Giuseppe, 22 anni, figlio di Giacobbe, bello di viso e piacente di aspetto, è stato incarcerato per aver tentato di stuprare l’amoglie del suo padrone. Il nome dell’avittima è coperto dall’alegge sulla privacy attutela delle Donne che hanno subito violenza maskile.
L’avittima si è salvata dal brutale stupro piangendo e gridando. Giuseppe è scappato nudo dalla casa, lasciando il suo mantello nel letto della vittima, prova evidente del tentato stupro.
L’avittima era distrutta, ed immediatamente à denunciato la violenza subita.
Giuseppe è stato arrestato, sottoposto ad esami medici, ha tentato di difendersi accusando l’avittima ma il PM non gli ha creduto e lo ha incarcerato in base al DDL Carfagna sulla presunzione di colpevolezza.
Intervistata in TV la vittima piange: “sono terrorizzata che il porco stia ricevendo aiuto dall’alto. Aiutatemi, non fatelo più uscire, buttate la chiave”.
Ank-es-en-Amon, un vicino, dice “siamo scioccati che una cosa del genere possa accadere qui”. Secondo una indagine dell’ESTAT sulla violenza di genere, il 67% delle donne sono vittime di violenza maskile e solo il 2% delle accuse sono false.
La Casa Femminista annuncia una manifestazione: “nessun’adonna può fidarsi di nessun’uomo. Chiediamo leggi più severe e maggiori finanziamenti”.
Sorelle, “tutta la storia dovrà essere riscritta in termini di oppressione delle donne”!
Stà scritto nella “Dichiarazione di Femminismo”!
Òppreso la Bibbia e lò riscritta in termini di oppressione dell’aDonna, così come fanno le nostre giornaliste Femministe.
Questa era le versione vecchia e patriarcale, ke faceva credere che le calunnie non le habbiamo inventate noi Femministe:
Vajassata letta:2578
Giuseppe resiste alla moglie di Putifar (Genesi, 39)
Ora Giuseppe era bello di viso, e piacente di aspetto. Pertanto, dopo parecchio tempo, la sua padrona gli mise gli occhi addosso, e gli disse: «Vieni meco». Ma egli, niente acconsentendo a tale scelleratezza, le rispose: «Ecco, il mio signore ha messo tutto in mano mia, a tal segno che non sa riemmeno che cosa possiede in casa sua; non v’ è cosa alcuna che non dipenda da me, o che egli non abbia consegnata a me, eccetto te che sei la sua moglie; come potrei io fare un tal male, e peccare contro il mio Dio?».
10 Con parole di questo genere, ogni giorno, la donna molestava il giovane, ed egli ricusava di peccare con lei. il Accadde poi, un certo giorno, che Giuseppe era entrato in casa per fare un certo lavoro, e non v’era altri.
12 Essa, presolo per un lembo dei mantello, gli ripetè: «Vieni con me». Ma egli lasciato il mantello in mano di lei, fuggì, ed uscì di casa.
13 Quando la donna si vide il mantello nelle mani, e si trovò disprezzata,
14 chiamò a sé la gente di casa, e disse. «Ecco, s’è messo in casa quest’ebreo perchè ci oltraggiasse; è entrato da me, per sedurmi; ma io ho gridato,
15 e quand’egli ha sentito la mia voce, ha lasciato andare il mantello che io tenevo, ed è fuggito via».
16 Per segno dunque della sua fedeltà, ritenne il mantello, lo mostrò al marito quando tornò a casa,
17 e disse: «è venuto a me, per oltraggiarmi, quel servo ebreo che tu bai portato in casa;
18 ma quando mi ha sentito gridare, ha lasciato andare il mantello che io gli tenevo, ed è fuggito via».
19 Ciò udito, il padrone, troppo credulo alle parole della moglie, si sdegnò grandemente,
20 e fece metter Giuseppe nella prigione ove si custodivano i prigionieri del re. Ed ivi fu chiuso.
Giuseppe in prigione
Ma il Signore era con Giuseppe, ed avendone pietà gli fece trovare grazia in cospetto del capo del carcere,
22 il quale affidò a lui tutti i prigionieri trattenuti in carcere; e da lui dipendeva ogni cosa.
23 Nè ad altro pensava [il capo carceriere], avendo tutto affidato a lui. Il Signore infatti era con Giuseppe, e faceva riuscire a bene tutto quel che faceva.