Facebook contro la violenza sulle donne


Su Facebook esistono una ventina di gruppi titolati “no alla violenza sulle donne”; uno di questi ha 10 volte più iscritti di tutti gli altri messi assieme:

  1. NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE, 263,166 iscritti
  2. NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE, 22,555 iscritti
  3. No alla violenza sulle donne, 11,681 iscritti
  4. NO…ALLA VIOLENZA SULLE DONNE, 8361 iscritti
  5. No alla violenza sulle donne, 1230 iscritti
  6. no alla violenza sulle donne, 674 iscritti
  7. No, alla violenza sulle Donne, 403 iscritti
  8. NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE (pagina ufficiale bis), 390 iscritti
  9. No alla violenza sulle donne, 232 iscritti
  10. NO alla violenza sulle donne, 69 iscritti
  11. No alla violenza sulle donne, 44 iscritti
  12. NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE, 28 iscritti
  13. 7 ulteriori gruppi con meno di 10 iscritti.

(dati al 7/4/2011).  Quali sono le ragioni di tale successo, che arriva a raggiungere lo 0.5% della popolazione italiana?  Il gruppo preferito si attiene alla realtà, invece di seguire il dogma del sessismo femminista: donne vittime, uomini carnefici, censurare chi obietta.

Una posizione non facile: nel passato chi ha tentato di demistificare tale calunnia di genere è stato silenziato: minacce di morte contro ricercatori, scrittori, giornalisti, contro Erin Pizzey, la donna che sollevò il problema della violenza domestica fondando i primi veri centri anti-violenza.

Si è così creato un sistema omertoso, finalmente rotto grazie ad internet, che ha reso più libera l’informazione.   Questo gruppo riesce (per ora…) a resistere e crescere, nonostante i tentativi di femministe che non possono accettare che sui propri temi le donne liberamente scelgano di ascoltare anche voci diverse, lontane sia dal femminismo che dal maschilismo.

Seguendo la realtà, il gruppo arriva a coprire anche temi correlati che riscuotono vasto interesse:

  • il sistema delle false accuse (calunniare il marito per divorziare), stando dalla parte delle vere donne picchiate, degli uomini calunniati, e soprattutto dei bambini alienati, prime vittime di questo sistema criminale;
  • il connesso problema degli abusologi e dei 30,000 bambini italiani allontanati dalle famiglie per venire chiusi in orfanotrofi da 250€ al giorno;
  • il sessismo giudiziario, che tenta certe donne a sfasciare le famiglie garantendo alle divorziate mantenimenti, case, potere sui figli a costo della rovina degli ex e spesso dei figli.

 


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