Riportiamo da http://www.bollettinodiguerra.com
Sedicenti gruppi FEMMINISTI diffamano una delle poche pagine di FB davvero contro la violenza
Fabio, iscritto alla pagina “NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE” http://www.facebook.com/noviolenzadonne ci rivela il contenuto di 2 messaggi ricevuti nella propria casella mail.
Riportiamo il messaggio di Fabio così come ci è arrivato. Vi preghiamo inoltre segnalare a Facebook ogni profilo che compia simili operazioni ILLEGALI e perseguibili.
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Questo è il commneto che mi è arrivato, essendo che non mi và di protrarre la discussione nel tempo non postero il soggetto.
“ma se non te ne frega una minchia della violenza sulle donne,o anzi difendi gli stupratori o i violenti come biagio… izzo (una povera stella innocente) che cazzo ti iscrivi a “no violenza sulle donne”??? XD”
Ora io neache ho memoria della discussione in questione… Ma mi domando chi possa mai difendere uno stupratore….? O_O
Questo è un chiaro atteggiamento diffamatorio e capovolgimento della realtà delle cose.
Incredibile…
Sta tentando di insinuarmi “il dubbio” chiaramente per fare in modo che io possa avere vergogna di me stesso “di una cosa che non ho mai detto ne scritto ne fatto” cosi’ di farmi cancellare, usando questo mezzuccio. Bho………
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Lo screenshot di una delle pagine contenenti commenti e note, in astratta ipotesi, diffamatorie (gia’ salvate e segnalate per sospetta violazione art. 595 c.p.p. a FB e alle Autorità).
ALTRI SCREENSHOT MOOOLTO ESPLICATIVI!
ROBA DA “Integralismo”……….
Chi non è d’accordo con le tesi di fondo, insomma, deve accettare o l’umiliazione e il dileggio continuo, o accettare l’umiliazione e il dileggio continuo.
Questo implica un’altra considerazione: l’assenza di regole genera la possibilità per chi gestisce la comunicazione di stabilire chi sta dalla parte giusta e chi no, e così provocare fino a poter legittimare la propria aggressività, e cioè l’uso dell’odio, dell’insulto, del parere diffamatorio, o offensivo e dileggiante.
In realtà, gruppi del genere sono a nostro avviso tutto il contrario della tutela della donna – proprio come la vicenda della madre maltrattata ma segnalata dalla persona sbagliata dimostra: perché riducono la persona “vera”, quella maltrattata sul serio, ad un individuo privo di specificità individuale, ridotto ad un mero clone – recipiente e ripetitore al tempo stesso di stereotipi ideologici, e di slogan.
Da questo punto di vista, la partecipazione ad una idea, che in sé è valida e fautrice di progresso e maturazione dei singoli (che la donna debba avere pari dignità dell’uomo e che non debba esser oggetto di violenze, è ovviamente …ovvio – e vero – come però …sono vere tante altre cose) diventa allora la modalità paradossale proprio per annullare la specificità dei singoli individui che vi partecipano.
Concludiamo.
Stiamo parlando di un gruppo che, a nostro avviso, e sempre pronti a discutere il contrario, con la scusa di dire no alla violenza sulle donne, sembra fare della faziosità e della tendenza all’offesa e all’aggressione il vero obiettivo da raggiungere.
Un gruppo, in sostanza, che sarebbe bene che Facebook eliminasse dalle proprie pagine.
Riflettete, leggetene alcune pagine, fatevene una idea e, se siete del parere che quanto abbiamo scritto abbia una sua forte verità (perché chi scrive ammette per primo la propria possibilità di “errare” – ma di “errare” in ogni senso), chiedete che questo gruppo scompaia.
Basta fare “click” su: “segnala questa pagina”: è in basso a sinistra. E poi dirne i motivi: “Discorsi a sfondo razzista e di incitamento all’odio”…
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