Il docuweb inizia con il racconto di quando Alma arrivò nella sede della gang: “I miei compagni stavano violentando una ragazza e io ho guardato mentre lo facevano. Alla fine l’ho uccisa con una bottiglia rotta, è stato difficile perché lei mi pregava di risparmiarla in nome dei suoi bambini. Ma io avevo paura, non volevo sentirmi da meno dei miei compagni e sono andata sino in fondo”.
“La sua storia – dice uno degli autori il fotografo Miquel Dewever Plana che da anni percorre il Paese in lungo e in largo – è quella della gioventù perduta del Guatemala”. Oggi Alma lavora in un grande magazzino e sogna di iscriversi all’Università per diventare psicologa. Non ha mai pagato per i suoi crimini.
Da http://lepersoneeladignita.corriere.it/2012/11/02/a-15-anni-in-una-gang-del-guatemala-alma-racconta-il-suo-inferno/#.UJQ6D2pVNgc.facebook