PAS e manipolazione delle fonti: come uno studio scientifico è stato spacciato per spazzatura negazionista

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La discussione sull’alienazione genitoriale vede la contrapposizione tra – da un lato – una numerosa comunità di studiosi  che hanno pubblicato ricerche sul fenomeno, e – dall’altro – un rumoroso gruppo di detrattori, che hanno continuato imperterriti a sostenere in modo apodittico l’inutilità o addirittura la pericolosità della ricerca sull’alienazione genitoriale. Il tutto però senza portare nessuna critica di merito.

In Italia esistono vari studi a livello accademico sul tema dell’alienazione genitoriale, mentre quanto prodotto dai detrattori è limitato a pochi siti Internet, con materiale assemblato frettolosamente ed in modo approssimativo.

La carenza di fonti scientifiche ha prodotto un episodio veramente incredibile in cui  con una grossolana manipolazione uno studio scientifico sull’alienazione genitoriale è stato spacciato come una fonte in grado di supportare le tesi “negazioniste” dei detrattori. Questo episodio merita un’analisi approfondita perchè evidenzia nei dettagli la tecnica manipolatoria dei detrattori, che ricorda da vicino la propaganda dei regimi totalitari.

Le citazioni e le conclusioni manipolatorie

Analizziamo le tesi del sito negazionista rispetto ai contenuti della ricerca pubblicata nel 2005 da Lubrano e Marasco sulla rivista “Maltrattamento e abuso dell’infanzia”(1).

Il sito, a supporto della propria tesi negazionista, cita due frasi dell’articolo:

(Lavadera-Marasco): “Questo dato sembrerebbe indicare che la PAS non produce effetti più “dannosi” rispetto a quelle prodotti generalmente nei casi di separazione/divorzio conflittuali: in entrambe le situazioni il minore presenta una condizione di rischio evolutivo, relativo all’essere coinvolto in dinamiche conflittuali.” “Altresì non abbiamo riscontrato alterazioni psicopatologiche a carico dei genitori e non sembrano esservi differenze tra i due gruppi con PAS e senza PAS.

Il sito negazionista da queste due frasi tira le seguenti conclusioni:

(sito negazionista): “La cosiddetta PAS, quindi, non produce nel bambino danni psicologici maggiori rispetto a quelli causati dalla separazione dei genitori, soprattutto se la stessa è conflittuale. Alla luce di questi risultati non hanno proprio senso tutte le sciocchezze che si leggono sui presunti danni della PAS.”

Mi sembra proprio, a questo punto che il capitolo PAS debba essere definitivamente archiviato. Ma così non è; la PAS continua a venire utilizzata nelle cause di separazione conflittuale nonostante tutte le evidenze contrarie e nonostante questo lavoro che dimostra in manera inequivocabile l’inesistenza della cosiddetta PAS. Difatti, che malattia è quella che non produce conseguenze né nei bambini né nei genitori?

Analisi della tecnica manipolatoria

E’ chiaro l’intento delle citazioni, ma è altrettanto evidente la tecnica manipolatoria che è stata adottata:
prendendo un singolo frammento lo si è spacciato per il riassunto del tutto, come se il lavoro scientifico potesse essere trattato alla stregua dei titoli di un giornale scandalistico.
La prova di questa manipolazione? E’ abbastanza semplice, ma richiede la lettura dell’intero articolo. Per dare un’idea delle tesi sostenute dagli autori citieremo altre frasi dall’articolo stesso. Ovviamente poiché intendiamo fare opera di informazione e non di manipolazione, mettiamo in guardia il lettore dai rischi della decontestualizzazione e lo invitiamo a leggere l’intera fonte originale (i riferimenti sono in nota alla fine del presente articolo).

L’articolo di Lavadera e Marasco non sostiene affatto che la PAS non arreca pregiudizio ai minori

Nelle conclusioni rispetto ai minori gli autori scrivono:

(Lavadera-Marasco): “L’insieme di queste considerazioni ci fa ritenere che i minori con PAS siano maggiormente esposti a rischi evolutivi a livello emotivo e comportamentale e di avere seri problemi nelle relazioni intime adulte.” Nello specifico il consulente sembra consigliare una psicoterapia individuale al minore più frequentemente nei casi in cui riscontra una PAS”.

Per spiegare il motivo per cui non sono emerse condizioni di disagio psichico nei minori alienati gli autori fanno una precisa ipotesi (e ciò prova che essi ritengono che l’apparente assenza di patologie gravi non sia la prova di una condizione di normalità):

[…] la presenza di un Falso Sé potrebbe far apparire i minori con PAS meglio adattati rispetto a quanto lo sono nella realtà. Comunque il consulente ha suggerito molto più di frequente una psicoterapia individuale ai minori nei casi in cui è stata diagnosticata una PAS, riconoscendo il maggiore rischio”

Per quanto riguarda i genitori manipolatori i ricercatori fanno sapere di ritenere significativo che:

(Lavadera-Marasco):“In un lavoro condotto su 34 genitori alienanti (madri per l’esattezza) e altrettanti genitori non alienanti (sempre madri) è stato somministrato un test di personalità (MMPI-2) ed è stato evidenziato che i genitori alienanti presentavano un profilo altamente difensivo, per cui tendevano ad essere più conformisti, ad apparire socialmente adeguati, più rigidi e moralisti e sembravano essere meno capaci di predire le conseguenze delle loro azioni rispetto al campione di controllo.

Rispetto alla personalità del genitore alienante (che risulterebbe priva di evidenti alterazioni psicopatologiche) gli autori ritengono che l’assenza di patologie individuali gravi non sia affatto indicatore di normalità:

(Lavadera-Marasco): “Questo dato non ci sorprende dal momento che la PAS è una patologia relazionale che non dipende e non è associabile ad una psicopatologia individuale di uno o entrambi i genitori. È possibile osservare invece una mancata elaborazione della separazione e un desiderio più o meno forte di vendetta da parte del genitore alienante.”

E qui va sottolineato che gli autori usano proprio il termine “patologia relazionale” per indicare la PAS, contrariamente a quanto sostiene il sito negazionista secondo cui invece essa non produrrebbe conseguenze patologiche né sui bambini né sui genitori.

Il nuovo studio “Parental Alienation Syndrome in Italian legal judgments: An exploratory study”

Nel 2012 Anna Lubrano Lavadera autrice dell’articolo di cui si è parlato sopra ha pubblicato, insieme a Ferracuti e Malagoli Togliatti, un nuovo articolo in inglese sulla rivista “International Journal of Law and Psychiatry”(2). L’articolo riprende gli esiti della ricerca sul campo del 2005 e ne migliora l’apparato esplicativo e bibliografico confrontando le conclusioni dello studio sul campo italiano con le indicazioni teoriche delle principali ricerche internazionali sulla PAS.

Nelle conclusioni gli autori lamentano l’assenza in Italia di programmi per il trattamento della PAS e elencano i principali programmi già avviati in USA. Il che chiude la discussione sul fatto che la PAS sia considerata un pregiudizio per il minore. Nessuno va alla ricerca di rimedi e trattamenti a qualcosa, se non fosse effettivamente convinto che questo qualcosa è dannoso.

The subject of custody reversals should be developed through future clinical research. In Italy, PAS cases generally do not receive specific interventions from the court and mental health professionals. Moreover, there is an absence of programs such as Family Bridges (Warshak, 2010), Multi-Modal Family Intervention (MMFI) (Friedlander & Walters, 2010) or Overcoming Barriers Family Camp (OBFC) (Sullivan, Ward, & Deutsch, 2010) for families who experience child alienation. For these PAS cases, a multi-level intervention could be indicated: clinical (child or family psychotherapy for the prevention of alienation; psychotherapy for the allegedly alienated child and the rejecting parent; or psychotherapy for the allegedly alienated child, the rejected parent and the preferred parent), case management (changes in the custody status of the rejected parent; removal of the child fromthe family; casemanagement by Social Services), in vivo clinical (e.g., the Overcoming Barriers Family Camp), and educational (e.g., Family Bridges) (Friedlander & Walters, 2010).

Conclusioni

E’ veramente incredibile che in Italia qualcuno abbia potuto sostenere impunemente che la ricerca di Lavadera e Marasco serve a negare la pericolosità della PAS e il grave danno che questa forma di abuso psicologico determina nei minori. Negli USA utilizzare argomenti così artatamente capziosi e manipolatori in un processo sarebbe considerato oltraggio alla Corte. Ma anche in Italia i magistrati hanno mezzi altrettanto efficaci per far pagare certe tattiche disinvolte. Attenzione quindi a non prendere ispirazione dalle argomentazioni negazioniste di cui si è discusso sopra in un processo per l’affido dei figli perché le conseguenze potrebbero essere disastrose. Ci sono in Italia già molti bambini che sono stati allontanati dai genitori a causa di conflittualità nel corso della separazione. Invece di accusare i servizi sociali di essere inumani i mass media potrebbero approfondire le tattiche processuali che avvocati e consulenti di parte hanno adottato nel loro caso.

Fonti:

  1. La Sindrome di Alienazione Genitoriale nelle consulenze tecniche d’ufficio: uno studio pilota, Anna Lubrano Lavadera, Maurizio Marasco, Maltrattamento e abuso all’infanzia, Vol. 7, n. 3, dicembre 2005 (Online)
  2. Parental Alienation Syndrome in Italian legal judgments: An exploratory study Anna Lubrano Lavadera, Stefano Ferracuti, Marisa Malagoli Togliatti, International Journal of Law and Psychiatry (Online)

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