Femministe contro l’affido condiviso e la protezione dei bambini dall’alienazione genitoriale

Mentre è in corso in commissione al Senato la discussione sul disegno di legge 957 noto come “vero affido condiviso”, alcune donne vicine al femminismo hanno fatto partire una campagna di opposizione con toni sopra le righe, per non dire caricaturali.

Riportando un parere dell’avvocata Barbara Spinelli dei “giuristi democratici”, il blog “FEMMINISMO a sud” titola

Affido condiviso: il ddl 957 viola i diritti di donne e bambini, il Senato rispetti le Raccomandazioni ONU

[http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/06/05/affido-condiviso-il-ddl-957-viola-i-diritti-di-donne-e-bambini-il-senato-rispetti-le-raccomandazioni-onu]

BUM!

Ovviamente l’ONU non raccomanda di allontanare i bambini dai loro papà.  Si tratta solo di un rapporto ombra scritto da “donne [femministe] e lesbiche” che chiedono il “divieto assoluto di mediazione nelle ipotesi di violenza”.  Quando l’80% delle accuse di violenza sono false, una calunniatrice potrebbe così rifiutare ogni dialogo finalizzato al benessere dei figli, fino a praticare l’abuso dell’alienazione genitoriale (PAS/PAD).

Nessun problema, perché Luisa Betti nega che la PAS è un abuso sull’infanzia:

La Pas è una sindrome inventata dallo psichiatra Richard Gardner, figura poco ortodossa nel contesto scientifico, che sostenne come “non vi fosse nulla di particolarmente sbagliato nella pedofilia, incestuosa o meno”

[http://blog.ilmanifesto.it/antiviolenza/2012/06/05/oggi-al-senato-si-gioca-su-bambini-e-bambine]

BUM!

Ovviamente Gardner non ha mai scritto niente del genere.   Per fortuna il Manifesto è ormai in liquidazione coatta, forse perché ai lavoratori non piace leggere femministe che scrivono quanto sono cattivi e violenti i maschi e quanto sarebbe sbagliato dargli l’affido condiviso.

Stiamo assistendo ad una guerra di genere, in cui da anni i papà vengono attaccati in quanto uomini, vengono costruiti termini subdolamente sessisti come “violenza di genere” e “femminicidio”, vengono costruite statistiche totalmente false e calunniose (“la violenza è la prima causa di morte per le donne”), vengono riportate le calunnie contro i papà come se fossero condanne, e quando si arriva ad archiviazioni o assoluzioni con formula piena la notizia viene ignorata, vengono chieste pene più gravi nel 30% di omicidi in cui la vittima è una donna, viene tentato di negare che l’alienazione genitoriale è un gravissimo abuso sull’infanzia.

È ormai chiaro che dietro a questa campagna c’è il femminismo, che pretende di parlare a nome delle donne.


Ma le donne sono in grande maggioranza a favore dell’affido condiviso.

Le donne dicono che perdere i figli per alienazione e false accuse è un abuso peggiore dello stupro.

Capiscono che lo stesso è per i papà.

Capiscono che lo stesso è per i bambini, che il vero affido condiviso è il bene dei bambini.

Sulla base di quanto già accaduto in America, dove è nato il termine “feminazi” o “nazifemminismo”, esiste il ragionevole timore che l’odio ed il disprezzo che le femministe stanno attirandosi in questa loro guerra contro la famiglia, contro i papà ed i bambini possa estrinsecarsi in deprecabili episodi violenti ed in immagini provocatorie come quella a fianco.

La connessione tra violazione dei diritti umani di uomini e bambini coinvolti in separazioni gestite sulla base di pregiudizi di genere da un lato e violenza dall’altro è un fenomeno sociale allarmante che riguarda tutti quanti gli uomini e tutte quante le donne. Come più volte qui sottolineato, non si tratta di giustificare la violenza, bensì di capirne le cause e, laddove le cause (ormai le denunce pubbliche che parlano in questo senso e che lasciano attoniti i lettori sono una marea) risultassero risiedere in violazioni di diritti fondamentali delle persone per le quali la violenza risulta essere una reazione incontenibile conseguente a vessazioni ed ingiustizie che non devono esistere in uno Stato civile basato sul diritto e avente come riferimento fondamentale la Costituzione, allora è necessario adoprarsi per rimuovere quelle cause dalle quali la violenza origina e non limitarsi solo a condannare il fenomeno “violenza” come se questo non avesse anche indubbie responsabilità sociali. Per il bene di tutti e in primo luogo dei bambini che hanno diritto ai loro due genitori, entrambi con pari dignità, ed a non venire coinvolti in false accuse.

 

 

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