Adama, simbolo femminista, alla sbarra per calunnia e falso

Posted by Stefy on 28 aprile 2012 under Primo Piano | Comments are off for this article

Nei guai la donna simbolo contro le violenze

Migliaia di firme al suo appello Ora è stata accusata di calunnia e falso

Adama, la senegalese scelta come simbolo per la giornata mondiale contro le violenze alle donne (25 novembre), è stata denunciata.

Si era inventata tutto.

Non era stata violentata e nemmeno picchiata.

Ora deve rispondere di calunnia e di una serie di capi di imputazione.

Del suo caso si era interessata anche il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, non appena insediata col Governo Monti.

Per l’uomo, un connazionale, falsamente accusato, è stato archiviato definitivamente il fascicolo che lo vedeva indagato per i reati di violenza sessuale e lesioni.

Il 25 novembre scorso, Giornata mondiale contro le violenze alle donne, si erano scatenate diverse associazioni bolognesi, come “Migranda” e “Trama di Terre”, lanciando un appello per Adama affinché venisse liberata. Appello.

La senegalese, infatti, che aveva denunciato, due mesi dopo la data del presunto stupro, era rinchiusa al Cie di Bologna, il Centro di identificazione ed espulsione.

Migliaia e migliaia le firme raccolte da tutta Italia e altrettanti commenti che ancor oggi si possono leggere nei siti internet delle associazioni.

La straniera, dopo il clamore che aveva suscitato questo caso, aveva ottenuto un permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale dalla Procura di Forlì, grazie all’interessamento del legale Andrea Ronchi.

Era il 30 novembre e, da allora, Adama è ospite in una struttura protetta, proprio lo stesso luogo dove, l’altro giorno, i Carabinieri della Polizia Giudiziaria della Procura di Forlì, inviati dal Sostituto Procuratore Alessandro Mancini, le hanno notificato la chiusura delle indagini e l’hanno così informata che deve rispondere di 12 capi di imputazione.

Smentita.

Si va dalla calunnia al suo connazionale e al datore di lavoro a una serie incredibile di falsi. Ma Adama deve anche rispondere di sostituzione di persona e truffa.

La senegalese, infatti, che ha persino prodotto documenti di un falso matrimonio contratto in Senegal (regolarizzato dal Comune di Civitella di Romagna), si era sostituita a una altra donna senegalese residente a Genova.

Con questa identità ha aperto conti correnti, denunciato smarrimenti di bancomat, richiesto ricongiungimenti famigliari e si è fatta assumere alla “Del campo” di Santa Sofia, dove ha persino accusato davanti all’autorità giudiziaria l’amministratore Guido Sassi di essere a conoscenza che lei fosse clandestina. L’imprenditore, invece, vedendo i documenti “regolari” non ne sapeva nulla.

Per questo, Adama, deve rispondere di un’altra calunnia. I reati sono tanti. Il Sostituto procuratore Alessandro Mancini che ha svolto tutti gli accertamenti ha chiuso l’indagine e archiviato il fascicolo riguardante il presunto stupratore.

Testimonianze, riscontri, contraddizioni e indagini specifiche hanno formato un quadro incredibile.

Il futuro.
Ora il fascicolo di Adama finirà all’Ufficio Immigrazione di Bologna e a questo punto la donna sarà espulsa come prevede la legge. Restano le accuse che erano state mosse dalle associazioni bolognesi per i diritti delle donne emigrate ai Carabinieri della Compagnia di Meldola, che erano stati tirati in ballo duramente «per non essersi accorti che la donna era stata violentata e per non aver fatto nulla per accertarlo».

All’interno dell’Arma si erano mobilitati alti vertici per capire cosa fosse accaduto. La condotta dei militari, si è poi capito, era stata più che corretta e garantista. L’indagine su Adama è chiusa, ma la vicenda giudiziaria non ancora e ci potrebbero essere altri sviluppi.

 

http://www.corriereromagna.it/forli/2012-04-28/false-accuse-di-stupro-nei-guai-la-donna-simbolo-contro-le-violenze

Le Forze dell’Ordine sono le più colpite dalle false accuse

Posted by Stefy on 8 novembre 2011 under Archivio, Primo Piano | Comments are off for this article

Prima ti affamano, poi ti tolgono i figli – di Salvatore Garofalo

Ormai da alcuni anni sostengo che gli uomini delle forze dell’ordine che si separano pagano un prezzo più alto rispetto agli altri genitori. Basta una falsa dichiarazione da parte del genitore avverso che il sistema nella sua schizofrenia divenga più aggressivo e cieco nel delirare.

Ho letto sentenze e perizie che allontanavano il genitore tutore della legge in quanto“abituato all’uso delle armi”, oppure “maneggiatore di esplosivi”, ed ancora “abituato alla violenza e all’uso della forza”. Ricordo di un padre nisseno che è stato passato al setaccio per anni da parte dei Servizi Sociali in quanto esperto nel disinnesco di ordigni bellici.

Orbene, dinanzi a così tanta presunzione di colpevolezza  consiglierei allo Stato di “vietare ai militari di sposarsi e di avere figli” con immediato decreto d’urgenza, salvo, che non vogliamo una società azzoppata nei diritti civili ed individuali nel momento in cui questi uomini vengono indicati dagli operatori del diritto come presunti colpevoli “a prescindere”.

Un’ altra via potrebbe essere quella di lasciare i residuati bellici sotto le case della gente o nei giardini pubblici. Mi piacerebbe sapere cosa ne penserebbero le signorine benpensanti dei Servizi Sociali e alcuni operatori del diritto dal fare provinciale.

Le lesioni della persona umana, l’oltraggio della dignità e la violazione dell’individualità  non trova paragoni se non in meccanismi di violenza gratuita elargita a chi è senza diritti. Ma per trovare ciò bisogna allungare lo sguardo nei sistemi autoritari.

Per esempio, ad un padre “pistolero” è stato fatto divieto di trattenere il figlio per il pernottamento in quanto l’ambiente (caserma) non sarebbe idoneo allo sviluppo sereno del minore. Ebbene, chi ha costretto il padre a dormire in caserma per mancanza di denaro? Scientificamente che danno può causare il pernottamento in caserma ad un ragazzino di sedici anni?

La scienza ancora una volta ignorata e sbugiardata.

Allora cosa dire dei ragazzini di 16-17 anni che si arruolano nelle scuole per cadetti?

Gli operatori del diritto non dicono niente?

Non danno i loro saggi consigli circa i turbamenti presunti cui andrebbero incontro questi poverini? Non denunciano lo Stato che arruola i ragazzini?

Non denunciano i genitori per simili “misfatti”?

La Grande Madre rimane in silenzio?

O invece è certo che si fa di tutto per fare entrare i propri figli nelle prestigiose accademie?

Già…. vien da pensare che quelli sono ragazzini sani e di buona educazione, mentre i figli dei separati stupidamente conflittuali sono dei diversi, e vanno “tutelati” adottando sistemi e motivazioni che rasentano in alcuni casi l’idiozia.

Le contraddizioni nel Diritto di Famiglia simulano per la loro gravità e stupidità i sistemi disorganizzati  a valenza interpretativa. I ragionamenti posti in essere da codesti operatori – sulla pelle dei figli degli altri – contraddicono se stessi e le scelte che farebbero per i loro stessi figli. I diversi, ossia i figli dei separati,  sembrano essere assunti come modelli sperimentali di studio, a cui vanno applicate regole lontane dalla realtà. Sono soggetti cui è possibile inventare e somministrare a piacimento qualsivoglia pensiero di giornata.

Come si arriva a questo ? Colpa di una giurisprudenza che vuole sopravvivere a se stessa nell’accezione restauratrice di gattopardiana memoria.

Pensate sia tutto?

No, non lo è. Semmai esistesse una scala graduata per misurare le violazioni della dignità umana, i numeri dell’asticella tenderebbero all’infinito. Infatti, migliaia di padri con un buon salario di 1500/2000 euro al mese vengono lasciati per sentenza con una disponibilità di 150/300 euro al mese. Sono i nuovi poveri di cui si è discusso al TG2 “Punto di Vista” qualche giorno fa). Sono i poveri prodotti dal sistema giudiziario. Sono le persone dimenticate, oltraggiate nell’animo e nella vita. Sono il prodotto di coloro che non sanno intendere il Diritto di Famiglia in nessun altro modo. Sono gli offesi della giustizia e della politica.

A questi uomini è fatto divieto di incontrare i figli per la loro vita “randagia”. Non parliamo dei pernottamenti, perchè non avrebbero dove portare i minori. Il sistema giudiziario prima ti affama poi ti toglie i figli. Veramente incredibile un simile risultato, elargito da chi deve tutelare i diritti dell’individuo. Non si può certamente azzoppare una parte per “tutelarne” un’altra, anche perché l’eventuale tutela è solo di tipo economico e lascia ancora una volta la tutela mentale dei minori fuori dalla porta.

In questo modo si presenta un padre perdente, e da studi condotti è questo ciò che vive un bambino nella sua interiorità. Commetterà atti antisociali e conoscerà per la seconda volta le decisioni di un giudice. La sua vita sarà costellata da punizioni per il solo motivo che qualcuno da piccolo gli ha tolto il padre dopo averlo reso ridicolo agli occhi di tutti.

Con proiezioni prospettiche (calcolo statistico-matematico dell’analisi socio-giudiziaria) avevo già previsto quello che oggi sta accadendo. Solo gli ottusi, gli autoreferenziali e gli autoriformatori non avevano capito tutto questo o hanno fatto finta di non capire. Alcuni Assessori alle Politiche Sociali si stanno prodigando per dare un alloggio ai padri che versano – per sentenza – in condizioni economiche disastrose. Orbene, sono convinto che le condizioni economiche di altri migliaia di padri peggioreranno nel momento in cui si avrà la certezza che per i senza diritti ci sarà un alloggio gratuito messo a disposizione dal Comune. Tutti gli sforzi posti in essere dagli Assessori saranno vanificati in quanto ai padri aiutati dalle strutture pubbliche sarà ulteriormente decurtato lo stipendio. Tanto c’è chi da loro un tetto e un piatto di minestra.

I senza diritti, paradossalmente, saranno ancora più poveri.

http://www.adiantum.it/public/2753-prima-ti-affamano,-poi-ti-tolgono-i-figli—di-salvatore-garofalo.asp

FALSE DENUNCIE E FALSI ABUSI NELLE SEPARAZIONI v.02

Posted by Stefy on 4 novembre 2010 under Archivio, Primo Piano | Comments are off for this article

FALSE DENUNCIE E FALSI ABUSI NELLE SEPARAZIONI v.02

dati raccolti da www.paternita.info movimento per la tutela della paternità, dell’infanzia e dell’adolescenza

* PUBBLICO MINISTERO CARMEN PUGLIESE

quotidiano “Eco di Bergamo” del 31/01/2009
FALSE E PREMEDITATE DALLE EX MOGLIE l’80% DELLE DENUNCIE DI MALTRATTAMENTI NELLE SEPARAZIONI.
La dichiarazione della PM Carmen Pugliese autorizzata dal Procuratore Generele Galizi in occasione della inaugurazione dell’anno giudiziario 2009:
“vero il 20% dei casi, le altre vogliono soldi dagli ex.” – I maltrattamenti in famiglia stanno diventando un’arma di ritorsione per i contenziosi civili durante le separazioni – avverte Carmen Pugliese, PM del pool della Procura specializzato in reati sessuali e familiari (solo nella bergamasca più di una denuncia al giorno).
[..] Molte volte le versioni fornite dalle presunte vittime (donne) sono gonfiate ad arte. Solo in 2 casi su 10 si tratta di maltrattamneti veri analizza la PM – il resto sono querele enfatizzate e usate come ricatto nei confronti dei mariti durante la separazione. “Se non mi concedi tot benefici, io ti denuncio” è la minaccia che fanno alcune mogli. Tanto che, una volta ottenuto quello che volevano, tornano in Procura a chiedere di ritirare la denuncia. L’impressione è che alcune mogli tendano a usare PM e Polizia Giudiziaria come strumento per perseguire i propri interessi economici in fase di separazione. [..]
Carmen Pugliese una tiratina d’orecchi la riserva anche alle associazioni che operano a tutela delle donne: “non fanno l’operazione di filtro che dovrebbero fare: incitano le assistite a denunciare, ma poi si disinteressano del percorso giudiziario, di verificare come finirà la vicenda. Mi sembra una difesa indiscriminata della tutela della donna che viene a denunciare i maltrattamenti, senza mettere in conto che questa donna potrebbe sempre cambiare versione”.
fatta le false denunce provengono quasi nella totalità da donne, spesso madri che in tal modo tentano di allontanare gli ex mariti dai figli

* PUBBLICO MINISTERO BARBARA BRESCI

quotidiano “il Secolo XIX” del 25/11/2009

SI RICORRE ALLA QUERELA (STALKING) DEL CONIUGE PER RISOLVERE A PROPRIO FAVORE CONTRNZIOSI CIVILI PER L’AFFIDAMENTO DEI FIGLI O PER L’ASSEGNO DI MANTENIMETO.

La dottoressa Bresci Barbara è il magistrato che dall’introduzione del nuovo reato nel nostro ordinamento (febbraio 2009), ha aperto il più alto numero di fascicoli per stalking.
ultimo aggiornamento 01.12.2009 – ricerca su false denuncie e falsi abusi nelle separazioni – pag. 2
intervista:
IN COSA CONSISTE LA GENERICITA’ DELLA NORMA?
“Significa che le procure sono costrette a interpretare la legge, con il rischio di concedere troppo spazio alla discrezionalità. Mi spiego. Il legislatore stabilisce che i presupposti che configurano il reato di stalking sono sostanzialmente tre, ovvero che la presunta vittima, a seguito di pressioni, persecuzioni, minacce, violenze e quant’altro, viva una condizione di ansia, abbia timore per la propria incolumità e che a causa delle condotte dello “stalker” venga costretta a modificare le sue abitudini di vita e di relazione. Inoltre, la legge parla di condotte reiterate, senza fornire parametri di riferimento precisi e omogenei. In questo modo diventa difficile inquadrare lo stalking e diversificare il reato rispetto alle singole contestazioni di molestie e maltrattamenti in famiglia. Per non parlare, poi, dei rischi di strumentalizzazione della giustizia penale, che aumentano in maniera proporzionale all’incremento dei fascicoli per stalking.”
VUOLE DIRE CHE MOLTE VITTIME NON SONO TALI?
“Spiace constatarlo, ma è così. Sempre più spesso si ricorre alla querela del coniuge o del convivente per risolvere a proprio favore i contenziosi civili per l’affidamento dei figli o per l’assegno di mantenimento. Non sono rari i casi che, a controversia sanata, le querele vengano rimesse, con buona pace per le risorse professionali ed economiche investite dagli inquirenti allo scopo di istruire i fascicoli e raccogliere gli elementi probatori a carico degli indagati. [..]”
CAPITA SPESSO?
“Purtroppo sì. Anche in casi molto gravi, che in precedenza avevano portato all’emissione di una MISURA CAUTELARE. Per ovvi motivi di riservatezza non posso entrare nel merito dei singoli episodi, ma ancora di recente mi è stato comunicato dal difensore e dalla parte civile che una coppia ha espresso la volontà di tornare insieme dopo che, durante l’indagine, avevamo accertato episodi gravissimi a carico dell’UOMO”.

* PUBBLICO MINISTERO J. MONICA MAGI

dal portale “CRIMINOLOGIA.IT” del 29/01/2009

LE FALSE DENUNCIE PROVENGONO QUOASI NELLA TOTALITA’ DA DONNE, SPESSO MADRI CHE IN TAL MODO TENTANO DI ALLONTANARE GLI EX MARITI DAI FIGLI..

La dottoressa Jaqueline Monica Magi è giudice del tribunale di Pistoia.
“Potrebbe sembrare incredibile che si possa accusare qualcuno che si sa innocente di un delitto turpe quale quello di violenza sessuale, in particolare quando è perpetrata su un bambino, eppure succede e neanche troppo raramente […] per l’esperienza fatta le false denunce provengono quasi nella totalità da donne, spesso madri che in tal modo tentano di allontanare gli ex mariti dai figli o peggio credono di vendicarsi di non si sa quali torti subiti durante il matrimonio.”
ultimo aggiornamento 01.12.2009 – ricerca su false denuncie e falsi abusi nelle separazioni – pag. 3
* CENTRO NAZIONALE FALSI ABUSI
ultimi dati del presidente VITTORIO APOLLONI, pubblicati dal quotidiano “L’Avvenire”
L’80% DELLE DENUNCIE PER MALTRATTAMENTI SONO FALSE.
* ALTRE FONTI STATISTICHE
DATI EURISPES – 80.000 sono ogni anno gli Italiani che subiscono ingiusta detenzione e 32 milioni di euro di indennizzo nel solo anno 2008 per lungaggini delle cause.
DATI GESEF.ORG – 26.800 sono i padri separati denunciati falsamente (dal 1998 al 2006).
OMS (Organismo Mondiale della Sanità) e UE – In Italia 4 suicidi su 5 sono maschili, mentre in Europa sono 2.000 i papà separati che ogni anno si suicidano.
L’ANGOLO DIDATTICO – “Dalla storia antica..”
Giuseppe fu menato in Egitto; e POTIFAR, ufficiale di Faraone, lo comprò da quegl’Ismaeliti. [..] Or Giuseppe era di presenza avvenente e di bell’aspetto. Avvenne che la moglie del signore (il padrone di Giuseppe) gli mise gli occhi addosso, e gli disse: “Giaciti meco”. (“fai l’amore con me”)
Ma egli rifiutò e disse alla moglie del suo signore: “il mio signore non s’informa da me di nulla ch’è nella casa, e ha messo nelle mie mani tutto quello che ha; egli stesso non è più grande di me in questa casa; e nulla mi ha divietato, tranne che te, perché sei sua moglie. Come dunque potrei io fare questo gran male e peccare contro Dio?”. E benché ella gliene parlasse ogni giorno, Giuseppe non acconsentì, né a giacersi né a stare con lei.
Or avvenne che un giorno egli entrò in casa per fare il suo lavoro; e non c’era quivi alcuno della gente di casa; ed essa lo afferrò per la veste, e gli disse: “Giaciti meco”. Ma egli le lasciò in mano la veste, e fuggì fuori. E quand’ella vide ch’egli le aveva lasciata la veste in mano e ch’era fuggito fuori, chiamò la gente della sua casa, e le parlò così:
“Vedete, ei ci ha menato in casa un Ebreo per pigliarsi giuoco di noi; esso è venuto da me per giacersi meco, ma io ho gridato a gran voce. E com’egli ha udito ch’io alzavo la voce e gridavo, mi ha lasciato qui la sua veste, ed è fuggito fuori!”
(quando il marito tornò a casa racconto la stessa cosa) – Quando il signore di Giuseppe ebbe intese le parole di sua moglie che gli diceva: “Il tuo servo mi ha fatto questo!” l’ira sua s’infiammò. E il signore di Giuseppe lo prese e lo mise nella prigione, nel luogo ove si tenevano chiusi i carcerati del re.
(SACRA BIBBIA, ANTICO TESTAMENTO – GENESI CAPITOLO TRENTANOVESIMO “Giuseppe in carcere”)

[Fonte http://www.paternita.info/downloads/sentenze/separazioni-falsedenuncie-v02.pdf]

Falsi abusi a Pordenone. Un test scagiona il padre, il bimbo affetto da PAS gravissima

Posted by Stefy on 30 settembre 2010 under Archivio, Primo Piano | Comments are off for this article

Un padre finisce a processo con accuse terribili e infamanti: il sospetto è che abbia abusato sessualmente del figlio. Tutto si fonda sulle dichiarazioni del bambino, che all’epoca aveva 7 anni, e del fratellino di 4, che racconta agli inquirenti di aver subito punizioni durissime. Erano tutte bugie. E per dimostrarlo ci è voluto una sorta di “test della verità”, la cosiddetta validation.

Un elemento di novità introdotto del gup Piera Binotto, uno strumento scientifico che valuta l’attendibilità dei minori che sostengono di essere stati vittime di abusi sessuali. Il test, eseguito da un esperto di medicina forense, sulla base di alcuni criteri che valutano le risposte date dai bambini e i loro racconti, fa emergere dubbi e contraddizioni. Viene elaborato sulla base di un punteggio che nel caso del bambino pordenonese non lasciava spazio a dubbi: si era inventato tutto.

Il padre, che da due anni e mezzo non vede i figli, ieri è stato assolto perchè il fatto non sussiste. In questo suo calvario è stato assistito dall’avvocato Alberto Fenos.

Sullo sfondo di questa drammatica vicenda familiare c’è una separazione conflittuale tra coniugi. La moglie trova un nuovo compagno, si trasferisce con i figli a 300 chilometri di distanza e il padre fa istanza al Tribunale di modifica delle condizioni di divorzio. Da quel momento la situazione precipita. Un giorno la madre chiama Telefono azzurro e riferisce delle molestie sessuali subite dal figlio maggiore. Viene interessata la Questura e nell’aprile 2008 la Procura allontana i bambini dal papà, che non li vede da due anni e mezzo.

Con la formula dell’incidente probatorio viene sentito il figlio di 7 anni, che conferma, pur cambiando versione, le accuse contro il genitore. Verrà anche sottoposto a perizia per stabilire se è capace di testimoniare. Infine, si arriverà al processo. Per il presunto padre-orco si chiede il rinvio a giudizio. La difesa ottiene di celebrare il processo in udienza preliminare, con un rito abbreviato condizionato: vuole raccogliere le testimonianze della maestra, dell’assistente sociale e del proprio consulente tecnico, che ha concluso la sua perizia sostenendo che il piccolo è affetto da una gravissima forma di Pas, la sindrome da alienazione parentale che lo spingerebbe ad accusare il padre. Il giudice inserisce le testimonianze di altri familiari: tutti negano gli abusi e i maltrattamenti nei confronti del bambino di 4 anni. Le contraddizioni sono tante, al punto da spingere il giudice a rivolgersi al dottor Luca Sammicheli dell’Università di Bologna affinchè esegua una validation, il “test della verità” che ieri ha scagionato il padre.

Ora si spera di recuperare gli affetti. Il genitore ha fatto istanza al Tribunale affinchè si possa concordare un percorso di riavvicinamento con i due figli. Sarà una strada lenta e difficile, ma il papà, che aspetta questo momento da due anni e mezzo, è disposto a tutto pur di ritrovare i figli perduti.

[Fonte ilgazzettino.it]

Secondo le perizie non ci fu violenza sessuale su disabile

Posted by Stefy on 28 settembre 2010 under Archivio, Primo Piano | Comments are off for this article

Alla luce di ciò, i difensori Piero purchase prescription drugs without a prescription e Salvatore Rustico hanno chiesto al magistrato Sandra Levanti la remissione in libertà del loro assistito

Non ci sarebbero tracce di violenza sessuale sul corpo della ragazza in inferiorità psichica di cui, secondo l’accusa, avrebbe abusato nel garage di casa sua un 60enne di Pozzallo, coniugato e padre di figli, nonché nonno. E’ quanto emerso dall’incidente probatorio in tribunale, dove sono state rese note le perizie dei consulenti della pubblica accusa e della difesa, concordi nel non aver riscontrato tracce di stupro.

Alla luce di ciò, i difensori Piero e Salvatore Rustico hanno chiesto al magistrato Sandra Levanti la remissione in libertà del loro assistito o, in alternativa, dei domiciliari. L’uomo si trova difatti dietro le sbarre già da alcuni mesi. Il giudice e il pubblico ministero Gaetano Scollo si sono riservati di decidere sulla richiesta avanzata dagli avvocati. Dovrà altresì essere decisa la data di fissazione dell’udienza preliminare a carico dell’uomo. Stando all’esito delle indagini, il pozzallese avrebbe abusato della ragazza, sua vicina di casa, in più occasioni, attirandola nel garage di casa sua, opportunamente «schermato» per evitare gli sguardi dei curiosi.

Antonio Di Raimondo

[Fonte corrierediragusa.it]

Spagna: 350 false accuse al giorno, da mogli in fase di divorzio

Posted by Stefy on 24 settembre 2010 under Archivio, Primo Piano | Read the First Comment

Una casa danese ha prodotto un documentario in cui mostra che in Spagna ci sono circa 350 denunce false di abuso ogni giorno. Con “False accuse in Spagna”, RVproductions documenta che la legge spagnola discrimina gli uomini ed elimina il principio della presunzione d’innocenza, poiché gli uomini denunciati finiscono automaticamente in carcere.
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Palermo, false accuse di pedofilia. Assolto fisioterapista, ha rischiato 9 anni di carcere

Posted by Stefy on under Archivio, Primo Piano | Comments are off for this article

Accuse fatte in totale buona fede, o gravissima calunnia ? Nella vicenda che ha colpito C.N., fisioterapista palermitano di 29 anni, ci sono solo due certezze, e cioè che l’uomo era in procinto di separarsi dalla moglie, e che è stato assolto da un’accusa infamante, quella di aver abusato sessualmente della figlioletta di 4 anni.

Vale la pena sottolineare che, mentre i giudici della quinta sezione del tribunale di Palermo lo hanno scagionato, il pm aveva chiesto la condanna dell’imputato a 9 anni di carcere.

In questa storia sembra esserci il tipico squallore delle false accuse, che molti coniugi si scagliano in occasione della separazione. La vicenda è del 2007, quando la nonna materna riferì alla figlia (la ex moglie) che la nipotina “aveva confidato” (a 4 anni…) di avere subito le molestie. La donna, insieme alla figlia, madre della presunta vittima, addirittura registrò le parole della bambina (così, giusto per essere sicuri….) e l’accompagnò da un medico legale che inizialmente ritenne ci fossero le tracce delle molestie.

Solo successivamente a questa strana e illogica “lucidità” venne presentata denuncia. Strana reazione, avranno pensato i giudici: se una bambina riferisce di un abuso sessuale, la prima cosa che un genitore “normale” dovrebbe fare è quella di andare dritto alla polizia. E invece, in questo caso, registriamo grande calma e presenza di spirito, determinazione e pianificazione assolute. Veramente strano.

Ma alla mala sorte del padre si aggiunge anche un altro tassello. La presunta vittima viene sottoposta a colloqui psicologici da parte di un perito del giudice, il quale ne accerta l’attendibilità. Ma, fortunatamente, questa relazione tecnica e la testimonianza della bambina, che ha deposto in aula, non hanno convinto affatto i giudici.

C. N. ha sempre sostenuto che la figlia sia stata indotta ad inventarsi tutto dai familiari della moglie da cui stava per separarsi, e per come vanno le cose in Italia (patria dell’impunità sulle false accuse nella separazione), c’è da credergli.

Naturalmente, durante tutto questo periodo, il padre è stato allontanato dalla figlia.

Chi pagherà per questo ? Difficile che qualcuno paghi. Finchè il Parlamento non inasprirà la pena per il reato di calunnia, modificando opportunamente il codice penale, chi accusa falsamente la farà sempre franca.

Occorrerebbe introdurre, un pò come è stato fatto per il reato di Stalking, un’aggravante per le calunnie perpetrate dall’ex coniuge o convivente, in modo tale da rendere certa la pena detentiva, senza sconti per nessuno.

La prospettiva di un pò di galera, probabilmente, sarebbe il più valido dei deterrenti.

[Fonte adiantum.it]

Tempio. Dopo 11 anni è assolto dall´accusa di pedofilia, ma è già morto

Posted by Stefy on 23 settembre 2010 under Archivio, Primo Piano | Comments are off for this article

I processi sono durati 11 anni, il tempo trascorso dall’arresto degli artigiani Salvatore Manconi e Giuseppe Favini. I due sono stati assolti in tutti i gradi di giudizio dall’accusa infamante di pedofilia. Rimasero in carcere 7 mesi e ora la Corte d’Appello di Cagliari ha stabilito che devono essere risarciti per l’ingiusta detenzione con una somma vicina a 40mila euro. Giuseppe Favini però è scomparso di recente. L’anziano falegname aveva quasi 80 anni, è morto aspettando un provvedimento che chiudesse definitivamente la sua vicenda giudiziaria.

«Adesso – spiega l’avvocato Giovanni Azzena – stiamo valutando se portare il caso davanti alla Corte dei diritti umani».

[Fonte unionesarda.it]

[Immagine da http://idvdonnemassacarrara.files.wordpress.com/2010/04/padre-e-figli.jpg]

“Clonazioni” & “Approvazioni” di pagine su FacciaLibro…

Posted by Stefy on 12 settembre 2010 under Archivio, Primo Piano | Comments are off for this article

C’è solo una parola per definire tutto ciò: ridicolo!

Vi ricordare quel filmato dove le femministe accusano il mondo intere per il proprio mancato raggiungimento di determinati obiettivi? HISTORY REPEATING (La storia si ripete…)

Eccolo:

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Anche Franco Porzio colpito da false accuse. Il nazifemminismo è ormai una aberrazione culturale da combattere ad ogni costo

Posted by Stefy on 1 settembre 2010 under Archivio, Primo Piano | Comments are off for this article

Ci scusiamo con Franco Porzio. In buona fede avevamo ripreso lo scoop delle denunce di sua moglie, che ci erano apparse credibili e non uno dei tanti casi di false accuse.

Franco Porzio e le false accuse. Lo scoop del campione violento si sgonfia

Un bel pò di galera per i moderni delatori-calunniatori, e il buon senso prevarrebbe.

Cialis class=”alignleft size-full wp-image-86″ title=”porzioa” src=”https://www.centriantiviolenza.eu/falseaccuse/wp-content/uploads/2010/09/porzioa.jpg” alt=”” width=”294″ height=”205″ />Se qualcuno non aveva ancora ben chiaro dove le false accuse di un coniuge possano arrivare, adesso lo sa. E lo sa anche Francesco Porzio, ex campione di pallanuoto, reduce da un paio di notti in gattabuia per le accuse, prive di fondamento, di maltrattamenti in famiglia mosse dalla moglie.

Era tutto falso, e il giudice per le Indagini preliminari non ha convalidato l’arresto operato dalla PG per mancanza delle condizioni che lo avrebbero legittimato. Il GIP, inoltre, ha rigettato la richiesta di arresti domiciliari avanzata dal Pubblico Ministero e ha disposto l’immediata scarcerazione del campione olimpico, imponedogli soltanto il divieto di recarsi nell’abitazione coniugale per comprensibili ragioni di opportunità. Quelle di essere accusato falsamente una seconda volta.

Scosso, soprattutto addolorato per quanto successo. è adesso Francesco ha telefonato al suo avvocato Alfonso Furgiuele. «Mi ha ribadito che è molto turbato per quanto è successo – riferisce il suo difensore – per lui la moglie, i figli sono dei valori grandissimi. È scosso, molto, ed ora desidera solo trascorrere qualche giorno in tranquillità». Con la moglie – che ha presentato contro di lui una denuncia – non è arrabbiato, «è deluso, sicuramente, non vuole vederla».

.«Stento a credere che Franco possa aver fatto ciò di cui lo si accusa. Non è mai stato un marito violento ed è sempre stato un padre esemplare». Lo dice Veronica Tufano, prima moglie di Francesco Porzio che è stato arrestato con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Ad accusarlo la sua seconda moglie che, alla polizia, ha raccontato una storia dove la fantasia e il desiderio di rivalsa, covato da tempo, ha varcato i confini del buon senso. E così la donna ha riferito di essere stata spesso vittima di violenze da parte dell’ex pallanuotista campione olimpico. Le dichiarazioni di Veronica Tufano sono state rese note attraverso il legale di Porzio, l’avvocato Alfonso Furgiuele. «Se Chiara (la figlia avuta dal primo matrimonio, ndr) è cresciuta in maniera splendida ed è diventata una ragazza di cui entrambi siamo fieri, il merito è anche del padre – continua la prima moglie di Porzio – Nonostante il divorzio, i nostri rapporti sono eccellenti e tuttora ci sentiamo più volte durante la settimana per parlare di nostra figlia e del suo futuro». E l’ex campione del Posillipo e della Nazionale incassa anche la vicinanza del suocero che oggi ha inviato una lettera ai familiari di Porzio esprimendo «solidarietà nei confronti del genero augurandosi, nel contempo, che la vicenda possa risolversi al più presto nel migliore dei modi nell’interesse soprattutto dei figli».  In pratica, il saggio genitore sta dicendo alla vittima delle false accuse, in codice, di non denunciare la figlia per calunnia.

Insomma, sembre un copione già visto in migliaia di casi in Italia, ma se per l’ex olimpico è stata fatta subito chiarezza, grazie ad un raro impegno investigativo (per questo tipo di denunce), diverse centinaia di uomini (e qualche donna) sono ancora oggi alla ricerca di una giustizia che, se non arriva entro i primi 3-4 giorni, non arriva più. Mesi, anni di procedimenti giudiziari, e c’è chi si è fatto anche un anno di galera.

Sotto accusa la sostanziale impunità di chi commette il reato di calunnia, in special modo se l’autore è di sesso femminile: pare che goda di immediata è incrollabile credibilità. Quasi una sentenza anticipata.

Se in Italia fosse certa la detenzione per questo reato (ad esempio aumentando la pena in caso di calunnie da parte dell’ex coniuge o convivente), scommettiamo che le false accuse calerebbero come d’incanto ?

Un bel pò di galera per i moderni delatori-calunniatori, e il buon senso prevarrebbe.

[Fonte adiantum.it]