Diritto & Rovescio

...Le più sorprendenti sentenze

Nazifemminismo: ragazza 21-enne fa incarcerare il papà disoccupato per avere il mantenimento

Written by CentroStudi on December 23rd, 2012

Ha 50 anni ed è rimasto senza lavoro. Riesce a sopravvivere con il sostegno dei servizi sociali ma non ce la fa più a pagare l’assegno di mantenimento della figlia 21enne avuta dalla prima moglie. Per la legge però è inadempiente e quindi scatta la condanna: due mesi e venti giorni per violazione degli obblighi di assistenza familiare. E’ l’incredibile storia accaduta a Trento. L’uomo, ex autista di professione, ha un’altra bambina di 11 anni avuta dal secondo matrimonio. Disoccupato, da un anno non riesce più a versare i 250 euro alla figlia più grande. Ora il ‘paradosso’ della sentenza del Tribunale.

Il dramma dell’uomo, secondo quanto riportato dal Corriere del Trentino, era iniziato nell’aprile del 2010 quando, dopo anni di duro lavoro come autista, aveva perso l’impiego. Si era trovato a cinquant’anni disoccupato. Un colpo durissimo per lui, ma si era comunque rimboccato le maniche, anche per la sua figlioletta di soli undici anni, e aveva ricominciato a cercare un lavoro. Ma la crisi economica non aiuta e neppure l’età. Il cinquantenne si sarebbe trovato le porte chiuse da numerose ditte a cui si era rivolto e così aveva iniziato a fare piccoli lavoretti per recuperare qualche euro. Ma i soldi non erano comunque sufficienti per vivere.

Nel luglio del 2010 era stato costretto a chiedere un primo prestito al fratello perché gli avevano tagliato la corrente e l’acqua in casa perché non aveva pagato le bollette. Una situazione di disperazione che ha spinto l’uomo a chiedere aiuto ai Servizi sociali. I servizi passano 650 euro al mese per sedici mesi e poi si deve attendere altri otto mesi per prendere di nuovo qualche euro. La cifra, comunque, non basta a coprire tutte le spese e quindi il cinquantenne spesso deve ricorrere a prestiti; è impossibile per lui, quindi, versare la quota anche alla figlia maggiore.

Ma non è l’ex moglie a pretendere i soldi. La donna infatti non avrebbe mai preteso soldi da lui, ma essendo a sua volta in difficoltà economiche si sarebbe limitata a chiedere aiuto ai Servizi sociali. La Provincia di Trento nei casi in cui un genitore non versa l’assegno di mantenimento per i figli anticipa la somma disposta dal Tribunale, salvo poi rifarsi sul genitore inadempiente.

Nel momento in cui la donna ha chiesto i soldi al Servizio sociale è partita in automatico la procedura, quindi la richiesta di denaro al cinquantenne e poi la segnalazione che ha portato alla denuncia penale. E tutto questo nonostante l’uomo riesca a sopravvivere solo grazie al sussidio dei Servizi sociali. In udienza l’ex compagna ha spiegato al giudice che non vuole soldi dal suo ex, ma questo non lo ha salvato dalla condanna.

Fonte: http://affaritaliani.libero.it/sociale/a-21-anni-chiede-assegno-papa-disoccupato-condannato-al-mantenimento220212.html

Titolo originale: Trento/ A 21 anni chiede l’assegno di mantenimento: il papà disoccupato condannato a pagare

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Donna scappa con 20enne, la corte: il marito la mantenga! Alé

Written by CentroStudi on December 22nd, 2012

È senz’altro un comportamento grave e contrario al dovere di fedeltà quello della moglie che abbandona il tetto coniugale per fuggire con un palestrato ventenne. Tuttavia se poi il marito perdona il tradimento, e il matrimonio riprende il suo corso regolare, in caso di divorzio, lui non pu• rifiutarsi di staccare l’assegno di mantenimento. Lo sottolinea la Cassazione che ha confermato il diritto di una signora di Lecce ad essere mantenuta dall’ex marito nonostante, per sei mesi, lo avesse platealmente abbandonato per vivere pienamente la passione per un ragazzotto. Infatti la Suprema Corte – con la sentenza 25560 – ha respinto le proteste di Giuseppe, che non voleva assolutamente versare tutti i mesi 200 euro alla ex Antonella, alla quale corrispondeva anche altri 220 euro per le spese della loro figlia minore.

L’uomo, senza successo, ha fatto presente che nel 1994 lei lo aveva piantato per correre dietro a un ventenne, circostanza che aveva portato alla crisi del loro rapporto conclusosi nel 2000 davanti al giudice della separazione. La Cassazione gli ha replicato: non ti resta che pagare, dal momento che «c’era stato il tentativo di riconciliazione che escluderebbe l’efficacia esclusiva dell’infedelta» nella rottura del matrimonio, poiché «nonostante l’esperienza extraconiugale vissuta dalla moglie, avevi mandato avanti il matrimonio per altri sei anni». Dunque dalla ‘fuitinà della consorte – che non ha portato subito «all’ineludibile corollario» della rottura del matrimonio – non ci si può aspettare alcun diritto all’esenzione dell’assegno di mantenimento. Nemmeno in nome della tolleranza dimostrata.

FONTE: http://www.leggo.it/archivio.php?id=96999

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Guarda con insistenza una donna in treno. Condannato a 10 giorni di arresto

Written by CentroStudi on December 18th, 2012

Nota bene: L’immagine dello sguardo è tratta da internet e non ha attinenza con la vicenda. Invitiamo le signore che possano sentirsi turbate a leggere la stessa notizia dal sito del Corriere, da cui abbiamo tratto il testo e che non contiene alcuna immagine potenzialmente lesiva del benessere psicologico del gentil sesso.


LECCO – Dieci giorni di arresto e una multa di quaranta euro. È questa la condanna decisa dal giudice Paolo Salvatore per un trentenne di Mandello del Lario (Lecco). L’accusa? Aver guardato con troppa insistenza una donna che si trovava nello stesso scompartimento del treno. Stando alla denuncia della diretta interessata, una signora 55enne, quegli sguardi sarebbero stati così insistenti e impertinenti da costituire una molestia. L’imputato si è difeso sostenendo di non aver potuto fare a meno di guardarla, per la posizione in cui si trovava e per il posto occupato. Il giudice alla fine ha deciso per una condanna, quasi simbolica, in quanto la pena rientra nell’indulto, ma l’imputato è apparso deciso a insistere per vedere riconosciuta la sua buona fede e la sua difesa ha annunciato appello.

«IMPUGNEREMO LA SENTENZA»– «In questi casi vanno valutate le circostanze dell’accaduto. La ressa della stazione, la quantità di persone sul treno – ha commentato l’avvocato che difende il trentenne condannato-. Il mio assistito non poteva comportarsi diversamente e lungi da lui l’intenzione di molestare la signora. Il mio assistito peraltro ha sempre mantenuto una condotta rispettabilissima ed è assolutamente incensurato. Impugneremo la sentenza e ci batteremo per ottenere giustizia».

«INOPPORTUNO E FASTIDIOSO» – Secondo l’accusa l’ uomo aveva guardato con troppa insistenza la donna che era seduta davanti a lui in uno scompartimento del treno regionale Sondrio-Lecco-Milano. Il giorno prima, aveva raccontato la signora, il trentenne si era seduto vicino a lei, dopo averle fatto spostare il cappotto. Un po’ troppo vicino, secondo la donna. E il giorno dopo, ancora, l’aveva guardata a lungo durante il tragitto. Tra i due non ci sarebbe stato alcuno scambio di parole, né di complimenti né tentativi di corteggiamento. Ma la 55enne aveva comunque ritenuto inopportuno e fastidioso il comportamento dell’uomo, tanto di denunciare la cosa ad un agente della polizia ferroviaria una volta scesa dal treno. Il giorno successivo alcuni agenti avevano anche effettuato accertamenti. Vestiti in borghese avevano seguito il trentenne durante il viaggio verso Milano e non avevano visto nulla di strano. Ma la denuncia per molestie era stata ormai presentata. Il caso è approdato davanti al giudice Paolo Salvatore ed è andato a sentenza. La difesa attenderà che vengano depositate le motivazioni per avere un quadro più completo, ma è decisa a fare appello.

 

Fonte: http://www.corriere.it/cronache/08_aprile_17/sguardo_treno_condanna_634efb44-0caa-11dd-aecb-00144f486ba6.shtml

 

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Pensionato disperato: 80 anni, 740€ di pensione: deve pagarne 640 in mantenimenti

Written by CentroStudi on December 18th, 2012

La sinistra caduta nel femminismo e nel suo parassitismo è ormai il primo nemico dei lavoratori:

Da due anni era costretto a vivere con cento euro mese perché doveva versare parte della sua pensione, 150 euro a testa, ai due figli di 34 e 49 anni che abitavano con la madre dalla quale si era separato. Ma da questo mese, un 80enne siciliano non avrà più questo obbligo perché il tribunale di Termini Imerese ha accolto il suo ricorso.

Dei suoi 740 euro di pensione da bidello, secondo quanto riporta il Giornale di Sicilia, l’uomo ne defalcava ben 640: somme derivanti dal recupero dei soldi che precedentemente non aveva versato ai suoi familiari nonostante una precedente sentenza lo obbligasse a farlo. Adesso dovrà solo dare l’assegno di mantenimento alla moglie: circa 200 euro.

Oltre ad erogare questi soldi il pensionato era stato costretto dal tribunale nel 2009 ad abbandonare la sua casa in seguito alla richiesta di separazione avanzata dall’ex moglie “per infedeltà coniugale”, accusa sempre respinta dal coniuge.

“In questi anni – ha raccontato l’uomo – per sopravvivere ho chiesto aiuto a una signora che mi ha preso in casa e alla quale davo 500 euro al mese per tenermi con lei. Ma dal 2010 non ho potuto più pagare questo affitto. Ma per fortuna non sono stato sbattutto in mezzo alla strada”. Ora l’uomo pensa di chiedere l’assegnazione di una stanza nella casa dove abita l’ex moglie. “Anche se dovessi stare in uno sgabuzzino – dice – per me andrebbe bene”.

http://qn.quotidiano.net/cronaca/2012/06/03/723170-palermo-dava-meta-pensione-ai-figli-adulti.shtml

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Assegno alla moglie divorziata se l’ex marito vince al Superenalotto

Written by CentroStudi on December 18th, 2012

L’ex marito che vince alla lotteria deve mantenere la moglie da cui è separato da molti anni. La Corte di cassazione, con la sentenza 3914, prende alla lettera la formula di rito “nella buona e nella cattiva sorte” e la estende anche ai coniugi divorziati. Gli ermellini decidono di far partecipare l’ex famiglia alla fortuna toccata al marito che, ormai separato da tempo, aveva vinto al Superenalotto un miliardo e 800 milioni insieme alla sua nuova compagna. La Suprema corte avalla quanto avevano già deciso i giudici di merito che, in sede di divorzio, avevano stabilito, a carico del ricorrente, l’obbligo di corrispondere un assegno mensile di 115 euro alla ex moglie e di 500 euro al figlio maggiorenne ma non ancora autonomo. Contributo che era certamente alla portata dell’uomo grazie all’incasso della schedina vincente. Non è d’accordo il ricorrente che si rivolge alla Cassazione, cercando in tutti i modi di evitare il mantenimento. Secondo l’ex marito, i giudici di merito, si erano concentrati sulla sua fortuna al gioco, invece di considerare la sfortuna che aveva sul lavoro e nella salute, visto che le sue precarie condizioni non gli permettevano di svolgere alcuna attività.

Un altro tentativo il ricorrente lo fa ricordando al Supremo collegio che, proprio in base alla sua giurisprudenza, sulla determinazione dell’assegno divorzile pesano solo gli incrementi delle condizioni patrimoniali che derivano in qualche modo da un prevedibile sviluppo dell’attività svolta durante il matrimonio. Infine la difesa chiede che vengano tenute in considerazione le testimonianze con cui gli amici, ovviamente del ricorrente, indicavano nella nuova compagna l’unica vincitrice dell’ingente somma. Nulla riesce però a distogliere gli ermellini dall’intenzione di allinearsi a quanto stabilito dal Tribunale e dalla Corte d’Appello. Il collegio di piazza Cavour non rinnega il consolidato principio in base al quale sarebbe esclusa la possibilità, di valutare, ai fini dell’adeguamento dell’assegno, «i miglioramenti che scaturiscano da eventi autonomi non collegati alla situazione di fatto e alle aspettative maturate nel corso del matrimonio e aventi carattere di eccezionalità, in quanto connessi a circostanze ed eventi del tutto occasionali  e imprevedibili». Tuttavia l’indirizzo enunciato non vieta che il miglioramento imprevisto possa essere considerato, non per aumentare l’assegno ma per contribuire al mantenimento di una ex moglie che non lavora e un figlio che ha ancora bisogno di sostegno. L’esiguità della cifra dovuta all’ex dimostra che i giudici non hanno tenuto conto della vincita ma solo del tenore di vita dei coniugi durante il matrimonio.

di Patrizia Maciocchi – Il Sole 24 Ore

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Una donna denuncia il nazi-femminismo: calunnie femministe e pedofile

Written by CentroStudi on December 17th, 2012

Sono una donna, compagna di un uomo separato … il mio compagno non è un misogino, non crede affatto che le donne siano tutte streghe, ma al contrario ritiene che l’attuale legislazione favorisca spesso conportamenti disonesti da ambo le parti. Lui stesso, prima di conoscermi, ha frequentato donne separate con storie anche dolorose alle spalle che ora si trovano a dover lottare per arrivare a fine mese con mutui da pagare ed ex mariti che non versano un euro perché lavorano in nero e nessun giudice si preoccupa di verificare come facciano a girare su auto costose e permettersi viaggi che le loro ex mai potranno sognarsi.

Lui guadagna più della sua èx, non perché uomo ma perché di mestiere fa il medico, mentre lei è un’impiegata, diplomata, con posto fisso, che guadagna molto più di me, che, pur avendo una laurea, sono precaria.
A chi dice, generalizzando, che le donne (tutte? perché siamo tutte uguali?) non vogliono farsi mantenere, vorrei far sapere che lei ha chiesto il mantenimento non solo per la loro bambina ma anche per se stessa, ma per fortuna le è stato negato. Almeno questo.
Non potendo raccontare tutta la vicenda processuale e privata per ovvi motivi mi limito a soffermarmi su alcune questioni spinosissime di cui spesso si discute qui ed altrove.

Lei si è innamorata di un altro, lo ha tradito e lasciato (avendo prima l’accortezza di ripulire il conto corrente in comune), ma sebbene lo sappiano tutti, amici e parenti (tanto che gli danno del cornuto alle spalle e non solo), non è stato possibile dimostrarlo.
Al contrario, lei, che alla separazione pensava da tempo e si presentata preparatissima, si è procurata testimoni pronti a dichiarare che lui è un violento. Siete liberissimi di non credermi, ma lui non è un violento, la violenza fisica, verbale e psicologica non gli appartiene, e queste accuse sono servite a lei per fargli firmare, ob torto collo, una consensuale totalmente iniqua.
Queste accuse sono false, ma se qualcuno qui si permette di accostare queste due paroline, “false accuse”, rischia il linciaggio.
E vi dico anche altro: tutte le volte che lui si rifiuta di sottostare alle sue richieste economiche (quando lei, ad esempio, cerca di farsi pagare la palestra per sè, caricandone le spese su quella di sua figlia, e non ci riesce perché lui proprio fesso non é), lei si vendica non facendogli vedere la figlia ed è, tempo fa, arrivata a fargli sapere, con un tono che sa di minaccia, che la piccola ha un’irritazione genitale, facendogli intendere che potrebbe arrivare anche ad accuse più pesanti.

Altra questione controversa riguarda la casa coniugale, da lui comprata con i soldi del suo lavoro e con quelli dei suoi genitori, che hanno fatto sacrifici per poi veder tornare a casa loro un figlio al quale era stato tolto tutto, soldi e affetto. Ma il dolore di questa madre sembra non contare nulla.
Il giudice ha stabilito che una bambina di appena 3 anni ha il diritto di continuare a vivere in quella casa per non subire altri traumi dovuti al cambiamento delle proprie abitudini.
Quella casa è stata quindi data alla madre della bambina per il bene esclusivo della bambina, e lei, in quella casa ha fatto entrare tre uomini diversi, senza chiedersi se fosse un bene per la bambina.
Lui ha sopportato questo a lungo, perché non se la sentiva di mandarle i carabinieri a casa, ma quando le ha fatto capire che aveva intenzione di agire per vie legali lei è rimasta incinta del suo attuale convivente, così nessun giudice manderà mai via da quella casa il padre del nascituro, perché è chiaro che ora c’é anche questo bimbo da tutelare.
E, ancora una volta, per il supremo interesse dei bambini, saranno tutelati gli interessi della madre.
L’avvocato del mio compagno gli ha chiaramente detto che l’unica cosa che lui potrebbe ottenere è di poter respingere la sua richiesta di un aumento degli alimenti, che puntualmente è arrivata, tra l’altro anticipata dalla stessa bambina che un giorno ha detto al padre che, poiché è in arrivo il fratellino, la mamma ha bisogno di più soldi.

Per legge, se lui supera il suo stipendio base, sul quale è stato fissato il mantenimento deve corrispondere un terzo di questi guadagni. Lui non vive certo di stenti, ma non ha il tenore di vita di un medico, che invece, sempre per legge, la bambina ed indirettamente la madre, devono mantenere. Tra il mutuo della casa coniugale che ancora paga, l’affitto della casa in cui vive, le spese per la bimba e le spese legali, sono anni che, esclusa la settimana che passa fuori con sua figlia, non si concede una vacanza. A lui piace viaggiare, il suo sogno sin da bambino è visitare il Giappone, ma non è mai riuscito a mettere da parte i soldi necessari per farlo. Potrebbe fare straordinari, aumentando i turni di notte, un bell’impegno visto che già così, per dividersi tra me, la bimba, la madre anziana che ha bisogno di lui, a mala pena gli resta il tempo per dormire, ma (e sono d’accordissimo) non lo fa perché di regalare altri soldi all’ex proprio non gli va.
Sempre la legge stabilisce che un viaggio non è necessario ma è considerato un lusso, i motivi per guadagnare di più senza essere tenuto a dare parte del proprio guadagno all’ex, sono altri, ad esempio se noi decidessimo di avere un figlio, a lui sarebbe consentito fare straordinari perché ci sarebbe un altro bimbo da mentenere e tutelare.
La rabbia ed il rancore non nascono dalla vacanza negata ma dal fatto che a lui non venga riconosciuto appieno il diritto di rifarsi una nuova vita, che debba essere sempre considerato come colui che ha l’obbligo di provvedere al mantenimento di qualcuno, che sia la figlia avuta dal precedente matrimonio o un ipotetico figlio che potrebbe avere con la sua nuova compagna.

Fonte: http://treguadigenere.wordpress.com/2012/05/13/svelare-fraintendimenti-dissolvere-lodio/

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La donna con l’amante va mantenuta, il marito a cui prudono le corna può essere denunciato

Written by CentroStudi on December 17th, 2012

I giudici hanno sancito che chiunque cerchi di impedire con l’uso della forza che il proprio compagno porti l’amante nella casa coniugale incorre in un reato penale. Anche qualora faccia uso di un atteggiamento violento per l’umiliazione subita o per «contrastare la condotta moralmente riprovevole» del proprio compagno.

Così Angelo, un cittadino romano che aveva cercato di impedire che sua moglie Stefania entrasse in casa con il proprio amante, si è visto confermare la condanna per «violenza privata» dai magistrati della Suprema corte. In un altro caso, i giudici hanno decretato che picchiare l’amante integra il reato di maltrattamenti in famiglia. E può costare la custodia cautelare in carcere. È successo lo scorso marzo a un 41enne di Messina, finito dietro le sbarre per avere alzato le mani su una donna con la quale intratteneva una relazione clandestina.

Ma c’è di più: perché il marito cornuto oltre al danno può subire anche la beffa finale. Con la benedizione del codice civile. La Cassazione ha stabilito che una donna che decida di fuggire con l’amante non perde il diritto di essere mantenuta dal marito.

In particolare, se la donna decide anche temporaneamente di andare a vivere con l’altro, in caso di divorzio al coniuge può essere chiesto di partecipare al soddisfacimento delle sue necessità. Senza dimenticare che è vietato offendere l’amante del proprio compagno – pena risarcimenti salatissimi – e che è assolutamente consentito raccontare bugie per difendere l’amante e il suo onore.

Fonte: http://www.ilgiornale.it/interni/altro_che_sfasciafamiglie_i_giudici_sdoganano_lamante/06-11-2011/articolo-id=555482-page=0-comments=1

Sentenze del genere rischiano di aumentare il numero di omicidi familiari e di tentare le donne al divorzio con grave danno per i figli.

Commenti dei lettori:

  • Ma questi pseudomagistrati chi c…. rappresentano ? in che mondo vivono ?? Faccio un appello alle loro mogli: approfittatene.
  • ma chi sono pochi giudici da emettere queste sentenze per poi essere in milioni di Persone a essere colpite ????
  • Continuate a dar retta a questi soggetti effeminati se non femmine direttamente, IO la giustizia so dove sta di casa e non mi servono questi cialtroni ! Dopo la beffa la faccio IO allo Stato, perchè dopo il gesto mi faccio pure mantenere ! Ingiustizia per ingiustizia meglio quella mia che almeno segue una certa logica maschile ! (il maschilista)
  • E se quei giudici fossero malati di mente? Allora urge la riforma della magistratura. Previa riforma del CSM.
  • E’ assurda questa sentsnza,io dovrei acconsentire di far entrare in casa mia la moglie con il suo amante e strare anche zitto,magari offrendogli anche un liquorino.Ma a che punto siamo arrivati,la magistratura sta entrando anche nelle mura domestiche e dice come ci si deve comportare.Non sto capendo più nulla.A quando ci diranno cosa bisogna indossare?.Premetto uno/a della sua vita la può gestire come vuole,senza recare danno agli altri,perciò se portare in casa l’amante farà sentire male l’altro coniuge e avrà crisi esistenziali come si comporterà la magistratura qualore il tradito farà denuncia per danno esistenziale?
  • La sinistra ha creato un clima di sfascio della famiglia. Unioni di femmine e di maschi deviati fra loro e adesso irregolari sono riconosciuti come legittimi malgrado il disordine sociale che vengono a generare. Ve la immaginate l’amante trans che pretende di entrare a pieno titolo nella casa di questo o di quel Presidente di importanti istituzioni politiche ,politiche giudiziarie o amministrative? La sinistra,prima ancora di prendere in mano il timone dello stato,già produce danni irreparabili alla società e segnatamente all’istituto familiare.
  • non fa altro che confermare la tendenza politica della magistratura in genere..!!!! E’ dalla sinistra che sono sempre state proposte, inoltrate e difese tutte quelle idee destinate a sfasciare la famiglia come normalmente dovrebbe essere.
  • I giudici italiani mi sembrano i corruttori di una civilta’ pulita e onesta. Stanno operando in modo che la famiglia sia distrutta in tutti sensi e la morale non possa essere piu’ applicata. Per quest giudici la religione non esiste . Esiste vincitrice l’immoralita’ e tra non molto questi immorali potranno uccidere ed essere assolti con diabgoloche giustificazioni ! Ma chi ci salvera?!?
  • oh bella !…volete dire che quello stesso “giudiciume”, che spende scandalizzato centinaia di milioni per indagare i sollazzi privati di un ricchissimo scapolo, adesso viene a dirci che se rientrando a casa dopo una dura giornata di lavoro troviamo la “dolce meta`”intenta in esercizi acrobatici sul lettone dobbiamo munirci di coperta ed accomodarci sul divano pronti a preparare la colazione per tutti…complimenti vivissimi !!!.
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La presunzione di innocenza vale anche per gli uomini?

Written by CentroStudi on December 17th, 2012

1) Uomo condannato.  Un uomo è stato condannato per minacce perché avrebbe detto alla ex moglie “ti ammazzo”.   Incredibilmente l’unica “prova” in tal senso contro l’uomo era la parola della accusatrice!  Inutilmente l’uomo si era lamentato del fatto che i Giudici avessero preso per buona la testimonianza della sua ex che si era costituita parte civile contro di lui quando erano in fase di separazione e dunque in “conflitto di interesse”.  La Corte di Cassazione, nel confermare la condanna nella sentenza 46542 , coglie l’occasione per ricordare che le dichiarazioni della persona offesa, che si costituisce parte nel processo, sono escluse soltanto nel rito civile mentre sono ammesse in quello penale.

2) Donna assolta.  Una donna separata è stata assolta dal grave reato di aver impedito ai figli di passare le vacanze con il loro papà violando una sentenza che riconosceva tale diritto (art. 388 c.p.). Sebbene l’ex avesse avuto agevolmente la possibilità di venire a conoscenza ed accertare da sé tale provvedimento, la Corte di Cassazione (6987/11) la ha assolta ritenendo che tale reato  possa ritenersi realizzato solo all’esito del compimento di una formale notificazione (che nel caso di specie non era ancora arrivata).

Questo tipo di distonia giudiziaria viene segnalata in manifestazioni di papà separati

 

Le notizie sono riportate su:

http://www.diritto24.ilsole24ore.com/guidaAlDiritto/penale/sentenzeDelGiorno/2011/12/reato-dire-alla-moglie-ti-ammazzo-se-la-parola-suscita-timore.html

http://consulenzapenale.net/130-reati-in-generale/40-ex-coniuge-ottiene-laffido-del-bimbo-per-le-vacanze-natalizie-viene-impedito-quando-e-reato

 

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Non pagare la prostituta è stupro. Non pagare il dentista va bene.

Written by CentroStudi on December 16th, 2012

L’evidente assurdità di una legge che dilatando abnormemente il concetto di stupro tutela le prostitute prima che i lavoratori onesti  è frutto delle leggi femministe anti-uomo, ed ha conseguenze paradossali:  se l’uomo avesse pagato la prostituta e solo dopo la avesse rapinata, non sarebbe stata violenza sessuale ma un reato minore.   Eppure la prostituta avrebbe perso più soldi.

Mentre in rete girano immagini che incitano all’odontofobia, serio problema che colpisce molte persone, che fanno le femministe?  Chiedono nuove leggi contro i maschi.

 

 

 

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Disoccupato chiede mantenimento a ex moglie: arrestato

Written by CentroStudi on December 16th, 2012

Quando un uomo disoccupato chiede soldi alla ex moglie si chiama “estorsione”.

Quando è la donna a chiedere soldi si chiama “mantenimento”.

«E’ stato bloccato dai Carabinieri con in mano la busta contenente 200 euro appena ricevuta dall’ex moglie, ultimo atto di una estorsione di denaro, con minacce più o meno velate, che andava avanti da anni. L’uomo, un colombiano di 42 anni, residente a Verona, disoccupato, dopo l’arresto e l’udienza di convalida, è stato rimesso in libertà con l’obbligo di non avvicinarsi più all’ex moglie.

I Carabinieri di Legnago sono intervenuti dopo che la donna aveva trovato il coraggio di sporgere denuncia, raccontando che l’ex marito dopo averla costretta a pagargli il mutuo dell’auto si era fatto nuovamente sotto per ottenere un “aiuto” mensile di 500 euro, in virtù del fatto che lei aveva un lavoro fisso. Già nel 2005 era stato deferito alle autorità giudiziarie, sempre su denuncia dell’ex consorte, perché avanzava “pretese assistenziali”.

Un provvedimento di divieto ad avvicinarsi alla parte offesa é stato emesso dall’autorità giudiziaria veronese anche nei confronti di un uomo di Legnago che da qualche mese aveva preso di mira con minacce, offese ed aggressioni una concittadina.»

Fonte: http://www.tgverona.it/index.cfm/hurl/contenuto=326655/cronaca/estorce_denaro_a_ex_moglie_arrestato.html

Titolo originale “Estorce denaro a ex moglie, arrestato”

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