questa è una colossale minchiata, giacchè se una madre decide di avere meno figli è dato semplicemente da pochi fattori :
– è giunta ad un’età per il quale averne è sconsigliabile
– i figli come ricchezza proletaria non sono assolutamente indispensabili giacchè la famiglia non rischia di non mangiare ogni giorno
– i figli costano molto
– il tenore di vita non permette di espandere ulteriormente il tenore familiare
l’idea della maggiore cultura che evita picchi demografici è vera solo nella mente di una persona che si immagina delle donne che vengono messe incinta da tutto il paese, o da una sorta di fantasocietà dove chi si può permettere di accedere alla cultura è elevato ad uno stato sociale altolocato dove il tenore di vita è economicamente alto e gli altri sono manovalasnza meccanica o riproduttiva.
Però……anche se è un’idea assurda che solo un’invasata potrebbe avere c’è qualcosa e non so cosa che rende queste ipotesi fantafemminista in qualche modo simile alla situazione che si sta venendo a formare, ovvero il fatto che ci siano dei dislivelli tra un certo tipo di cultura e un’altra.Qualcosa non quadra ma qualcosa ha un certo nesso che mi sfugge al momento.
tyrtix 20/11/2004, 00:48
———— QUOTE ———-
– è giunta ad un’età per il quale averne è sconsigliabile
—————————–
Questa è la risposta parziale al tuo quesito, quel qualcosa che non quadra: l’essere umano biologicamente è restato lo stesso, anche con l’avvento del femminismo. Idem non si può dire però epr la sua forma psico-fisica, per la società ecc: si vive più a lungo, ma la donna è fertile sempre e solo per lo stesso periodo vitale in cui lo era 200 anni fa.
Ora, il livello di istruzione è legato indirettamente, ed è una causa, della bassa natalità: molte giovani ragazze infatti scelgono di proseguire gli studi, spesso arrivando a finirli ad un’età che nel migliore dei casi si aggira intorno ai 27 anni. Questo gli dà, matematicamente, la possibilità di avere figli in buona salute per un periodo di 35 – 27 anni, cioè circa 8 anni, a cui vanno tolti altri 2 o 3 anni per dare la possibilità alla ragazza di formare un contesto familiare PRIMA dii rimanere incinta. Otteniamo così una finestra di natalità possibile di 5 o 6 anni, su una porzione di vita media della donna italiana di 82 anni… un pò poco direi. Mandiamola per il caso migliore, questa ipotesi, avanti, e analizziamo la possibilità per una ragazza che ha proseguito gli studi di avere un secondo figlio: dovrebber fare il tutto in circa 8 anni (dopo i 35 è Cipro sconsigliabile avere figli a causa delle possibili malformazioni e dell’alta percentuale di probabilità di avere un figlio con problemi mentali, o down). La realtà è che, in una società in cui si ogliono eliminare differenze di ogni genere, ci siamo dimenticati eprfino che non tutti sono adatti a compiere un percorso di studi finalizzato alla laurea o anche più, (motivo per cui sono state inventate le mini-lauree), tuttavia il voler per forza superare i limiti delle diversità, ci ha portato anche a questo (non ultimo il fenomeno dei lavori indesiderati da parte dei giovani, che vengono regolarmente presi poi dagli immigrati), e in ultima cosa, ovviamente, alla bassissima natalità.
Presi ognuno per conto suo, tutti i fenomeni che influiscono sulla società moderna sembrano slegati, e tuttavia sembra che si riconducano ad un’unico ( o quasi) fenomeno invisibile: tuttavia sono gli stessi problemi che, concatenati, danno cause e concause che non fanno che farli peggiorare.
maschilista 20/11/2004, 08:45Tutto ciò altro non è che la conseguenza – sia nel bene che nel male – del progresso.
Pertanto, (e fermo restando il fatto che ciascuno di noi è libero di pensarla come vuole), è sbagliato pensare che all’origine di certi fenomeni ci sia qualcuno che “trama” alle nostre spalle, ed è quindi errato parlare di “nazifemminismo”.
silviodestro 21/11/2004, 21:35La materia che Zengar vuole sollevare è per così dire molto pruriginosa. Visto che si vogliono esaminare ipotesi sul “femminilismo” di questi tempi, vorrei sottoporvi il mio pensiero che espressi in lista qualche mese fa.
Le tantissime situazioni, intenzioni, eventi che esistono, vengono ventilate, succedono intorno alle interrelazioni che si intrecciano giorno per giorno tra uomini e donne, invitano da tempo ad interrogarmi su chi o che cosa abbia interesse a dirigere, appunto le relazioni tra i generi, verso le condizioni che solo noi abbiamo coraggio di discutere e denunciare. In altre parole mi chiedo chi abbia interesse e ne abbia avuto a partire da molti anni fa, a procedere ad una progressiva ed inesorabile demolizione della figura maschile alla quale ha fatto seguito alla medesima demolizione della figura paterna. Rino, nel suo bellissimo libro-denuncia, risponde che fu il femminismo con la sua “grande narrazione femminista” ad ottenere la “sepoltura” del patriarcato, sostanzialmente profittando della rivoluzione post-industriale che ha segnato la massiccia entrata nel mondo del lavoro delle donne. E’ una tesi condivisibile, ma siamo sicuri che ciò spieghi la situazione dell’uomo occidentale nel terzo millennio ? Siamo sicuri che si debbano far risalire solo alla rivoluzione femminile e alla GNF la devalorizzazione di noi uomini ? La degenerazione a cui stiamo assistendo si deve al semplice effetto palla di neve innescato dal femminismo ? Io non ne sono convinto.
Infatti le cosiddette conquiste femminili, in primis in ordine cronologico il divorzio, poi l’aborto, sono evidenti strumenti di liberazione femminile e si può comprendere che soddisfino l’interesse delle femmine, interesse che viene poi celato nel nome di generiche esigenze di libertà di cui si dice dovrebbero esserne destinatari anche gli uomini. Rispondono ugualmente all’interesse delle femmine il coercitivo accesso alla politica da parte delle donne tramite le “quote” obbligatorie delle candidature, la emissione di leggi agevolative della imprenditoria femminile, il sostegno pubblico a molte iniziative sulle infinite istanze femminili. Passando alla quotidianità più spicciola comprendo quella femmina che sostiene che l’accesso alla politica delle donne perchè loro sono abituate a “fare concretamente” e non solo a “parlare e promettere”. A questa risponderei che io sono abituato prima a “dimostrare” e poi casomai a pormi su un piedistallo. Comprendo pure la strana coppia Alessandra Mussolini e Livia Turco che vorrebbero estendere il diritto di famiglia alle famiglie di fatto con il pretesto di difendere i figli, con il sotterraneo intento di dare potere a tutte le donne. Comprendo Oriana Fallaci che adesso manda alle Nuove Crociate l’ex maschio-oppressore per difendere le femmine occidentali dal pericolo musulmano (papà li turchi). Comprendo pure tutte quelle “puttanelle” che nei mass-media vaneggiano la superiorità femminile e con un malcelato sorrisino sbeffeggiano gli uomini. Capisco le femmine della porta accanto che approfittano delle immense garanzie che dà loro lo stato e della permissività data loro da un pensiero elitario e mass-mediatico.
Non capisco invece gli uomini di potere che legiferano a sfavore del loro genere, non capisco gli uomini della sinistra che ancora, dopo avere cullato il movimento femminista, appoggiano l’arroganza delle femministe. Perchè infatti, accontentare un genere, rischiando di scontentare l’altro, che comunque costituisce il 50% dell’elettorato ? Ancora non capisco gli uomini di potere perchè non capiscono quello che noi capiamo. Non capisco la auto-castrazione di tanti personaggi nelle sedi mediatiche. Indico solo come esempio Maurizio Costanzo, Roberto Gervaso, Franco Califano, Crepet. Indico anche quel chirurgo plastico che attribuisce alla diminuzione della libido maschile il ricorso alla chirurgia plastica di molte donne. Figuriamoci se le femmine fanno qualcosa per gli uomini, se fanno qualcosa lo fanno per loro stesse e per aumentare il loro potere seduttivo nella speranza di ottenere qualcosa di più dagli uomini.
Secondo me per capire l’interesse bisogna individuare l’effetto. L’effetto della rivoluzione femminile sono le culle vuote, ciò che denuncia la Chiesa da tempo, denunciando il peccato, senza condannare le peccatrici, che da anni oramai considerano la maternità un pesante ed opprimente fardello, la loro naturale propensione alla cura della famiglia, una male sopportata incombenza da rimarcare agli uomini quotidianamente. Inoltre l’indebolimento del “Padre” e quindi degli uomini ha reso difficile la formazione di famiglie in senso assoluto e comunque di famiglie prospere. Sono convinto che la ispirazione alla formazione di una famiglia appartenga a Dio e da questi passi all’uomo, non alla donna, naturalmente incapace di assunzioni di responsabilità ben chiare. Le culle vuote provocano l’inarrestabile decremento demografico. Il decremento demografico provocherà, di questo passo, la crisi della civiltà occidentale e la sua fine per assorbimento in altre culture, che da tempo si stanno integrando nel suo tessuto sociale. Quel qualcuno o qualcosa voleva colpire la civiltà occidentale.Ora chiediamoci cosè la Civiltà Occidentale. Secondo me la Civiltà Occidentale si è sviluppata con la Religione Cristiana. Il suo progresso è stato scandito e promosso dalla impostazione sociale data dalla Chiesa Cattolica. La Chiesa Cattolica ha ricevuto l’impronta da Gesù Cristo. La Civiltà Occidentale è il popolo eletto da Gesù Cristo. Quindi, quel qualcuno o quel qualcosa (secondo me una elite che manipola e ci manipola) vuole distruggere il popolo eletto da Gesù Cristo, ergo tutto ciò proviene
DA UNA VOLONTA’ LUCIFERINA CHE MIRA A DISTRUGGERE GESU’ CRISTO.
Sottopongo alla lista questo mio pensiero che già mi ronzava in testa all’incontro di Vicenza.
Ciao a tutti comunque.
Silvio Destro
Buona riflessione.
Silvio Destro
Modificato da silviodestro – 21/11/2004, 21:47
larocque 22/11/2004, 10:33Ottima riflessione.
Naturalmente la conclusione è solo una delle infinite possibilità.
Ne propongo un’altra (anche questa puramente teorica ed opinabile):
l’elite manipolatrice, che controlla e gestisce il rapporto tra i sessi, ha interesse ad infierire sui maschi occidentali in quanto ha paura degli stessi. Vede nell’uomo la principale minaccia per la sua sopravvivenza, vede l’uomo come il suo principale nemico, il principale pericolo.
Ciò perchè conosce benissimo qual’è la vera natura del maschile, nell’uomo riconosce forza ed intelligenza, ne riconosce spirito combattivo e volontà di pensiero individuale (da non confondersi con ‘individualismo’), in pratica ne riconosce la completa e totale indomabilità.
Ecco quindi che la mansuetizzazione e la femminilizzazione dell’uomo è interesse principale dell’elite manipolatrice.
Il vero scopo finale di questi signori non lo riesco neanche ad immaginare, ma qualsiasi sia tale obbiettivo ne è propedeutica la svirilizzazione e mansuetizzazione dell’uomo.
Naturalmente questa mia visione parte da una buona autostima di genere.
Barnart 22/11/2004, 12:471- Per quanto suoni provocatorio agli orecchi della totalità dei ns. contemporanei e demenziale persino per molti uomini riflessivi, parlare di feminazismo non è insensato.
Io stesso, la prima volta che incrociai quel termine, pensai ad una esagerazione del tutto fuori luogo e controproducente.
Ecco le domande spontanee che uno si fa:
cosa accomuna l’ideologia dell’odio con quella dell’amore? Quella dello sterminio con quella della cura? Quella della guerra permanente con quella della pace universale?
Solo un piccolo fattore: la convinzione profonda, inattaccabile che qualcuno sia moralmente superiore agli altri. Che ci sia qualcuno che vale di più degli altri, che sa più degli altri come sia e come debba essere il mondo.
Che ci sia un gruppo umano eletto, erede della storia e padrone del futuro e che questo gruppo umano sia superiore per natura in forza di caratteri che eredita alla nascita. E questa è precisamente la convinzione, il sentimento che identifica il femminismo. Questa ideologia ha ormai permeato di sé l’intero Occidente, avvelenando in misura diversa quasi tutte le femmine occidentali. Sulla sua base si fondano progressivamente le politiche di tutti i paesi.
2- Silvio considera l’ipotesi di un progetto luciferino che mira a far affondare l’Occidente. Io trasformo il taglio della sua lettura e ne do una interpretazione naturalistica e immanente: l’evoluzione materiale/etica dell’Occidente ha permesso ad F di scatenarsi e questo scatenamento può anche provocare il declino dell’Occidente, ma non è questo il suo scopo. Il suo scopo è l’espansione senza fine del suo potere.
F ed M sono due forme viventi in lotta tra di loro (come due specie diverse), unite sin qui dal reciproco bisogno. Ora quella simmetria si è spezzata ed F sta imponendo ai maschi il suo potere trasformandoli in altrettanti paria, asserviti alla sua volontà. In questa espansione (che è propria di ogni forma vivente) gioca un ruolo decisivo l’odio che nasce dalla paura, dall’invidia e dallo spirito di vendetta. Fatti emotivi – questi – universali e coevi all’umanità.
Tutto questo non nasce da complotti o da scelte coscienti di un gruppo di persone. Nasce semplicemente perché l’espansione è il carattere primario di ogni forma vivente (formica, cavallo, ameba, erba che sia) e quando scompaiono i limiti ogni forma vivente si espande senza fine. Travolge tutto distruggendo e/o sottomettendo ogni cosa. Sin quando ogni cosa assuma la sua forma: finché ci sia solo erba, o solo formiche, o solo aringhe… Sin quando il mondo assuma una sola forma.
3- Alla luce di quanto sopra segue che non esiste alcun gruppo di persone che gestisca questi eventi epocali. Si tratta di derive della psiche collettiva che si esprimono nell’arco dei secoli. Nessuno può governare simili dinamiche. Quanto alle intenzioni esse esistono bensì, ma sono del tutto inconsce.
Non ci sono comitati che pensino, progettino e governino questi eventi.
Questo è, in abbozzo, il mio modo di vedere le cose.
Modificato da Barnart – 22/11/2004, 12:49
tyrtix 22/11/2004, 13:38Condivido in pieno, Rino, questo è anche il mio pensiero, più o meno.
ventiluglio 22/11/2004, 16:27Zangar:
———— QUOTE ———- Quello che ritengo essere certo è la presenza di una forma organizzata dietro questa ideologia, organizzata nel lanciare nuove idee e nel mantenere una pressione costante ma non marcata sui suoi capisaldi in modo da non sembrare troppo estremista ne di poter possedere delle figure di riferimento. —————————–
Per quanto suggestive siano (come spesso accade) le ipotesi di “complotti” organizzati che si celerebbero dietro a fenomeni complessi e articolati, personalmente ritengo che – almeno in questo caso – l’evidente ORGANICITA’ del fenomeno “Femminismo” non si debba confondere con una sua presunta ORGANIZZAZIONE cosciente che ne governi e coordini le azioni in vista di un predeterminato fine “altro”.
Richiamo a tal proposito un passo significativo del libro di Rino (“Questa Metà Della Terra”) – che evidentemente condivido appieno.
E invito una volta di più a leggere quel magnifico ed amarissimo libro.
Invito rivolto soprattutto ad “avventori” colti e curiosi come sembra essere il nostro “Zangar”.
Beninteso, nessuno qui ha la verità in tasca.
Quella di Rino Barnart è un’ipotesi di lettura della realtà, assolutamente eterodossa e volutamente “provocatoria” (nel senso letterale e “alto” del termine), che risulta assai convincente e suggestiva in quanto supportata da un’analisi indubbiamente rigorosa e documentata dei fatti e sorretta da uno stile espositivo lucido ed incalzante.
Si può ovviamente non essere d’accordo con tutto o parte di quanto vi è scritto, ma la conoscenza di quel libro è comunque una base di partenza a mio parere irrinunciabile per chi intenda occuparsi della QM.
“…Siamo dunque sinceri, quelle nostre spontanee domande non nascono da un bisogno di conoscere ma dal desiderio di trovare una coscienza colpevole, di provare ancora una volta che se vi è male (qui, una tantum, a danno degli uomini) ciò accade perché qualcuno lo vuole, perché dietro esso vi è qualcuno mal-disposto; ci aspettavamo un colpevole e non l’abbiamo trovato. Cosa andavamo cercando infatti se non i nomi delle componenti un fantomatico “Centro Mondiale di Elaborazione del Male a Danno degli Uomini”? Ebbene, ci piaccia o no, questo C.M.E.M.D.U. non esiste, non ci sono donne colpevoli di male-bashing e di colpevolizzazione, non esistono comitati femministi che abbiano elaborato a tavolino quella strategia. Niente di simile. Il femminismo non sa quali armi sta usando, non ne conosce il vero nome…
…siamo andati alla ricerca di un colpevole, tentazione nella quale sempre si cade allorché, stanchi di seguire le azzurre e limpide vie del gelido Logos, si devia verso i sentieri color rosa che conducono al cuore, e il cuore si sa, vuole un colpevole.
Non ci sono colpevoli.”
Rino Barnart D. V.
silviodestro 22/11/2004, 22:39Certo non ci scontreremo su questo argomento che tende ad identificare eventuali soggetti che abbiano interesse allo svilimento della categoria maschile; ma vi faccio notare che anche la maggior parte degli uomini di potere appoggiano questa ondata “femminilista”. Ogni forma vivente (femmine) tende ad invadere gli spazi dell’altra forma vivente (uomini); ma com’è che anche gli uomini si alleerebbero con l’altra forma vivente antagonista. Seconda osservazione: il femminismo rivendica l’uguaglianza come il comunismo, e con il comunismo e le altri correnti sinistroidi assurge ai più alti livelli di visibilità, di consenso e di potere. Il comunismo nega l’esistenza di Dio. Sono degli evidenti punti di contatto.
Come disse recentemente Emma Bonino :sick: : “tutte le religioni sono nemiche delle donne, non solo quella islamica, anche quella cattolica, basti pensare alla lettera Ratzinger” :sick:
Silvio Destro
Barnart 23/11/2004, 12:02
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Certo non ci scontreremo su questo argomento che tende ad identificare eventuali soggetti che abbiano interesse allo svilimento della categoria maschile;
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Ci mancherebbe!
Del resto vi è una osservazione generale che si può fare quando le opinioni divergono: sul piano dell’azione (di quel che noi possiamo/dobbiamo fare qui ed ora) non muta nulla.
E quando su tale piano non cambia praticamente niente la divergenza resta (piacevole) argomento di conversazione senza produrre alcun danno.
Rino
Zengar 24/11/2004, 01:20Di certo non sospetto che la Spectre abbia mobilitato il Dottor No e Madame Gyssene per fare brainwashing a tutte le donne del mondo e a trasformarle in terroriste casilinghe armate di mattarello mascara e fine umorismo antimaschile.Ho detto che esiste qualcosa di non preciso ma organizzato non la congrega mondiale per il nuovo ordine femminista sponsorizzato da polenta valsugana, e ho notato vari segni che mi fanno più che sospettare del fatto che qualcuno sul rancore femminile da lui stesso alimentato manovri la faccenda a suo piacimento.Non tutta la faccenda, non tutte le sfumature nè tantomeno tutte le donne ma di certo almeno delle fette della massa che con i media può raggiungere più facilmente.
Vi avevo parlato di segni nella società e andrò ad illustrarvi alcune preoccupanti sfumature dei media rivolti a donne e famiglie.
Per cominciare un simile esame, un buon punto d’inizio è anche uno dei più articolati ovvero una lettura di una rivista femminile, in questo caso una molto venduta e particolarmente popolare.
La copertina si propone quasi sempre nel medesimo stile, ovvero con un’immagine di moda di sfondo, una headline che non pone mai argomenti di attualità o politica, e miriadi di didascalie che rappresentano gli argomenti del numero della rivista.
Aprite e oplà ecco una bella splash pagecon una pubblicità, che è per forza di un prodotto di alta qualità, giacchè si può permettere il retro di copertina e la prima pagina.Abituatevi, questo benvenuto è un assaggio del resto dell’andazzo della rivista e dei suoi contenuti.
Altra splash page, altro prodotto di alta qualità, che va da un profumo di classe ad un’oggetto per l’estica o all’abbigliamento di moda o ad una qualche attività di lusso.
Altra paginetta di pubblicità, magari a crattere filosanitario per salvare le apparenze del giornale e poi il sommario.
Non manca ovviamente la spiegazione del modello d’abito presente in copertina con tanto di nome dello stilista e designer che l’ha fatto.
Altra pagina di sommario ed ecco un’altra pubblicità, tanto per non perdere troppo l’abitudine del giornale.
Pagina di note legali più mezza pubblicità seguita da altra pagina pubblicitaria.
E ora vai col bombardamento di 5 pagine pubblicitarie alle quali seguono informazioni su concorsi indetti dalla redazione e un altro po’ di pubblicità.
Ed ecco la prima chicca, una pagina illustrata con una vignetta che riporta 80 volte su 100 una simpatica presa per il culo al genere maschile che rasenta senza troppa vergogna il male bashing e non se ne offende dopodichè, dopo un po’ di altra pubblicità, c’è l’editoriale che contiene a scelta banalità, superficialità, disfattismo e anche un po’ di saccenza.
Pubblicità, ed ecco le lettere al giornale dove troverete storie alquanto piatte e molto simili accuratamente scelte in modo da evitare di proporre argomenti ai quali chiunque non si sappia rispondere con saggezza spicciola da mercato rionale e sopratutto tanto conservatismo in fatto di morali ed opioni che è bene non far andar oltre il naso anche se è di pinocchio.
Passata un altra vagonata di annunci pubblicitari ecco finalmente le pagine di attualità.
Essì che un bell’articolo sull’influenza che va di moda fa attualità, israele può attendere le manie ipocondriache degli italiani a quanto pare dettate da un caso in tv che pare aver scatenato una fobia collettiva per la quale ci risponde un tal professoronenoi ci porremmo mille interrogativi su quanto ci salirà la febbre dopo questo evento di portata nazionale.
Dopo una spettacolare scaletta delle malattie che in percentuale vanno di più di moda, senza tralsciare una pubblicità nella pagina accanto, ecco che si comincia a parlare delle donne attuali, proponendo dapprima modelli alquanto idealistici per professioni e carriere dopodichè si passa alle vere pagine di attualià del giornale discusso :
una paginetta di avvinimenti illustrati tramite uso di semplici foto e didascalie striminzite, proposte con titoli d’effetto composti di una sola parola associata ad ogni immagine.
Ogni riferimento alla politica è accuratamente minimizzato e il primo posto è quasi sempre occupato da informazioni su vip e star del cinema o della tv in generale.
L’altra pagina di attualità si occupa di un caso di emozioni a prezzo facile, di facili sensazionalismi su argomenti indiscutibili come adozioni a distanza e interventi umanitari, tutte poste con grosse citazioni letterarie di contorno e un’immagine.
Ed ecco uno dei pezzi più potenti dell’intera rivista ovvero una splash page raffigurante un qualche evento di attualità seguito da un tot numero di secondi o minuti di silenzio, per contemplazione, e sotto una didasclia e spesso un messaggio scritto a caratteri cubitali.
La potenza di un tale mezzo giornalistico è grande giacchè il pubblico è invitato al silenzio, ostentato dalla grandezza dell’immagine che richiede un minimo di tempo per essere osservata bene, e gli viene letteralmente uralato in faccia un messaggio, la quale presenza è totale in quel momento, rendendo questa parte della rivista possentemente imperativa.
Un’altra pagina di attualità ovvia approfondita da un semplice articolo che non sfora troppo e si passa alla parte più studiata del giornale ovvero le pagine di moda.
Pagine su pagine di abbigliamento con tanto di nomi degli stilisti, boutique dove andare a reperire i modelli esposti e prezzi, il tutto supportato da una qualità fotografica non indifferente e contronato da sempre più presente pubblicità.
Il resto della rivista sono articoli piuttosto blandi su temi comuni anche altri magazines e quindi troverete accanto a vagonate di pubblicità più o meno gli stessi consigli e articoli che vi beccate sfogliando anche altri giornali.
Costo della rivista 5 euro.
Ora, andando a vedere il target che raggiunge questo giornale, ovvero quello delle donne medie, delle madri di famiglia, delle piccole impiegate, di qualche studentessa, di un sacco di casalinghe e lavoratrici, mi chiedo, queste come cazzo si devono sentire ?
Fatevi questa domanda, una donna di questa estrazione sociale che legge questo giornale, come cazzo si deve sentire ?
Come ci si può sentire ad aver letto pagine di pubblicità di prodotti che non comprerai perchè non stai dietro all’idea di comprare una bottiglia di lancome, stai dietro all’idea che ti serve una confezione di cif per i vetri.
Come ci si può sentire a vedere pagine stracolme di donne molto, molto, troppo belle che sfoggiano abiti che non potrai permetterti se non a pezzi, a tozzi e bocconi e con grande sforzo, donne che fanno vacanze di lusso e usano prodotti che stai dietro quasi sempre a minimizzare perchè sai che tanto non te li puoi permettere, e che non lo scoprirai se la crem funziona o no perchè tanto il portafoglio non te la lascia provare.
Nessuna informazione ma l’accelatore spinto sulle emozioni seppur a buon mercato, ma pur sempre emozioni e miriadi di mazzate date dapprima da quintalate di pubblicità e dopo da articoli che si propongono di risolverti, o meglio di farti sorgere il dubbio a riguardo, i tuoi problemi d’ogni tipo con un botta e risposta.
Con 5 euro che sono un vecchio deca hai comprato una carrellata delle minchiate che cerchi di evitare facendo zapping, un’insulto alla tua condizione sociale, una pernacchia d’informazione e ai tuoi interessi di approfondire l’attualità e uno sbadiglio come risposta quesiti comuni ma talvolta interessanti.
Questo giornale stravende, questo giornale picchia più donne che il circolo mariti ubriachi e nervosi, e le picchia facendosi passare per una dona, quando invece è una rivista che sa dove premere per far male.
Non produce altro che rancore, invidia, dubbio, facile retorica, rassegnazione e imbroglio formato magazine femminile.
Convinti ancora che nessuno manovra i media che stanno dietro alle donne ?
maschilista 24/11/2004, 18:57
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Convinti ancora che nessuno manovra i media che stanno dietro alle donne?
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Sì, ok, ma questo discorso vale anche per gli uomini.
Basta acquistare certi ridicoli mensili i quali spiegano come costruirsi un “fisico bestiale” – fisico che la stragrande maggioranza degli uomini potrà solo sognare -, oppure che danno delle dritte su come “conquistare” delle donne che quasi tutti potranno conquistare solo nei sogni, etc.etc.
Quello che voglio dire è che non vi è alcun dubbio riguardo al fatto che chi sta “lassù” manovri o tenti di manovrare la massa (cioè sia uomini che donne), ma quello che continuo a non capire è cosa c’entri il “nazifemminismo” in tutto ciò.
-Renato- 24/11/2004, 22:11
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Convinti ancora che nessuno manovra i media che stanno dietro alle donne
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no.Non credo a storie di complotto …
Anzi i giornali sono una espressione della ideologia e del pensiero antimaschile dominante.
Reduan 24/11/2004, 22:22Bè, a mio personale avviso, per manovrare ( o per tentare di manovrare) la massa occorrono quantomeno due cose : il potere materiale per farlo e “l’intellighentia”. A questo aggiungerei un terzo elemento, forse non indispensabile, ma quasi: un obiettivo abbastanza importante e almeno teoricamente condivisibile anche da eventuali lobby di potere esterne.
In effetti anche io, tentando di utilizzare la logica, non riesco ad individuare questi tre elementi (specie i primi due) nella “ipotesi nazifemminismo”.
Concordo, peraltro, con molte delle considerazioni esposte da Zengar, con buona parte della sua analisi .
[Fonte: http://www.uomini3000.it/10393.htm]
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