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100mila€ al giorno: la follia femminista del mantenimento del tenore di vita

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Le ragazze dell’Olgettina sono costate meno a Berlusconi della signora Veronica Lario, che riceverà 100mila € al giorno di mantenimento.

Come è possibile arrivare a queste cifre indecenti che tentano le donne a vendere la propria dignità ed a sfasciare le famiglie?

È il principio del “mantenimento del tenore di vita” caro alle avvocate femministe, in base al quale tanti papà separati vengono ridotti a barboni che mangiano alla Caritas affinché la donna possa vivere con lo stesso tenore di vita.

Manifestazione femminista in epoca di SNOQ

 

Scrive infatti Repubblica

L’ex first lady, per esempio, ha beneficiato dell’aiuto di un esercito di collaboratori, che costava al Cavaliere 50mila euro ogni mese e che ora dovranno essere dirottati ugualmente nell’assegno di mantenimento. Dell’elenco fanno parte una segretaria personale, un cospicuo numero di domestici, cuochi, giardinieri, addetti alla sicurezza, oltre alle spese di un personal trainer a disposizione nella palestra privata. I giudici, nel ricordare il tenore di vita a cui era abituata la signora Lario, sottolineano anche come nel corso del matrimonio con Berlusconi abbia potuto liberamente avvantaggiarsi dei trasferimenti della flotta aerea di appartenenza delle società del coniuge. Per coltivare i suoi interessi per i viaggi, anche in località lontane ed esclusive, sempre in residenze di lusso, con spese a carico del coniuge.

Tale interpretazione femminista della legge, sancita in numerose sentenze di Cassazione, non è mai stata democraticamente votata dal Parlamento.

Servirebbe una riforma del diritto di famiglia, in maniera che la Lario possa ricevere zero mantenimento e guadagnarsi da vivere in maniera dignitosa, andando a lavorare.

 

 

 

 

Sindrome di Medea: madre accoltella il figlio “per punire mio marito, sempre lontano”

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Una donna di 40 anni, Elzbieta Plackowska, ha accoltellato a morte la bambina a cui stava facendo da babysitter e il suo stesso figlio.

Elzbieta Plackowska avrebbe ucciso il figlio Justin di 7 anni, prima di rivolgere il coltello contro una bambina di 5 anni, Olivia, figlia di Marta Dworakowski, un’infermiera che effettua il turno notturno in un laboratorio di analisi, che aveva lasciato la figlia alla babysitter per recarsi al lavoro.

Secondo quanto riferisce il procuratore, il duplice omicidio è avvenuto nella casa della madre di Olivia e a scatenare la furia omicida sarebbe stata la rabbia di Elzbieta Plackowska contro il marito camionista, troppo spesso lontano da casa. La madre, ha spiegato Berlin, “ha detto ai detective di aver pensato che, uccidendo il figlio Justin, avrebbe fatto del male al marito”.

Elzbieta Plackowska ha ucciso anche i due cani della famiglia. La casa è stata trovata piena di sangue. Il corpo di Olivia giaceva sul letto, mentre quello di Justin sul pavimento, coperto da tagli su volto, testa, collo e schiena. “In tutta la mia carriera, questa è la scena del crimine più orribile e macabra che io abbia mai visto”, ha commentato il capo della polizia di Naperville, Bob Marshall.

 

La Sindrome di Medea viene menzionata solamente in relazione al dramma dell’uccisione dei figli.   Jacobs (1988) metaforizza l’uccisione, definendo come “Complesso di Medea” il comportamento materno finalizzato alla distruzione del rapporto tra padre e figli dopo le separazioni conflittuali:  così l’uccisione diventa simbolica e ciò che si mira a sopprimere non è più il figlio stesso ma il legame che ha con il padre.

Non stupisce quindi che Andrea Mazzeo, quello psichiatra noto per il tentativo di negare l’abuso dell’alienazione genitoriale, tenti anche di negare la Sindrome di Medea, sostenendo che, a suo parere, sarebbe «invenzione della premiata ditta padri separati & affini».

La Sindrome di Medea e l’alienazione genitoriale sono invece terribili realtà, soprattutto per i bambini che ne sono vittima.  Purtroppo alcuni professionisti arrivano a tentare di difendere i genitori che compiono questi abusi.

 

La notizia dell’uccisione dei bambini proviene da http://www.repubblica.it/esteri/2012/11/01/news/babysitter_uccide_bimbi-45748471/

Francesco Perra (M5S): diritti ai gay ma non l’assurdità del matrimonio

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Il PD ed i partiti di sinistra come IdV e SeL sono inquinati da rabbiose femministe, lesbiche, transessuali, queer che dettano la propria agenda anti-famiglia pretendendo diritti assurdi per loro stesse e di negare ai bambini il diritto all’affido condiviso.

E così gli elettori fuggono verso il M5S ed il buonsenso delle persone pulite:

“Non mi sento un omofobo ma tutta questa ostentazione mi sembra eccessiva, noi siamo abituati a manifestare ma io manifesto davanti a un’oppressione. Il problema è che questo accesso ai diritti vuole ledere quelli della famiglia. Io non sono contrario alle unioni, perché quando ci sono i sentimenti le persone sono libere di stare assieme. Il problema è perché il matrimonio? Siamo nel terzo millennio, a quel punto potremmo sposarci con i propri animali, perché ci sono persone che hanno un forte rapporto affettivo con i propri animali”.

 

Stalking: il fallimento di una pessima legge femminista

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La legge vorrebbe punire comportamenti leciti (come l’inviare SMS) ripetuti in quantità eccessiva. Ma il reato penale viene definito non in termini di fatti oggettivi, bensì in termini delle sensazioni soggettive della persone che accusa di esserne vittima:

Mara Carfagna: la ministra delle Pari Opportunità che ha voluto la legge sullo stalking

«È punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni chiunque molesta o minaccia taluno con atti reiterati e idonei a cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero a ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero a costringere lo stesso ad alterare le proprie scelte o abitudini di vita».

Così facendo la legge si presta ad essere usata per calunniare persone innocenti.

Ad esempio una donna separata che vuole privare i figli del loro papà può usare una calunnia di stalking per sbarazzarsi del papà che insiste a volersi prendere cura dei bambini. Addirittura la legge prevede un aggravante quando la persona accusata è un papà separato!

O ancora, se una paranoica soffre di “ansia” non tollerando altre persone, bisogna mettere in carcere le altre persone? Esempio concreto è una femminista che gestisce una pagina web pubblica, ma minaccia di denunciare per stalking i “maschi” che osano commentare.

O ancora, il corteggiamento sgradito oggi è reato penale.  Anche Dante, che scrisse

Amor, ch’a nullo amato amar perdona

oggi rischierebbe la galera per istigazione allo stalking.
La legge è di scarsa efficacia, se non pericolosa, nei casi di stalking vero. Infatti, gli stalkers veri sono persone ossessionate, che rovinano anche la propria vita con telefonate, SMS, pedinamenti. Persone che avrebbero bisogno di supporto psicologico per uscirne anche nel proprio interesse si trovano di fronte ad una repressione penale che non comprendono: e questo può aggravare la situazione, che può degenerare fino ad arrivare all’omicidio. Perché ovviamente la polizia non può incarcerare per sempre qualunque persona venga accusata di stalking.

Che si tratti di una legge femminista, è provato dallo scandalo fatto esplodere da le Iene: un milione di € all’anno per il numero verde anti-stalking, ma quando un uomo prova a chiedere aiuto viene risposto che “il numero è dedicato solo alle donne”.  Ed infatti il numero viene usato per dirottare donne verso centri anti-violenza legati a doppio filo al femminismo, così come il ministero Orwellianamente detto “delle Pari Opportunità”.

 

http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/182460/golia-1522-denuncia-stalking.html

 

 

Avvocato condannato per calunnia

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GROSSETO. Non era vero, come invece sostenuto dall’avvocato nella richiesta di rinvio indirizzata alla Procura, che la donna sua assistita «era impedita a partecipare all’interrogatorio perché il suo convivente la trattiene in casa esercitando pressioni psicologiche e violenze fisiche». Quelle parole sono costate una condanna per calunnia all’avvocato Giovanni D’Amato: 10 mesi e 20 giorni (pena sospesa) più 25 mila euro per la parte civile, cioè il convivente della donna, e 8 mila per le spese.

L’avvocato può adesso impugnare la sentenza del gup Mezzaluna, depositata l’altro giorno (il processo è dell’11 febbraio), e rivolgersi ai giudici di appello. Una sentenza pronunciata al termine di un procedimento svoltosi con il rito abbreviato, cioè allo stato degli atti, con lo sconto di un terzo sulla pena. Un procedimento al termine del quale la difesa aveva sottolineato la mancanza del dolo: D’Amato era in perfetta buona fede, secondo la difesa, quando aveva creduto all’ipotesi del sequestro di persona ritenuto commesso da Fabio Ottanelli (la parte civile risarcita) nei confronti di Alessandro Mazzarelli; ed era stato lui stesso a chiedere l’intervento della polizia, depositando l’istanza di differimento dell’interrogatorio agli agenti della sezione di polizia giudiziaria della polizia di stato della Procura. Se avesse saputo che tutto era inventato, perché allertarla?  Ma il giudice non ha ritenuto credibile la versione difensiva su quanto avvenuto il 9 giugno 2009. Anche perché la polizia, allarmata (l’ipotesi di procurato allarme è stata risolta con un’oblazione), era corsa a casa della Mazzarelli che pure avrebbe avuto un rapporto sentimentale tormentato con Ottanelli. Ma, nota il dottor Mezzaluna, gli agenti avevano visto la donna che stava raggiungendo un bar dove già era giunto l’avvocato. Allora non era sequestrata. La polizia aveva voluto vederci chiaro, in relazione alla asserite conversazioni telefoniche tra avvocato e assistita. E così aveva ricostruito il traffico telefonico e di sms, anche con lo studio legale. «Un primo dato cero è che nessun contatto telefonico diretto era intervenuto tra la pretesa sequestrata a il suo legale che ha denunciato l’episodio criminoso che, a suo dire, avrenne impedito alla donna di essere presente all’interrogatorio», scrive il giudice. Inoltre, la Mazzarelli «ha negato di aver mai detto di essere stata sequestrata», anche quando telefonò allo studio, e non parlò con il proprio legale quel giorno. Non è credibile secondo Mezzaluna che D’Amato non avesse compreso il significato lessicale e giuridico di quanto scritto. La donna avrebbe solo voluto un rinvio dell’interrogatorio: ed è stata assolta da entrambe le imputazioni.

Fonte: http://iltirreno.gelocal.it/grosseto/cronaca/2011/05/05/news/non-ci-fu-sequestro-di-persona-1.2465091

Contributo al mantenimento dei figli: spettano anche gli interessi anatocistici

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Il contributo per il mantenimento dei figli va pagato entro la scadenza, pena l’applicazione degli interessi decorrenti dalle scadenze, calcolati in modo “composto”
Una recentissima sentenza della Suprema Corte ha chiarito che il contributo per il mantenimento dei figli va pagato entro la scadenza, pena l’applicazione degli interessi decorrenti dalle scadenze, calcolati in modo “composto”; in altri termini, interessi sugli interessi.
Secondo la Cassazione, “l’assegno di mantenimento in favore del coniuge integra un credito pecuniario, come tale produttivo, a norma dell’art.1282 cod. civile, di interessi corrispettivi ope legis, salvo diversa previsione del titolo, dalla data in cui diventi liquido ed esigibile (Cass., sez. 1, 14 febbraio 2007, n.3336; Cass., sez. 1, 9 agosto 1985, n.4411), si osserva che, una volta determinato, esso è soggetto alle regole ordinarie in tema di mora debendi; inclusa, quindi, la produzione di interessi legali sugli interessi scaduti dal giorno della domanda giudiziale: e cioè, nella specie, dalla notificazione del precetto di pagamento, atto di natura giuridica e contenuto equivalenti ad un’ordinaria domanda di condanna. La liquidazione giudiziale di un’obbligazione di valore, da effettuarsi in valori monetari correnti, determina infatti la conversione del debito di valore in debito di valuta, con il riconoscimento, da tale data, degli interessi corrispettivi (Cass., sez.2, 14 aprile 2011 n. 8507; Cass., sez.3, 8 marzo 2005, n.5008).”
Un utile chiarimento per gli avvocati che, dalla data di notifica dell’atto di precetto, potranno esigere interessi composti con decorrenza dalle singole scadenze ed uno stimolo per i genitori inadempienti ad evitare ritardi nel pagamento del contributo dovuto per il mantenimento dei figli.

 

http://www.ami-avvocati.it/leggi_articolo.asp?id_articolo=1384

La violenza sulle madri‏ — di Vittorio Vezzetti

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Dal libro “Nel nome dei figli” (BookSprint edizioni), del dott. Vittorio Vezzetti.


 

“Io voglio farvi il caso di due mie clienti. Una cugina dell’altra, a due anni di distanza l’una dall’altra… così capirete quanto è ipocrita il sistema.

La prima rimase incinta di un ragazzotto ignorante come una scarpa ma, almeno, pieno di quattrini. Volle tenere il bambino ma il padre si rifiutò di riconoscerlo.

La donna intentò causa di riconoscimento. Lasciamo perdere ogni altra considerazione maligna… il figlio era del ragazzo e avrebbe dovuto riconoscerlo.

Bene, rimanemmo in causa oltre un anno. Il legale di controparte era un separato. Politicamente impegnato e sempre pronto a elargire sorrisi, aiuti e commenti benevoli alle organizzazioni per l’emancipazione femminile ma… non rifiutò il ricco cliente: pecunia non olet! Venne rigettato il primo test del DNA, cambiarono due giudici… alla fine la mia cliente vinse. E ottenne il riconoscimento di paternità. Bene, sapete cosa decise il giudice? Spese compensate. Anzi, i periti se li dovette pagare la mia cliente. E non erano due lire.

Si vede che era un vizio di famiglia ma anche la seconda cugina rimase ingravidata da un tizio. Senza il becco di un quattrino. Che rifiutò di riconoscere il pargolo.

La donna tenne il figlio. Tra l’altro con qualche problema di salute. Un giorno ella venne da me e mi chiese un parere. Io le illustrai la trafila.

Dovetti spiegarle, però, che nell’esperienza precedente -cosa che peraltro conosceva benissimo- alla cugina era rimasto da rifondere un sacco di quattrini. Anche se, a lungo andare, con l’assegno dell’uomo sarebbe riuscita a ripagarsi le spese.

Bene, sapete che mi disse la neo mamma? Guardi avvocato, io di soldi ne ho pochi e il padre del bimbo è un disgraziato morto di fame. Lasciamo perdere. I pochi soldi che ho me li tengo per curare mio figlio che ha pure una brutta malattia.

E così il disgraziato la fece franca. Ecco, nessuno ne parla, ma questa è la vera violenza, sottile ed occulta, del sistema sulle donne. E sui bambini”.

 

 

Centenario scopre che la moglie lo aveva tradito 60 anni prima e chiede il divorzio

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E’ la storia di Antonio, 100 anni, di Olbia, e Rosa, 96 anni, di Napoli.

Hanno vissuto 77 anni della loro vita assieme, una bellissima storia d’amore, coronata dalla nascita di 5 figli e tanti nipotini.

Ma Antonio nel 2002 ha scoperto un vecchio tradimento della moglie, avvenuto 60 anni prima.

A “tradire” Rosa sono state invece delle lettere scritte da lei all’amante, che Antonio ha casualmente trovato in un cassetto.

Rosa ha confessato, sperando nel perdono del marito, ma non c’è stato niente da fare.

Antonio ha provato a metterci una pietra sopra, ma il rapporto non era più lo stesso, ormai si era rotto qualcosa.

Due settimane fa la decisione di divorziare legalmente.

Ora l’uomo, vittima del tradimento, rischia di essere condannato a perdere la propria casa ed a mantenere la ex. Per fortuna i figli sono adulti.

Fonte: http://www.ilgiornalediolbia.it/?p=9352

Figli in affido condiviso anche se la madre è stata condannata per aver calunniato il padre

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Una nuova pronuncia della Cassazione annulla l’affido esclusivo dei figli al padre, deciso perché la madre era stata condannata per calunnia nei suoi confronti, accusandolo falsamente di aver abusato della figlia fin da piccola.

Gli Ermellini hanno accolto il ricorso della donna, ricordando che la regola dell’affido condiviso può essere derogata solo in presenza di una convincente motivazione non solo sull’idoneità del genitore affidatario, ma anche sulla presunta incapacità dell’altro genitore. Non basta il richiamo alla sentenza di condanna.

La Suprema Corte, con la sentenza 24841 del 7 dicembre 2010, ha quindi accolto il ricorso di una donna contro la sentenza con cui la Corte d’Appello di Bari aveva deciso l’affido esclusivo dei tre figli della coppia, non sposata, al padre. La donna era stata condannata dal Tribunale del capoluogo pugliese per calunnia nei confronti dell’uomo, accusato falsamente di aver abusato della figlia più piccola. La madre impugnava però la decisione, sostenendo che non poteva basarsi esclusivamente sulla sentenza di condanna, peraltro non ancora passata in giudicato. La sesta sezione civile le ha dato ragione, giudicando insufficiente la motivazione data dai giudici di merito, alla stregua dell’ormai consolidato principio di diritto in base al quale “alla regola dell’affidamento condiviso dei figli può derogarsi solo ove la sua applicazione risulti “pregiudizievole per l’interesse del minore”, con la duplice conseguenza che l’eventuale pronuncia di affidamento esclusivo dovrà essere sorretta da una motivazione non piú solo in positivo sulla idoneità dei genitore affidatario, ma anche in negativo sulla inidoneità educativa ovvero manifesta carenza dell’altro genitore.”

Fonte: http://www.telediritto.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2701:figli-in-affido-condiviso-anche-se-la-madre-e-stata-condannata-per-aver-calunniato-il-padre&catid=53:giurisprudenza-dir-civile&Itemid=24

Anche il Corriere della Sera scivola sulle falsità anti-uomo costruite da femministe

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“Calunniate, calunniate qualcosa resterà” diceva Goebbels. E delle calunnie “feminazi” contro gli uomini qualcosa continua a rimanere: autorevoli organi di stampa continuano a riportarle come se fossero vere.

È il caso oggi del Corriere della Sera. Ha dato spazio ad un blog “al femminile” dal titolo “27 ora”; taluni post di sapore femminista suscitano usualmente commenti negativi dei lettori indignati. Ben due post (uno, due) oggi iniziano attribuendo a fonti terze la seguente affermazione falsa:

la violenza è la prima causa di morte (in Europa) per le donne fra i 14 e i 44 anni

Chiunque abbia un minimo di cultura scientifica capisce immediatamente che si tratta di una balla colossale, peraltro già smentita anche da Amnesty International. In realtà, la violenza è una causa di morte trascurabile:

Riportiamo un vecchio riassunto, basato sui dati ISTAT italiani, che smonta la serie completa di questo tipo di falsità:

L’imbarazzante errore iniziale rende inutile leggere il seguito di quanto scrivono le due blogger, Lea Melandri e Alessandra Arachi.

Numerosi lettori denunciano di avere commentato indignati e di essere stati censurati.

Cosa che sarebbe normale su di un blog femminista, ma non certo su di un prestigiosissimo quotidiano come il Corriere della Sera.

Tale vicenda ci è stata segnalata da un esperto in statistica, che ci ha scritto chiedendo di pubblicare questo suo intervento, rifiutato da “27 ora”:

Buonasera,
solitamente non posto mai alcun commento, né qui né in generale sul Corriere, ma stavolta non posso esimermi dal chiedere una rettifica dell’articolo. Per onestà informativa e scientifica, cosa che ritengo fondamentale per qualsiasi Paese.
Solo per accuratezza d’informazione (cosa che un giornale serio come il Corriere dovrebbe fare, in mia opinione), vorrei precisare che la prima causa di morte al mondo, è imputabile ai microrganismi presenti negli insetti vettori, che causano le malattie infettive (e relative epidemie e/o pandemie).
Ad esempio la malaria (una malattia a caso), flagella l’uomo da millenni; e continua imperterrita a farlo, uccidendo mediamente 1.000.000 di persone l’anno (quando va bene non son meno di 800.000), e contagiandone altre 5 milioni.
Tutto ciò è direttamente verificabile, dati certi alla mano, sul sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Dove, per altro, si troveranno anche le statistiche relative a tutte le altre malattie trasmesse dalle punture degli insetti.
Tale prima causa di morte umana per trasmissione infettiva, è pressoché invariata, per quel che finora ne sappiamo, sin dalla comparsa dell’uomo sulla Terra.
In nessuna statistica accademica, comprovata da da campioni apprezzabili ed estimi certi, mi risulta finora che la generica ‘violenza maschile’ causi solo anche 1/100 dei morti che fa la sola malaria.
Il documento dell’Eurobarometro sembra, ad una prima revisione, solamente un questionario a risposta multipla, piuttosto che una statistica ragionata e basata sulla conta dei decessi.
Forse non so leggere bene l’inglese io (strano, essendo madrelingua), però non ho visto statistiche certe, con tanto di presa d’atto dei relativi organi di polizia dei Paesi in esame, elaborate direttamente dagli ospedali e/o obitori degli stessi.
Ricordo che, non sono in Italia ovviamente, un decesso è sempre accompagnato da relativo certificato medico legale, in cui è obbligatorio specificare le cause (anche presunte, se il medico è impossibilitato ad eseguire accertamenti in loco) del trapasso.
Per gli omicidi, vale la stessa cosa ma si aggiunge nella stra-grande maggioranza dei casi, anche autopsia regolarmente disposta dal Giudice (o chi in suo nome, nei sistemi che adottano il Common Law), su indicazione della polizia (o gendarmeria) scientifica.
Tornando al documento in questione, non c’è un campione di estimo, non c’è una percentuale definita e comprovata, non c’è una forbice annua (o anche solo decennale) che possa essere utilizzata per comparare la percentuale (presunta) uccisioni per mano maschile/morti di sesso femminile.
Tale resoconto statistico, in misura finale, ha valenza scientifica pari a zero.
Può essere un sondaggio, ma non una statistica.
Per completezza d’informazione, faccio altresì notare come la prima causa di morte, stavolta solo in Italia, sia riscontrabile nelle malattie cardiovascolari: circa 240.000 l’anno (in continuo aumento, per altro).
A livello globale, la stima si aggira sui 17 milioni l’anno.
A livello europeo, si stimano circa 650.000 decessi l’anno; questa è la prima causa di morte in Europa, sia maschile che femminile.
Anche qui, non mi risulta che la prima causa di morte per le donne europee sia la ‘violenza maschile’. A meno che il cuore, da organo primario del corpo umano, non sia invece inteso come “Sig. Cuore”.
Interessante è altresì notare come, sempre in ambito EU, la seconda causa di morte della popolazione siano gli incidenti stradali: circa 127.000.
Tengo a precisare che questo appunto non è a riguardo del problema violenza sulle donne (che esiste, come al mondo esistono molte altre cose ignobili), ma bensì esclusivamente relativo alla notizia errata sulla prima causa di morte in Europa.
Ergo, per correttezza scientifica, gradirei una rettifica dell’articolo, magari basata su statistiche ufficiali dei corrispettivi rapporti dei sistemi sanitari nazionali (area EU).
P.S. I dati riportati, presi dai siti ufficiali di ISTAT ed OMS sono aggiornati al 2009 (al 2008 per l’ISTAT). A meno che non si sia diventati tutti assassini seriali (in 2 anni), è ragionevole supporre che possano essere adattati, senza grosse variazioni, anche al 2011.
Grazie

25.11 | 17:54 statopt
Noto con piacere che il mio commento, prettamente statistico, sia stato sistematicamente censurato.
Domanda: è stato ritenuto offensivo e/o volgare?
O solamente ‘scomodo’?
Per sfizio, ho provveduto comunque allo snapshot della pagina: sarà valida testimonianza della politica aziendale del Corriere della Sera.
Saluti

Tale incidente ripropone il problema della propaganda della guerra di genere accesa dal femminismo. Per riderci su, segnaliamo un blog di satira femminista, che doverosamente oggi 25 novembre apriva accusando il “maskio” di essere la prima causa di morte:

http://www.feminazileaks.info/daily/25-novembre-per-ogni-donna-offesa-siamo-tutte-parte-lesa

http://www.ilfemminismo.it/the_archives/sistema-circolatorio-il-piu-violento-ecco-come-muoiono-le-donne-in-italia/

 

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UPDATE 26.11.2011 ORE 10.30
Per dovere di cronaca, segnaliamo che (probabilmente anche grazie alla nostra segnalazione) il commento contenente fondati dati statitistici, precedentemente non pubblicato dalla Redazione del Corriere della Sera, questa mattina attorno alle ore 10.00 è apparso.
Meglio tardi che mai 😉
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