Femminismo – Le fonti indiscrete….

Solo un altro blog targato Bigenitorialità

Barbara D’Urso sulla PAS: arrivano le proteste a Mediaset per la disinformazione

La sig.ra Maria Carmela D’Urso (showgirl più nota con il nome di Barbara da quando in gioventù si esibiva in topless, per poi tentare la carriera giornalistica venendo radiata dall’Ordine) fa audience su Canale 5 di Berlusconi dando voce, in un programma di gossip, ad una delle clienti dell’avvocato Coffari privata della potestà genitoriale ed allontanata dal figlio (quella di Cittadella e del famoso video) nonché ad altre madri riconosciute come alienatrici ed allontanate dai figli.

Si sprecano le versioni di parte e gli attacchi contro persone assenti (CTU, operatrici…) in sostanziale assenza di contraddittorio.  Ma soprattutto madri alienanti, loro avvocati e politici di riferimento tentano di negare che la PAS è un abuso sull’infanzia.    Solo pochi minuti in cui il dott. Rubens de Nicola ha spiegato che PAS è un termine convenzionale con cui viene chiamato l’innegabile abuso dell’alienazione genitoriale.  Totalmente ignorati i documenti psicoforensi che i maggiori esperti italiani hanno congiuntamente firmato tentando di contrastare la disinformazione.

L’associazione Colibrì ha scritto la seguente lettera a Mediaset, stigmatizzando come un programma di gossip tenti di fare informazione:

Spett.le Redazione,
a nome della Coordinamento Inteassociativo Colibrì,

Libere Iniziative per la Bigenitorialità e le Ragioni dell’Infanzia, al quale fanno riferimento 18 sigle associative sia nazionali che internazionali, intendiamo invitarvi a riflettere sulle affermazioni diffuse nella trasmissione condotta dalla Sig.ra Barbara D’Urso, autrice nei vostri programmi di continui e disinformati attacchi alla alienazione genitoriale sul caso del bimbo di Cittadella, al quale caso facciamo riferimento nel nostro comunicato stampa: <http://www.colibri-italia.it/2012/10/comunicato-stampa-di-colibri-sul-caso.html>, probabilmente avrebbe obiettato che non bisogno mai coartare la volontà dei minori e quindi si sarebbe opposta alla brutalità dell’intervento posto in essere a salvaguardia dei piccoli ostaggi.

Non molti anni fa nel Congo almeno 3.000 bambini furono trasformati in soldati. Quando arrivarono truppe internazionali a liberarli, le cronache raccontano che i piccoli soldati, per di più tra i 10 ed i 14 anni, spararono sui militari. Per questa ragione in seguito, il tribunale internazionale dell’Aja, condannò Thomas Lubanga a 14 anni di carcere. Questo episodio è universalmente noto, come uno dei massimi esempi di condizionamento infantile: non si può asserire che non sia mai avvenuto o che questa condizione sia stata causata dai militari inviati a salvare i bambini.

Noi ci domandiamo di quali titoli di studio disponga la signora D’Urso, quali percorsi accademici la autorizzino a catechizzare milioni di telespettatori su temi delicatissimi, pieni di distinguo, di chiaroscuri ed eccezioni?

Siamo propensi a credere che la Sig.ra D’Urso non abbia titoli per esprimersi come invece è adusa fare e desideriamo fare presente a questa spettabile redazione che, contrariamente a quanto affermato dalla Sig.ra stessa, la PAS è riconosciuta persino da chi l’ha esclusa dal DSM V: Dichiara infatti il Dt. Darrell Regier (coordinatore della Task Force di scienziati che ha escluso la PAS) che l’alienazione esiste eccome, ma allo stato attuale non può essere considerata una malattia, bensì un disturbo relazionale, di cui il DSM non si occupa, occupandosi appunto di malattie.

Ricordiamo infine che il DSM, come dovrebbe essere noto a chi pretende di parlarne, è un contenitore dinamico: cambia nel tempo per influenze sociologiche ed economiche; gioverà a tal riguardo ricordare alla Sig.ra D’Urso che l’omosessualità, ad esempio, è stata inclusa come malattia mentale, per le prime tre edizioni del manuale, mentre oggi siamo tutti ragionevolmente certi di poter asserire che l’omosessualità non sia una malattia!

E’ infine tutt’altro che esclusa la possibilità che la PAS venga inclusa nella prossima edizione del DSM come attualmente avviene per una delle sue conseguenze, ossia la fobia verso il genitore bersaglio la quale al pari della claustrofobia, della zoofobia e di tutte le atre forme fobiche è già riconosciuta dal DSM come la Sig.ra D’Urso senz’altro saprà. (http://www.alienazione.genitoriale.com/sorpresa-la-pas-nel-dsm-ce-gia-come-problema- relazionale/)

Siamo lieti che la vostra redazione dia spazio ad eventi di cronaca che ben dimostrano la povertà degli strumenti istituzionali a tutela dei minori e la intempestività degli interventi posti in essere ma riteniamo tuttavia importante che l’informazione al riguardo, se non scientifica debba per lo meno essere corretta, completa e onesta, piuttosto che asservita alla ideologia della conduttrice la quale se ha pieno diritto di pensarla come vuole, non dispone affatto di titoli adatti a far credere all’Italia intera che il suo personale pensiero, coincida con la verità.

Si può fare spettacolo anche facendo informazione e da telespettatori preparati sul tema, riteniamo che se una trasmissione di gossip può sostenersi su un conduttore, quella di cronaca abbia bisogno di un giornalista informata.

Certi che questa redazione terrà conto di quanto sopra, porgiamo i ns. più cordiali saluti e restiamo a vs. disposizione per ogni ulteriore informazione e/o contatto.

Roberto Castelli
Resp. Pubbliche relazioni “Colibrì” – www.colibri-italia.it

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Francia: approvata legge femminista anti-uomo

Quando i socialisti vanno al potere appoggiandosi alle femministe, sono tempi bui per uomini e bambini.

In un mondo normale con “molestia sessuale” si intende qualcosa come un palpeggiamento.

Non più così in Francia.

La nuova legge fatta approvare da Hollande iscrive nel codice penale una nuova e più ampia definizione di “molestie sessuali”. Finora la definizione si applicava ai casi di minacce ripetute: ora anche i singoli atti di minaccia a sfondo sessuale saranno considerati una molestia. Una prima definizione prevede l’imposizione «a una persona, ripetutamente, di commenti o comportamenti di natura sessuale che violano la sua dignità a causa del loro carattere degradante o umiliante»; la seconda assimila alla molestia sessuale: «il fatto, anche non ripetuto, di utilizzare qualsiasi forma di pressione con l’obiettivo reale o presunto di ottenere una prestazione di natura sessuale».

In sostanza il corteggiamento diventa reato.  Quanto può costare un invito a cena indesiderato?

Questi reati saranno puniti con due anni di prigione e 30mila euro di multa; con tre anni di carcere e 45mila euro in caso di circostanze aggravanti.

Per la gioia delle femministe misandriche e lesbiche che ambiscono ad usare il codice penale per ostacolare i normali contatti fra uomini e donne, e per aiutare ed incentivare le calunniatrici.  Basterà infatti denunciare presunte pressioni con l’obbiettivo presunto di ottenere prestazioni per ottenere 30mila €.

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Dizionario femministese — lingue umane

Così come gli eschimesi hanno 15 vocaboli diversi per descrivere la neve, anche le femministe hanno sviluppato vocaboli diversi per denotare chi non è d’accordo con loro, cioè il 99.7% della popolazione umana.

  1. maschilista … non è d’accordo con me
  2. stalker …. non è d’accordo con me e osa rispondermi
  3. cyber-stalker … non è d’accordo con me e ha commentato sulla mia pagina web
  4. fake … non è d’accordo con me e lo ascoltano più di me
  5. troll … non è d’accordo con me non mi prende sul serio
  6. misogeno … non è d’accordo con me e non gli piaccio
  7. sessista … non è d’accordo con me sebbene io sia una donna
  8. impotente … non è d’accordo con me neanche se gliela do
  9. fascista … non è d’accordo con me e non si fa spaventare
  10. squadrista … non è d’accordo con me e ha un amico/a
  11. oppressore patrarcale  … non è d’accordo con me e mi si è rotto il vibratore
  12. filo-pedofilo … non è d’accordo con me e ora mi sono inc***zata
  13. pedofilo … non è d’accordo con me e sono così inc***ata che ho chiamato l’abusologo per calunniarlo
  14. falsabusista … non è d’accordo con me e insiste che  la calunnia è reato
  15. idiota decerebrato … non è d’accordo con me e mi sta anche a sentire
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Net-feminism

 

Una persona iscritta ad un web-forum femminista ad accesso riservato ha portato all’attenzione pubblica i discorsi allucinanti che vi ha letto, ad opera di femministe con importanti incarichi pubblici:

“Le donne non hanno bisogno di uccidere i figli maschi.  Basta non dargli da mangiare.  Le femmine sono forzate a dare nascita ai bambini maschi, ma poi una femmina è libera di decidere le proprie azioni.  I maschi moriranno senza l’infusione costante delle energie femminili”.

“Molte donne vedono solo vantaggi personali nel femminismo radicale […]  Io voglio rivoluzioni violente, sociali, politiche e militari, a livello mondiale.  Ma le donne amano la pace. […] Dobbiamo trovare soluzioni individuali”

“La tua proposta di sterminare totalmente i maschi alla Solanas è per me l’ultima risorsa.  Non siamo scienziati biologici, ma riusciamo a leggere gli articoli scientifici.  Dico che ci sono alcuni modi.  Ovviamente dobbiamo parlarne solo in questo forum segreto.”

“Se riusciamo ad inventare un’arma biologica che possa essere ingerita ed uccidere il cromosoma Y nello sperma, il grosso è fatto.  Possiamo farci assumere come cuoche a McDonald e metterlo nel cibo.  Non verrà notato quello che facciamo perché non colpisce nessuno in maniera visibile.  Solo lo sperma, in maniera che non nascano più maschi.  Divertitevi.  Possiamo ridurre il numero di maschi o sterminali totalmente.  La parte divertente è che non abbiamo bisogno della cooperazione delle donne.  Questo era il problema: le donne non aiuteranno mai a smettere di produrre figli maschi.  In questo modo non ci serve la loro cooperazione.  Ci vorranno 2 generazioni per eliminare i maschi. Ma funzionerà.  So che può essere fatto”.

Avere bambini maschi deve essere reso fuori moda, e poi verranno abortiti senza vedere la luce del giorno […] Credo che segretamente già milioni di donne abortiscono i bambini maschi ma non lo dicono per evitare polemiche.”

“Grazie Sorelle.  Sto ripensando al fatto che sto accudendo questi piccoli futuri stupratori, e questo dice di me e del mio separatismo.  Accudire questi piccoli fottuti maschietti va contro i miei principi, mi sento triste per le loro madri.  Il modo in cui i maschietti trattano le madri è sconvolgente, mentre le madri gli vogliono bene e tutta quella me*da.  Se fossero figli miei pagherebbero l’inferno”

“Sono una di quelle odiose femministe che vorrebbero uccidere i fottuti maschi (sia che sia una cosa pratica o no).  Ma non è frustrante quando sei con una lesbica, e l’unica cosa di cui pensate e parlate sono gli uomini?  Non sono interessata a che mi ricordino che i maschi esistono, specialmente in contesti lesbici” .

“Sono d’accordo con l’idea che le femministe possono allevare i bambini secondo il “modello della Sorellanza”, ma secondo la mia esperienza non funziona… al più provare ad allevare le bambine come femministe. […] Come femminista radicale… la rivoluzione violenta è la sola risposta.  Sento che stiamo perdendo le battaglie ma possiamo ancora vincere la guerra.  Rimango in quiete attendendo per quando potremo colpirli di nascosto a sorpresa: allora avremo vinto la guerra”

Ogni commento è superfluo.  Screenshot, nomi e cognomi sono qui.

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Noi femministe ridotte a ‘diffamare’ per sopravvivere.
Per alcuni soggettini ecco l’ora della vergogna.

Riportiamo da http://www.bollettinodiguerra.com

Sedicenti gruppi FEMMINISTI diffamano una delle poche pagine di FB davvero contro la violenza

Fabio, iscritto alla pagina “NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE” http://www.facebook.com/noviolenzadonne ci rivela il contenuto di 2 messaggi ricevuti nella propria casella mail.

Riportiamo il messaggio di Fabio così come ci è arrivato. Vi preghiamo inoltre segnalare a Facebook ogni profilo che compia simili operazioni ILLEGALI e perseguibili.

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Questo è il commneto che mi è arrivato, essendo che non mi và di protrarre la discussione nel tempo non postero il soggetto.

 

 

“ma se non te ne frega una minchia della violenza sulle donne,o anzi difendi gli stupratori o i violenti come biagio… izzo (una povera stella innocente) che cazzo ti iscrivi a “no violenza sulle donne”??? XD”

Ora io neache ho memoria della discussione in questione… Ma mi domando chi possa mai difendere uno stupratore….? O_O

Questo è un chiaro atteggiamento diffamatorio e capovolgimento della realtà delle cose.

Incredibile…

Sta tentando di insinuarmi “il dubbio” chiaramente per fare in modo che io possa avere vergogna di me stesso “di una cosa che non ho mai detto ne scritto ne fatto” cosi’ di farmi cancellare, usando questo mezzuccio. Bho………

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Lo screenshot di una delle pagine contenenti commenti e note, in astratta ipotesi, diffamatorie (gia’ salvate e segnalate per sospetta violazione art. 595 c.p.p. a FB e alle Autorità).

ALTRI SCREENSHOT MOOOLTO ESPLICATIVI!

ROBA DA “Integralismo”……….

Chi non è d’accordo con le tesi di fondo, insomma, deve accettare o l’umiliazione e il dileggio continuo, o accettare l’umiliazione e il dileggio continuo.

Questo implica un’altra considerazione: l’assenza di regole genera la possibilità per chi gestisce la comunicazione di stabilire chi sta dalla parte giusta e chi no, e così provocare fino a poter legittimare la propria aggressività, e cioè l’uso dell’odio, dell’insulto, del parere diffamatorio, o offensivo e dileggiante.

In realtà, gruppi del genere sono a nostro avviso tutto il contrario della tutela della donna – proprio come la vicenda della madre maltrattata ma segnalata dalla persona sbagliata dimostra: perché riducono la persona “vera”, quella maltrattata sul serio, ad un individuo privo di specificità individuale, ridotto ad un mero clone – recipiente e ripetitore al tempo stesso di stereotipi ideologici, e di slogan.

Da questo punto di vista, la partecipazione ad una idea, che in sé è valida e fautrice di progresso e maturazione dei singoli (che la donna debba avere pari dignità dell’uomo e che non debba esser oggetto di violenze, è ovviamente …ovvio – e vero – come però …sono vere tante altre cose) diventa allora la modalità paradossale proprio per annullare la specificità dei singoli individui che vi partecipano.

Concludiamo.

Stiamo parlando di un gruppo che, a nostro avviso, e sempre pronti a discutere il contrario, con la scusa di dire no alla violenza sulle donne, sembra fare della faziosità e della tendenza all’offesa e all’aggressione il vero obiettivo da raggiungere.

Un gruppo, in sostanza, che sarebbe bene che Facebook eliminasse dalle proprie pagine.

Riflettete, leggetene alcune pagine, fatevene una idea e, se siete del parere che quanto abbiamo scritto abbia una sua forte verità (perché chi scrive ammette per primo la propria possibilità di “errare” – ma di “errare” in ogni senso), chiedete che questo gruppo scompaia.

Basta fare “click” su: “segnala questa pagina”: è in basso a sinistra. E poi dirne i motivi: “Discorsi a sfondo razzista e di incitamento all’odio”…

 

 

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I

 

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Per alcuni soggettini ecco l’ora della vergogna.

Attività per il 25 novembre “Giornata internazionale contro violenza sulle donne”

Venerdì 25 novembre 2011 doppio appuntamento a Roma per gli Stati Generali sulla Giustizia Familiare: dalle ore 10:30 manifestazione, a Roma, davanti al Consiglio Superiore della Magistratura, in piazza Indipendenza.

Si chiede al CSM di non gestire, in spregio ai diritti dei cittadini anch’essi costituzionalmente garantiti il potere di assumere provvedimenti disciplinari nei riguardi dei magistrati.

Dalle ore 13.00 riunione presso la sede radicale di via di Torre Argentina, 76 per la formazione del comitato di coordinamento degli Stati Generali sulla Giustizia Familiare. Tutti possono partecipare e contribuire con idee, proposte o solo per assistere.

In generale chiediamo:

la concreta applicazione dell’affido condiviso, rispettando il dettato dal Legislatore, il voto del Parlamento e la volontà popolare e non le resistenze di chi non riesce ad abbandonare il solco dell’affido esclusivo;

l’adeguamento della normativa sulla responsabilità civile dei magistrati, nel senso di una diretta e concreta punibilità in caso di negazione di giustizia, con o senza dolo e/o colpa grave;

un concreto ridimensionamento del ruolo e dei poteri dei servizi sociali;

la garanzia del Diritto alla difesa, attraverso la videoregistrazione delle audizioni dei componenti delle famiglie prese in carico;

sempre il contraddittorio tra genitori in ogni sede giudiziaria, non consentendo MAI l’assunzione di decisioni “inaudita altera parte” in materia di affidamento dei figli;

il riconoscimento dell’incompatibilità tra ruolo di CTU e quello di CTP;

un effettiva turnazione per la nomina dei CTU, venga effettuata all’interno dell’elenco di operatori disponibile in ogni tribunale, e che tale elenco sia facilmente accessibile al pubblico;

e ancora:

l’abolizione delle competenze civili dei tribunali minorili;

la costituzione di un Tribunale specializzato in materia di Famiglia, con alta formazione dei suoi operatori, per evitare la parcellizzazione fra giudici ordinari, minorili, onorari e tutelari;

la necessità di accordi concepiti in un contesto privo di attriti, pertanto prevedere la legittimità dei patti pre-matrimoniali;

la riforma del Gratuito Patrocinio, rendendolo accessibile in base al reddito disponibile dei richiedenti, e non più in base al reddito nominale;

la riduzione dei tempi che attualmente intercorrono tra separazione e cessazione degli effetti civili del matrimonio attraverso la riforma della legge L. n. 898/1970 (c.d. legge sul divorzio), per consentire a coloro che vogliano lo scioglimento del vincolo coniugale di potervi accedere direttamente senza l’obbligo della separazione legale.

 

Venerdi’ 25 novembre 2011: manifestazione a Roma degli Stati Generali sulla Giustizia Familiare davanti al CSM

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Vajassa Faldocci e Malafemmina, le femministe più famose

Due donne sotto attacco di “maschilisti” che vorrebbero censurarle.

Come nella migliore tradizione del femminismo, è tutto falso.  Nessuna delle due esiste nella vita reale. Sono progetti di comunicazione.

Malafemmina vorrebbe essere una donna e lesbica indipendente, ma non apprezza il libero mercato ed il suo sogno sembra essere un posto di lavoro a tempo indeterminato nel para-statale.

Vajassa invece è perfettamente adattata.  In gioventù capì che esiste un florido mercato di donne che fra lavorare e farsi mantenere preferiscono la seconda, e si è arricchita lavorando come avvocata d’assalto specializzata nel campo delle false accuse di violenza domestica.  È associata a centri femministi che le procurano le clienti, si pubblicizza fornendo consigli il-legali su internet e sui maggiori quotidiani, è iscritta al Partito che le fornisce cariche pubbliche, organizza convegni finalizzati a negare la PAS, cioè che rapire un bambino con false accuse e plagiarlo è un abuso.

Ad ogni udienza il giudice le dice “Faldocci, lei è una merdaccia” ma nessuno osa fermarla e proteggere i bambini, perché il suo nazi-femminismo è quello che ha avuto successo.  Oggi teme che le associazioni dei papà separati intacchino il suo business, o — come dice lei — che i barboni tocchino il suo SUV.

 

 

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Femministe ucraine in topless alla festa del Partito Democratico

 

Festa del PD, le femen urlano slogan in topless contro Berlusconi

La sinistra risponde alle escort di Berlusconi con le femministe in topless.

Si tratta di avvenenti giovani ucraine che hanno avuto un’idea geniale: cercano attenzione mediatica esibendosi in spettacolini di protesta in topless dicendo di voler denunciare la mercificazione del corpo della donna!

 

Se a S. Pietro il poliziotto appare divertito dall’invasata in topless che urla “libertà per le donne”, in altre occasione purtroppo le “femen” cadono nello stereotipo della femminista odiatrice di uomini, come esemplifica il brutto attacco che hanno inscenato vestite da porno-cameriere contro la casa di DSK, l’ex-presidente del Fondo Monetario Internazionale distrutto dalla falsa accusa di una cameriera.  Il video è sconsigliato ai minori di 18 anni [link a youtube].

 

*   *   *

La sinistra, rimasto ancorata alla disastrosa alleanza di comunisti con femministe (oramai rifiutate dal 99.5% di uomini e donne addirittura in Svezia), farebbe meglio a chiedere scusa alle proprie elettrici per questo spettacolo, ed ai propri elettori per aver assecondato l’odio femminista contro gli uomini fino alla calunnia di genere.

 

 

Come testimoniato dai manifesti nei quali PD [link] e Rifondazione Comunista sostengono falsamente che la violenza maschile sarebbe la prima causa di morte per le donne, bufala così colossale ed assurda che viene da chiedersi se si sono o ci fanno, ma che può aver indotto donne disturbate al divorzio se non addirittura alla calunnia.

Manifesto vero, dati falsi.

Manifesto falso, dati veri

Ai lavoratori sta bene un sistema giudiziario che, qualora la moglie chieda il divorzio, allontana l’uomo da casa propria e dai figli, condannandolo a mantenere tutti, magari a pagare il mutuo per la ex casa dove la ex moglie ha installato l’amante?

Se sta bene, possono votare un partito attento ai diritti delle lesbo-femministe.

Altrimenti, esistono altri partiti più interessati al benessere dei bambini e delle famiglie normali.

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Nazi-femminismo, anarco-femminismo: cosa si nasconde dietro le maschere dei black-block?

Dopo l’arresto di “er pelliccia” continuano le indagini per assicurare alle patrie galere i criminali che a Roma hanno devastato negozi ed auto tentando di uccidere poliziotti.  La Repubblica del 19/10/2011 dedica una pagina alla violenza femminile:

Le cattive ragazze del sacco di Roma.

La studentessa, la precaria, la figlia di papà: ecco le donne che hanno scelto la violenza

C’è una lunga tradizione italiana di donne brigatiste, teoriche anti-sistema. La novità è che ora le ragazze, neocomuniste, anarcosituazioniste, hanno deciso di spaccare, provare la violenza luddista contro gli oggetti del progresso. Provarsi fisicamente. Sull’auto degli anarchici fermata dai carabinieri di Pomezia, tre su quattro erano donne.

Fonte: http://www.legambiente.it/rassegna-stampa/2011-10-19/le-cattive-ragazze-del-sacco-di-roma

Auspichiamo che la magistratura approfondisca senza pregiudizi la vicenda: la violenza non ha genere, come ben sanno i sociologi che — arrivati a tali conclusione — hanno subito minacce di morte ad opera di femministe che volevano farli tacere.

Chi sono le “cattive ragazze”?  Sono legate a quegli ambienti che tentano di negare che l’alienazione genitoriale (PAS) è un abuso sull’infanzia?

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Esiste un femminismo buono?

Il pediatra e scrittore Vittorio Vezzetti ha descritto in un libro di successo ed in audizioni al Senato l’esperienza scandinava in materia di affido condiviso: tutelando il diritto dei bambini a venire accuditi direttamente da entrambi i genitori (e quindi doppia residenza e mantenimento diretto) si è abbattuta la conflittualità fra gli ex coniugi, con soddisfazione non solo dei papà e delle mamme che possono emanciparsi costruendo una propria carriera lavorativa.

Ma soprattutto dei bambini, come dimostra lo studio in merito pubblicato su una delle più importanti riviste pediatriche mondiali [1], finalizzato a verificare se il coinvolgimento paterno (concettualizzato come tempo di coabitazione,impegno e responsabilità) abbia influenze positive sullo sviluppo della prole.  Gli studiosi hanno analizzato retrospettivamente 24 studi svolti in 4 continenti diversi e con durate dai 10 ai 15 anni. La conclusione è che, dopo aver depurato i dati da variabili socioeconomiche, in 22 studi su 24 si è avuta l’evidenza degli effetti benefici derivanti dal coinvolgimento di ambedue le figure genitoriali. In particolare si è visto che il coinvolgimento del padre migliora lo sviluppo cognitivo, riduce i problemi psicologici nelle giovani donne, diminuisce lo svantaggio economico e la delinquenza giovanile, riduce lo svantaggio economico nei ragazzi.  Tale affermazione è stata scientificamente validata con intervallo di confidenza statistica del 99.5%.

Un vero affido condiviso è inoltre un importante fattore di prevenzione dell’Alienazione Genitoriale, nella quale il genitore prevalente fa il lavaggio del cervello al figlio fino a fargli odiare l’altro genitore, compiendo un vero e proprio stupro psichico.

*   *   *

Purtroppo per i bambini italiani, in Italia ha preso campo il femminismo simboleggiato dall’avvocata d’assalto Vajassa Faldocci, la quale prosaicamente sostiene che la donna preferisce intascare mantenimenti e farsi assegnare case per sé e per i figli piuttosto che lavorare, rendendo florida la sua attività professionale di “divorzista nel campo delle false accuse di violenza domestica”.

Con questo femminismo dell’odio di genere, dal 1975 ad oggi in Italia l’affido aprioristico alla madre è salito fino al 92%, mentre la percentuale di donne nelle professioni e nella vita pubblica è rimasta bassa.

Ma soprattutto, tale pratica ha devastato generazioni di bambini: su un milione di bambini italiani coinvolti in separazioni, 200mila risultano affetti da disturbi psicologici o psichiatrici: una incidenza del 130% maggiore che nei bambini non coinvolti in separazioni.  Che la colpa sia non della separazione, ma del sistema che la gestisce, è confermato dal fatto che tale incremento non si verifica nei paesi a noi vicini, che avendo introdotto il divorzio fin dal 1792 hanno imparato a tutelare i bambini: basta passare dalla Sardegna alla Corsica ed i bambini affetti da tali problemi si dimezzano.

Dove il femminismo cattivo varca il confine della criminalità è con il sistema delle false accuse, ovvero delle calunnie pedo-femministe.  Le cifre sono allucinanti: ogni 100 accuse di pedofilia contro padri separati, 92 sono false, ed causano ai bambini una devastazione pari a quella degli abusi realmente esperiti, come rivelato nello studio scientifico “Disturbi psicopatologici e fattori di stress in procedimenti penali relativi all’abuso sessuale” [2].   È naturale osservare che un sistema che per proteggere 8 bambini ne devasta 92 arricchendo avvocati e sedicenti esperti abusologi fa più danni della pedofilia.

Mentre 32mila bambini italiani sono oggi detenuti in case famiglia, mentre 25mila bambini ogni anno perdono i contatti con il loro papà, mentre la depravazione umana si spinge fino a cercare di negare che l’Alienazione Genitoriale è un abuso sull’infanzia, grande successo ha avuto la manifestazione organizzata dal Movimento Femminile per la Parità Genitoriale per dire basta a tutto ciò, grande popolarità sta riscuotendo l’impegno della deputata Rita Bernardini per il femminismo buono e quindi per una riforma verso un vero affido condiviso.

BIbliografia

[1] Acta Pediatrica 97 (2008) pag. 152-158, Sarkadi et al., Uppsala e Melbourne.

[2]  Psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza 77 (2010), pag. 127-137, G.B. Camerini, D. Berto, L. Rossi, M. Zanoli.

Fonte: http://www.centriantiviolenza.eu/cafm/gender_violence/femminismo-buono-femminismo-cattivo/

 

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