Bambino allontanato a Padova: istigazione a delinquere su Repubblica?

Repubblica è un giornale che ha dato spazio a femministe contro l’affido condiviso negando la possibilità di replica al prof. Maglietta, ispiratore della legge.

Dopo aver pubblicato il parere di un soggetto condannato per l’omicidio di un commissario di polizia, in data 2012/10/14 Repubblica pubblica un editoriale a firma di Eugenio SCALFARI, che invita a “resistere” contro la polizia:

 «La polizia, gli insegnanti e soprattutto i genitori se ne debbono fare carico e le leggi che disciplinano gli affidamenti senza ascoltare neppure a titolo puramente conoscitivo il parere del bambino da una certa età in su debbono essere riformate in modo appropriato. Quanto è accaduto in questo caso è vergognoso ivi compresa la denuncia della polizia per il reato di resistenza del nonno e della zia di Lorenzo. In casi analoghi dovrebbero resistere perfino i cittadini presenti. Non si tratta in quel modo un bambino “rapito” a scuola.

EUGENIO SCALFARI»

Il sig. Scalfari forse non sa che il bambino è stato ascoltato in ben due CTU, e quindi da persone competenti in psicologia infantile nominate dal Tribunale e quindi capaci di distinguere fra volontà autentica e condizionata?

Il sig. Scalfari forse non sa che, come dice la PM dott. Matone, esistono genitori che pur di impossessarsi dei figli li alienano e li terrorizzano nella speranza che così mai nessuno avrà il coraggio di allontanarli?

Il sig. Scalfari forse non sa che l’alienazione genitoriale è un abuso sull’infanzia e crede che sia normale resistere all’esecuzione di provvedimenti, anche trasformando un lettino in una “specie di bunker con filo di ferro”?

Il sig. Scalfari forse non sa che resistere alla polizia al fine di violare una sentenza è un reato e che il codice penale contiene un articolo che recita:

Art. 414. ISTIGAZIONE A DELINQUERE

Chiunque pubblicamente istiga a commettere uno o più reati è punito, per il solo fatto dell’istigazione:

1) con la reclusione da uno a cinque anni, se trattasi di istigazione a commettere delitti;

2) con la reclusione fino a un anno, ovvero con la multa fino a euro 206, se trattasi di istigazione a commettere contravvenzioni.

Se si tratta di istigazione a commettere uno o più delitti e una o più contravvenzioni, si applica la pena stabilita nel numero 1.

Alla pena stabilita nel numero 1 soggiace anche chi pubblicamente  fa l’apologia di uno o più delitti.

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