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Pubblichiamo di seguito alcuni stralci di un interessante articolo a firma della psicologa e psicoterapeuta Dr.ssa Marisa Nicolini.  Il titolo originale del post, Genitorialità malata: sindrome di alienazione genitoriale e denunce di falsi abusi, richiama immediatamente l’attenzione su uno dei drammi quotidianamente vissuti da genitori separati che in caso di separazione, non sempre spontaneamente, si spingono a confliggere oltre ogni ragionevole limite giungendo a fare strumento delle loro guerre i figli.

La L.  n. 54/2006 ha sancito la regola della “bigenitorialità”, la quale ha comportato l’emersione di nuove patologie nelle relazioni familiari: tra queste, le più perverse sembrano essere la Sindrome di Alienazione Genitoriale e i Falsi Abusi sessuali su minori.

All’atto della separazione coniugale, consensuale o giudiziale che sia, i figli di norma vengono affidati in modo condiviso ad entrambi i genitori, grazie alla legge che ha stabilito come regola la bigenitorialità. Dopo l’entrata in vigore della L. n. 54 del 2006, infatti, devono sussistere ed essere provate importanti motivazioni perché il Giudice possa disporre l’affido esclusivo dei figli ad uno solo dei genitori: grave psicopatologia, abuso di sostanze, sociopatia, indisponibilità verso l’altro genitore, ecc.

Ma quando un genitore è in aperto conflitto con il coniuge dal quale si sta separando, non di rado lo vuole “distruggere” e desidera impedire l’applicazione della legge sulla bigenitorialità: è allora necessario che dimostri che esistono fondate ragioni per cui l’affidamento condiviso si renderebbe contrario al superiore interesse del minore.

Il quadro è perfetto. Sono infatti molti coloro che rilevano l’esplosione del fenomeno delle accuse strumentali proprio nei mesi successivi all’introduzione della legge sull’affidamento condiviso dei figli come, tra l’altro, ben spiega anche la Dr.ssa Sarah Viola, psicoloca e CTU del tribunale di Roma in questo filmato:

Sarah Viola: Violenza Femminile e Mobbing Familiare vs Parità Genitoriale e Affidamento Condiviso.

La Dr.ssa Marisa Nicolini nel suo articolo prosegue:

Da quando è entrata in vigore la L. 54 nel 2006, nel campo della Psicologia Giuridica, specialmente quando si è nominati ausiliari del Giudice (CTU), ci siamo scontrati con una realtà quanto mai dolorosa: mi riferisco ai casi in cui un genitore, spesso la madre, tenti in tutti i modi (mi auguro sempre in buona fede) di escludere l’altro genitore dalla condivisione dei doveri/diritti derivanti dalla genitorialità.

Tra i modi più perversi e pregiudizievoli per i figli vi sono quelli noti come Sindrome di Alienazione Genitoriale e Falsi Abusi. Si rimanda alla letteratura scientifica chi volesse approfondire la conoscenza di tali realtà. Qui è sufficiente ricordare che per Sindrome di Alienazione Genitoriale (PAS) si intende l’azione costante e subliminale di un genitore (alienante) sulla prole affinché questa diventi in prima persona “nemica” dell’altro genitore (alienato) arrivando a non volerlo più incontrare. Questa vera tragedia (un figlio che non vuole più vedere il padre, più raramente la madre, e relativo ramo familiare), viene ritenuta, invero, molto utile per poter sostenere davanti al Giudice ed al suo eventuale Consulente Tecnico: “Io glielo dico sempre che deve voler bene e frequentare anche il padre, ma è proprio lui/lei che non ci vuole andare! Che devo fare, mica gli/le possiamo imporre di amarlo!”.

Davvero interessante la definizione che viene poi data dei falsi abusi, che vengono paragonati ad un “tritacarne” dove vengono gettati padri e figli. A tal proposito la Dr. Niccolini scrive:

Forse ancora peggiore della PAS è da considerare l’accusa (infondata) di abuso sessuale mossa contro un genitore (pressoché sempre il padre) ai danni del figlio/la figlia, non di rado in età prescolare. Questi cosiddetti Falsi Abusi denunciati in corso di separazione coniugale pongono i minori all’interno di un “tritacarne” di visite, ascolti protetti, racconti in presenza di assistenti sociali, psicologi, operatori delle Forze dell’Ordine, Giudici, CTU, ecc. ecc. Di conseguenza, quand’anche si dovesse accertare che non si è consumato alcun abuso sessuale su quel minore da parte dell’offender denunciato dalla madre, il/la minore comunque ha dovuto fare un’esperienza che lo/la segnerà per tutta la vita, soprattutto con riferimento alla sfera della sessualità ma non solo.

Nel resto dell’articolo, l’autore spiega come e perché è necessario evitare in ogni modo queste derive delle separazioni coniugali affermando che:

Occorre dunque stare molto attenti a chi pretende di difendere i bambini: coinvolgere un minore in false accuse è una forma di abuso sessuale che può avere conseguenze psico-patologiche sovrapponibili a quelle degli abusi realmente esperiti.

Non possiamo far altro che raccomandare la lettura del post originale raggiungibile cliccando sul link  Genitorialità malata: sindrome di alienazione genitoriale e denunce di falsi abusi