Il sociologo Edward C. Banfield nel libro “Le basi morali di una società arretratata” investigò le ragioni dell’arretratezza economica e sociale di alcune regioni dell’Italia, identificandole nel “familismo amorale”, ovvero una cultura che estremizza i legami familiari a danno dell’interesse collettivo, spingendo gli individui a
“massimizzare unicamente i vantaggi materiali di breve termine della propria famiglia nucleare, supponendo che tutti gli altri si comportino allo stesso modo”.
Il termine amorale non è relativo ai comportamenti interni alla famiglia, ma all’assenza di senso civico e di collaborazione sociale all’esterno della famiglia. L’autore deriva le conseguenze sociali del familismo amorale:
- solo i pubblici ufficiali si occuperanno degli affari pubblici, perché pagati per farlo, i cittadini non se ne occuperanno e se lo facessero verrebbero mal visti; i pubblici ufficiali saranno poco controllati, perché farlo è affare di altri pubblici ufficiali soltanto, e tenderanno a farsi corrompere;
- i professionisti mostreranno una carenza di vocazione o senso della missione; entrambi useranno le proprie posizioni e le loro particolari competenze come strumenti da usare contro il prossimo per perseguire il proprio vantaggio personale;
- la legge sarà trasgredita ogni qual volta sembrerà possibile evitarne le conseguenze;
- gli iscritti ai partiti tenderanno a rivendersi a partiti più favoriti, determinando l’instabilità della forze politiche.
Successivamente a tale studio, condotto nel 1958, si è diffusa in Italia la pratica della separazione, degenerata in una situazione che non ha eguali al mondo:
- la legge sull’affido condiviso viene disapplicata; i padri sono ridotti a babbomat ed i bambini a strumenti per ottenere mantenimenti;
- quasi ogni separazione giudiziale è accompagnata da accuse penali riconosciute false nell’80% dei casi. L’80% delle persone accusate di pedofilia ormai sono poveri padri separati, e qui le false accuse salgono al 96%.
Tale fenomeno può essere inquadrato nella quadro del “familismo amorale”: quando una donna si separa la sua famiglia d’origine — qualora sia di tipo “amorale” — vede la separazione come una guerra fra famiglie, da vincere con mezzi illegali.
Scatta allora il ricorso alla “calunnia di genere”, ovvero la ex-moglie tenta di dipingersi come vittima dell’uomo, accusandolo di violenza, e tutta la “famiglia amorale” tenta con la propria calunniosa testimonianza di distruggerlo mediante false accuse, sfruttando l’armamentario giudiziario del “femminismo amorale”:
- l’inversione dell’onere della prova, per cui l’uomo può venire condannato senza alcuna prova oggettiva sulla base della sola parola di chi accusa;
- sostanziale impunità per i reati di calunnia, falsa testimonianza, sottrazione di minore, utilizzo di minore come strumento di calunnia;
- tentativo di negare che l’alienazione genitoriale è un abuso sull’infanzia.
In realtà, tale pratica è oggi il più grave abuso pedo-criminale compiuto contro l’infanzia in Italia, e sono le stesse donne a dire basta a tale sistema: