Femminismo: ormai un problema di delinquenza e di teppismo

Una banda femminista incapucciata ha vandalizzato una Chiesa, facendo del male alle anziane signore che volevano pregare: purtroppo le femministe sono riuscite a fuggire.

Non così in Russia, dove la giudice Marina Syrova ha condannato a due anni di galera una banda femminista per «teppismo e incitamento all’odio religioso», anche questo consumato in una Chiesa.

Femminista con bambino, poco prima di infilarsi il pollo surgelato nella vagina.

Numerosi i precedenti di alcune componenti di tale banda femminista.

Quali l’infilarsi un pollo nella vagina in un supermarket con bambini e sostenendo che secondo l’ideologia femminista questa sarebbe “liberazione vaginale del cibo”.

O anche, l’aver fatto sesso in un museo al nono mese di gravidanza e poi mettendo il tutto su internet dove i bambini possono vedere, ad esempio su siti come questo:

http://www.imagebam.com/gallery/j2uu100acnkwnpr4g3xlsx4blbm3ot18

http://urod.ru/news/6207/

http://www.upvideo.nl/Node.aspx?id=d0rk&vid=W5-ZG1cC70mkncV-vVHWRA

http://video.unita.it/media/Mondo/L_orgia_anti_Medvedev_della_leader_Pussy_Riot_5472.html

O ancora, usare un bambino come scusa per ribaltare una macchina della polizia e poi mettersi su youtube:

Secondo alcune fonti, anche aggressioni sessuali lesbiche contro poliziotte

Sono queste le femministe di un gruppo chiamato “Voina” (guerra) poi confluito in un gruppo dal nome occidentale (“Pussy Riot” o “toppe riottose”).  Grazie all’intervento della Chiesa russa che ha chiesto la clemenza la pena è stata di soli due anni: poco più di una sculacciata, ma almeno potranno ricevere in carcere misure correttive e riabilitazione psichiatrica.

Femministe vandalizzano monumento ai milioni di persone uccisi dal comunismo

Incarcerata una banda femminista, un’altra banda femminista si scatena vandalizzando un monumento ai milioni di persone uccise dal comunismo in Ucraina.  Altro gesto delinquenziale e teppistico da bloccare con pene detentive.  Pare che entrambi i gruppi ricevano soldi dal finanziere George Soros tramite l’organizzazione Otpor.  Certo è che il copyright “Pussy Riot” è stato registrato.

Statua di Lenin vandalizzata. Il segretario del Partito Comunista Russo ha dichiarato: “Le pussy riot dovrebbero essere prese a cinturate come facevano i nonni russi di una volta con i cattivi bambini”.

Successivamente alla condanna, 2 membre della banda sono scappate, una statua di Lenin è stata vandalizzata da scritte inneggianti alle Pussy Riot, e due donne sono state ammazzate in maniera violenta; l’omicidio è stato dedicato alle Pussy Riot.

 

Intanto, in California è stata arrestata una femminista accusata di aver inventato 108 false accuse di reati sessuali per intascare 540,336$ dati alla società “FEMINIST MEDIA”, fra cui 25,000$ per una guida contro la violenza.

Un tribunale penale internazionale ha condannato una femminista all’ergastolo per crimini contro l’umanità, crimini di guerra, genocidio, stupro di massa.

In Tunisia, una femminista è stata condannata a 35 anni ed a rimborsare 30 milioni di dollari: fuggita, è ricercata dall’Interpol.  Come presidentessa di una associazione femminista sovvenzionava centri anti-violenza: ma lei stessa è accusata di aver maltrattato le donne della servitù arrivando a bruciare loro le mani nell’olio bollente.

E poi, i centri anti-violenza con avvocate femministe che fingono di difendere le donne ma che le aiutano a distruggere gli ex mariti, ad abusare dei bambini privandoli dei loro papà calunniandoli di violenza.

È la stessa donna che fondò i centri anti-violenza, Erin Pizzey, a raccontare come le lesbo-femministe se non sono impossessate per usarli contro gli uomini, come per farla cedere le femministe la hanno minacciata di morte, le hanno ucciso il cane.

Minacce di morte ripetute contro gli esperti che hanno smentito la calunnia di genere femminista mostrando che la violenza non ha sesso: i proff. Richard Gelles, Suzanne Steinmetz, Murray Staus, il saggista Neyl Lyndon.

Violenza femminista che si è concretizzata con le azioni contro gli attivisti Jesus Ayala e Urs Bleiker, quest’ultimo colpito da un proiettile, e con il tentato omicidio di Pascaline Petroff, avvocatesse che si batte per il diritto dei bambini ad avere entrambi i loro genitori.

E poi gli attacchi e le diffamazioni contro chi ha difeso i bambini dall’alienazione genitoriale spesso frutto di calunnie femministe: il Giudice familiare Francisco Serrano Castro, il grande psichiatra statunitense prof. Richard Gardner.

E poi il tentativo infame di negare che l’alienazione genitoriale è un abuso sull’infanzia, il collaborazione con personaggi incarcerati per pedofilia, su siti femministi contenenti racconti in cui bambini vengono uccisi da femministe che si masturbano, racconti contenenti frasi come “Avevamo in comune un interesse difficile da coltivare. Noi lo coltivavamo con tenacia: la pedofilia”.

 

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