Auguri alle neo-ministre

Tre donne nominate in ruoli chiave.

La tenutaria di uno di quei centri che le femministe chiamano anti-violenza — una madre alla quale è stata revocata la potestà genitoriale — così commenta:

Spero che il nuovo ministro della giustizia anzi la nuova sia sensibile veramente alle problematiche delle donne

Le femministe considerano normale usare il potere per perseguire i propri interessi e le proprie politiche di genere: ambulanze rosa, parcheggi rosa, quote rosa, centri per sole donne, negazionismo degli abusi sull’infanzia compiuti dalle donne…

Tutto ciò sta convincendo molti a non votare per partiti che danno spazio a femministe, ed a non votare una donna, nel dubbio che possa avere tendenze femministe.

Per fortuna le neo-ministre sembrano essere persone meritevoli e capaci di lavorare per il bene comune, lontano dal sessismo femminista che va tenuto al di fuori dalle istituzioni:

Paola Severino (Giustizia)
Avvocato penalista con una fitta carriera in diversi campi; tra le sue più importanti esperienze professionali bisogna ricordare l’incarico di vicerettore della Luiss “Guido Carli” e di vicepresidente del Consiglio della magistratura militare.
La sua competenza nelle aule forensi le hanno fatto vincere la classifica dei manager pubblici più ricchi e nel suo portfolio clienti si annovera Romano Prodi (Processo Cirio), Giovanni Acampora (processo Imi-Sir), Francesco Gaetano Caltagirone (Eni) , Unione delle comunità ebraiche (processo contro Erich Priebke).
Il suo impegno per una “giustizia giusta” le ha fatto meritare il “Premio Maria Belisario 2009” per aver raggiunto ruoli mai occupati in precedenza da una donna.
Personalità poliedrica che continua a stupire e a passare da un contesto a un altro diametralmente opposto. Per diletto, infatti, ha anche partecipato come attrice a un festival dei due mondi.
Mario Monti, ovviamente, ha scelto la Severino per la sua competenza del settore giuridico e non quello teatrale ma avere al fianco una donna che è capace di mettersi sempre in discussione senza temere di perdere “la maschera” indossata nel mondo professionale non dispiace!

Mario Monti: ecco le tre ministre del nuovo governo tecnicoElsa Fornero (Welfare e pari opportunità)
Docente di economia all’Università di Torino, è alla guida del “Center for research on pensions and welfare policies”. La professoressa è anche vicepresidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, nonché componente del Nucleo di valutazione sulla spesa previdenziale presso il ministero del Lavoro. Mario Monti certamente l’ha scelta per la sua competenza nell’ambito economico che le ha fatto meritare la fama di una delle maggiori esperte del settore previdenziale. In questa difficile fase in cui l’Europa chiede una riforma pensionistica e le associazioni e i sindacati, esortano a non “strozzare” i pensionati lasciandoli “sul lastrico” il neo premier ha ritenuto fondamentale individuare una persona che potesse garantire un’ampia conoscenza dei problemi.
In linea con la flessibilità del mondo del lavoro la Fornero ha più volte suggerito di lasciare liberi i lavoratori di scegliere il momento nel quale uscire dal mondo del lavoro (in un range tra i 63 e i 70 anni) garnatendo una pensione proporzionata agli anni di lavoro realmente effettuati.
I risparmi nel settore pubblico, inoltre, sarebbero incrementati dall’abolizione di qualsiasi privilegio offerto ad alcune categorie di lavoratori e dal metodo contributivo “pro rata”.

Elsa Fornero si era espressa a favore della parificazione dell’età pensionabile fra uomini e donne, così come chiesto dall’Unione Europea chiudendo con una delle ultime diseguaglianze sessiste.
Mario Monti: ecco le tre ministre del nuovo governo tecnicoAnna Maria Cancellieri (Interni)
Attuale Commissario straordinario del Comune di Parma e Prefetto in pensione. Dai tempi di Rosa Russo Iervolino (1998) non si aveva una donna seduta su questa poltrona. La Cancellieri inizia la sua carriera proprio al Ministero degli interni a soli 29 anni e da allora ha sempre continuato nel settore della sicurezza pubblica spostandosi dalla Lombardia alla Sicilia per svolgere le funzioni di Prefetto.
Donna integerrima e ligia al dovere civico che ritiene al di sopra di qualsiasi schieramento politico; valore etico dimostrato nel momento in cui ha rifiutato di candidarsi a sindaco in una lista civica spalleggiata dal centro destra. La motivazione addotta è stata quella di “indisponibilità ad essere espressione di qualsiasi schieramento politico nazionale o locale”.
Non dite ad Anna Maria Cancellieri che è andata al Viminale grazie alle quote rosa, innanzitutto perchè non è vero e poi perchè questa donna prefetto le quote rosa non le ama. Abolirebbe pure l’8 marzo: «La donna non deve sentirsi razza a parte, perchè siamo molto meglio degli uomini». E’ un tipo così.

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Speriamo che quest’ultima frase che puzza di femminismo sia solo stata una uscita infelice.

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