Categotry Archives: Alienazione Genitoriale e PAS

Panorama denuncia la pratica delle false accuse

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Un’altra falsa accusa di pedofilia

Il caso di un professore di Pisa, accusato dall’ex coniuge di abusi nei confronti della figlia di 7 anni

Questa è la brutta storia di una falsa accusa di pedofilia. Una storia che per ora ha travolto un professore universitario di Pisa, ma che rischia di rovinare irrimediabilmente la vita anche a una bambina che oggi ha poco più di 7 anni.

La vicenda inizia nel 2007 con una separazione burrascosa. Il professore e sua moglie si dividono; la donna si trasferisce con la figlia a 80 chilometri dalla città toscana, e subito accusa il marito di maltrattamenti. Due anni dopo, il giudice civile in sede di separazione stabilisce l’infondatezza di quella prima denuncia e dispone l’affido condiviso della bambina.

Tutto finito? Nemmeno per sogno. Anzi. A quel punto la madre alza il livello del conflitto e rivolge all’ex coniuge nuove accuse, questa volta denunciando all’autorità giudiziaria una serie di presunti abusi sessuali sulla figlia, avvenuti ancora nel periodo matrimoniale. «Le accuse anche in questo caso erano del tutto false» racconta oggi il professore a Panorama.it «ma comunque sono servite a impedirmi di vedere mia figlia per tre lunghissimi anni. E accuse altrettanto terribili sono piovute su chiunque (consulente tecnico del tribunale, psicologi, assistenti sociali…) osasse contraddire la verità professata dalla mia ex moglie. Pre fortuna sono tutte cadute».

Nella vicenda, secondo il professore pisano, ha avuto un ruolo cruciale una consulente tecnica di parte, la  ginecologa milanese Cristina Maggioni. «Costei» dice l’uomo «circa tre anni fa ha svolto una visita su mia figlia e ha prodotto una relazione che certificava gli abusi sessuali». La dottoressa Maggioni era già salita alla ribalta delle cronache tra il dicembre 2000 e il gennaio 2001, perché arruolata come consulente dalla procura milanese in un processo aperto contro Marino Viola, un taxista ingiustamente accusato di pedofilia nei confronti della figlia.

Il caso, a suo tempo raccontato proprio da Panorama, aveva suscitato molto clamore perché in quel gennaio 2011 Viola, che era stato arrestato nel settembre 1996, era stato assolto con formula piena da tutte le accuse. Era accaduto che il pubblico ministero titolare di quell’inchiesta, l’attuale procuratore aggiunto di Milano Pietro Forno, venisse sostituito in udienza da un altro sostituto procuratore, Tiziana Siciliano. A sorpresa il nuovo pm, studiate le carte ricevute dal collega, aveva chiesto e ottenuto l’assoluzione del taxista. La pm Siciliano aveva infatti verificato che la consulente Maggioni aveva certificato una violenza sessuale in realtà mai avvenuta.

Erano state durissime le parole usate dalla pm Siciliano nell’arringa con cui il 21 dicembre 2000 aveva chiesto l’assoluzione per l’imputato Viola: “Qui” aveva detto Tiziana Siciliano “siamo di fronte a una specie di discesa negli inferi (…). Viene da chiederci se certi consulenti siano solo incompetenti o anche in malafede (…). Il sistema con cui sono state raccolte le dichiarazioni è inutilizzabile; l’intervista della bambina non è mai registrata. Sono perizie, queste, fatte da gente che dovrebbe cambiare mestiere…”. Aveva poi aggiunto che “questi esperti non hanno alcuna professionalità. Non hanno nessun motivo di godere della fiducia dell’autorità giudiziaria, non hanno capito niente”.

Era seguita una dura polemica. Alcune interrogazioni parlamentari avevano chiesto addirittura che «gli uffici giudiziari italiani si astengano, in modo assoluto, dal conferire nuovi incarichi a Maggioni» e suggerito la formazione di una commissione d’inchiesta sul caso. Si era anche molto criticata la competenza di quelli che erano stati catalogati come “abusologi professionisti”: erano stati così definiti i “tecnici” (psicologi e ginecologi) che abitualmente prestavano i loro servizi professionali soprattutto all’accusa, troppo spesso in collegamento con le strutture destinate ad accogliere (a pagamento) i bambini sottratti alle famiglie. La pm Siciliano aveva denunciato che in nove anni gli stessi altri periti avevano condotto ben 358 perizie giurate per conto della procura milanese.

Sono trascorsi oltre 11 anni da quello scandalo milanese, e nulla pare essere cambiato. Per fortuna, anche in questo caso, la giustizia ha fatto il suo corso correttamente: la perizia di parte scritta dalla ginecologa Maggioni è stata totalmente smentita da una consulenza ordinata dal tribunale. Ed è stato stabilito che la bambina in realtà, non aveva mai subito alcun abuso. Per fortuna, anche a Pisa, è stato un pubblico ministero a scoprire che la notizia di reato era infondata. Esattamente come 11 anni fa era accaduto a Milano.

Ma il problema vero del professore pisano, purtroppo, quello non è stato affatto risolto: perché dopo l’assoluzione l’uomo ha chiesto la sospensione della potestà genitoriale per la madre, ma dopo un anno e mezzo, il Tribunale dei minori non ha ancora deciso. La figlia continua così a vivere con la mamma, e lontano dal padre che pure è stato riconosciuto nelle sentenze come unico genitore adeguato, anche se la bambina è stata formalmente affidata ai servizi sociali.

Un’ultima considerazione: nel saggio Presunto colpevole (editore Chiarelettere), il criminologo Luca Steffenoni ha calcolato che “in Italia l’86% delle separazioni coniugali finisce con una denuncia penale per qualche delitto, e la tiopologia più frequente è quella degli abusi sessuali”. Il 96% delle denunce, poi, si dimostrano false. Questo imporrebbe un’estrema cautela da parte dell’autorità giudiziaria, anche e soprattutto nella scelta dei consulenti tecnici. Per evitare nuovi errori (e orrori) giudiziari.

 

http://italia.panorama.it/in-giustizia/Un-altra-falsa-accusa-di-pedofilia

Esiste già nel DSM-IV una classificazione della PAS

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Secondo il Dr. Craig Childress (noto specialista in Parental Alienation Dynamics) esiste già nel DSM una classificazione della PAS, in quanto il genitore alienante è affetto da disturbi clinicamente classificabili secondo lo schema diagnostico del DSM-IV come:

  • “Disturbo Delirante di tipo Persecutorio” e “Disturbo della Personalità, borderline-narcisistico”.

Questi disturbi della personalità del genitore, inducono nel minore alienanto, autonomi disturbi della personalità classificabili nello schema diagnostico del DSM-IV come:

  • “Disturbo Oppositivo Provocatorio” e “Disturbo Psicotico Condiviso”.

In sostanza il Dr.  Childress sostiene che, pur non esistendo ancora disturbi già classificati riconducibili alla alienazione genitoriale, il DSM-IV prevede alcuni disturbi (già classificati) che sono sufficienti a spiegare completamente la dinamica della alienazione genitoriale e del conseguente instaurarsi della PAS.
In questo senso, secondo Childress, non c’è bisogno di classificare in modo specifico la sindrome da alienazione genitoriale nel DSM.

http://www.drcachildress.org/

http://www.drcachildress.org/asp/Site/ParentalAlienation/index.asp

Genitorialità malata. Tra Pas e falsi abusi

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Pubblichiamo di seguito alcuni stralci di un interessante articolo a firma della psicologa e psicoterapeuta Dr.ssa Marisa Nicolini.  Il titolo originale del post, Genitorialità malata: sindrome di alienazione genitoriale e denunce di falsi abusi, richiama immediatamente l’attenzione su uno dei drammi quotidianamente vissuti da genitori separati che in caso di separazione, non sempre spontaneamente, si spingono a confliggere oltre ogni ragionevole limite giungendo a fare strumento delle loro guerre i figli.

La L.  n. 54/2006 ha sancito la regola della “bigenitorialità”, la quale ha comportato l’emersione di nuove patologie nelle relazioni familiari: tra queste, le più perverse sembrano essere la Sindrome di Alienazione Genitoriale e i Falsi Abusi sessuali su minori.

All’atto della separazione coniugale, consensuale o giudiziale che sia, i figli di norma vengono affidati in modo condiviso ad entrambi i genitori, grazie alla legge che ha stabilito come regola la bigenitorialità. Dopo l’entrata in vigore della L. n. 54 del 2006, infatti, devono sussistere ed essere provate importanti motivazioni perché il Giudice possa disporre l’affido esclusivo dei figli ad uno solo dei genitori: grave psicopatologia, abuso di sostanze, sociopatia, indisponibilità verso l’altro genitore, ecc.

Ma quando un genitore è in aperto conflitto con il coniuge dal quale si sta separando, non di rado lo vuole “distruggere” e desidera impedire l’applicazione della legge sulla bigenitorialità: è allora necessario che dimostri che esistono fondate ragioni per cui l’affidamento condiviso si renderebbe contrario al superiore interesse del minore.

Il quadro è perfetto. Sono infatti molti coloro che rilevano l’esplosione del fenomeno delle accuse strumentali proprio nei mesi successivi all’introduzione della legge sull’affidamento condiviso dei figli come, tra l’altro, ben spiega anche la Dr.ssa Sarah Viola, psicoloca e CTU del tribunale di Roma in questo filmato:

Sarah Viola: Violenza Femminile e Mobbing Familiare vs Parità Genitoriale e Affidamento Condiviso.

La Dr.ssa Marisa Nicolini nel suo articolo prosegue:

Da quando è entrata in vigore la L. 54 nel 2006, nel campo della Psicologia Giuridica, specialmente quando si è nominati ausiliari del Giudice (CTU), ci siamo scontrati con una realtà quanto mai dolorosa: mi riferisco ai casi in cui un genitore, spesso la madre, tenti in tutti i modi (mi auguro sempre in buona fede) di escludere l’altro genitore dalla condivisione dei doveri/diritti derivanti dalla genitorialità.

Tra i modi più perversi e pregiudizievoli per i figli vi sono quelli noti come Sindrome di Alienazione Genitoriale e Falsi Abusi. Si rimanda alla letteratura scientifica chi volesse approfondire la conoscenza di tali realtà. Qui è sufficiente ricordare che per Sindrome di Alienazione Genitoriale (PAS) si intende l’azione costante e subliminale di un genitore (alienante) sulla prole affinché questa diventi in prima persona “nemica” dell’altro genitore (alienato) arrivando a non volerlo più incontrare. Questa vera tragedia (un figlio che non vuole più vedere il padre, più raramente la madre, e relativo ramo familiare), viene ritenuta, invero, molto utile per poter sostenere davanti al Giudice ed al suo eventuale Consulente Tecnico: “Io glielo dico sempre che deve voler bene e frequentare anche il padre, ma è proprio lui/lei che non ci vuole andare! Che devo fare, mica gli/le possiamo imporre di amarlo!”.

Davvero interessante la definizione che viene poi data dei falsi abusi, che vengono paragonati ad un “tritacarne” dove vengono gettati padri e figli. A tal proposito la Dr. Niccolini scrive:

Forse ancora peggiore della PAS è da considerare l’accusa (infondata) di abuso sessuale mossa contro un genitore (pressoché sempre il padre) ai danni del figlio/la figlia, non di rado in età prescolare. Questi cosiddetti Falsi Abusi denunciati in corso di separazione coniugale pongono i minori all’interno di un “tritacarne” di visite, ascolti protetti, racconti in presenza di assistenti sociali, psicologi, operatori delle Forze dell’Ordine, Giudici, CTU, ecc. ecc. Di conseguenza, quand’anche si dovesse accertare che non si è consumato alcun abuso sessuale su quel minore da parte dell’offender denunciato dalla madre, il/la minore comunque ha dovuto fare un’esperienza che lo/la segnerà per tutta la vita, soprattutto con riferimento alla sfera della sessualità ma non solo.

Nel resto dell’articolo, l’autore spiega come e perché è necessario evitare in ogni modo queste derive delle separazioni coniugali affermando che:

Occorre dunque stare molto attenti a chi pretende di difendere i bambini: coinvolgere un minore in false accuse è una forma di abuso sessuale che può avere conseguenze psico-patologiche sovrapponibili a quelle degli abusi realmente esperiti.

Non possiamo far altro che raccomandare la lettura del post originale raggiungibile cliccando sul link  Genitorialità malata: sindrome di alienazione genitoriale e denunce di falsi abusi

Sindrome da alienazione genitoriale e danno esistenziale – Avvocato Carmela Augello

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La mia relazione si colloca nell’ ambito del danno esistenziale di natura endofamiliare , in particolare tratterò il tema del danno esistenziale e dei suoi effetti sui minori coinvolti nelle contese delle cause di separazione, del loro utilizzo o manipolazione da parte dei genitori e dello svilupparsi di una delle più gravi patologie da separazione quale è la Sindrome da Alienazione parentale.

Il logo dell'Ordine degli Avvocati di Ancona dal cui sito questa relazione è tratta

Sappiamo che la famiglia conflittuale è un sistema che produce di gravi patologie ma, ciò nonostante, sembra esservi una grande incapacità del sistema sociale ad occuparsi del problema.

La Sindrome da alienazione parentale è una figura di danno esistenziale emergente pertanto necessita di una trattazione esplicativa di quello che è il fenomeno in sé, sebbene chi di noi avvocati si sia occupato di cause di separazione si è sicuramente imbattuto nel fenomeno in questione, ma ciò che è importante evidenziare è una precisa descrizione ed individuazione della sindrome da alienazione parentale o genitoriale.

Per comodità espositiva si indicherà la sigla abbreviata di PAS

Che cosa è dunque la PAS ? E’ una figura di derivazione anglosassone oggetto di studio e ricerca in ambito scientifico e giuridico da oltre 20 anni ma ancora poco conosciuta e diffusa in Italia, ed è stata inizialmente descritta e sintetizzata in letteratura da Richard A. Gardner nel 1985 ( Gardner, Family therapy of the Moderate Type og parental Qlienation Sindrome, in The American Journal of Family Therapy, p. 195 ).

Si tratta di un disturbo psicologico che insorge esclusivamente nel contesto delle controversie per la custodia dei figli a seguito del loro coinvolgimento in separazioni conflittuali non adeguatamente mediate.

Richiard Gardenr ha descritto la PAS come “quella situazione in cui un genitore – detto genitore Alienatore – attiva un programma di denigrazione contro l’ altro genitore – detto genitore Alienato – utilizzando e manipolando il figlio..

MODALITA DI MANIFESTAZIONE DELLA SINDROME

Le modalità o tecniche di programmazione del genitore alienante comprendono l’ uso di espressioni denigratorie riferite all’ altro genitore, attribuendogli false accuse di trascuratezza, violenza o abuso. Si tratta , dunque, di vera e propria costruzione di una realtà virtuale di terrore e vessazioni che genera, nei figli, profondi sentimenti di
paura, diffidenza ed odio verso il genitore alienato.

Pur tuttavia non si può parlare di semplice programmazione del genitore alienatore sul figlio poiché nelle situazioni di Pas il figlio stesso assume un proprio ruolo attivo fornendo un personale apporto alla campagna di denigrazione del genitore alienato; è proprio questa combinazione di fattori agita da una triplice figura – quella del figlio
– che rende riconoscibile una diagnosi di Pas.

I figli, si alleano con il genitore apparentemente sofferente, si mostrano come contaminati da questa sofferenza ed iniziano ad appoggiare la visione del genitore alienante, esprimendo, a loro volta in modo apparentemente autonomo, astio, disprezzo e denigrazione contro il genitore alienato.

E’ di tutta evidenza che una simile dinamica di programmazione spesso arriva distruggere la relazione tra figli e genitore alienato. Tale programmazione agita da parte di un genitore patologico – genitore alienante – porta i figli a perdere il contatto con la realtà degli affetti e ad esibire astio e disprezzo ingiustificato e continuo verso l’ altro genitore – genitore alienato- . I figli così programmati arrivano a rifiutare qualunque contatto, anche solo telefonico, con il genitore alienato.

Perché si possa parlare di PAS, però , è necessario chiarire un aspetto fondamentale del fenomeno ovvero che i sentimenti di astio, disprezzo e rifiuto non devono essere giustificati da reali mancanze, trascuratezze o addirittura da violenza del genitore alienato. In presenza di reali abusi o trascuratezze, la diagnosi pas non è applicabile.

DIAGNOSI DI PAS E SINTOMI DI RICONOSCIMENTO

La Sindrome da Alienazione Parentale si può riconoscere attraverso l’ osservazione di 8 sintomi primari nel minore. Quindi l’ ascolto del minore da parte dei vari specialisti che entrano in gioco in una separazione, siano essi avvocati, magistrati, assistenti sociali o psicologi deve evidenziare la presenza degli 8 sintomi
specificamente tipizzati:

1) Il primo sintomo è La campagna di denigrazione, il figlio mima o scimmiotta i messaggi di disprezzo del genitore alienante verso l’ altro genitore. In una situazione normale, in un contesto familiare più sano , ciascun genitore non permetterebbe che il figlio esibisca mancanza di rispetto e diffami l’ altro.
Nella Pas , invece, il genitore programmante non mette in discussione questa mancanza di rispetto, ma può addirittura arrivare a favorirla.

2) Il secondo sintomo è La razionalizzazione debole dell’ astio, per cui il bambino spiega le ragioni del suo disagio nel rapporto con il genitore alienato con motivazioni illogiche, insensate o anche solamente superficiali. “

3) La mancanza di obbiettività ; è un ulteriore elemento sintomatico, per il quale il genitore rifiutato è descritto dal bambino come “ tutto negativo”, mentre l’altro genitore è visto come “ tutto positivo”.

4) Il fenomeno del pensatore indipendente il figlio afferma di essere una persona che sa pensare in modo indipendente, autonomo e di avere elaborato da solo i termini della campagna di denigrazione senza influenza del genitore
programmante.

5) L’ appoggio incondizionato ed automatico al genitore alienante è una presa di posizione del bambino sempre e solo a favore del genitore alienante, in qualunque genere di conflitto si venga a creare.

6) L’ assenza del senso di colpa è il sesto sintomo : ciò significa che tutte le espressioni di disprezzo nei confronti del genitore alienante sono vissuti da bambino senza alcun senso di colpa.

7) Gli scenari presi a prestito sono affermazioni del bambino che non possono ragionevolmente provenire dal minore direttamente, come ad esempio l’ uso di parole o la descrizione di situazioni normalmente non conosciute da un
bambino di quell’ età per descrivere le colpe del genitore escluso.

8) Infine , l’ ottavo sintomo è l’ estensione delle ostilità alla famiglia allargata del genitore rifiutato .

CONSEGUENZE E DANNO ESISTENZIALE

L’ instaurazione incontrollata della PAS è una vera e propria forma di violenza emozionale in grado di produrre significative psicopatologie nella vita dei bambini coinvolti.

La gravità della situazione è evidente soprattutto se si considerano due fattori: in primo luogo non è raro che le cronache diano notizia di gesti estremi compiuti da genitori affidatari, come rapimenti , omicidi e quant’ altro.

In secondo luogo la violenza emotiva subita dai minori crea danni enormi e spesso produce significative psicopatologie sia nella vita presente che in quella futura: non sono pochi i casi di minori coinvolti in casi di PAS che sono diventati giovani con disagi psicologici notevoli, o la mancanza di rispetto per le figure autorevoli come insegnanti o datori di lavoro, turbe psichiche, paranoia e psicopatologie legate all’identità in genere.

Un genitore che programma sistematicamente un bambino per spingerlo ad una condizione di continuo rifiuto e denigrazione di un genitore affettuoso e devoto rileva un totale disprezzo per il ruolo che il genitore alienato ha nell’ educazione del minore. Il genitore alienante determina la rottura di un legame psicologico che potrebbe, nella maggior parte dei casi rivelarsi di grande importanza per il bambino , nonostante la separazione o il divorzio dei genitori. I genitori che esibiscono comportamenti alienanti , rivelano oltre che un grave deficit nel ruolo genitoriale, violano diritti costituzionalmente garantiti ai minori . Un deficit genitoriale , dunque, che dovrebbe essere preso in seria considerazione dal Tribunale quando decide lo stato di primo affidatario.

Di conseguenza i Tribunali, quando devono valutare i pro e i contro del trasferimento di custodia, farebbero bene a ritenere che il genitore che programma una PAS dimostra un grave deficit parentale. Con ciò non si intende suggerire che un genitore che provoca la PAS debba essere automaticamente privato della custodia primaria, ma solo che questo atteggiamento debba far parte di quegli elementi di valutazione che l’ organo giudicante deve considerare nella decisione sulla custodia dei figli.

PAS E MOBBING GENITORIALE

Volevo ricollegarmi alla relazione della collega che mi ha preceduta Avv. De Feo per trattare brevemente la differenza tra Pas e Mobbing genitoriale.

Il “mobbing genitoriale” consiste nell’adozione da parte di un genitore, separato o in via di separazione dall’altro genitore, di comportamenti aggressivi preordinati e /o comunque finalizzati ad impedire all’altro genitore, attraverso il terrore psicologico, l’umiliazione, e il discredito familiare, sociale, legale, l’esercizio della propria
genitorialità, svilendo e / o distruggendo la sua relazione con il o i figli. Manca nel mobbing genitoriale l’ apporto del figlio alla campagna denigratoria.

La forma più frequente di “mobbing genitoriale” è comunque quella in cui il genitore affidatario inizia per primo a comportarsi da mobber, e l’altro reagisce di volta in volta con comportamenti aggressivi, a volte producendo a sua volta del “mobbing” contro l’altro. Di norma, la coppia diventa a “transazione mobizzante” allorché il genitore affidatario (che in breve diventerà cioè “mobber”) percepisce il comportamento dell’altro genitore come perturbante della stabilità del “nucleo familiare” e, dunque, sua.Più frequentemente, il genitore mobbizzante è l’affidatario.

Questi, forte della convivenza con il figlio, tenderà ad impedire all’altro di continuare a poter esercitare un ruolo decisionale importante nella vita del figlio.

Altre volte ad essere genitore mobbizzante è il non affidatario: in questi casi, il risultato sarà statisticamente più drammatico di quel che accade allorché avviene il contrario.( es. parlare male dell’altro genitore, non adempierà agli orari di riconsegna per “dispetto”, evaderà, senza motivazione economica l’esatto mantenimento dell’assegno mensile).

Definiamo pertanto, “mobbing genitoriale” una situazione in cui siano presenti per sei mesi almeno, ripetuti episodi di mobbizzazione in una delle due aree di esercizio della genitorialità.”

Definiamo poi “mobbing genitoriale esteso” quello in cui partecipano con accanimento più familiari del genitore mobber, considerando di fatto “fisiologico” che gli ascendenti siano schierati con i figli;”

Il “mobbing genitoriale” mira dunque alla espropriazione dell’altro dal proprio ruolo genitoriale. Riguarda un conflitto agito dai due coniugi, nella pas vi è l’ apporto del figlio.

LA PAS IN TRIBUNALE

Abbiamo precedentemente detto che la PAS è una figura di danno esistenziale emergente per cui non sono molte le pronunce giurisprudenziali intervenute su questo tema , anche perché le cronache giudiziarie riguardano prevalentemente ipotesi in cui il genitore si sottrae all’ adempimento degli obblighi familiari piuttosto che il caso in
cui egli è vittima di comportamenti manipolativi dell’ altro genitore.

Tuttavia, vi sono alcuni primi segnali positivi di riconoscimento del fenomeno. Si può segnalare una sentenza relativamente recente del Tribunale di Bergamo ( Ufficio GIP, n. 3490/2004 in articolo “ La sindrome da alienazione parentale “ Avv. Missiaggia, p.3 ) che si è espressamente occupata della Sindrome di alienazione
parentale, affrontando un caso di presunti abusi sessuali compiuti dal padre ai danni del figlio minore.

In tale occasione il giudice ha ritenuto non attendibile il racconto del minore, ascoltato in sede di incidente probatorio, in quanto contraddittorio, incoerente, illogico ma soprattutto in contrasto con quanto riportato “ de relato” dal soggetto che aveva raccolto le prime dichiarazioni del bambino.

Lo stesso organo giudicante concludeva affermando espressamente che “ altresì inficia l’ attendibilità del racconto del minore l’ accertata presenza di un acceso conflitto coniugale dei genitori relativo alla separazione e all’ affidamento del figlio, specie ove riscontri la cosiddetta sindrome di alienazione genitoriale”, stato psicologico tipico delle coppie che si separano con liti senza esclusione di colpi pur di impedire all’ altro la custodia del minore”.

Ed infine con sentenza del 5/11/2004 il Tribunale di Monza ( in Danno e Resp., 2005, p. 851) ha riconosciuto l’ esistenza del danno esistenziale per responsabilità del genitore affidatario presso il quale il figlio viveva stabilmente: Il genitore che venga meno al fondamentale dovere, morale e giuridico, di non ostacolare, anzi di
favorire la partecipazione dell’ altro genitore alla crescita ed alla vita affettiva del figlio, è responsabile per il grave pregiudizio arrecato al diritto personale di quest’ultimo alla piena realizzazione del rapporto parentale. E’ pertanto risarcibile la avvenuta compromissione del rapporto tra il figlio e l’ altro genitore che non ha potuto esercitare per lungo tempo il diritto di visita al figlio per effetto della condotta ostruzionistica dell’ altro genitore.

L’annullamento della funzione genitoriale comporta un grave danno morale ed esistenziale in quanto il genitore non può assolvere ai propri doveri nei confronti del figlio e non può esercitare i propri legittimi diritti di genitore, riconosciuti e garantiti dalla Costituzione.

Conseguentemente anche il figlio potrebbe subire un danno meritevole di risarcimento dalla condotta del genitore “ostacolante“: viene, infatti, leso un interesse fondamentale del minore, consistente nel diritto a svolgere un armonico rapporto affettivo con il proprio genitore ed a ricevere dallo stesso la necessaria formazione sociale, istruttiva ed educativa, così come previsto dall’ articolo 30 della Costituzione – è diritto e dovere dei genitori mantenere, educare ed istruire i figli- e dagli articoli 147 e 148 Cc.

CONCLUSIONI

Infine , dunque, e con questo arrivo alla conclusione, il principale compito di noi operatori del diritto sarà quello di riconoscere gli elementi costitutivi di danno esistenziale in determinate categorie meritevoli di particolare tutela e conseguentemente della sua quantificazione e della sua risarcibilità.

 

http://www.ordineavvocati.ancona.it/index.php?option=com_docman&task=doc_download&gid=170

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Avvocato specializzato in false accuse di pedofilia per privare i bambini dei loro papà

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«Secondo gli esperti, le calunnie hanno quasi tutte le stesse caratteristiche: vengono usati bambini piccoli, da 2 a 5 anni, che non presentano alcun segno di violenza, coinvolti in separazioni conflittuali in cui i nonni spesso assumono un ruolo decisivo».

La notizia arriva dal settimanale l’Express, che però non fa il nome di chi, fingendo di difendere i bambini, li ha devastati con false accuse di pedofilia. Forse temendo che questi criminali, adusi ad abusare del sistema giudiziario per scopi pedo-criminali, potessero cercare di mettere a tacere le proprie malefatte costruendo una denuncia per diffamazione.

Apparso negli USA qualche anno fa, un allarmante fenomeno ha preso piede nei tribunali, una sorta di follia che porta le coppie in guerra per l’affido dei figli a usare la più terribile accusa, quella di incesto. Centinaia di papà — molto più raramente le madri — si dichiarano oggi calunniati dall’ex: «È l’arma atomica delle separazioni conflittuali». […]

I casi di false accuse sembrano curiosamente molto più numerosi nella piccola città di Pontoise, vicino a Parigi, dove il fenomeno ha assunto l’aspetto di una epidemia. 15 papà accusati nello stesso tribunale per storie simili, alla fine si sono uniti per proclamare la propria innocenza. Nessuno è mai stato condannato e 9 già assolti. In 10 di questi casi le madri accusatrici erano rappresentate dalla stessa avvocata. Che in tutti i casi ha presentato la denuncia secondo la formula che impedisce di archiviare il caso obbligando ad aprire unprocedimento penale. «La sig.ra M. è una attivista femminista che fa da avvocata per la locale Casa della Donna» dice Dominique Marion, uno dei padri falsamente accusati «si è specializzata in tali accuse, che usa per mettere i papà fuori gioco e allontanarli dai figli». La relazione di uno psicologo esperto nominato dal Tribunale parla apertamente di «ruolo nefasto» giocato dall’avvocata femminista, qualificata come «fanatica» e «settaria»: «I suoi eccessi, la sua abitudine alla menzogna, a volte diffamatoria, dimostrano la sua incapacità a mantenere una distanza sana ed oggettiva in queste faccende». […]

La situazione è diventata così grave che il Procuratore ha ricevuto 10 di questi papà. Oltre agli eccessi dell’avvocata femminista, hanno lamentato la lentezza della giustizia ed il ruolo negativo di alcuni «esperti» abusologi che rilasciano certificati di convenienza alle madri calunniatrici.

Una psichiatra infantile, la dr. B, coinvolta nei fattacci di Pontoise è stata interdetta per 3 anni dall’Ordine dei Medici per aver ripetutamente denunciato «la responsabilità di un papà in abusi sessuali privi di fondamento» […].

«Certe madri fanno il tour degli abusologi fino a quando trovano quello che certificano quello che vogliono» constata Nicole Tricart, presidente del Tribunale dei Minori di Parigi «a volte ci troviamo di fronte certificati che fanno rabbia. Come quella psicopatica che ha descritto in dettaglio l’esame con il quale decideva che una bambina di 5 anni era stata abusata: le sentiva il polso mentre sussurrava all’orecchio della bambina la parola “incesto”, dall’aumento dei battiti ha dedotto un forte trauma sessuale». QED

«Molto spesso il primo passo compiuto dal magistrato è quello di sospendere i diritti di accesso del genitore accusato. Che nel caso di una falsa accusa, è esattamente ciò che il genitore accusatore sta cercando».

Nessuno esce indenne dalle accuse, né il bambino né l’imputato né l’accusatore, ha detto Lawrence Becuywe, giudice del tribunale di Pontoise. Dal momento in cui sono stati lanciati, si entra nel campo della follia, odio o perversione allo stato puro. […]

Lo psicologo canadese Hubert Van Gijseghem, specialista mondiale nel settore, afferma che le false accuse hanno conseguenze gravi quanto la pedofilia vera e propria.

 

http://is.gd/Xf9cJR

La sindrome da Alienazione Genitoriale: disagio psichico e crimine perseguibile.

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La sindrome (insieme di sintomi e, in particolare, indicatori di disagio) da alienazione genitoriale si osserva nei minori coinvolti in separazioni conflittuali dei loro genitori. Anche se ancora non è codificata come malattia vera e propria, si richiede spesso l’intervento di specialisti (medici e psicologi) in grado di risolvere quel disagio psichico.

MA C’E’ CHI CERCA DI NEGARE L’ESISTENZA E LA CONSISTENZA DI QUESTA FORMA DI ABUSO.

Chiariamo quindi le cose IN DUE PUNTI:

1) Il disagio psichico che si crea nel bambino psicologicamente manipolato è un disagio di PERTINENZA MEDICO-PSICOLOGICA

2) Il genitore alienante (quello che manipola la psiche dei figli per fargli odiare l’altro genitore), invece, compie un crimine, un reato. E di quel genitore malevolo deve eventualmente occuparsi l’AUTORITA’ GIUDIZIARIA.

Questi sono i termini corretti in cui si pone qualsiasi situazione di ALIENAZIONE GENITORIALE: da una parte un genitore che compie un REATO, dall’altra un bambino che subisce ABUSO PSICHICO.

Per ulteriori informazioni suggeriamo la consultazione di questo sito dedicato: http://www.alienazione.genitoriale.com

 

Fonte: http://www.iodonna.biz/?p=267

Gardner, il medico che per primo descrisse il terribile disagio psichico (Pas) conseguente alla alienazione genitoriale

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Richard Alan Gardner (28 aprile 1931 – 25 maggio 2003) è stato professore di psichiatria clinica nella Divisione di Psichiatria Clinica della Columbia University dal 1963 fino alla sua morte nel 2003. Ha pubblicato più di 40 libri e più di 250 articoli in vari campi della psichiatria infantile, fondato la compagnia Creative Therapeutics e testimoniato come esperto in materia in molti processi per la custodia dei figli.

Gardner è autore del primo libro sugli effetti del divorzio sui bambini, che fu discusso sulla rivista Time e sul giornale New York Times, ed è attualmente alla 28esima ristampa. Ha contribuito a sviluppare tecniche terapeutiche per bambini mediante il gioco, il cui uso è diventato standard nella terapia dell’infanzia. I suoi libri in materia sono stati tradotti in nove lingue.

Il principale contributo di Gardner è stato l’aver coniato il termine sindrome da alienazione genitoriale (PAS) nel 1985 descrivendo il processo di alienazione genitoriale, cioè il modo in cui un genitore può abusare del suo potere per trasformare in odio l’iniziale amore del figlio per l’altro genitore. Nel suo ultimo libro, “La Sindrome da Alienazione Genitoriale” descrive in dettaglio le fasi (lieve, moderata, grave) dell’alienazione operata su di un bambino da un genitore contro l’altro, e le tre tipologie di genitore alienante.

Critiche

La definizione di tale fenomeno quale “sindrome” è controversa. La PAS non è ufficialmente riconosciuta nella versione attuale del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders.

La sindrome da alienazione genitoriale è stata criticata da alcuni giuristi e psichiatri, contrari alla sua ammissione in campo giuridico. In caso di PAS di grado grave, Gardner raccomanda che la custodia sia trasferita al genitore alienato e che il bambino venga supportato da una terapia di deprogrammazione, osservando che tale misura è l’unica a portare con efficacia alla guarigione. Per la sua natura, tala questione ha suscitato una forte controversia ed attacchi personali contro Gardner, che rispose alle polemiche sull’American Journal of Family Therapy:

«Alcune nascono da conflitti legali, nei quali gli avvocati per i propri scopi di parte spesso selezionano materiale fuori dal loro contesto. Questa è la natura del sistema legale, ed è un dei motivi delle controversie sulle mie opere. Alcune di queste rappresentazioni distorte sono diventate così diffuse che ho ritenuto utile formulare questo chiarimento.»

Suicidio

Gardner si suicidò il 25 maggio 2003. Suo figlio disse che all’epoca il padre era “sconvolto” dall’avanzare dei sintomi di una malattia.

Bibliografia

  1. The boys and girls book about divorce, with an introduction for parents, di Richard A. Gardner, ISBN 0-553-27619-0
  2. Doctor Gardner’s Modern Fairy Tales (1977) ISBN 0-933812-09-4
  3. The Parental Alienation Syndrome (1992) ISBN 0-933812-42-6
  4. Protocols for the Sex-Abuse Evaluation (1995) ISBN 0-933812-38-8
  5. Psychotherapy With Sex-Abuse Victims: True, False, and Hysterical (1996) ISBN 0-933812-41-8
  6. Sex-Abuse Trauma?: Or Trauma from Other Sources? (2001) ISBN 0-933812-47-7
  7. The International Handbook of Parental Alienation Syndrome.


La Regione Liguria riconosce l’alienazione parentale già dal 2004

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La Regione Liguria ha assunto già nel 2004 un provvedimento di indirizzo per i servizi sociali in cui nella classificazione delle forme di abuso era inclusa anche la alienazione parentale come abuso psicologico.

Nell’allegato A (“indirizzi in materia di maltrattamento, abuso e sfruttamento sessuale a danno dei minori”) alla delibera 1-10-2004 n. 1079 viene riportato, al punto 2, quanto segue:

2. Classificazione delle diverse forme di abuso.
a) maltrattamento;
b) patologia delle cure;
c) abuso sessuale;
d) violenza assistita di minori in ambito familiare;
e) violenza virtuale;
f) sindrome da alienazione parentale: stato psicologico manifestato da minori posti al centro di conflitti parentali con l’inibizione a frequentare uno dei genitori; emerge soprattutto nei casi di separazioni o divorzi conflittuali

Estratto delibera n. 1079 di data 1-10-2004 della Regione Liguria, pag. 3.

http://www.alienazione.genitoriale.com/la-regione-liguria-riconosce-lalienazione-parentale-gia-dal-2004/

Alienazione Genitoriale, una forma di maltrattamento sull’infanzia

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Articolo tratto dalla rivista scientifica Cuad. Med. Forense (2006) 43-44.

 

Sindrome di Alienazione Genitoriale:

una forma di maltrattamento sull’infanzia

C. Segura, MJ. Gil e MA. Sepúlveda

Riassunto

La famiglia tradizionale ha sofferto grandi cambiamenti negli anni recenti, che hanno portato ad un grande incremento di separazioni e divorzi. È importante garantire il diritto dei bambini ad adeguare relazioni sia con i loro padri che con le loro madri mantenendo intatti i legami. Senza dubbio ci sono situazioni nelle quali uno dei due genitori ostacola le relazioni con l’altro genitore, che degenerano nella Sindrome di Alienazione Genitoriale, una delle più sottili forme di maltrattamento, finora quasi sconosciuta, ma che sta venendo alla luce e produce un grave danno al benessere psicologico ed allo sviluppo dei minori colpiti.

In questo lavoro si studia la PAS come forma di maltrattamento sull’infanzia esponendo alcune delle condotte maltrattanti da parte di chi instilla la PAS. In conclusione, vengono presentati due casi in cui è stata riconosciuta la PAS e si analizzano le conseguenze psico-patologiche che queste situazioni causano nell’infanzia, così come gli interventi.

Testo completo in spagnolo (link).

http://www.alienazione.genitoriale.com/pasmaltrattamento/