Femminicidio: origine e significato del termine

Il termine “femminicidio” è stato coniato dai cartelli del femminismo per far credere che a Ciudad Juarez gli uomini uccidessero le donne.   In realtà Ciudad Juarez — la vecchia El Paso sul confine fra USA e Messico — è diventata la città più violenta del mondo perché punto di passaggio del traffico internazionale della droga e tatto di guerre tra narcotrafficanti.   Su un totale di circa 10mila omicidi, nel 20% dei casi la vittima è donna.

Le nazi-femministe occidentali hanno importato il termine per calunniare gli uomini e far credere che gli omicidi siano più gravi quando una donna uccide un uomo, così creando un razzismo di genere.

Poi, la polizia ha scoperto la terribile verità.

I killer che a Ciudad Juarez massacravano uomini, donne e bambini erano donne.

Maria Jimenez. Anni: 26. Professione: killer a pagamento. Prezzo per uccidere: 760 dollari. La polizia messicana l’ha arrestata insieme alla sua banda a Monterrey, una delle più importanti città del paese. Confessa «Noi donne lo facciamo per il denaro. Mi misi ad uccidere diventando sicario a tempo pieno insieme a ragazze così belle e con unghie grandi e affilate come coltelli che ispiravano pensieri inverecondi ».    Secondo gli investigatori la donna è coinvolta in almeno 20 omicidi ed ha diretto una rete di spaccio di droga con una dozzina di “punti vendita”. E’ possibile che Maria faccia parte dei Los Zetas, il cartello oggi in guerra con i nemici del Golfo e Sinaloa.

Maria del Pilar Narro Lopez, alias “la comandante Bombon”. Nome dolce ma comportamenti crudeli.

Poi l’hanno catturata e il suo posto è stato colmato da un’altra assassina. Anche i criminali che seguono gli ordini de El Chapo Guzman hanno la loro “sezione femminile”, cosi’ “la Linea”, fazione del cartello di Ciudad Juarez. E quelli del Golfo le hanno schierate in buon numero nella zona di Reynosa.

Il ricorso alle donne killer è in crescita in Messico. Soprattutto i Los Zetas – e in forma minore le altre bande – le usano perché creano meno sospetti, grazie alle manipolazioni del femminismo che falsamente dipinge le donne come vittime.

E dal 2007 il numero è cresciuto in modo impressionante. Una volta nell’organizzazione sono addestrate in zone remote all’uso di pistole e fucili d’assalto. Poi le spediscono nelle diverse “piazze” in supporto ai complici maschi. Quasi un anno fa, la polizia ha dato l’assalto ad un campo dei Los Zetas a San Cristobal de la Barranca, stato di Jalisco. Dopo una dura battaglia gli agenti hanno ucciso diversi narcos e catturato 6 donne che avevano appena iniziato “il corso”. Ancora pochi giorni e sarebbero state operative.

Sotto uno dei ponti che attraversa l’autostrada che collega Nuevo Laredo a Monterrey sono state trovate nove persone – cinque uomini e quattro donne – impiccate.  In seguito, la polizia ha poi rivenuto, in un furgoncino, i corpi decapitati di 14 persone e poi, in un’altra parte della città, le 14 teste.  Accanto gli assassini avevano lasciato un messaggio che  affermava che le vittime appartenevano ad un cartello di narcos ed erano responsabili di un attentato con un’autobomba compiuto nei mesi scorsi nei pressi della centrale di polizia.

 

 

E così il termine “femminicidio” ha assunto il significato di donna che uccide altra donna.

 

http://www.corriere.it/esteri/speciali/2010/i-reportage-di-ettore-mo/notizie/ciudad-juarez_480905ee-c7de-11e0-9dd1-bf930586114f.shtml

http://www.corriere.it/esteri/12_maggio_08/donna-killer-messico_1313e276-98c8-11e1-a280-1e18500845d6.shtml

http://www.cadoinpiedi.it/2012/05/06/messico_nove_corpi_impiccati_a_un_ponte_-_foto.html

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