Le leggi attuali tentano le donne a sfasciare le loro famiglie promettendo loro vantaggi personali. Infatti è previsto sia il “diritto” al mantenimento che il “diritto” unilaterale al divorzio, cioè senza che il coniuge abbia nessuna colpa. Come risultato, il 70% delle separazioni è chiesto da mogli. Con casi limite, come la signora bolognese che dopo una settimana di matrimonio ha chiesto gli alimenti, ottenendo un vitalizio di 250€ mensili.
Ma lo Stato dovrebbe dovrebbe aiutare le famiglie, non provocare inutili sofferenze ai bambini: chi sono gli idioti che hanno fatto questi leggi?
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Le introdusse Vlamidir Lenin, non per idiozia, ma per calcolo politico: con il preciso intento di sfasciare le famiglie.
Durante la rivoluzione russa del 1918, i bolscevichi volevano distruggere il sistema capitalistico-borghese per imporre il Marxismo, secondo cui uomini e donne dovevano lavorare per lo Stato (non per la famiglia), e lo Stato (non la famiglia) doveva educare i figli. Come scriveva la pre-femminista Alexandra Kollontai: “la madre lavoratrice deve imparare a non distinguere i suoi figli da quelli degli altri, ci sono solo i nostri figli, i figli del Partito Comunista dei Lavoratori”. Ma queste idee non piacevano alla gente: come fare a proletarizzare la società, facendo credere agli “utili idioti” (così Lenin chiamava i borghesi che credevano alle sue idee), di stare dando loro dei diritti?
Per abolire il denaro, Lenin provocò una enorme svalutazione, che mandò tutti in rovina.
Per abolire la famiglia, Lenin impose la Legge Familiare Bolscevica del 16 settembre 1918, nella quale inventò il “diritto” al divorzio senza colpa del coniuge assieme al “diritto” a farsi mantenere ed al “diritto” all’aborto.
Secondo questa legge bastava mandare una lettera al locale registro per ottenere come mantenimento 1/3 dello stipendio del marito, senza neanche il bisogno di informarlo. Alcune donne prive di scrupoli ne approfittarono con matrimoni e divorzi ripetuti: sposavano contadini ricchi, e divorziavano obbligando i loro ex-mariti a vendere anche l’ultima mucca per pagarli. Il Commissario Kursky stabilì che, se una donna non sapeva chi fosse il padre dei figli, poteva scegliere chi dovesse mantenerli. Altre donne soffrirono per essere state abbandonate come una bottiglia di vodka. “Alcuni hanno venti matrimoni, una settimana con uno, un mese con un altro. Fanno bambini con tutti e li lasciano per strada”. Lo Stato, che avrebbe dovuto occuparsi dei bambini, era in bancarotta. I ragazzi vedevano il matrimonio come un gioco, e non era inusuale per un ventenne aver avuto tre o quattro mogli, e per una ventenne tre o quattro aborti.
Visti i risultati, i comunisti cambiarono rotta: reintrodussero il rublo e leggi per evitare lo sfacelo sociale.
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Questi “diritti” Leninisti arrivarono da noi con il 1968, quando era di moda definirsi Marxisti-Leninisti-Maoisti, negli anni di piombo in cui le Brigate Rosse sparavano su chi si opponeva e lo Stato cercava di scongiurare il pericolo concedendo privilegi a chi occupava le piazze urlando.
Il comunismo è caduto.
Sono rimaste solo le femministe a fare da cane da guardia alle leggi sfascia-famiglie.
Учение всесильно, потому что оно верно: è il momento di voltare pagina.
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Fonti: Mikhail Heller, “Cogs In The Wheel”, New York, Alfred A. Knopf, Inc.
http://www.ejfi.org/Civilization/Civilization-5.htm#communist
http://tcfcreporter.blogspot.com/2008/11/destroy-family-and-you-destroy-society.html
http://highheeledhistorian.com/2010/06/07/soviet-society-under-lenin
http://unknownmisandry.blogspot.it/2011/09/dictatorship-of-eternal-woman-has-been.html
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semplicemente deplorevole….il caso della bolognese….a questo punto vorrei sapere quanto costa a bologna una prostituta spesata in un albergo per una intera settimana????