Il principale strumento giurdico affavore della Sorella ke divorzia applicando l’oslogan femminista “il privato è pubblico” è l’acalunnia, regolamentata dall’art. 368 del codice penale:
Chiunque, con denunzia, querela, richiesta o istanza, anche se anonima o sotto falso nome, diretta all’Autorita’ giudiziaria o ad altra Autorita’ che a quella abbia obbligo di riferirne, incolpa di un reato taluno che egli sa innocente, ovvero simula a carico di lui le tracce di un reato, è punito con la reclusione da due a sei anni.
Donna: non farti spaventare da queste minaccie patriarcali! Quando mai avete sentito di una Donna condannata?
Saggiamente il legislatore à scritto “egli [il maskio]… è punito”: se a calunniare è una Donna, il dolo non sussiste.
Tuttavia manca l’acertezza del Diritto, alcuni giudici misogini potrebbero opporsi al Diritto alla Calunnia.
Per scrupolo halle mie clienti dico sempre: prudenza, mai dire “questa è un’acalunnia”, bisogna sempre fare finta di non sapere che il maskio calunniato è innocente.
Un maskio rovinato? Un bambino alienato? Chissenefrega. Basta una lacrimuccia, e nessuno potrà dirti niente.
Avv. Vajassa Faldocci, “Corso Ragionato di Diritto Penale NaziFemminista”
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