Il femminismo estremo o nazifemminismo ha distrutto e sta distruggendo la famiglia. DIFENDILA!

Posted by Stefy on 20 agosto 2010 under Archivio, Primo Piano | Comments are off for this article

Molti credono che il femminismo, nonostante il nome, rivendichi equità fra donne ed uomini. Altri credevano che il nazismo rivendicasse equità per i tedeschi, e che i progetti di distruzione che Hitler aveva esposto nel Mein Kampf fossero solo provocazioni. Dietro la difesa dei giusti diritti di donne e tedeschi, si nasconde ben altro. Questo il Mein Kampf del femminismo:

«La famiglia nucleare dev’essere distrutta… qualunque sia il significato finale, lo sfascio delle famiglie è adesso un processo obiettivamente rivoluzionario». Linda Gordon

«Dal momento che il matrimonio costituisce una schiavitù per le donne, è chiaro che il Movimento delle Donne debba concentrarsi per attaccare questa istituzione. La libertà per le donne non potrà essere acquisita finché il matrimonio non verrà abolito». Sheila Cronan

«Affinché i bambini vengano cresciuti con parità, dobbiamo portarli via dalle famiglie e crescerli in comuni appositi». Mary Jo Bane.

«La cosa più misericordiosa che una famiglia numerosa possa fare ad uno dei suoi bambini più piccoli è ucciderlo». Margaret Sanger, in “Donne la nuova razza”, pag. 67.

«Non si dovrebbe permettere a nessuna donna di stare a casa ed accudire i suoi bambini. Le donne non devono avere questa possibilità, perché altrimenti troppe donne la sceglierebbero». Simone de Beauvoir

«Essere una casalinga è una professione illegittima. La scelta di servire ed essere protetta, e di pianificare una vita familiare è una scelta che non dovrebbe esistere. Il cuore del femminismo radicale è di cambiare tutto ciò». Vivian Gornick.

«Non possiamo distruggere le iniquità fra gli uomini e le donne finché non distruggeremo il matrimonio». Robin Morgan (Sisterhood Is Powerful).

«Sotto il patriarcato ogni donna è una vittima, del passato, del presente e del futuro. Sotto il patriarcato, la figlia di ogni donna è una vittima, del passato, del presente e del futuro. Sotto il patriarcato il figlio di ogni donna è il suo potenziale traditore e anche l’inevitabile stupratore o violentatore di un’altra donna». Andrea Dworkin

«Il matrimonio è da sempre esistito per il beneficio degli uomini; ed è stato un metodo legalmente sanzionato per controllare le donne… Dobbiamo distruggerlo. La fine dell’istituzione del matrimonio è una condizione necessaria per la liberazione delle donne. È per noi quindi importante incoraggiare le donne a lasciare i loro mariti e non vivere da sole con gli uomini… Tutta la storia dovrà essere riscritta in termini di oppressione delle donne» dalla “Dichiarazione di Femminismo”.

«Qualsiasi rapporto sessuale, anche il sesso consensuale all’interno del matrimonio, è un atto di violenza perpetrato contro una donna». Catherine MacKinnon

* * *

Tante donne e uomini hanno denunciato il pericolo femminista:

«L’unica cosa di cui un bambino ha davvero bisogno, i suoi genitori assieme sotto lo stesso tetto, viene minata dall’ideologia che dice di difendere i diritti delle donne». Erin Pizzey, fondatrice dei centri anti-violenza.

«A voler ignorare sistematicamente la violenza ed il potere delle donne, a proclamarle sempre oppresse e quindi innocenti, si dipinge una umanità divisa in due che non corrisponde alla verità». Élisabeth Badinter

«Il femminismo americano è il movimento neo-Marxista più influente in America, se non il più estremo. Ha demolito la famiglia americana così come il drugstore comunismo demolì l’economia russa, e la maggior parte del danno è irreversibile». Ruth Wisse, professoressa ad Harvard.

Sir Winston Churchill, l’uomo che, non creduto, denunciò il pericolo nazista fin dalla sua nascita, disse anche: «Il movimento delle suffragette è solo la punta dell’iceberg… Significherà la distruzione della struttura sociale». Solo quando l’Inghilterra rimase sola di fronte ad un Europa sotto il nazi-fascismo, Churchill poté iniziare a combatterlo: «non ho altro da offrirvi che sangue, fatica, lacrime e sudore. Abbiamo di fronte a noi un cimitero dei più penosi. Abbiamo di fronte a noi molti, molti lunghi mesi di lotta e di sofferenza. Se chiedete quale sia la nostra politica risponderò: di muover guerra, per terra, mare e aria, con tutto il nostro potere e con tutta la forza che Dio ci dà, di muover guerra contro una mostruosa tirannia, mai superata nell’oscuro deplorevole elenco dei delitti umani».

Oggi, la fondatrice dei centri anti-violenza, dopo aver denunciato come le femministe li hanno trasformati in centri di odio misandrici, ci rivolge questo appello:

«Nuove leggi devono riconoscere che la famiglia tradizionale, con la mamma ed il papà che vivono sotto lo stesso tetto con i loro figli, offre ai bambini la migliore possibilità di diventare adulti sani, amorevoli e rispettosi della legge. Quelle donne che amano i loro mariti, i loro partner, i loro figli devono unirsi al movimento degli uomini nel combattere le leggi anti-uomini. Questa è la nostra ultima possibilità di correggere un male atroce. Milioni di uomini ed i loro bambini hanno sofferto nelle mani di questo malvagio movimento femminista. È arrivato il momento per uomini e donne di dire NO AL FEMMINISMO». Erin Pizzey.

E adesso i finiani si occupino di responsabilita´ civile dei giudici

Posted by Stefy on 7 agosto 2010 under Archivio, Primo Piano | Comments are off for this article

Fa discutere all’interno del Pdl la scelta compiuta da taluni esponenti di area liberale di seguire il presidente della Camera nella sua manovra di allontanamento da Silvio Berlusconi.

Personalmente, pur essendo stato tra i radicali che all’epoca della nascita della Rosa nel Pugno preferirono seguire Benedetto Della Vedova verso il centrodestra, dando vita ai Riformatori Liberali, fin dal momento della nascita del Pdl non  ho ritenuto di aderire al partito del predellino, vista la deriva sempre più conservatore ed illiberale che  il movimento andava assumendo nei contenutine e in virtù della struttura assolutamente ademocratica che, tra un applauso ed un inno, si andava mettendo in piedi.

Contestualmente ho assistito alla silente ed acritica adesione di taluni dei liberali del centrodestra, restandone non poco perplesso; ed  oggi fa specie vedere quegli stessi esponenti cadere dal pero ed accorgersi – guarda un po’ – della assoluta mancanza di spazi per il confronto e la dialettica all’interno di quel movimento.

E ciò a tacere del fatto che proprio quegli stessi esponenti hanno sovente  in passato dato vita ad associazioni politico culturali in cui l’autoreferenzialità, la mancanza di regole e la incontendibilità dei ruoli era la regola e non certo una spiacevole eccezione.

Ma tant’è: la speciale propensione della molecola liberale nel dividersi in atomi fa sì che ad oggi, all’interno della pattuglia liberale che aveva inizialmente aderito alla Casa delle Libertà, siano presenti almeno tre posizioni. La prima, quella dei finiani, autorevolmente rappresentati da Benedetto Della Vedova, la seconda, rimasta fedele al Presidente del Consiglio e per la verità ormai orfana di esponenti di spicco, ed una terza composta da coloro che avevano già precedentemente preso le distanze dal Pdl, proprio per la presenza sempre più marcata – come si è detto sopra – all’interno del Popolo della Libertà, di meccanismi autoreferenziali e conservatori che dal centro tendevano a riproporsi in periferia secondo uno schema immutato.

Ma sarebbe sbagliato liquidare la faccenda affibbiando le tre etichette  di “finiani”, “berlusconiani” e “terzisti” a seconda della posizione assunta così come sarebbe un errore dare vita ad una contrapposizione che non farebbe che produrre l’effetto di continuare a rimandare la stagione delle riforme liberali che  il Paese attende da decenni. Ed allora, piuttosto che concentrarsi sulle etichette, occorrerà guardare ai contenuti, alla sostanza ed alla forma delle scelte del partito che verrà.

Sarà partito vero, con ampi spazi di democrazia interna e contendibilità di tutte le posizioni? Sarà un movimento di stampo liberale o piuttosto conservatore e bolscevico (nel senso espresso da Filippo Facci su Libero di ieri)? E, stando al terreno che più ci interessa, saprà esprimere posizioni realmente riformatrici in materia di giustizia? Ecco, Fini e  i suoi – ma anche Berlusconi, beninteso – sono attesi, programma elettorale alla mano, alla prova dei fatti.

Come rammentava giorni fa il direttore di Giustizia Giusta, Gianluca Perricone,  il programma elettorale su cui Fini, Bocchino, Granata, ecc. ecc. hanno ricevuto il mandato degli elettori parlava, tra le altre cose, di riforma della legge sulle intercettazioni. Quella è andata a finire come sappiamo, amen. Ma in quel programma where can i buy prescription drugs without a prescription si prospetta anche, tanto per dirne un’altra, la revisione della legge sulla responsabilità civile dei magistrati. Ecco, facciamo, di questa, la cartina di tornasole su cui misura

re il rispetto che Fini ed  i suoi vorranno mostrare a chi li ha eletti. Tanto più saranno credibili quanto più vorranno onorare  il contratto elettorale e, al tempo stesso, dar vita ad un partito che metta proprio la volontà degli iscritti e degli elettori al centro dell’azione. Non resta che attendere e tirare le somme.

[Fonte: giustiziagiusta.info – Alessio Di Carlo]

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Milano, carcere e 8 anni di vergogna per il ´pedofilo´: ma era un errore giudiziario

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Di Massimo Pandolfi. Nel 2002 il maestro di una scuola elementare nel centro di Milano venne arrestato con l’accusa di aver violentato due alunni di 8 anni nei bagni durante l’orario scolastico. Ha trascorso in carcere 247 giorni, si è ammalato, ovviamente è stato sputtanato, sarebbe buy prescription drugs online without prescription morto dalla vergogna. Nel 2005 l’uomo è stato assolto con formula piena ‘perchè il fatto non sussiste’, sentenza confermata in Appello nel 2009. Ora, luglio 2010, il maestro ha ottenuto come equa riparazione per 247 giorni di arresti, un indennizzo di 158mila euro, praticamente 640 euro al giorno. L’Avvocatura dello Stato ha impugnato il risarcimento sostenendo che 158mila euro sono troppi.

Di fronte a questa triste storia, faccio alcune considerazioni:

1) Ma non si vergogna l’Avvocatura dello Stato a impugnare quel provvedimento?

2) Lavoro da una vita nel mondo dei giornali: a volte ci chiedono barcate di soldi per due righe un po’ cattive pubblicate a pagina 25. E a un povero cristo a cui hanno rovinato 8 anni di vita si fanno tante storie per 158mila euro?

3) Il pm che fece incarcerare il maestro, gli avrà almeno chiesto scusa?

4) Sempre sul pm che ha preso un granchio grande come una casa: non sarà che avrà fatto pure carriera? Mi auguro proprio di no

http://www.massimopandolfi.it/

[Fonte quotidiano.net]

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