Gli emendamenti del PD contro il vero affido condiviso

PD ed IDV sono gli unici due partiti con politici che tentano di affossare la riforma dell’affido condiviso accogliendo le istanze del femminismo radicale.

Le proteste di ex elettori indignati hanno portato IDV a prendere la distanza da chi ha tentato addirittura di cancellare l’articolo che impone di proteggere i bambini dall’abuso dell’alienazione genitoriale.

Gli emendamenti di alcuni politici del PD (Adamo, Della Monica, Serafini, Magistrelli, Carofiglio, Casson, Chiurazzi, D’Ambrosio, Galperti, Maritati) vogliono lasciare ai Giudici il potere di decidere caso per caso cosa imporre, eliminando quegli articoli che renderebbero inutile la conflittualità stabilendo una legge chiara per tutti: i bambini hanno diritto di venire accuditi pariteticamente dalla mamma e dal papà e non possono essere usati per ottenere mantenimenti o case.

In tal modo si protrarrebbe l’attuale situazione: l’attuale legge sull’affido condiviso (54/2006) viene applicata per finta, introducendo nelle sentenze un “genitore collocatario” che nella legge non esiste ed eliminando il “mantenimento diretto” che già sarebbe legge, tanto che associazioni a tutela dell’infanzia stanno promuovendo un ricorso presso la Corte di Giustizia Europea.

Se venissero approvati questi emendamenti PD contrari alle raccomandazioni del Consiglio degli Psicologi ed all’esperienza estera, la nuova legge sarebbe addirittura peggiore di quella attualmente in vigore.

In una democrazia il compito di scegliere quale modello di società preferiamo spetta al Parlamento e non alla magistratura.

Il PD dice di tutelare i lavoratori: ma con questi emendamenti un lavoratore coinvolto in una separazione verrebbe privato dei figli, della casa coniugale (in cui può installarsi il nuovo amante della ex), dello stipendio che gli viene sottratto con la formula del mantenimento indiretto (babbomat paga e taci).

Particolarmemte brutto è l’emendamento “ammazza-nonni”, con cui i politici del PD accolgono le istanza del femminismo radicale, contrario al diritto dei nonni (paterni) di accudire i nipoti, come esplicitamente espresso qui:

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2010/05/03/dopo-il-pater-familias-chiedono-la-re-istituzione-del-patriarca

E così è partita la protesta anche contro il PD: riproduciamo alcune immagini che circolano su internet ed il testo degli emendamenti PD

 

EMENDAMENTI PD AL DDL 957

 

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

    1. All’articolo 155 del codice civile sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al primo comma, dopo le parole: «di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi» sono inserite le seguenti: «pariteticamente, salvi i casi di impossibilità materiale,»;

b) il secondo comma è sostituito dal seguente:

«Per realizzare la finalità di cui al primo comma, il giudice che pronuncia la separazione personale dei coniugi dispone che i figli minori restino affidati ad entrambi i genitori, salvo quanto stabilito all’articolo 155-bis. L’età dei figli, la distanza tra le abitazioni dei genitori e il tenore dei loro rapporti non rilevano ai fini del rispetto del diritto dei minori all’affidamento condiviso, ma solo sulle relative modalità di attuazione. Determina i tempi e le modalità della loro presenza presso ciascun genitore, stabilendone il domicilio presso entrambi, salvi accordi diversi dei genitori, e tenendo conto della capacità di ciascun genitore di rispettare la figura e il ruolo dell’altro. Fissa altresì la misura e il modo con cui ciascuno di essi deve contribuire al mantenimento, alla cura, all’istruzione e all’educazione dei figli. Prende atto, se non contrari all’interesse dei figli, degli accordi intervenuti tra i genitori. Adotta ogni altro provvedimento relativo alla prole con esclusivo riferimento all’interesse morale e materiale di essa.»;

c) dopo il secondo comma è inserito il seguente:

«Agli ascendenti è data facoltà di chiedere al giudice che sia riconosciuta e disciplinata la propria possibilità di contatto con i minori.»;

 

 

 

 

d) al terzo comma, dopo le parole: «da entrambi i genitori» sono inserite le seguenti: «salvo quanto disposto all’articolo 155-bis»;
        e) il quarto comma è sostituito dai seguenti:

«Salvo accordi diversi delle parti, ciascuno dei genitori provvede in forma diretta e per capitoli di spesa al mantenimento dei figli in misura proporzionale alle proprie risorse economiche. Le modalità sono concordate direttamente dai genitori o, in caso di disaccordo, sono stabilite dal giudice. Il costo dei figli è valutato tenendo conto:
1) delle attuali esigenze del figlio;

2) delle attuali risorse economiche complessive dei genitori.

Quale contributo diretto il giudice valuta anche la valenza economica dei compiti domestici e di cura assunti da ciascun genitore.

Ove necessario al fine di realizzare il suddetto principio di proporzionalità, il giudice può stabilire la corresponsione di un assegno perequativo periodico. L’assegno è automaticamente adeguato agli indici ISTAT, in difetto di altro parametro indicato dalle parti o dal giudice.
    Qualora un genitore venga meno, comprovatamente, al dovere di provvedere alle necessità del figlio nella forma diretta per la parte di sua spettanza, il giudice stabilisce, a domanda, che provveda mediante assegno da versare all’altro genitore.»;
        f) il quinto comma è abrogato.

Art. 2.

    1. All’articolo 155-bis del codice civile sono apportate le seguenti modificazioni:

a) il primo comma è sostituito dal seguente:
    «Il giudice può escludere un genitore dall’affidamento, con provvedimento motivato, qualora ritenga che da quel genitore, se affidatario, possa venire pregiudizio al minore. In ogni caso il giudice può per gravi motivi ordinare che la prole sia collocata presso una terza persona o, nell’impossibilità, in un istituto di educazione.»;
b) dopo il secondo comma sono aggiunti i seguenti:
    «Il genitore cui sono affidati i figli ha l’esercizio esclusivo della potestà su di essi; egli deve attenersi alle condizioni determinate dal giudice. Le decisioni di maggiore interesse per i figli sono adottate congiuntamente da entrambi i coniugi. Il cambiamento di residenza dei figli costituisce decisione di maggiore interesse e deve essere concordato. In caso di disaccordo la decisione è rimessa al giudice. Il coniuge cui i figli non siano affidati ha il diritto e il dovere di vigilare sulla loro istruzione ed educazione e può ricorrere al giudice quando ritenga che siano state assunte decisioni pregiudizievoli al loro interesse.

Le norme sul mantenimento dei figli di cui al quinto comma dell’articolo 155 si applicano a prescindere dal tipo di affidamento; parimenti, la posizione fiscale dei genitori è la stessa»;

c) la rubrica è sostituita dalla seguente: «Esclusione di un genitore dall’affidamento e disciplina dell’affidamento esclusivo».

Art. 3.

  1. 1.    All’articolo 155-quater del codice civile, al primo comma, le parole: «Il diritto al godimento della casa familiare viene meno nel caso che l’assegnatario non abiti o cessi di abitare stabilmente nella casa familiare o conviva more uxorio o contragga nuovo matrimonio» sono sostituite dalle seguenti: «Nel caso in cui l’assegnatario della casa familiare non vi abiti o cessi di abitarvi stabilmente o contragga nuovo matrimonio o conviva more uxorio, la sua assegnazione in godimento, a tutela dell’interesse dei figli a conservare intatto il luogo di crescita, perde efficacia e il giudice dispone, a domanda, secondo i criteri ordinari».

 

Art. 4.

    1. All’articolo 155-quinquies del codice civile il primo comma è sostituito dai seguenti:

    «Dell’assegno perequativo eventualmente stabilito per il mantenimento del figlio, o degli assegni che entrambi i genitori siano obbligati a versare in un conto corrente comune a favore del figlio, è titolare quest’ultimo quando diventa maggiorenne; il figlio maggiorenne è altresì tenuto a collaborare con i genitori e a contribuire alle spese familiari, finché convivente. Ove il genitore obbligato si renda inadempiente, in caso di inerzia del figlio è legittimato ad agire anche l’altro genitore, come persona che ne subisce un danno.

    Nel caso in cui un figlio sia già maggiorenne al momento della separazione personale dei genitori, ma non ancora autosufficiente economicamente, può essere chiesta l’applicazione del quinto comma dell’articolo 155 del codice civile da uno qualsiasi dei genitori o dal figlio».

Art. 5.

    1. All’Articolo 155-sexies del codice sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al primo comma sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «e prende in considerazione la sua opinione, tenendo conto dell’età e del grado di maturità. Il giudice può disporre che il minore sia sentito con audizione protetta, in locali a ciò idonei, anche fuori dell’ufficio giudiziario, e che la medesima, oltre che verbalizzata, sia registrata con mezzi audiovisivi»;

b) il secondo comma è abrogato.

Art. 6:

    1. All’articolo 317-bis del codice civile, il secondo comma è sostituito dal seguente:

«Se il riconoscimento è fatto da entrambi i genitori, l’esercizio della potestà spetta congiuntamente a entrambi qualora siano conviventi. Si applicano le disposizioni dell’articolo 316. Se i genitori non convivono l’esercizio della potestà è regolato secondo quanto disposto dagli articoli da 155 a 155-sexies».

Art. 7.

    1. All’articolo 178 del codice di procedura civile, dopo il primo comma è inserito il seguente:

«L’ordinanza del giudice istruttore in materia di separazione e affidamento dei figli è impugnabile dalle parti con reclamo al collegio. Il reclamo deve essere proposto nel termine perentorio di dieci giorni, decorrente dalla pronuncia dell’ordinanza se avvenuta in udienza, o altrimenti decorrente dalla comunicazione dell’ordinanza medesima».

Art. 8.

    1. Dopo l’articolo 709-bis del codice di procedura civile è inserito il seguente:

«Art. 709-bis.1. – (Mediazione Familiare). – In tutti i casi di disaccordo nella fase di elaborazione del progetto condiviso le parti hanno l’obbligo, prima di adire il giudice e salvi i casi di assoluta urgenza o di grave ed imminente pregiudizio per i minori, di acquisire informazioni sulle potenzialità di un eventuale percorso di mediazione familiare, rivolgendosi a un centro pubblico o privato, i cui operatori abbiano formazione specifica ed appartengano ad albi nazionali specifici pubblici o privati registrati nell’apposito elenco del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro.

Ove l’intervento, che può essere interrotto in qualsiasi momento, si concluda positivamente, le parti presentano al presidente del tribunale il testo dell’accordo raggiunto. Gli aspetti economici della separazione possono far parte del documento finale, anche se concordati al di fuori del centro di cui al primo comma. In caso di insuccesso le parti possono rivolgersi al giudice, ai sensi dell’articolo 709-ter.
    In ogni caso la parte ricorrente deve allegare al ricorso la certificazione del passaggio presso il centro di cui al primo comma o concorde dichiarazione circa l’avvenuto passaggio.
    In caso di contrasti insorti successivamente, in ogni stato e grado del giudizio o anche dopo la sua conclusione, il giudice segnala alle parti l’opportunità di rivolgersi ad un centro di mediazione familiare, di cui al primo comma. Se la segnalazione trova il consenso delle parti, il giudice rinvia la causa ad altra data in attesa dell’espletamento dell’attività di mediazione».

Art. 9.

    1. All’articolo 709-ter del codice di procedura civile sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al secondo comma, l’alinea è sostituito dal seguente: «A seguito del ricorso, il giudice convoca le parti e adotta i provvedimenti opportuni. In caso di gravi inadempienze o di atti che comunque arrechino pregiudizio al minore od ostacolino il corretto svolgimento delle modalità dell’affidamento, il giudice emette prioritariamente provvedimenti di ripristino, restituzione o compensazione. In particolare, nel caso in cui uno dei genitori, anche se affidatario esclusivo, trasferisca la prole senza il consenso scritto dell’altro genitore in luogo tale da interferire con le regole dell’affidamento, il giudice dispone il rientro immediato dei figli e il risarcimento di ogni conseguente danno, valutando tale comportamento ai fini del’affidamento e delle sue modalità di attuazione. Il giudice, inoltre, può modificare i provvedimenti in vigore e può, anche congiuntamente:» e il numero 1) è abrogato;

b) dopo il secondo comma è inserito il seguente:

«Il comprovato condizionamento della volontà del minore, in particolare se mirato al rifiuto dell’altro genitore attivando la sindrome di alienazione genitoriale, costituisce inadempienza grave, che può comportare l’esclusione dall’affidamento».

Art. 10.

    1. All’articolo 4 della legge 8 febbraio 2006, n. 54, sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «La competenza è attribuita in ogni caso al tribunale ordinario».

 

EMENDAMENTI PD

Art. 1.

    1. All’articolo 155 del codice civile sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al primo comma, dopo le parole: «di ricevere cura, educazione e istruzione da entrambi» sono inserite le seguenti: «con modalità adeguate in relazione alla sua età e al suo sviluppo psicofisico»;

b) il secondo comma è sostituito dal seguente:

«Per realizzare la finalità di cui al primo comma, il giudice che pronuncia la separazione personale dei coniugi dispone che i figli minori restino affidati ad entrambi i genitori, salvo quanto stabilito all’articolo 155-bis. L’età dei figli, la distanza tra le abitazioni dei genitori non ostano in se all’affidamento condiviso dei figli, ma devono essere valutate caso per caso .Il giudice tenuto conto degli accordi tra le parti, determina i tempi e le modalità di presenza dei figli presso ciascun genitore, nell’esclusivo interesse dei figli minorenni. Fissa altresì la misura e il modo con cui ciascuno di essi deve contribuire al mantenimento, alla cura, all’istruzione e all’educazione dei figli. Adotta ogni altro provvedimento relativo alla prole con esclusivo riferimento all’interesse morale e materiale di essa.»;

 

 

 

 

 

c) dopo il secondo comma è inserito il seguente:

«Il minore ha il diritto di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale. A tal fine, il giudice decide sulla domanda proposta dal genitore stabilendo tempi e modalità della frequentazione con esclusivo riferimento all’interesse dei figli minorenni.»;

d) al terzo comma, dopo le parole: «da entrambi i genitori» sono inserite le seguenti: «salvo quanto disposto all’articolo 155-bis»;
        e) il quarto comma è sostituito dai seguenti:

«Salvo accordi tra le parti, ciascun genitore provvede al mantenimento dei figli in misura proporzionale alla propria capacità patrimoniale. Per alcune voci fisse di spesa può essere stabilito il mantenimento in forma diretta da parte di ciascun genitore. Il giudice al fine di realizzare il principio di proporzionalità può stabilire la corresponsione di un assegno perequativo periodico, considerando:
1) le attuali esigenze del figlio;
2) il tenore di vita goduto dal figlio in costanza di convivenza con entrambi i genitori;
3) i tempi di permanenza presso ciascun genitore.

L’assegno è automaticamente adeguato agli indici ISTAT, in difetto di altro parametro indicato dalle parti o dal giudice.

Qualora un genitore venga meno, comprovatamente, al dovere di provvedere alle necessità del figlio nella forma diretta per la parte di sua spettanza, il giudice stabilisce, a domanda, che provveda mediante assegno da versare all’altro genitore.»;

f) il quinto comma è abrogato.

Art. 2.

 

1. All’articolo 155-bis del codice civile sono apportate le seguenti modificazioni:
a) dopo il primo comma inserire il seguente:
«1-bis. Con provvedimento motivato, può essere disposto l’affidamento a terzi soltanto nel caso in cui anche l’affidamento ad uno solo dei genitori risulti contrario all’interesse del minore. In questo caso, il giudice stabilisce i poteri-doveri dell’affidatario verso il minore e verso i genitori»;

b) dopo il secondo comma sono aggiunti i seguenti: «Il genitore cui sono affidati i figli ha l’esercizio esclusivo della potestà su di essi; egli deve attenersi alle condizioni stabilite nel provvedimento. Il cambiamento di residenza dei figli deve essere concordato. In caso di disaccordo la decisione è rimessa al giudice. Il coniuge cui i figli non siano affidati ha il diritto e il dovere di vigilare sulla loro istruzione ed educazione e può ricorrere al giudice quando ritenga che siano state assunte decisioni pregiudizievoli al loro interesse.»;

c) la rubrica è sostituita dalla seguente: «Disciplina dell’affidamento esclusivo».

Art. 3.

  1. 1.    All’articolo 155-quater del codice civile, il primo comma è sostituito dal presente:

  «1. La assegnazione della casa famigliare è stabilita nell’interesse dei figli. Il giudice tiene conto nella regolazione dei rapporti economici tra i genitori, considerato l’eventuale titolo di proprietà. Nel caso in cui l’assegnatario della casa familiare non vi abiti o cessi di abitarvi stabilmente, il provvedimento di assegnazione perde efficacia e il giudice, a domanda, ne dispone la revoca.Qualora l’assegnatario contragga nuovo matrimonio o conviva more uxorio nella casa familiare, il giudice valuta se sia venuto meno l’interesse dei figli all’assegnazione.

   Il provvedimento di assegnazione, anche provvisorio, e la domanda giudiziale che contiene la richiesta di assegnazione, sono trascrivibili ai fini dell’opponibilità ai terzi, ai sensi dall’articolo 1599 del codice civile».

Art. 4.

    1. All’articolo 155-quinquies del codice civile il primo comma è sostituito dai seguenti:

    «Ciascun genitore provvede al mantenimento dei figli maggiorenni non ancora economicamente auto sufficienti nella misura e nelle forme stabilite al quarto comma dell’articolo 155 del codice civile. Nel caso in cui debba essere stabilita la corresponsione di un assegno perequativo periodico, il figlio è titolare di un diritto autonomo a riceverlo. La corresponsione è stabilita in favore di un genitore qualora questi conviva con il figlio. Il figlio maggiorenne è altresì tenuto a collaborare con i genitori e a contribuire alle spese familiari, finché convivente. Ove il genitore obbligato si renda inadempiente, in caso di inerzia del figlio, è legittimato ad agire l’altro genitore».

Art. 5.

    1. All’Articolo 155-sexies del codice sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al primo comma sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «e prende in considerazione la sua opinione, tenendo conto dell’età e del grado di maturità. Il giudice può disporre che il minore sia sentito con audizione protetta, in locali a ciò idonei, anche fuori dell’ufficio giudiziario, e che la medesima, oltre che verbalizzata, sia registrata con mezzi audiovisivi»;

b) il secondo comma è abrogato.

Art. 6:

    1. All’articolo 317-bis del codice civile, il secondo comma è sostituito dal seguente:

«Se il riconoscimento è fatto da entrambi i genitori, l’esercizio della potestà spetta congiuntamente a entrambi qualora siano conviventi. Si applicano le disposizioni dell’articolo 316. Se i genitori non convivono l’esercizio della potestà è regolato secondo quanto disposto dagli articoli da 155 a 155-sexies».

Art. 7.

    1.  All’articolo 178 del codice di procedura civile, dopo il primo comma è inserito il seguente:

«Ogni provvedimento assunto nel corso del giudizio e relativo all’affidamento e al mantenimento dei figli è impugnabile dalle parti con reclamo al collegio. Il reclamo deve essere proposto nel termine perentorio di dieci giorni, decorrente dalla pronuncia dell’ordinanza se avvenuta in udienza, o altrimenti decorrente dalla comunicazione dell’ordinanza medesima».

Art. 8.

1. Dopo l’articolo 709-bis del codice di procedura civile è inserito il seguente:
«Art. 709-bis.1. – (Mediazione Familiare). – In caso di disaccordo sulle condizioni e i modi di affidamento condiviso dei figli, i genitori possono rivolgersi ad esperti di mediazione al fine di elaborare un progetto da presentare congiuntamente al giudice
In ogni fase e grado del giudizio, il giudice, sentite le parti e ottenuto il loro consenso, può rinviare l’adozione dei provvedimenti relativi ai figli per consentire ai coniugi di esperire il tentativo di mediazione».

 

 

 

 

 

 

 

 

Art. 9.

1. All’articolo 709-ter del codice di procedura civile sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al secondo comma, le parole da “A seguito del ricorso” fino a “genitore inadempiente”, sono sostituite dalle seguenti: «A seguito del ricorso, il giudice convoca le parti e adotta i provvedimenti opportuni. In caso di comportamenti che violino i diritti del figlio o che gli arrechino pregiudizio ostacolando il corretto svolgimento delle modalità di affidamento, fatto salvo ogni altro provvedimento, nell’interesse esclusivo del minore, il giudice può:
1) ammonire il genitore inadempiente anche prescrivendogli comportamenti conformi all’interesse del minore»; 

b) dopo il secondo comma è inserito il seguente:

«Il comprovato condizionamento della volontà del minore, in particolare se mirato al rifiuto dell’altro genitore attivando la sindrome di alienazione genitoriale, costituisce inadempienza grave, che può comportare l’esclusione dall’affidamento».

Art. 10.

1. L’articolo 570, secondo comma, numero 2, del codice penale è sostituito dal seguente:
2) fa mancare i mezzi di sussistenza agli ascendenti e, fuori delle ipotesi di cui al comma 2- bis, ai discendenti minorenni ovvero inabili al lavoro;

2-bis) viola gli obblighi di natura economica disposti in favore dei figli minori, ancorché adottivi, naturali o giudizialmente dichiarati, non riconosciuti o non riconoscibili ma che hanno ottenuto il diritto al mantenimento ex articolo 279 del codice civile, maggiorenni non economicamente indipendenti, ovvero portatori di handicap grave ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, o del coniuge, il quale non sia legalmente separato.”

 

[Fonte del prospetto] [Fonte delle immagini]

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