Bentornato Carlo Parlanti

L’America ha eliminato nazismo e comunismo.  Riuscirà ad eliminare il femminismo.

Ma intanto Carlo Parlanti ha subito anni di galera solo perché una donna, che già viveva con una pensione statale ottenuta dicendo di essere stata picchiata dal primo marito, gli ha lanciato contro le tipiche accuse del femminismo: che il maschio cattivo la avrebbe picchiata, etc.

Come è stato possibile abbandonare il giusto processo basato su prove oggettive?

Giornaliste femministe scrivono che contro il maschio accusato deve valere l’“inversione dell’onere della prova” (uomo condannato a meno che non possa provare la propria innocenza) o che il giudice dovrebbe “decidere a chi credere” – altro calunniogeno abominio giuridico che significa giocare alla roulette russa con la vita di uomini innocenti, che incita ad ingigantire sempre più le calunnie per aumentare la probabilità che almeno una attecchisca.

 

‘Il mio incubo non e’ finito e io non voglio dimenticare”. Sono le prime parole da uomo libero di Carlo Parlanti, che ha passato quasi 9 anni in carcere (tra Germania e Stati Uniti) con l’accusa di aver picchiato e violentato l’ex-compagna RMW. Parlanti, 48 anni, ex manager informatico, ha sempre negato tutte le contestazioni che gli sono state fatte, ma non gli e’ mai stata concessa la possibilita’ di una revisione del processo che lui ha sempre considerato un errore giudiziario.

”Voglio riaprire il caso – ha detto nella sua abitazione di Montecatini (Pistoia) – e sporgere denuncia contro chi ha indirizzato in una certa direzione il processo. Per esempio i medici con le loro certificazioni false o la donna che mi ha denunciato dichiarando cose non vere, o ancora contro chi ha insabbiato e tenuto nascosti atti ufficiali che mi avrebbero scagionato. E stavolta devono intervenire l’Interpol e l’Fbi e non la polizia locale californiana”.

Ma perche’ i medici sono stati in grado di condizionare il processo? ”Solo una perizia medica – ha risposto Parlanti – e’ stata ammessa nelle fasi processuali. E si tratta di un dottore che era il datore di lavoro della migliore amica della presunta vittima. Negli Usa, dove ormai la societa’ e’ in rottamazione, un medico che riceve la visita di una donna che dice di essere stata percossa, conferma sempre i fatti che gli vengono raccontati, altrimenti il giorno dopo si ritrova un picchetto davanti all’ambulatorio”.

”Mi aspettavo da parte loro un maggior coinvolgimento del Ministero degli Esteri durante il mio linciaggio giudiziario e invece non e’ stato fatto tutto quel che si poteva fare”, ha poi detto Parlanti, atterrato questa mattina all’aeroporto di Fiumicino di Roma, accompagnato da agenti dell’immigrazione Usa, che gli hanno tolto le manette solo dopo che l’aereo stava sorvolando l’Oceano.

[Fonte: http://www.blitzquotidiano.it/cronaca-italia/carlo-parlanti-italiano-detenuto-negli-usa-il-mio-incubo-non-e-finito-1120810/]

Il manager informatico di 47 anni di Montecatini, detenuto dal luglio 2004 per una falsa accusa di stupro, il 9 febbraio verrà rimesso in libertà e familiari e amici sperano di vederlo tornare in Italia con un volo proveniente dagli Stati Uniti. Uno dei tanti finiti in carcere innocenti, anche in Italia, per effetto della regressione della civiltà giuridica che per questo tipo di reati ha visto, in tanti casi, consolidarsi una modalità di indagine basata su gravissimi pregiudizi sessisti, antimaschili e antipaterni e una giurisprudenza che prevede l’inversione del principio dell’onere della prova. Facessero pagare i danni civili agli inquirenti, ai magistrati, agli avvocati e ai consulenti dei tribunali i cui “giustiziati” in questo modo sono stati poi riconosciuti innocenti, i centri Caritas sarebbero affollati non solo di maschi e padri rovinati.

[Fonte: http://maschiselvatici.blogsome.com/2012/02/07/bentornato-carlo-parlanti]

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