Figlia 13enne convive con un uomo, carcere ai genitori

Commettono concorso nel reato di violenza sessuale i genitori che tollerano che la loro figlia minore di 14 anni conviva stabilmente con un maggiorenne. Lo ha stabilito la Cassazione confermando la condanna, inflitta in primo e secondo grado dalla Corte di Roma, a tre anni e quattro mesi di reclusione, nei confronti di due coniugi romani che avevano permesso la convivenza della figlia 13enne con un uomo, considerandola una buona «sistemazione» per la ragazza.
E’ stato condannato anche l’amante maggiorenne, «per aver favorito e agevolato i rapporti sessuali tra l’uomo e la figlia minore di anni quattordici». In Cassazione i genitori avevano ribadito di non sapere della relazione della figlia con un maggiorenne; la difesa aveva sostenuto che le prove sulle quali si erano basati i giudici erano fondate su pettegolezzi degli abitanti del quartiere. Una testimone aveva addirittura detto che la madre della giovane le aveva confidato di incoraggiare la relazione che le era parsa «una sorta di sistemazione» per la ragazza. Testimonianze non corrette, secondo la difesa, per la quale non era stato considerato che il fratello della minorenne e la ragazzina avevano affermato che la relazione era segreta.

La Cassazione (sentenza 33562/12), ha respinto il ricorso contro la condanna, dichiarando improponibili le scuse dei genitori perchèquanto dalle indagini risultava chiaro che i due amanti abitavano da tempo nel palazzo di fronte a quello dei genitori. Impossibile che non se ne accorgessero. I fatti erano noti «a tutti gli abitanti del palazzo». I genitori, dunque, non rispondono del reato «per non aver impedito l’evento», come richiesto dalla difesa, ma del «concorso» nel reato per aver «favorito e agevolato i rapporti sessuali» della figlia con l’uomo.

 

Fonte: http://www3.lastampa.it/i-tuoi-diritti/sezioni/famiglia-successioni/news/articolo/lstp/467991/

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