Falsi abusi a Pordenone. Un test scagiona il padre, il bimbo affetto da PAS gravissima

Posted by Stefy on 30 settembre 2010 under Archivio, Primo Piano | Comments are off for this article

Un padre finisce a processo con accuse terribili e infamanti: il sospetto è che abbia abusato sessualmente del figlio. Tutto si fonda sulle dichiarazioni del bambino, che all’epoca aveva 7 anni, e del fratellino di 4, che racconta agli inquirenti di aver subito punizioni durissime. Erano tutte bugie. E per dimostrarlo ci è voluto una sorta di “test della verità”, la cosiddetta validation.

Un elemento di novità introdotto del gup Piera Binotto, uno strumento scientifico che valuta l’attendibilità dei minori che sostengono di essere stati vittime di abusi sessuali. Il test, eseguito da un esperto di medicina forense, sulla base di alcuni criteri che valutano le risposte date dai bambini e i loro racconti, fa emergere dubbi e contraddizioni. Viene elaborato sulla base di un punteggio che nel caso del bambino pordenonese non lasciava spazio a dubbi: si era inventato tutto.

Il padre, che da due anni e mezzo non vede i figli, ieri è stato assolto perchè il fatto non sussiste. In questo suo calvario è stato assistito dall’avvocato Alberto Fenos.

Sullo sfondo di questa drammatica vicenda familiare c’è una separazione conflittuale tra coniugi. La moglie trova un nuovo compagno, si trasferisce con i figli a 300 chilometri di distanza e il padre fa istanza al Tribunale di modifica delle condizioni di divorzio. Da quel momento la situazione precipita. Un giorno la madre chiama Telefono azzurro e riferisce delle molestie sessuali subite dal figlio maggiore. Viene interessata la Questura e nell’aprile 2008 la Procura allontana i bambini dal papà, che non li vede da due anni e mezzo.

Con la formula dell’incidente probatorio viene sentito il figlio di 7 anni, che conferma, pur cambiando versione, le accuse contro il genitore. Verrà anche sottoposto a perizia per stabilire se è capace di testimoniare. Infine, si arriverà al processo. Per il presunto padre-orco si chiede il rinvio a giudizio. La difesa ottiene di celebrare il processo in udienza preliminare, con un rito abbreviato condizionato: vuole raccogliere le testimonianze della maestra, dell’assistente sociale e del proprio consulente tecnico, che ha concluso la sua perizia sostenendo che il piccolo è affetto da una gravissima forma di Pas, la sindrome da alienazione parentale che lo spingerebbe ad accusare il padre. Il giudice inserisce le testimonianze di altri familiari: tutti negano gli abusi e i maltrattamenti nei confronti del bambino di 4 anni. Le contraddizioni sono tante, al punto da spingere il giudice a rivolgersi al dottor Luca Sammicheli dell’Università di Bologna affinchè esegua una validation, il “test della verità” che ieri ha scagionato il padre.

Ora si spera di recuperare gli affetti. Il genitore ha fatto istanza al Tribunale affinchè si possa concordare un percorso di riavvicinamento con i due figli. Sarà una strada lenta e difficile, ma il papà, che aspetta questo momento da due anni e mezzo, è disposto a tutto pur di ritrovare i figli perduti.

[Fonte ilgazzettino.it]

Secondo le perizie non ci fu violenza sessuale su disabile

Posted by Stefy on 28 settembre 2010 under Archivio, Primo Piano | Comments are off for this article

Alla luce di ciò, i difensori Piero purchase prescription drugs without a prescription e Salvatore Rustico hanno chiesto al magistrato Sandra Levanti la remissione in libertà del loro assistito

Non ci sarebbero tracce di violenza sessuale sul corpo della ragazza in inferiorità psichica di cui, secondo l’accusa, avrebbe abusato nel garage di casa sua un 60enne di Pozzallo, coniugato e padre di figli, nonché nonno. E’ quanto emerso dall’incidente probatorio in tribunale, dove sono state rese note le perizie dei consulenti della pubblica accusa e della difesa, concordi nel non aver riscontrato tracce di stupro.

Alla luce di ciò, i difensori Piero e Salvatore Rustico hanno chiesto al magistrato Sandra Levanti la remissione in libertà del loro assistito o, in alternativa, dei domiciliari. L’uomo si trova difatti dietro le sbarre già da alcuni mesi. Il giudice e il pubblico ministero Gaetano Scollo si sono riservati di decidere sulla richiesta avanzata dagli avvocati. Dovrà altresì essere decisa la data di fissazione dell’udienza preliminare a carico dell’uomo. Stando all’esito delle indagini, il pozzallese avrebbe abusato della ragazza, sua vicina di casa, in più occasioni, attirandola nel garage di casa sua, opportunamente «schermato» per evitare gli sguardi dei curiosi.

Antonio Di Raimondo

[Fonte corrierediragusa.it]

Spagna: 350 false accuse al giorno, da mogli in fase di divorzio

Posted by Stefy on 24 settembre 2010 under Archivio, Primo Piano | Read the First Comment

Una casa danese ha prodotto un documentario in cui mostra che in Spagna ci sono circa 350 denunce false di abuso ogni giorno. Con “False accuse in Spagna”, RVproductions documenta che la legge spagnola discrimina gli uomini ed elimina il principio della presunzione d’innocenza, poiché gli uomini denunciati finiscono automaticamente in carcere.
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Palermo, false accuse di pedofilia. Assolto fisioterapista, ha rischiato 9 anni di carcere

Posted by Stefy on under Archivio, Primo Piano | Comments are off for this article

Accuse fatte in totale buona fede, o gravissima calunnia ? Nella vicenda che ha colpito C.N., fisioterapista palermitano di 29 anni, ci sono solo due certezze, e cioè che l’uomo era in procinto di separarsi dalla moglie, e che è stato assolto da un’accusa infamante, quella di aver abusato sessualmente della figlioletta di 4 anni.

Vale la pena sottolineare che, mentre i giudici della quinta sezione del tribunale di Palermo lo hanno scagionato, il pm aveva chiesto la condanna dell’imputato a 9 anni di carcere.

In questa storia sembra esserci il tipico squallore delle false accuse, che molti coniugi si scagliano in occasione della separazione. La vicenda è del 2007, quando la nonna materna riferì alla figlia (la ex moglie) che la nipotina “aveva confidato” (a 4 anni…) di avere subito le molestie. La donna, insieme alla figlia, madre della presunta vittima, addirittura registrò le parole della bambina (così, giusto per essere sicuri….) e l’accompagnò da un medico legale che inizialmente ritenne ci fossero le tracce delle molestie.

Solo successivamente a questa strana e illogica “lucidità” venne presentata denuncia. Strana reazione, avranno pensato i giudici: se una bambina riferisce di un abuso sessuale, la prima cosa che un genitore “normale” dovrebbe fare è quella di andare dritto alla polizia. E invece, in questo caso, registriamo grande calma e presenza di spirito, determinazione e pianificazione assolute. Veramente strano.

Ma alla mala sorte del padre si aggiunge anche un altro tassello. La presunta vittima viene sottoposta a colloqui psicologici da parte di un perito del giudice, il quale ne accerta l’attendibilità. Ma, fortunatamente, questa relazione tecnica e la testimonianza della bambina, che ha deposto in aula, non hanno convinto affatto i giudici.

C. N. ha sempre sostenuto che la figlia sia stata indotta ad inventarsi tutto dai familiari della moglie da cui stava per separarsi, e per come vanno le cose in Italia (patria dell’impunità sulle false accuse nella separazione), c’è da credergli.

Naturalmente, durante tutto questo periodo, il padre è stato allontanato dalla figlia.

Chi pagherà per questo ? Difficile che qualcuno paghi. Finchè il Parlamento non inasprirà la pena per il reato di calunnia, modificando opportunamente il codice penale, chi accusa falsamente la farà sempre franca.

Occorrerebbe introdurre, un pò come è stato fatto per il reato di Stalking, un’aggravante per le calunnie perpetrate dall’ex coniuge o convivente, in modo tale da rendere certa la pena detentiva, senza sconti per nessuno.

La prospettiva di un pò di galera, probabilmente, sarebbe il più valido dei deterrenti.

[Fonte adiantum.it]

Tempio. Dopo 11 anni è assolto dall´accusa di pedofilia, ma è già morto

Posted by Stefy on 23 settembre 2010 under Archivio, Primo Piano | Comments are off for this article

I processi sono durati 11 anni, il tempo trascorso dall’arresto degli artigiani Salvatore Manconi e Giuseppe Favini. I due sono stati assolti in tutti i gradi di giudizio dall’accusa infamante di pedofilia. Rimasero in carcere 7 mesi e ora la Corte d’Appello di Cagliari ha stabilito che devono essere risarciti per l’ingiusta detenzione con una somma vicina a 40mila euro. Giuseppe Favini però è scomparso di recente. L’anziano falegname aveva quasi 80 anni, è morto aspettando un provvedimento che chiudesse definitivamente la sua vicenda giudiziaria.

«Adesso – spiega l’avvocato Giovanni Azzena – stiamo valutando se portare il caso davanti alla Corte dei diritti umani».

[Fonte unionesarda.it]

[Immagine da http://idvdonnemassacarrara.files.wordpress.com/2010/04/padre-e-figli.jpg]

“Clonazioni” & “Approvazioni” di pagine su FacciaLibro…

Posted by Stefy on 12 settembre 2010 under Archivio, Primo Piano | Comments are off for this article

C’è solo una parola per definire tutto ciò: ridicolo!

Vi ricordare quel filmato dove le femministe accusano il mondo intere per il proprio mancato raggiungimento di determinati obiettivi? HISTORY REPEATING (La storia si ripete…)

Eccolo:

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Anche Franco Porzio colpito da false accuse. Il nazifemminismo è ormai una aberrazione culturale da combattere ad ogni costo

Posted by Stefy on 1 settembre 2010 under Archivio, Primo Piano | Comments are off for this article

Ci scusiamo con Franco Porzio. In buona fede avevamo ripreso lo scoop delle denunce di sua moglie, che ci erano apparse credibili e non uno dei tanti casi di false accuse.

Franco Porzio e le false accuse. Lo scoop del campione violento si sgonfia

Un bel pò di galera per i moderni delatori-calunniatori, e il buon senso prevarrebbe.

Cialis class=”alignleft size-full wp-image-86″ title=”porzioa” src=”https://www.centriantiviolenza.eu/falseaccuse/wp-content/uploads/2010/09/porzioa.jpg” alt=”” width=”294″ height=”205″ />Se qualcuno non aveva ancora ben chiaro dove le false accuse di un coniuge possano arrivare, adesso lo sa. E lo sa anche Francesco Porzio, ex campione di pallanuoto, reduce da un paio di notti in gattabuia per le accuse, prive di fondamento, di maltrattamenti in famiglia mosse dalla moglie.

Era tutto falso, e il giudice per le Indagini preliminari non ha convalidato l’arresto operato dalla PG per mancanza delle condizioni che lo avrebbero legittimato. Il GIP, inoltre, ha rigettato la richiesta di arresti domiciliari avanzata dal Pubblico Ministero e ha disposto l’immediata scarcerazione del campione olimpico, imponedogli soltanto il divieto di recarsi nell’abitazione coniugale per comprensibili ragioni di opportunità. Quelle di essere accusato falsamente una seconda volta.

Scosso, soprattutto addolorato per quanto successo. è adesso Francesco ha telefonato al suo avvocato Alfonso Furgiuele. «Mi ha ribadito che è molto turbato per quanto è successo – riferisce il suo difensore – per lui la moglie, i figli sono dei valori grandissimi. È scosso, molto, ed ora desidera solo trascorrere qualche giorno in tranquillità». Con la moglie – che ha presentato contro di lui una denuncia – non è arrabbiato, «è deluso, sicuramente, non vuole vederla».

.«Stento a credere che Franco possa aver fatto ciò di cui lo si accusa. Non è mai stato un marito violento ed è sempre stato un padre esemplare». Lo dice Veronica Tufano, prima moglie di Francesco Porzio che è stato arrestato con l’accusa di maltrattamenti in famiglia. Ad accusarlo la sua seconda moglie che, alla polizia, ha raccontato una storia dove la fantasia e il desiderio di rivalsa, covato da tempo, ha varcato i confini del buon senso. E così la donna ha riferito di essere stata spesso vittima di violenze da parte dell’ex pallanuotista campione olimpico. Le dichiarazioni di Veronica Tufano sono state rese note attraverso il legale di Porzio, l’avvocato Alfonso Furgiuele. «Se Chiara (la figlia avuta dal primo matrimonio, ndr) è cresciuta in maniera splendida ed è diventata una ragazza di cui entrambi siamo fieri, il merito è anche del padre – continua la prima moglie di Porzio – Nonostante il divorzio, i nostri rapporti sono eccellenti e tuttora ci sentiamo più volte durante la settimana per parlare di nostra figlia e del suo futuro». E l’ex campione del Posillipo e della Nazionale incassa anche la vicinanza del suocero che oggi ha inviato una lettera ai familiari di Porzio esprimendo «solidarietà nei confronti del genero augurandosi, nel contempo, che la vicenda possa risolversi al più presto nel migliore dei modi nell’interesse soprattutto dei figli».  In pratica, il saggio genitore sta dicendo alla vittima delle false accuse, in codice, di non denunciare la figlia per calunnia.

Insomma, sembre un copione già visto in migliaia di casi in Italia, ma se per l’ex olimpico è stata fatta subito chiarezza, grazie ad un raro impegno investigativo (per questo tipo di denunce), diverse centinaia di uomini (e qualche donna) sono ancora oggi alla ricerca di una giustizia che, se non arriva entro i primi 3-4 giorni, non arriva più. Mesi, anni di procedimenti giudiziari, e c’è chi si è fatto anche un anno di galera.

Sotto accusa la sostanziale impunità di chi commette il reato di calunnia, in special modo se l’autore è di sesso femminile: pare che goda di immediata è incrollabile credibilità. Quasi una sentenza anticipata.

Se in Italia fosse certa la detenzione per questo reato (ad esempio aumentando la pena in caso di calunnie da parte dell’ex coniuge o convivente), scommettiamo che le false accuse calerebbero come d’incanto ?

Un bel pò di galera per i moderni delatori-calunniatori, e il buon senso prevarrebbe.

[Fonte adiantum.it]