Le vittime degli abusologi crescono e parlano: Angela L.

Il 24 novembre 1995 Angela L. ha sei anni e va in prima elementare.  Non sa che sta per scatenarsi l’inferno.  Una ragazza accusa il proprio fratello di abusi; quando dimostra di avere problemi psichici e non viene creduta si mette ad accusare un po’tutti, coinvolgendo anche Angela ed il suo papà.  Normalmente la polizia avrebbe messo telecamere nascoste per cercare prove e per caso mai intervenire e proteggerla.  Ma ora non vanno più di moda le indagini bensì le perizie degli abusologi.

Gente che vuole tanto bene ai bambini, quanto zio Stalin che proteggeva affettuoso la piccola Maria, dopo avergli fatto ammazzare i genitori con false accuse.

A scuola arrivano i Carabinieri e portano via Angela.

Le mamme vittime di abusologi si trovano di fronte ad una “scelta”: o collabori alle accuse (divorziando) o ti togliamo la figlia.   Angela aveva la fortuna di essere nata in una famiglia solida, e sua mamma rifiuta di accusare suo papà sapendolo innocente.

Angela viene messa per anni in orfanotrofi da cui prova a scappare venendo riacchiappata, ed infine affidata ad un altra famiglia.

Suo papà viene arrestato, il fratellino rimane da solo con la mamma.

Nel 1997, in primo grado il padre viene condannato a 13 anni, sulla base del nulla.

Nel 2001 viene assolto ed esce di galera, con un minimo indennizzo. Sono passati 6 anni.

Ma l’incubo non è finito: la “Giustizia” rifiuta di dirgli a quale famiglia è stata intanto affidata Angela e comunica che Angela rifiuta di tornare a casa.  Nonostante l’interessamento del Ministro per la Giustizia Castelli la Corte di Cassazione conferma l’affidamento di Angela ad altra famiglia.

La sua vera famiglia non si arrende, ed il 31 luglio 2005 ritrovano Angela casualmente ad Alassio.  Solo allora Angela viene a sapere che le accuse contro suo padre erano false: vorrebbe tornare dai genitori, ma lo Stato la avverte che se lo fa verrà chiusa in un istituto.

Solo a diciotto anni, finalmente libera di decidere, Angela torna a vivere con la sua vera famiglia e può dire la sua verità:  gli abusologi le dissero che i genitori la avevano abbandonata, la avevano fatta “confessare” gli abusi dicendole “se disegni un fantasma e lo chiami `pisello’ ti facciamo vedere la mamma”; non le avevano detto che suo padre era risultato innocente; racconta che “la vita dentro questi orfanatrofi era impossibile, maltrattavano i bambini.   La psicologa del pisello veniva dallo stesso orfanotrofio dove Angela era stata inizialmente chiusa, a 4 milioni di lire al mese, retta che verrà chiesta alla sua famiglia.  Mamma Raffaella si incatena fuori, e Angela viene trasferita lontano.

Francesco, il fratello di Angela dice: “che persone crudeli e malvage esistono a questo mondo”.

E siamo d’accordo.  Un orrore del genere fatto subire ad una bambina che a sei anni cresceva serena nella sua famiglia può essere paragonato solo alla pedofilia, al traffico di organi.  Non si sarebbe dovuto smantellare gli orfanotrofi e le onlus degli abusologi coinvolti, condannarli al carcere duro (ringraziando che la forca è stata abolita), licenziare tutti quelli che operavano nel settore pubblico.  E invece questa gente è libera di fare congressi su come “proteggere” altri bambini innocenti, di sparare dati fuori dalla realtà “un bambino su sei è abusato”.  Dateli tutti ai loro orfanotrofi, che 28000 bambini non gli bastano. Dice la mamma “l’ideale sarebbe far trascorrere a questi personaggi 10 anni di galera senza poter vedere nessuno della loro famiglia come è successo a noi con Angela, senza sapere come e perché”.

Nemmeno la decenza di rendere ad Angela ed alla sua famiglia i soldi guadagnati sulla loro pelle.  Nemmeno l’umiltà di chiedere scusa.

Lo Stato non ha ancora concesso ad Angela di riavere il suo vero cognome.

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Fonti: Angela ha raccontato la sua storia nel libro “Rapita dalla giustizia”.   La sua storia è stata raccontata al Maurizio Costanzo show, su Rai 1, su Panorama ed in numerosi siti internet.

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3 risposte a Le vittime degli abusologi crescono e parlano: Angela L.

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  2. sabrina scrive:

    Vorrei farmi portavoce degli abusi subiti da un padre e dai suoi due figli ad opera di psicologi, tribunali, assistenti sociali consensienti che hanno permesso alla madre dei bambini di allontanare ingiustificatamente due bambini di pochi anni dal loro padre. Servizi sociali che hanno abusato del loro potere per compiere atti illeciti, circonvenzione di minori, che sono indagati da anni ma che da anni continuano a svolgere il loro lavoro danneggiando irrimediabilmente altre vite e altri bambini

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