15000 bambini chiusi in orfanotrofi = 1500 miliardi di lire

L’on. Augusto Cortelloni già nel 2000 scrisse un libro-denuncia, di cui riportiamo alcuni passaggi, sul problema degli abusologi e dei bambini chiusi in orfanatrofi, e presentò una proposta di legge in merito.  Ma da allora il numero di bambini chiusi in orfanatrofi è raddoppiato.

«Ormai è nata una potente e clandestina rete di “abusologi”, i professionisti degli abusi all’infanzia che incassano parcelle milionarie e carriere veloci speculando sui fatti di cronaca.

Sedicenti psicologi e non meglio precisati “esperti dell’infanzia”, assunti senza concorso persino nei Tribunali dei Minori o come periti dai giudici togati, sono il manganello di uno squadrismo amministrativo che viene esercitato all’ombra dei servizi sociali e che ha come bersaglio le famiglie. Inizialmente quelle più scassate e indifese, ora, con preoccupante baldanza, anche quelle più normali e attrezzate.

Una accusa infondata? Basta guardare le migliaia di procedimenti giudiziari in tutta Italia per vedere cosa accade. Non è un caso che i bilanci destinati all’assistenza sociale, per migliaia di miliardi, siano aumentati in maniera vertiginosa nell’ultimo quinquennio.

La crescita è verticale in tutta Italia. Solo i casi giudicati dai Tribunali dei Minori sono aumentati di dieci volte e dal ’97 ad oggi chi scrive non è riuscito ad avere dai responsabili una sola cifra ufficiale. Lo stesso vale per gli stanziamenti delle Regioni e delle Province. Bilanci blindati, chiusi a chiave: quando si chiedono i singoli stanziamenti per sapere come e a chi e con quali criteri vengono spesi fiumi di denaro, ecco che il diritto dei cittadini ad essere informati viene negato.

La risposta? Silenzio. Un muro di gomma. […]

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Cosa c’è dietro la campagna di stampa attizzata dai fatti di cronaca e rinfocolata con metodo da sedicenti istituti e centri di ricerca?

Molto semplicemente lo sfruttamento economico della macchina dell’assistenza. Com’è possibile che ci siano ben 14.495 minori negli istituti e in comunità il cui costo ricade interamente sulla collettività? Il costo medio della loro diaria non è mai inferiore alle 200/300 mila lire e nelle regioni del nord oscilla spesso attorno alle 4/500 mila, a seconda delle comunità.

Bastano queste cifre per dare un’idea del business sulla pelle dei bambini.

Così, vecchi edifici ecclesiastici oppure nuovi appartamenti nei condomini diventano in breve sede di comunità dai nomi più fantasiosi. Appaiono all’improvviso nel dettato di qualche delibera di Comune, Provincia o Regione e poi scompaiono, perché i giudici si liberano dei casi umani affidando i ragazzi e le ragazze alla tutela dei Comuni. Questi ultimi hanno carta bianca: scelgono le associazioni, le pagano e utilizzano il proprio personale per far finta di seguire ciò che accade. La traccia di tutto questo lavoro non si vede mai. Quanto alle capacità professionali di chi gestisce queste associazioni non c’è alcun requisito; persino per gli amministratori di condominio è obbligatorio mettere la targhetta all’esterno dei portoni, ma per chi custodisce in condizioni quasi carcerarie i minori strappati ai genitori non è richiesta alcuna prova delle loro capacità.

Quanti Comuni possono vantare relazioni mensili o almeno periodiche, visite ispettive improvvise seguite da un documento scritto a disposizione del pubblico? Nessuno. Silenzio e segreto circondano questi gruppi, tutto ovviamente per il “bene dei minori”, per non lasciar tracce ai genitori che si vedono sequestrare i figli e che aspettano con disperazione uno scritto, un saluto, un qualsiasi cenno di vita da chi hanno messo al mondo e allevato. Chi contesta, su basi ideologiche evidentemente, queste cifre che pure sono ufficiali, potrebbe trovare ulteriori conferme se solo prendesse la briga di leggere con attenzione i pochi dati che vengono forniti in pasto al pubblico per creare di volta in volta “l’allarme – abusi”. I giornali non fanno altro che riportarli.

Fino a poco tempo fa le cause di allontanamento del minore dalla sua famiglia naturale erano due e ben circostanziate: abusi sessuali e violenze. Adesso no: c’è anche “l’incapacità genitoriale”. Che cosa sia questa ibrida fattispecie giuridica non si sa. Ma è certo che è stata volutamente inserita, così ambigua e inafferrabile, per essere utilizzata in qualsiasi modo dal cosiddetto Tribunale dei minori in primis, ma poi anche da funzionari comunali che vengono a svolgere attività giudicante, di poliziotti, testimoni e psicoterapeuti senza preparazione. E senza dover rispondere ad alcuno in sede penale o civile del loro operato, degli sbagli e di valutazioni errate. Persino con la riforma dei codici ai magistrati è stata riconosciuta l’impossibilità di sommare nella stessa persona funzioni inquirenti e giudicanti. Un potere enorme che invece resta affidato al giudice minorile ed agli assistenti sociali. Perché?

I numeri dunque. Andando a scavare nei 14.945 “deportati” nelle comunità si scopre che il 70% di loro sono minori di 14 anni. Ovvero se i piccoli ospiti sono facilmente maneggiabili, possono cioè essere intimoriti, o tenuti in riga con quattro urla, ecco che si spalancano le porte dell’accoglienza. Quelli adolescenti, dai 14 ai 18 anni, non li vuole nessuno perché sono i più difficili e reagiscono. Che coincidenza, vero? I più piccoli costano poca fatica e rendono molto; per questo vengono sequestrati con più facilità.

Ancora. Degli “internati” ben un terzo è figlio di coppie separate, perciò debolissime come famiglia e pronte a rinfacciarsi di tutto, e il 44% vengono da famiglie con problemi economici.

Un dato pazzesco. Ma perché Comuni e Regioni sono così pronti a pagare a enti e comunità dai 7 ai 12 milioni al mese per ogni bambino sottratto a una famiglia in difficoltà economiche e invece non danno un decimo di quella cifra ai genitori per tirar fuori dai guai tutto il nucleo famigliare?

Servono forse altre prove per documentare l’ipocrisia voluta, la strategia di chi cerca coperture per aumentare il business delle ‘‘municipalizzate dei minori?’’.

Crediamo proprio di no. È pure vero che non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, ma ai detrattori di questi ragionamenti, lo ripetiamo, su dati ufficiali forniti dal ministero, offriamo anche le percentuali sugli abusi di vario tipo date da Telefono Azzurro, Criminalpol, Telefono Arcobaleno e Centro Italiano per le Adozioni Internazionali.

Siamo ben consapevoli al tempo stesso che i dati riportati si riferiscono alla minoranza dei casi che arrivano all’attenzione di questi organismi.

Negli ultimi quattro anni in Italia le violenze su minori sono passate dalle 305 del ’96 alle 586 del 1999, mille circa i processi per reati le cui vittime si suppone siano state sessualmente abusate.

Dunque, quelle 250 creature che forse sono state abusate devono servire come martiri e pretesto per tappare la bocca a tutti. E quindi nessun controllo sulle migliaia di miliardi che ogni anno prendono il volo per pagare le rette di non meno di 14.945 minori nelle comunità in cui vengono sepolti vivi e di cui nessuno può sapere nulla di come vengono trattati ed educati. O rieducati a dire ciò che si vuole da loro.»

Fonte: libro “PEDOFILIA & SATANISMO risorge l’Inquisizione” del sen. Augusto Cortelloni.

Augusto Cortelloni è nato a Montecreto MO il 20 luglio 1947 e vive a Modena. Sposato, ha una figlia e svolge la professione di avvocato. Eletto Senatore della Repubblica nel 1996, ha rivolto particolare attenzione alle problematiche minorili e della famiglia con la produzione di numerosi disegni di legge, interrogazioni, interpellanze e interventi.

 

 

 

 

 

 

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