La Cassazione “CONDANNA” anche le coppie gay: pari diritti con quelle coniugate

Il caso di due uomini sposatisi in Olanda che hanno chiesto la trascrizione dell’atto a Latina potrebbe anticipare l’estensione del disastrato e nefasto diritto di famiglia italiano anche alle coppie omosessuali

 

Le coppie omosessuali, se con l’attuale legislazione «non possono far valere il diritto a contrarre matrimonio né il diritto alla trascrizione del matrimonio celebrato all’estero», tuttavia hanno il “diritto alla vita familiare” e a “vivere liberamente una condizione di coppia” con la possibilità, in presenza di “specifiche situazioni”, di un “trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata”. Lo afferma la Corte di Cassazione, in una sentenza depositata oggi, 15 marzo.


Erano stati tra le prime coppie gay a ‘sposarsi’ grazie alla nuova legge britannica sulle unioni civili, po Darryl Bullock e Mark Godfrey sono stati la prima coppia omosessuale inglese a ‘divorziare’ ed entrare così nella storia legale del Regno. “Siamo stati benissimo per sei mesi – racconta – Darryl, 42 anni – Ma poi le cose hanno iniziato ad andare male. Siamo fortunati, perchè non ci sono bambini, o proprietà da dividere”. La coppia si era unita in una partnership civile il 21 dicembre 2005 a Bath, nel primo giorno di entrata in vigore della legge sui ‘matrimoni gay’, precedendo di tre ore le ‘nozze di Elton John e David Furnish a Windsor. Per legge, un’unione civile non può essere sciolta per un anno dal giorno in cui è stata registrata. Quando è entrata in vigore la legge britannica, oltre 15.500coppie dello stesso sesso si erano unite civilmente

 

È la prima volta, lo scrive la suprema corte nella sentenza n.4184, che la Cassazione si trova ad affrontare il caso di una coppia gay che chiede il riconoscimento del proprio matrimonio contratto all’estero: i due uomini si erano sposati nel 2002 a L’Aja ed avevano poi chiesto la trascrizione del certificato di nozze, come atto pubblico, al comune di Latina dove sono residenti. Al rifiuto del Comune di riconoscere questo certificato e quindi il matrimonio, la coppia ha fatto ricorso sia in Tribunale che alla Corte d’Appello di Roma, ricorsi entrambi respinti. Di qui l’ulteriore istanza in Cassazione, dove la Prima Sezione Civile motiva la sua decisione – che è comunque di rigetto del ricorso – in circa 80 pagine.

La Suprema Corte spiega che, se è vero che in Italia ancora non esiste una legislazione che preveda il matrimonio tra gay (citando a questo riguardo anche la recente sentenza della Corte Costituzionale che appunto aveva detto no ai matrimoni omosessuali), il quadro europeo dei diritti dei gay ed il contesto sociale è fortemente cambiato. Infatti, essendo stata superata grazie alla Convenzione Europea dei diritti dell’Uomo “la concezione secondo cui la diversità di sesso dei nubendi è presupposto indispensabile, per così dire naturalistico della stessa esistenza del matrimonio”, la Cassazione sottolinea che “l’intrascrivibilità delle unioni omossessuali dipende non più dalla loro ‘inesistenzà e neppure dalla loro invalidità ma dalla loro inidoneità a produrre quali atti di matrimonio, appunto, qualsiasi effetto giuridico nell’ordinamento italiano”.

Le coppie gay, come i coniugi, hanno però il diritto ad una “vita familiare” e ad esigere e a far valere per questo il diritto ad un “trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata”.

Stanti le drammatiche condizioni in cui si agita l’esistente giustizia familiare italiana, non resta che esprimere alla comunita lgtb le nostre più sentite e doverose condoglianze.

 

http://www.iodonna.biz/coppie-gay-e-la-condanna-della-cassazione-pari-diritti-con-quelle-coniugate/

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