Come prevenire la calunnia femminista


Se tua moglie o compagna minaccia di chiamare la polizia come tattica indimidatoria, occorre preoccuparsi.  Quasi il 100% delle separazioni conflittuali in Italia coinvolgono accuse penali (false nell’80% dei casi), ed esistono organizzazioni che aiutano le donne a sostenere false accuse (grazie all’inversione dell’onere della prova, un uomo innocente può venire condannato se non riesce a provare la propria innocenza).  Alcune precauzioni di base per chi è minacciato di calunnie femministe:

  1. Prenderla sul serio, anche se poi si pente o dice “stavo solo scherzando”.  Le persone normali non minacciano false accuse per acquisire potere.
  2. Preparare una exit-strategy.  Probabilmente non crederete a quanto scritto qui: contattate un avvocato.  Anche se gli avvocati non usano il termine “calunnia femminista” sono perfettamente al corrente di tale strategia.
  3. Contattare la polizia locale.  Far sapere loro delle minacce di false accuse e chiedere consiglio, chiarendo che le accuse sono false.  Se possibile, ottenere una documentazione della vostra visita.  A seconda di chi incontrate, potrebbe essere utile o inutile.
  4. Evitare le situazioni pericolose.  Se possibile, non rimanere da sola con lei.  Se impedisce di uscire, non forzatela.
  5. Evitare qualunque reazione.  Una calunniatrice può provocare o essere violenta al fine di ottenere una reazione “perché non mi picchi?  Grande uomo, hai paura di una donna? …”.  Se arriva a tale punto, è probabile che intenda calunniare, e comunque che ci state a fare con una pazza del genere?
  6. Acquistate un registratore digitale (consultando un avvocato sulla legislazione locale da rispettare) e registrare le minacce.  Per 50€  si può acquistare un piccolo oggetto capace di registrare per ore; la limitazione è la durata delle batterie.  Uno smart-phone può anche registrare, con maggiore affidabilità.  Fate attenzione a non perdere la registrazione, mantenendo una copia di backup.
  7. Rimuovere eventuali armi dalla casa.  Una calunniatrice le userà per cercare di far credere che è in pericolo; nel dubbio la polizia tende a preoccuparsi del pericolo maggiore, anche se totalmente infondato.
  8. Documentare tutto.  Le calunniatrici inventano un sacco di falsità, per cui è importante avere prove che possano documentare la realtà.  Parlate della situazione con un amico o con un terapeuta, che possano poi testimoniare.
  9. Monitorate cosa scrive sui social networks.  Alcune calunniatrici cercano attenzione descrivendo i loro progetti su Facebook,  etc.

Se la calunniatrice chiama la polizia:

  1. Prendete gli oggetti essenziali (portafoglio, telefono…) e aspettate fuori casa. Telefonate a qualcuno che sia al corrente di cosa sta succedendo e che possa testimoniare che eravate al telefono e non picchiando la calunniatrice.  Chiedete di essere presenti per testimoniare sull’operato degli agenti.
  2. Se venite cacciati di casa vostra, andata a casa di un amico e parente che possa testimoniare che eravate lì; avvistate la polizia che siete lì.  Una calunniatrice può inventarsi che siete tornati.
  3. Denunciatela.  Fare false accuse è un crimine, ma l’autorità giudiziaria tende a credere al primo che denuncia.  In tal caso diventa inutile denunciarla per calunnia se non dopo che un processo ha sancito la vostra innocenza.

Se sono coinvolti dei figli occorre proteggerli ma ogni precauzione può essere inutile.  È essenziale consultare un avvocato. Probabilmente vi dirà che vi conviene evitare una separazione conflittuale, darle quello che vuole (qualora sia solo il possesso di beni materiali e non quello dei figli) per il bene dei figli in quanto i padri di fatto non hanno diritti.  Se la calunniatrice è totalmente pazza e/o criminale, i figli verranno forse protetti dopo che li avrà rovinati.  Per una descrizione della situazione attuale, consigliamo la lettura del testo del dott. Vezzetti

http://www.nelnomedeifigli.it

 

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