Studio americano: “Bambini più problematici nelle coppie gay”

Gli adulti cresciuti in una “famiglia” con genitori omosessuali (nella quasi totalità lesbiche) presentano gravi problemi rispetto ai loro coetanei cresciuti in famiglie “normali”, cioè con la mamma ed il papà.   È questo il dato che emerge da due studi pubblicati dalla rivista scientifica “Social Science Research”.

Coppia lesbica accusata di aver costretto Sean G. di 7 anni a bere shampoo, di averlo bruciato con sigarette, drogato con un narcotico per adulti, minacciato con un coltello, legato per i polsi e costretto a stare in posizione verticale per ore, costretto ad usare un armadio come gabinetto, di avergli amputato l’alluce del piede sinistro. Aveva ustioni sui lati delle orecchie, ritenute essere causate dall’essere stato trascinato. Il dottore che ha fornito le prime cure teme che i calci ripetuti possano avergli danneggiato gli organi interni.

Il primo studio, redatto da Markus Regnerus, sociologo dell’Università di Austin in Texas, è il primo ad essere statisticamente significativo in quanto condotto su un campione molto numeroso: analizzando 15 mila casi e intervistando 3 mila persone, tutti compresi tra i 18 e i 39 anni, di cui 250 hanno riferito di aver avuto un genitore con un partner dello stesso sesso.  Lo studio è stato redatto da un istituto laico e da un professore che non avrebbe mai pensato di arrivare a tali conclusioni.  Anzi, Regnerus si era sempre espresso a favore dei «gay e delle lesbiche che non penso assolutamente siano cattivi genitori».

 

Dal nuovo studio risulta che quanti sono cresciuti in famiglie omosessuali sono dalle 25 alle 40 volte più svantaggiati dei loro coetanei cresciuti in famiglie normali. I primi, infatti, sono risultati tre volte più soggetti alla disoccupazione (solo il 26 per cento dei ragazzi cresciuti all’interno delle coppie omosessuali ha un lavoro fisso contro il 60 per cento della media); quattro volte più soggetti a ricevere assistenza pubblica (il 69 per cento dei ragazzi cresciuti da genitori omosessuali sono stati supportati dai servizi sociali, mentre i loro coetanei sono supportati nel 17 per cento dei casi); e sono molto più inclini ad essere arrestati, a dichiararsi colpevoli di atti criminali, a drogarsi, a pensare al suicidio.

Coppia lesbica condannata all’ergastolo per aver picchiato una bambina di 3 anni per giorni, fino a quando la piccola non ha più retto ed è morta.

Questi effetti sembrerebbero essere più marcati per le persone le cui madri avevano avutorapporti omosessuali rispetto alla figura paterna. Ciò sarebbe confermato anche grazie a fattori come l’età, il sesso, la razza, la ricchezza percepita, se la persona è stata vittima di bullismo. Figli maggiorenni, di madri lesbiche, avrebbero maggiori possibilità di tradire il proprio partner, di fumare marijuana e di essere arrestati per aver commesso reati. Il 23% degli intervistati, che ha avuto una mamma lesbica ha, inoltre, dichiarato di aver subito un abuso sessuale da un genitore, rispetto al 2% dei figli di coppie etero.

La cosiddetta teoria della “non differenza”, che va per la maggiore negli Stati Uniti, si basa invece su una mancanza di dati. Pur in mancanza di studi approfonditi, tuttavia nel 2005 l’Associazione degli psicologi e psichiatri americana si era espressa con una formula volutamente ambigua («Non esiste un singolo studio che dimostri che i figli dei gay e delle lesbiche siano più svantaggiati di quelli degli eterosessuali») e tale proposizione era diventata la “base scientifica” su cui appoggiare le leggi più aperte in materia. Con un paradosso: mentre le ricerche che segnalavano le storture di un’educazione che elimina la differenza sessuale erano tacciate di inattendibilità a causa dell’esiguità del campione, quelle favorevoli, a parità di campione, divenivano in breve le basi su cui legiferare. Per fare un esempio: i legislatori dell’Iowa utilizzarono uno studio che comprendeva solo cinque casi.

La ricerca texana, quindi, a causa dei suoi numeri importanti, mina tali certezze. Non solo: è da considerasi scientificamente valida perché condotta solo su persone ormai “indipendenti”, che cioè non vivono più nelle case di chi li ha cresciuti.

«Pretendere che non ci siano differenze significative – conclude lo studio – è andare contro un’evidenza empirica».

Il secondo studio è stato realizzato da Loren Marks della Louisiana State University, nel quale si critica fortemente la posizione (politica) dell’American Psychological Association (APA), secondo la quale i figli di genitori gay o lesbiche non sarebbero svantaggiati rispetto a quelli di coppie eteorsessuali. La studiosa ha analizzato i 59 studi citati dall’APA per sostenere la propria tesi, dimostrando la criticità di moltissimi dei suoi fondamenti.

Entrambi gli studi sono stati accolti in modo positivo dalla comunità scientifica dal punto di vista della correttezza procedurale.  Un plauso alla ricerca è venuto dal sociologo Paul Amato, della Penn State University, che ha definito il lavoro “come il migliore rispetto ai precedenti, per rilevare le differenze tra gruppidiversi della popolazione”.

Bambino ucciso dalla madre lesbica Carol Stokes.  L’atroce delitto per vendetta contro la compagna Colleen O’Neil che l’aveva lasciata

Ma sono arrivate accese critiche sulla metodologia, nonostante le risposte fornite dai due ricercatori siano state esaustive. Al contrario, le cronache ci raccontano come la prevedibile reazione della lobby lesbica è stata animalesca. Avendo a disposizione la quasi completa platea mediatica, si sono avventurate in insulti e accuse personali ai due ricercatori (si parla anche di minacce di morte). Alcuni hanno chiesto la censura dei due studi, altri hanno creato appelli perché siano ritirati dalla rivista scientifica, altri hanno chiesto che i due studiosi vengano licenziati, altre associazioni hanno invece detto di essere pronte a finanziare scienziati (complici, ovviamente) perché pubblichino risultati opposti, e così via.
In aiuto dei due autori, interessante è stata l’iniziativa di un gruppo di scienziati e docenti universitari, i quali hanno deciso di difendere i due ricercatori dall’aggressione omosessualista.

L’appello di difesa è comparso sul sito della Baylor University, classificata nel 2011 da US News & World Report come la 75° miglior università nazionale su di 262. I 18 scienziati e ricercatori hanno scritto: «Sebbene l’articolo di Regnerus non sia privo di limiti, in quanto scienziati sociali, pensiamo che gran parte delle critiche ricevute siano ingiustificate». Innanzitutto, hanno continuato, «la stragrande maggioranza degli studi pubblicati prima del 2012 su questo tema hanno fatto affidamento a piccoli campioni non rappresentativi, al contrario, Regnerus per raggiungere le sue conclusioni si è basato su un campione di grandi dimensioni, casuale, di oltre 200 bambini allevati da genitori che hanno avuto relazioni omosessuali, confrontandoli con un campione casuale di oltre 2.000 bambini cresciuti in famiglie eterosessuali». Questo è stato riconosciuto anche dagli specialisti, come Paul Amato, W. Bradford Wilcox, Cynthia Osborne ecc.

 

«Perché Regnerus è stato attaccato?», hanno domandato ad Ablow (psichiatra e opinionista della rete televisiva americana Fox News). «Prenda me – ha risposto –, anche io sarò minacciato per i dati che sto semplicemente riportando. Mi vogliono bruciare la macchina, la casa, verranno a protestare sotto il mio ufficio». Ha proseguito Ablow: «Purtroppo siamo nel clima del politicamente corretto davanti a cui nemmeno i dati scientifici sono sufficienti a porre delle regole. Infatti, chi attacca questo studio, anche con rabbia e violenza, non lo fa mai portando argomentazioni scientifiche indiscutibili. Per questo ho pensato molto ad esprimermi in materia, perché tutte le volte che lo faccio vengo minacciato. Ma, in merito, non c’è uno studio migliore».

Inoltre, chi ha criticato lo studio affermando che i problemi dei “figli” dei gay sono dovuti alla stigmatizzazione della società (incolpare gli altri è la classica via di fuga), non ha riconosciuto che «le scoperte di Regnerus relative all’instabilità dei rapporti sono coerenti con recenti studi su coppie gay e lesbiche in paesi come l’Olanda e la Svezia, i quali trovano modelli altrettanto elevati di instabilità tra le coppie dello stesso sesso». Cioè, i disturbi persistono anche in società fortemente gay-friendly

Questi risultati indicano dunque che le conseguenze del vivere in una “famiglia” con genitori dello stesso sesso «erano simili a quelle associate al vivere con genitori divorziati, con patrigni o conviventi: ci sono le prove che questi bambini fanno peggio rispetto ai loro coetanei provenienti da famiglie tradizionali», a causa «di interruzioni, instabilità e cambiamenti associati alle transizioni che accompagnano la formazione di questi tipi di famiglie non tradizionali».

Su tutto pesa la reazione scomposta delle lobbies – in special modo quelle lesbiche – che tanto terreno hanno guadagnato i questi anni di oscurantismo della figura paterna. Di questo oscurantismo le coppie lesbiche si sono nutrite, e oggi, solo in Italia, le stime parlano di circa 150.000 bambini “nati” all’interno di questo tipo di coppie. Molti meno – ed è un fatto che riflette la statistica valida anche per le separazioni etero – quelli cresciuti all’interno di coppie gay formate da uomini. La gravità della reazione delle lobbies lesbiche celerebbe la paura che, di fronte ad un allentamento della iper-informazione di genere dettata dai grandi media italiani della carta stampata (Repubblica e Manifesto, in testa), la coscienza collettiva possa tornare ad identificare i figli nati nelle coppie lesbiche come ciò che per molti è veramente: una faccenda anormale. Per molti, contro-natura.

Fonti:

http://www.tempi.it/uno-studio-sui-figli-dei-gay-mette-in-crisi-lamerica-della-dellindifferenza-sessuale#axzz20G76QonL

http://www.dirittodicritica.com/2012/06/14/bambini-coppiegay-famigliaetero-84532/

http://www.tempi.it/i-dati-sui-figli-dei-gay-sono-veri-non-dirlo-e-andare-contro-levidenza#axzz20DTJJaUv

http://www.adiantum.it/public/3072-nuovo-studio–disagio-per-i-figli-cresciuti-in-coppie-gay.-le-lobbies-insorgono.asp

Number of View :2036 Share
Questa voce è stata pubblicata in Documenti e contrassegnata con , , . Contrassegna il permalink.

9 risposte a Studio americano: “Bambini più problematici nelle coppie gay”

  1. Paolo scrive:

    Ricerca PALESEMENTE pilotata. Non credo ci voglia un genio per capirlo.

  2. Paolo scrive:

    Ma quest’articolo ha volutamente modificato i risultati delle ricerche, o l’avete fatto involontariamente? o_o
    La ricerca metteva a confronte coppie eterosessuali con coppie eterosessuali divorziate in cui uno dei due genitori aveva poi avuto una relazione omosessuale. Nulla a che fare con le coppie omogenitoritali….

  3. admin scrive:

    I testi provengono dalle fonte giornalistiche elencate

  4. Paolo scrive:

    Evidentemente prima di postare un articolo del genere dovresti andarti a leggere la ricerca ORIGINALE. Hanno spacciato una cosa per quello che NON era. Come se io creassi una ricerca sull’effetto serra ed in base ad esso dimostrassi che con l’aumentare del buco dell’ozono è diminuito il numero dei pirati.

  5. paolo scrive:

    Quando ho letto questo articolo, oppure quello sulla coppia lesbica che avrebbe ammazzato il figlio perchè potenzialmente influenzata dal suo femminismo, o i vostri grotteschi tentativi di difendere la famiglia tradizionale e naturale… davvero sono rimasto basito.
    Tantopiù che sostengo la vostra battaglia di civiltà sul ddl 957, ho largamente condiviso la vostra interpretazione dei fatti sul caso del povero Leonardo e anche la rabbia per la ‘battaglia’ politica ingaggiata da settori femministi contro la PAS, la PAD e tutto ciò che punta a rimettere in discussione l’orrenda strumentalizzazione dei minori per accreditare falsi abusi e incolpare strumentalmente gli ex compagni.
    Non comprendo perchè dobbiate spostare ‘a destra’ una battaglia di civiltà e di buon senso. Solo perché quei settori femministi votano solitamente a sinistra? Non mi pare proprio una buona ragione. Fuori la politica e fuori le lobbies dai bambini. Vale per Coffari, per le giuriste democratiche e vale anche per chi ritiene di dover rafforzare una posizione filo-minorile annegandola nel tradizionalismo medievale. Davvero non comprendo perchè in voi alberghi così tanta apertura mentale per dipanare le vicende dei padri separati ridotti alla fame o dei minori strumentalizzati e, viceversa, tanto oscurantismo al momento di affrontare tematiche legate alle famiglie ‘non convenzionali’.

  6. admin scrive:

    Grazie per la critica.

    Però a me non pare oscurantismo dire che i bambini per crescere bene hanno bisogno di una mamma e di un papà, e che ciò è confermato dal principale studio sulle “coppie” omosessuali.

    Non è che tutte le cose nuove sono buone e che chi si oppone è medievale. Negli anni 30 negli USA era considerato “nuovo” mettere la radioattività nell’acqua minerale. Poi si è scoperto che fa male. Io credo che questa idea di dare i bambini agli omosessuali verrà riconosciuta come un altro esempio di idea nuova, ma sbagliata.

  7. Laura scrive:

    Secondo me non ci sono altri commenti per chi ha scritto questo articolo che “vergogna”. Il valore scientifico di questo lavoro è incredibilmente pessimo. In più viene portato ad esempio di omogenitorialità quando non parla di questo. Se questa è informazione altro non si può commentare che “vergogna!”

  8. PsicoInfo scrive:

    Dici che il “valore scientifico è pessimo” perché non ti piacciono le conclusioni o sulla base di dati?

  9. Pingback: Affido: no al papà, sì a lesbiche ex-tossicodipendenti | Diritto e Minori

I commenti sono chiusi.