Padre chiede aiuto a centro anti-violenza e subisce false accuse

Alla fine il Tribunale affiderà i figli al padre, trovando che “i bambini sono vittima di violenza da parte della madre”, fra cui colpirne uno “con spatole e cucchiai, lasciando lividi”.

Ma, quando nella primavera 2007 i bambini iniziano a dire di voler evitare la madre per la propria sicurezza ed il padre decide di fare i passi necessari, dopo aver informato la moglie che avrebbe lasciato la casa coniugale con i figli, contatta un centro anti-violenza, implorando aiuto.

Viene deriso. Di nascosto avevano già preso la donna solo la loro ala, istruendola su come fare accuse di violenza domestica contro la vittima dei suoi continuati abusi.

Il 24 Aprile la coppia arriva alla rottura totale; la donna esce per strada, promettendo di uccidere i poliziotti ed accusando il marito di stupro e pedofilia.

Riguardo alla seconda accusa, il tribunale concluderà che “le accuse erano false e la signora lo sapeva. Ha mostrato capacità di fabbricare accuse”.

Sorprendentemente l’accusa di stupro di una donna sgangherata viene considerata credibile; il marito viene arrestato. Sapendo che il centro anti-violenza cerca fondi, la donna si permette di venir persuasa a fare luride accuse di violenza sessuale, vergognosamente amplificate dalla prosecutrice legale.

I fatti che la donna era una abusatrice di bambini, che mancava qualunque conferma alle sue parole, che aveva rifiutato di sottoporsi ad esami medici volti a stabilire se era stata stuprata, che era probabilmente motivata dalla disputa per la custodia dei figli, che era nota ai vicini come “quella donna pazza” non trattenne i media a caccia di sangue.

La prosecutrice tenne nascosti fatti chiave a discolpa, portando la Corte Suprema del Maine a punire la sua cattiva condotta ed ad annullare il processo (documenti legali; petizione per la radiazione della prosecutrice).

Estratto e tradotto da “Abuse shelter exploits mentally-ill woman to push political agenda”, a firma di C. Roberts

Letto :10707
Questa voce è stata pubblicata in Testimonianze. Contrassegna il permalink.