L’appello di una volontaria: fermate il centro anti-violenza, i bambini non meritano questa crudeltà.

Ho fatto volontariato presso il centro anti-violenza XXX. Vorrei rimanere anonima temendo vendette. Sono scandalizzata per quello che davvero accade nel centro, che in massima parte è niente più che un “supermarket di divorzi per mogli annoiate ed emotive che vogliono cambiare vita”. È anche ostello gratis per donne con problemi emotivi, se sono disposte ad odiare abbastanza i loro mariti e farsi fare ordini protettivi; in tal caso ottengono fino a 7 mesi di alloggio. Tutto questo con la scusa della donna picchiata è disgustosamente rivoltante.

Per quanto ho visto, lo scopo del centro è convincere le mogli annoiate ed emotive ad abbandonare i mariti, dopo averle attizzate con dosi pesanti di odio anti-uomo, anti-marito, anti-patriarcato. Questo è progettato con cura dallo staff e dalle collaboratrici del centro. Attività normali come cucinare, pulire, prendersi cura dei bambini sono presentate come abusi imposti dai loro mariti.

Le discussioni familiari sono presentate come abusi verbali. Una spinta occasionale viene presentata come serio abuso fisico. Identificano le mogli emotive tramite una serie di test, le rendono furiose con la propaganda, ed usano la rabbia e la frustazione contro i loro mariti. Vengono loro date istruzioni si come abbandonarli di nascosto per il centro.

Le risorse del centro vengono usate per accusare i padri e far apparire le madri come vittime. I bambini finiscono usati come pedine nel gioco di abusi manipolato dal centro.

Le donne senza quasi problemi familiari sono dichiarate abusate ed istruite dalle operatrici su come andare in Tribunale ed ottenere un ordine protettivo contro i loro mariti. A tal fine le donne vengono anche minacciate. Questo è un vergognoso abuso del sistema che era stato pensato per proteggere le donne.

La maggior parte delle operatrici disprezzano il matrimonio e gli uomini, e danno poca importanza al ruolo dei padri nella vita dei bambini. In maggioranza provengono da relazioni fallite, di cui rimane un pozzo senza fondo di odio contro gli uomini. Usano linguaggio volgare e passano molto il tempo ad insultare i padri, i mariti, e guidano sessioni comuni per iniziare allo stesso odio le nuove residenti.

Il centro è un luogo terribile, non è il posto dove i bambini dovrebbero stare. Neanche le donne. Molte attività sono attentamente monitorate e sorvegliate per rimanere dietro un velo di segreto. Le avvocate, sociologhe e psichiatre praticano una auto-censura. Sono solo un mucchio di femministe radicali che giudicano con il loro paraocchi uomini, padri e famiglie. Mentono ripetutamente a chi finanzia il centro in modo da farlo apparire orientato alle famiglie. […] Contrariamente a quanto dichiarato non c’è nessuna attività per rafforzare le famiglie. Le povere mogli vengono trasformare in vittime dal centro, senza alternativa che dipendere dal centro per la stabilità finanziaria; i bambini vengono alienati dai padri usando ordini protettivi. Le avvocate denunciano i padri per avere mantenimenti per le donne ed i figli. In tal modo non solo impoveriscono le famiglie rompendole, ma legalmente e moralmente commettono abusi sui bambini allontanandoli dalle loro case e mettendoli nel centro. Lontano dalla scuola, amici e dalle attività familiari.

Ho parlato con molte mogli nel centro, che rimpiangono profondamente di averlo contattato. Sono state istruite a mentire totalmente o a distorcere la verità. Nella furia del momento hanno tutte ottenuto ordini protettivi contro i loro mariti, e rimpiangono profondamente di aver distrutto il loro matrimonio, la loro famiglia, il futuro dei loro figli e di aver tagliato ogni via di riconciliazione.

Vi prego ed imploro di indagare e fare qualcosa al più presto per fermare questa insensata distruzione di famiglie e questi inutili traumi sofferti dai bambini. Per favore fate qualcosa. I bambini non meritano questa crudeltà, fatta sotto i nostri occhi. Per favore fate qualcosa ora!

Il nome del centro negli USA è in chiaro nella versione originale [pdf], ricevuta dalla Fondazione Equal Justice.

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