Dal caso Adornato a Vittorio Vezzetti. Ecco come i media oscurano il tema dei separati

Non andare a fondo, vietato scoperchiare il pentolone. Sembrano queste le indicazioni provenienti dalle redazioni dei giornali e dei media in generale sulla tematica dei separati.

Chi ha cercato di veicolare presso il quotidiano della propria città quella che sembrava, in tutta evidenza, una “notizia” (es., uomo, disperato per non poter vedere i propri figli, si suicida gettandosi da un cavalcavia dell’autostrada, oppure calendarizzato dopo due anni il DDL 957 sulle modifiche al condiviso…) ha capito l’andazzo delle cose quando quella “non – notizia” (la chiamano così) è stata puntualmente ignorata.

Sappiamo per certo“, afferma Fabio Nestola della FENBI, “che diverse redazioni ricevono istruzioni dall’alto per oscurare l’argomento. Vedi il caso Adornato, in particolare, ma in generale l’argomento dei padri separati viene volutamente oscurato.

Sono indiscrezioni precise, provenienti da diverse fonti giornalistiche che ovviamente desiderano rimanere anonime. Prosegue Nestola “La notizia va pubblicata:

– se si tratta di separazioni-VIP (Ramazzotti, Al Bano, Ventura, etc)

– se ci scappa il morto (cronaca nera, stragi familiari)

– se ci sono iniziative istituzionali (inaugurazione della casa del papà, progetti di legge, sentenze di cassazione etc.)

– se discrimina una madre (l’ultimo caso della giornalista con i figli collocati presso l’ex marito).

Se invece discrimina un padre è una non-notizia, non degna di attenzione. E’ normale che anche i media abbiano ricevuto istruzioni di non pubblicare, altrimenti i giornali sarebbero pieni solo di questo argomento. Tanto per fare un esempio“, continua il Presidente della FENBI, “in questi giorni sono attivi contemporaneamente tre scioperi della fame ad opera di altrattanti padri separati: Roma, Reggio Emilia e Bari. Visto come la stampa si è “scatenata” ? Nemmeno una riga sulle tre iniziative in contemporanea…. Tre gesti così determinati, in zone diverse, sono sintomo di un disagio sociale diffuso e di un sistema che non funziona, mentre il singolo caso può essere letto come quello del disperato un po’ sfigato. Ogni tanto ci scappa lo speciale in tv, a volte Matrix, a volte Sposini, a volte Barbara D’Urso, a volte Vespa o altre trasmissioni … Se non ci fosse Tiberio Timperi ad innalzare il livello, le trasmissioni sarebbero piene di VIP che dicono banalità. I veri esperti (le associazioni di categoria), invece, di solito vengono chiamate per fornire casi pietosi su cui poi esprimono il parere “esperti” del calibro di Gerry Scotti, Lori Del Santo, Morgan, Corona etc…

Il diktat è dei poteri forti: il giudice ospite e l’assistente sociale ospite hanno gioco facile nel contrastare il populismo

Immagine dal film Quarto Potere di Orson Welles

di Lori Del Santo & Co., mentre sarebbero in difficoltà contro gente preparata e soprattutto documentata, in grado di fare a pezzi pubblicamente il Sistema. Quindi scappano, se sanno che c’è gente preparata si sottraggono al confronto. E le trasmissioni preferiscono avere il giudice Cavallo piuttosto che il presidente di Adiantum, per ovvi motivi di audience. Quindi meglio il giudice con la strada in discesa, a magnificare se stesso pontificando in assenza di contraddittorio serio, anche se il prezzo da pagare è uno schiaffo alla verità“. “La competenza delle associazioni di categoria“, chiosa infine Nestola, “viene riconosciuta ed apprezzata nelle sedi istituzionali, solo in tv rappresenta una presenza scomoda. Prova ne sia che alle Audizioni Parlamentari noi delle associazioni siamo convocati regolarmente, da 12 anni, mentre nessuna Commissione ha mai sentito l’esigenza di convocare cantanti, attori e soubrette“.

Da Varese fa eco Vittorio Vezzetti, autore del libro “Nel nome dei figli”, che ha già venduto 4.000 copie grazie al lavoro instancabile dello scrittore e al supporto dato dal mondo associativo. “Leggo in questi giorni che le agenzia di stampa non danno notizie e non riportano i comunicati stampa sulla vicenda del maresciallo Adornato. I mass media mi pare si adeguino. Io da anni mi son trovato di fronte giornali ed emittenti che preferivano tacere, pur consapevoli dello sfacelo della nostra giustizia familiare, piuttosto che intaccare anche solo marginalmente interessi ben consolidati.

E questo di fronte a casi clamorosi ed inoppugnabili. La stessa cosa mi è successa col mio libro: alcune fra le case editrici più note in Italia lo hanno definito (in conversazioni private col sottoscritto) come un testo straordinario, ma non pubblicabile perchè descrittivo di un sistema sì malato ma anche molto ben strutturato, nel quale vivono e prosperano bene anche loro. Nessuno stupore, quindi, se il mio lavoro che contiene centinaia di storie vere, “troppo vere”, sia uscito in autoproduzione. Nessuno stupore se le vicende come quella del maresciallo Adornato restino circoscritte a una piccola congrega di simpatizzanti quasi clandestini“.

 

[Fonte adiantum.it]