Le malattie del femminismo: infarto, ipertensione, cancro, emorroidi

La donna che fuma è uno dei simboli dell’emancipazione femminile, dai tempi della Fiaccolata della Brigata della Libertà nella quale le suffragette marciavano in parata fumando come un simbolo di liberazione.  In realtà fu una campagna mediatica orchestrata da Edward Bernays per conto della “American Tobacco Company”: mandare alle manifestazioni femministe donne pagate per fumare fingendo di appropriarsi del “diritto al fumo”, in modo da associare la sigaretta al concetto di libertà femminile.

E così, in Italia, i decessi di donne per cancro causato dal fumo sono stimati a 20000 annue, centinaia di volte più della violenza domestica. Fumo e femminismo nuociono gravemente alla salute.

Oltre al fumo, altre abitudini diffusesi fra le donne con il femminismo, come abuso di alcool e scarsa igiene personale, sono importanti fattori di rischio nello scatenare disturbi emmoroidari.  Nello stadio iniziale della patologia, le emorroidi interne possono sanguinare congestionandosi a causa di dilatazione varicosa; con l’aggravarsi della malattia le emorroidi prolassano all’esterno del canale anale.

Elena Contrino, endocrinologa ecografista al San Raffaele di Milano e autrice di “Le nuove donne. Come gli stili di vita influenzano la salute: capire il nostro corpo per stare meglio” dice che il femminismo ha cambiato radicalmente la vita delle donne, ma ha portato con sé un aumento esponenziale di malattie, prima considerate solo “maschili”, come l’infarto e l’ipertensione.  La stima è di 40000 decessi annui. “Non si può pensare di stravolgere i ritmi biologici senza acquisire anche dei punti deboli, delle vulnerabilità in più. Ogni donna è diventata bersaglio di nuove malattie e didisturbi psicosomatici”.

 

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