Se anche chi si occupa di diritti umani opera discriminazioni sessiste, siamo alla frutta. Terres des Hommes ha lanciato la campagna “InDifesa”, focalizzando l’impegno sulle sole bambine vittime di emarginazione, abuso e violenza.
I bambini no, solo le bambine.
Non esistono maschietti vittime di violenza, e se esistono che si arrangino da soli … la campagna Terres des Hommes non li prende in considerazione.
Credevo, forse sbagliando, che esistesse una CRC[1] unica, non sapevo dell’esistenza di una CRC “rosa” prevalente rispetto a tutto il resto.
Eppure la CRC dovrebbe essere il principale riferimento per chiunque si occupi di infanzia, strano che il testo ONU non preveda discriminazioni e Terres des Hommes si.
Saliamo di livello, notando una curiosa contraddizione.
La campagna T.d.H. è legata ad un evento su scala mondiale, la giornata internazionale delle bambine indetta dall’ONU, con lo slogan “L’innocenza dell’infanzia rosa merita dei diritti”.
Ma come, nemmeno l’ONU riesce a liberarsi delle discriminazioni sessiste?
Per quale motivo non basta parlare dei diritti dell’infanzia in generale, bisogna specificare che è l’infanzia rosa a meritarli?
Prendo atto: l’infanzia celeste ha meno diritti dell’infanzia rosa, ONU dixit.
Ci sono due infanzie? Sembra assurdo operare dei distinguo, ma se lo fa l’ONU significa che è giusto.
Altrimenti, se la considerazione per le due infanzie fosse ugualmente distribuita, al Palazzo di Vetro qualcuno avrebbe dovuto prendersi il disturbo di indire due giornate mondiali, una rosa ed una celeste.
Ma no, chissenefrega dei maschietti, meglio cavalcare il vento rosa.
Oltretutto già esiste la giornata mondiale per i diritti dell’infanzia, viene celebrata il 20 novembre come ricorrenza – pensa un po’ – proprio della CRC.
È la conferma che l’infanzia in generale per l’ONU non è sufficiente, si sentiva proprio il bisogno di qualcosa di supplementare a solo favore dell’infanzia rosa.
Alla faccia dei pari diritti.
Tra le motivazioni salta fuori che le emergenze per le bambine sarebbero maggiori: le spose baby, le mutilazioni genitali, la mancata scolarizzazione, la violenza in famiglia.
Primo: l’orco che tratta i figli a cinghiate, ogni sera ne dà 2 ai figli maschi e 5 alle femmine?
La madre colpevole di incuria lo è nei confronti di tutta la prole, o coccola il figlio maschio e trascura la femmina?
La famiglia con madre alcolista e padre tossicodipendente, quando litiga, si preoccupa di mandare dalla nonna il figlio maschio così solo la femmina è vittima di violenza assistita?
E le famiglie problematiche che hanno solo figli maschi, all’ONU non interessano?
Secondo: basta occultare i fattori di rischio che riguardano prevalentemente i maschietti, e il gioco è fatto.
I bambini-soldato, i bambini mutilati dalle mine, i bambini sfruttati nel lavoro minorile e nella malavita organizzata non vengono citati, quindi ecco che “l’innocenza dell’infanzia rosa merita dei diritti”. Et voilà.
Terzo:il punto più grave in assoluto, la negazione pura del principio di uguaglianza.
Chiunque si occupi di diritti umani non può e non deve operare discriminazioni.
Un diritto è un diritto, se spetta a mille persone come se spetta a un miliardo.
Si tratta di un principio non negoziabile, i principi non si cambiano ogni mattina come si cambiano i calzini.
Quindi il fattore numerico è ininfluente, deve essere ininfluente.
Altrimenti perché occuparsi dei diritti delle persone diversamente abili, visto che la maggioranza della popolazione mondiale non vive in carrozzina?
Perché occuparsi dei diritti GLBT[2] , visto che la maggioranza della popolazione mondiale è eterosessuale?
Perché occuparsi dei diritti di quattro monaci Tibetani, visto che i Cinesi sono un miliardo e mezzo?
Gli esempi sono infiniti, ma la costante è invariata: chi si occupa di diritti umani deve prestare maggiore attenzione alle minoranze.
Vale sempre, tranne quando si tratta di infanzia.
Per l’infanzia l’ONU applica il principio inverso, è l’innocenza dell’infanzia “rosa” a meritare dei diritti, ove per infanzia rosa si lascia intendere (è tutto da dimostrare) che sia numericamente più rilevante.
O forse più innocente?
Già, non ci avevo pensato, forse all’ONU credono che una bambina di 8 anni sia più innocente del fratellino di 5, che in fondo se è vittima di violenza se l’è andata a cercare.
In conclusione, mentre appare veniale il tuffo di Terres des Hommes a cogliere l’occasione della campagna di raccolta fondi (con l’immancabile donazione via sms), di ben diversa levatura è la discriminazione operata dalle Nazioni Unite.
Non è tollerabile.
Immagino una mobilitazione planetaria con la quale ogni famiglia sottoscriva una petizione di protesta contro la discriminazione sessista. Madri e padri, nonne e nonni che amano indistintamente figli e nipoti indipendentemente dal sesso, e mal digeriscono il postulato secondo il quale le bambine sarebbero meritevoli di maggiore considerazione rispetto ai bambini.
La immagino, ma so che non accadrà mai
Allora sai che faccio? Dichiaro guerra all’ONU, dove si compila il modulo?
Guerra di principi, ma sempre guerra è.
Così l’ONU invia il “contingente di pace” e mi invade il pianerottolo di casa con i caschi blu.
O forse stavolta manda i caschi rosa.
[1] Children Right Convention, la Convenzione ONU per i diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza – New York, 20.11.1989
[2] Gay, Lesbo, Bisexual, Transgender