Riassunto

Erin Pizzey, la donna che ha sollevato il problema della violenza domestica e fondato il primo centro anti-violenza, racconta che uomini e donne vi collaboravano in armonia fino a quando:

«Le donne del nostro rifugio organizzarono un incontro per aprire nuovi rifugi.  Rimanemmo stupefatte quando a questo incontro arrivarono le lesbiche e le femministe radicali. Iniziarono a votare per loro stesse in questo nuovo movimento. Dopo un dibattito acceso, io e le donne abusate ce ne andammo. Quello che avevo più temuto accadde.  In pochi mesi, le femministe distorsero il tema della violenza domestica.

Il movimento femminista ovunque ha distorto il problema della violenza domestica per i propri fini politici e per riempirsi i portafogli. Mi stupii dell’organizzazione e delle palate di soldi che giravano. […] Sotto la copertura dei centri anti-violenza che danno loro fondi e strutture per portare avanti la guerra di genere contro gli uomini, le femministe hanno iniziato a diffondere dati tendenziosi. […]

Vidi le femministe costruire le loro fortezze di odio contro gli uomini, dove insegnavano alle donne che tutti gli uomini erano stupratori e bastardi. Testimoniai il danno fatto ai bambini in tali rifugi. Osservai i “gruppi di consapevolezza” progettati per plagiare le donne e far loro credere che i mariti fossero nemici da sradicare. Vidi che i padri ed i bambini venivano perseguitati negando i loro diritti. […]

Capii che il femminismo è una frode. Sia le donne che gli uomini possono essere crudeli. L’unica cosa di cui un bambino ha davvero bisogno, i suoi genitori assieme sotto lo stesso tetto, viene minata dall’ideologia che dice di difendere i diritti delle donne.

È venuto il momento di chiudere con questa ideologia dell’odio. […] Quelle donne che amano i loro mariti, i loro partner, i loro figli, si uniscano al movimento degli uomini nel combattere le leggi anti-uomini. Questa è la nostra ultima possibilità di correggere un male atroce. Milioni di uomini ed i loro bambini hanno sofferto nelle mani di questo malvagio movimento femminista. È arrivato il momento per uomini e donne di dire NO AL FEMMINISMO»

Erin Pizzey denunciò minacce di morte da parte di femministe, contro lei e contro i suoi figli. Racconta che le ammazzarono il cane, che dovette trasferirsi in un altro continente, che cercarono di fare sparire tutte le copie del libro dove diceva la sua verità sulla violenza domestica: una piccola percentuale di persone sono violente, uomini e donne in egual misura.

Centinaia di studi scientifici hanno confermato questa realtà, e vari autori (fra cui i primi: Richard Gelles, Suzanne Steinmetz, Murray Strauss…) riferiscono di aver subito minacce, anche di morte, ad opera di femministe.

Inchieste giornalistiche, a partire da Donna Laframboise (wikipedia), hanno confermato il pericolo esposto da Erin Pizzey, descrivendo i centri come “supermarket di divorzi” e la pratica delle false accuse di violenza.

Associazioni a tutela dell’infanzia hanno reso pubbliche agghiaccianti testimonianze di donne e bambini che hanno descritto cosa accade nei centri in cui erano ospitati, riassumendo la situazione nel documento “Family Justice Review Committee Policy and Position Statements: Women’s Shelters”.

Il governo USA spende un miliardo di dollari all’anno in questi centri ma ha loro assegnato il rating: “NON FUNZIONANO. Risultati non dimostrati”.

Radha Iyengar, economista di Harvard, osserva che l’adozione in alcuni stati USA della carcerazione preventiva per denunce di violenza domestica ha portato ad un incremento del 60% dell’incidenza degli omicidi familiari, incremento che non si è verificato negli Stati che non hanno adottato tali leggi femministe ed illiberali.     Un simile disastro si è verificato in Italia: da quando negli anni 90 i centri anti-violanza hanno iniziato ad operare gli omicidi familiari sono raddoppiati, mentre le altre tipologie di omicidio sono dimezzate [Fonte: Min. Int. Rapporto Criminalità pag. 118].

L’analista Carey Roberts riferisce che, da quando si è sparsa la voce che si tratta di centri di propaganda femminista-Marxista, “le donne evitano i centri anti-violenza come la peste” per cui tali centri “sono stati riempiti di drogate, di senza casa, o di donne in fuga dopo aver commesso reati”.

Il sociologo tedesco professor Gehrard Amendt (wikipedia), che inizialmente sostenne tale centri, ha riconosciuto sulle colonne di Die Welt che sono degenerati in «focolai di misandria».

Il politico inglese Neil McEvoy parla esplicitamente di “Abusi sull’infanzia finanziati con soldi pubblici” in merito all’aver “aiutato ed attivamente incoraggiato” madri separate a violare dispositivi dei tribunali che tutelano il diritto dei bambini a venire accuditi da entrambi i genitori ed ha chiesto una commissione di inchiesta.

Accusate di abusi sull’infanzia, le femministe e le loro avvocate si spingono fino alla più immorale e criminale delle manipolazioni: tentare di sostenere che l’Alienazione Genitoriale (PAS, ovvero il plagiare un bambino fino a fargli odiare e rifiutare il genitore assente, in questo caso il papà) non è un abuso psicologico sull’infanzia.

Carmen Pugliese (Sost. Proc. Trib. Bergamo, dichiarazione autorizzata dal Proc. Gen. Adamo Galizi) ha così descritto la situazione:

«I maltrattamenti in famiglia stanno diventando un’arma di ritorsione per i contenziosi civili durante le separazioni…», «…è appurato che le versioni fornite dalle presunte vittime sono gonfiate ad arte. Solo in 2 casi su 10 si tratta di maltrattamenti veri, il resto sono querele enfatizzate e usate come ricatto nei confronti dei mariti durante la separazione…». «una tiratina d’orecchi ai centri antiviolenza, che istigano a denunciare senza fare la dovuta azione di filtro…».

A tutto ciò è stato dato il nome di «NAZIFEMMINISMO, quello che non disdegna nemmeno le false accuse di abusi, su se stesse e sui minori, per distruggere l’ex marito», per usare le parole di GenioDonna, testata giornalistica centrata sulle pari opportunità.

*   *   *

CAUSE

Lo stesso grave problema viene denunciato da tante persone in tanti paesi, e la causa appare la stessa: derogando ai normali principi giuridici si è lasciato che nel settore della giustizia più importante per i bambini si insinuasse il femminismo estremista, che odia gli uomini e le famiglie, che si oppone all’affido condiviso, che è contrario al diritto dei bambini di venire mantenuti direttamente da entrambi i genitori, che pretende che le famiglie siano costituite da donne e bambini con i papà ridotti a babbomat.

Addirittura, esistono centri anti-violenza associati a Case delle Donne che ospitano “lesbiche separatiste”.

*   *   *

SOLUZIONI

Come suggerisce il professor Amendt occorre tagliare i fondi a questi centri, impedire che possano ospitare bambini di cui viene denunciata la sottrazione, chiuderli e sostituirli con centri di mediazione liberi da ideologie:

I centri basati sull’ideologia femminista non sono più necessari. Le famiglie con problemi di violenza hanno invece urgente bisogno di una rete di centri di ascolto che possano fornire aiuto non politicizzato e non sessista a tutte le persone. Nel futuro abbiamo bisogno di sostituire i centri femministi con centri di supporto per famiglie con conflitti violenti. Sarebbero gestiti da uomini e donne ben preparati che cooperano sulla base dell’etica professionale, intervenendo durante le crisi familiari violente.

Nel frattempo gli italiani con problemi di violenza domestica possono evitare i centri femministi ed usufruire della parallela rete legata ad associazioni religiose.

Letto :22304

9 risposte a Riassunto

  1. Pingback: Centro femminista aiuta madre violenta ad abusare della figlia | Centri Antiviolenza e Misandria

  2. Pingback: Il sistema delle false accuse | Diritto e Minori

  3. Pingback: Il Governo ci chiede quali sprechi tagliare: i fondi ai centri anti-violenza caduti nel femminismo | Centri Antiviolenza & Femminismo

  4. Pingback: I centri anti-violenza sono luoghi di “immoralità e prostituzione” | Centri Antiviolenza & Femminismo

  5. Pingback: La vera intervista ai gestori della pagina facebook “No alla violenza sulle donne” | Giustizia e Famiglia

  6. Pingback: Convenzione di Istanbul: l'odio contro gli uomini ha vinto! - Pagina 9 - FobiaSociale.com

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


*