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Il femminismo ha saltato lo squalo

L’espressione “saltare lo squalo” (dall’inglese jumping the shark) viene utilizzata per indicare il momento in cui una serie televisiva, dopo aver raggiunto il suo picco, inizia inesorabilmente ad abbassare il suo livello qualitativo, facendo venir meno la verosimiglianza della storia. La locuzione deriva da un episodio del 1977 di Happy Days, in cui Fonzie scommette di riuscire a saltare sopra uno squalo praticando sci nautico. Questo fatto rappresentò il definitivo declino della serie.

 

Per il femminismo e la sua guerra contro uomini e/o preti, tutti dipinti come stupratori e/o violenti e/o pedofili, questo momento è arrivato quando una donna ha ottenuto 760,000 € riuscendo a far condannare don Giorgio Carli portando, come unica prova, un sogno fatto 14 anni dopo le presunte molestie. Una signora in cure psichiatriche sogna di venire di venir stuprata davanti al bar San Giorgio, la vita di un uomo viene devastata. I parrocchiani lo hanno accolto a braccia aperte. Leggere per credere.

Se non fosse una tragedia, sarebbe una barzelletta quanto subito dal reverendo Charles Murphy. Accusato falsamente di molestie accadute 25 anni prima, è riuscito a provare la sua innocenza, venendo anche lui riaccolto con un applauso caloroso. Ma subito dopo è stato colpito da un’altra follia del femminismo: un’altra accusa. Questa volta non risaliva a 25 anni prima, ma a 40 anni prima. Il reverendo non ha potuto provare la sua innocenza in quanto è morto di crepacuore.

La stessa credibilità del sistema legale rischia dal venire distrutta da processi femministi.

 

Fonti:

http://www.patheos.com/community/deaconsbench/2011/06/15/falsely-accused-priest-dies-of-a-broken-heart/

http://www.abusologi.com/don-giorgio-carli-accolto-dai-parocchiani

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