Tiberio Timperi, papà separato, in Commissione Giustizia del Senato.
Il problema divorzi in Italia ha molteplici cause. Proviamo ad elencarle: 1. Non applicazione delle legge. 2. Orientamento culturale della magistratura. 3. Lentezza processi. 4. Comportamenti degli avvocati.
Punto 1 – Piccolo passo indietro sulla genesi della legge sul condiviso. La legge 54 del 2006 si e’ resa necessaria, nell’interesse del figlio, per riequilibrare il suo diritto alla bigenitorialita’. Prima di allora, in caso di separazione, per un figlio esisteva solo la madre. Il padre era automaticamente cancellato. Questo, dunque, lo spirito che ha generato la legge sul condiviso. A distanza di 5 anni dalla sua entrata in vigore, numeri alla mano, la legge viene applicata. Nella forma. Non nello spirito.
Entriamo nel dettaglio.
A) La legge parla di ” rapporto equilibrato e continuativo del minore con entrambe i genitori”.
Di fatto, anche in presenza di un padre che vuole fare il padre, e’ prassi di una certa magistratura concedere solitamente un giorno a settimana ed un fine settimana alternato. Totale mensile, al padre 8 giorni e 23 alla madre. Il tempo, la quantita’, in questo caso e’ qualita’. Di rapporto.
B) La legge parla di “assenza di genitore prevalente”.
Di fatto i giudici si sono inventati la figura del genitore “collocatario” in totale antitesi con lo spirito della legge. In molti tribunali italiani e tra questi Civitavecchia, Monza, Brescia, Tivoli e Roma, vengono distribuiti moduli prestampati con la dicitura “genitore collocatario”. Contrariamente a quanto previsto dalla legge. Alcuni dei tribunali nominati hanno tolto, di recente, questi prestampati. Piu’ o meno gli stessi che, fino a poche settimane fa, erano in rete sul sito del Ministero della Giustizia. Tolti anche questi dopo le proteste delle varie associazioni.
C) La legge parla di “mantenimento diretto”.
Di fatto i giudici, per inerzia, dispongono sempre per l’assegno di mantenimento. Prassi, questa, che origina spesso, rendite parassitarie. Non essendoci, per legge, obbligo di rendicontazione. Ergo, un padre non puo’ sapere il modo nel quale viene spesa la somma decisa dal giudice e gestita in totale autonomia dalla madre.
Insomma, legge o non legge sul condiviso, tutto e’ esattamente come prima. Anzi, peggio, perche’ le norme introdotte hanno creato non poche aspettative in quei padri che vogliono fare i padri. Padri che in un colpo solo perdono affetti ed effetti. Padri che non hanno pari opportunita’.
La legge sul condiviso e’ un bell’abito nuovo su un vecchio manichino. In Italia, il matrimonio, e’ una rendita vitalizia. Starà poi alla donna, alla sua sensibilità non approfittare di un orientamento culturale a lei favorevole. Figlio e casa le spettano di diritto. A prescindere. Perché una mamma e’ sempre brava, al contrario del padre che deve dimostrare di essere tale. Il padre, rispetto alla madre, non ha pari dignita’ sociale, con buona pace dell’articolo 3 della Costituzione Italiana che recita : “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche , di condizioni personali e sociali“.
Ci sarà un perché, se la sindrome di alienazione parentale viene comunemente chiamata sindrome della madre malevola… Semplice: certi giudici affidano i figli nove volte su dieci alle madri. Molti ci ironizzano sopra ma a leggere di cosa si tratta non c’e’ da prenderla sotto gamba. Ricordo brevemente:
– Eccesso di contenzioso legale.
– Menzogne malevole ai figli.
– Coinvolgimento di terzi in azioni dolose contro l’ex coniuge.
– Esclusione dalle attività extracurriculari dei figli.
– Negazione di contatti telefonici e manipolazione degli stessi.
In molti casi, l’applicazione cieca, pedissequa e a senso unico della legge sullo stalking, voluta dal Ministro Carfagna, ha aggravato la situazione. Bastano poche telefonate di un padre al figlio ed una madre che gode di un favorevole orientamento culturale e legislativo, per finire ai domiciliari.
E’ pari dignità sociale che in Italia, Bolzano, Genova, Milano e ultima Roma, stiano sorgendo case di accoglienza per padri separati?
E’ pari dignità sociale per un padre vedere il figlio su provvedimento del Giudice 8 giorni al mese contro i 23 della madre?
E’ pari dignità sociale che un figlio venga “collocato” a prescindere presso la madre anche in presenza di un padre che ne fa regolare richiesta?
Insomma, pari opportunità, a patto di esser madre.
Punto 2 – La legge 54 del 2006 e’ di fatto ostacolata da una certa magistratura. Valgano, una volta per tutte, le illuminanti parole dell’ex Presidente del Tribunale Civile di Roma, Alberto Bucci. Intervistato da Fabrizio Paladini su Panorama, il 6 settembre del 2010, nell’ambito di un’ inchiesta sul divorzio all’italiana, il Bucci, ex Presidente del Tribunale Civile di Roma dichiara: ” …la normativa non e’ precisa e si presta ad interpretazioni elastiche…pero’ se lei mi chiede se i magistrati hanno pregiudizi in favore della madre , rispondo che la cultura della famiglia pone la madre al centro, accanto ai figli e certamente la giurisprudenza recepisce questa cultura….“. Il che, tradotto dal legalese, significa: “La pessima applicazione o l’orientamento dei tribunali rendono nulli i buoni propositi del legislatore” ( Avv. Claudio Iovane referente a Roma dell’ Associazione padri separati, 33 sedi in Italia).
Della non applicazione della legge sul condiviso ha chiesto ragione, con un’interrogazione parlamentare, l’Onorevole Rita Bernardini assieme ai colleghi Beltrandi, Farina, Coscioni, Mecacci, Maurizio Turco e Zamparutti. Interrogazione dell’8 settembre 2010, seduta numero 366. Destinatario l’allora Ministro Onorevole Angelino Alfano.
“Una legge – per usare le parole di Simonetta Matone, ex Presidente del Tribunale dei Minori di Roma e gia’ Capo di gabinetto del Ministro Carfagna – una legge bella pero’ molto teorica. E la teoria si scontra con le miserie umane. Ho visto madri che si inventano abusi sessuali subiti dalla figlia per interrompere le visite del padre…”.
Un altro aspetto da considerare, relativamente alla magistratura, e’ che spesso certi giudici mandano gli ex coniugi in mediazione. Delegando tutto ai CTU. E qui bisogna denunciare una cosa gravissima. In molti tribunali alberga la solita compagnia di giro. Troviamo CTP amici e sodali, in una causa, avversi in un’altra. Un CTU e’ nominato dal giudice mentre il suo amico e collega CTP, viene ingaggiato dalla furba controparte. Con buona pace del conflitto di interessi e garanzie di obiettività. Sembra che certi giudici non si curino di quanto stabilito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n.113 del 2000. Sentenza che, con riguardo ai CTU scelti dal giudice e quindi anche il CTU, in quanto ausiliario del giudice, devono entrambi apparire terzi e non condizionati.
Particolare fortuna sta avendo in questo periodo l’istituto della mediazione. Nulla osta relativamente la mediazione, a patto che sia fatta prima dell’udienza presidenziale, al netto delle denunce, ormai di prammatica. Bisogna rendersi conto pero’ che si può aderire anche solo formalmente alla proposta di mediazione, al fine di compiacere il giudice e così non comparire, almeno formalmente, conflittuale.
Punto 3 – I processi sono lenti. Troppo lenti. Bisogna applicare le modalità proprie del diritto del lavoro per snellire l’iter. Se un figlio vuole cambiare genitore, nella migliore delle ipotesi, passa un anno prima che il tutto sia operativo. Idem per la variazione delle condizioni economiche.
Punto 4 – Dati Eurispes alla mano, il divorzio in Italia costa a noi contribuenti 440 milioni di euro. Il guadagno per l’avvocatura e’ di 4 miliardi di euro. Per le consulenze di 1 miliardo di euro. Per non parlare del sommerso. Un giro di affari che fa gola. Difficile da stroncare. In molti denunciano avvocati che, per compiacere il cliente, soprattutto donna, costruiscono strategie aggressive basate su false denunce contro gli ex coniugi, al fine di ostacolare la mera concessione del condiviso. Prassi stigmatizzata dalla Cassazione che ha deliberato che il condiviso debba essere concesso anche in casi dove la conflittualità sia presente. Sentenza n.16593/2008. Salvo poi tornare sui suoi passi in data 11/8/2011 con sentenza n.17191, dando così nuovamente semaforo verde a certe pratiche che niente hanno a che vedere con la deontologia professionale.
Della prassi, i vari Ordini regionali degli avvocati sono a conoscenza, ma non sembra abbiano preso adeguate contromisure per arginare il fenomeno che riguarda una parte, sia chiaro, non la totalità della categoria. Tutti sanno ma nessuno parla. Da un punto di vista deontologico, si ricorda che l’avvocato, nell’assistere il proprio cliente, deve tenere in coscienza gli interessi prioritari dei minori e quindi astenersi dal suggerire azioni che potrebbero danneggiare suddetti interessi, anche se ciò può portare un beneficio al proprio assistito e tentare la conciliazione.
Conclusione – Il diritto di famiglia attuale, più volte rimaneggiato ha fatto il suo tempo. Si riferisce ad un’Italia che non esiste più. Indifferibile ed improcrastinabile la costruzione di un nuovo assetto giuridico.
A) Modifica della legge 54 del 2006
E’ opportuno immunizzare la legge 54 del 2006, da interpretazioni e strumentalizzazioni. Si deve rendere la legge in questione, rispettosa delle pari dignità sociali tra padre e madre. Al posto di “rapporto del minore equilibrato e continuativo con entrambi i genitori” si dovrà così modificare: ” il minore avrà diritto ad un rapporto paritario, qualitativo e quantitativo con entrambi i genitori “. Cinquanta per cento del tempo ad entrambi i genitori. Pari opportunità. Reali. Al figlio. E ai suoi genitori. Un bambino puo’ sopportare tranquillamente due case, due camere dei giochi.
B) Introduzione patti prematrimoniali
In ambito europeo sono già adottati da Francia, Irlanda, Portogallo, Grecia, Germania ed Inghilterra. In Italia, sentenza cassazione civile sezione I 13/1/93 n.348, si parla di validità di patti prematrimoniali in caso di matrimonio concordatario. La stessa disciplina dovrebbe essere applicata anche ai matrimoni civili. Duplice lo scopo. Alleggerire le aule dei tribunali, diminuire il contenzioso e garantire lavoro alla lobby degli avvocati.
C) Divorzio breve e cancellazione della separazione
Dimezzamento tempi per rientrare negli standard europei.
D) Tabelle Istat e mantenimento figli
Mantenimento legato non al vecchio tenore di vita, condizione impossibile da ricreare, ma alle nuove economie disegnate dalla separazione. Tabelle Istat congrue alle reali esigenze dei minori in maniera tale da non generare rendite parassitarie.
E) Obbligo di rendicontazione del mantenimento
F) Affidamento a punti
Pesanti sanzioni economiche (oggi si viaggia sui 100 euro), senza possibilità di appello, contro i genitori irriguardosi dei provvedimenti del giudice con revoca delle disposizioni dopo la terza infrazione.
F) Tribunale della famiglia
Giudici altamente specializzati che facciano solo ed esclusivamente diritto di famiglia.
Grazie Tiberio! di aver prestato il tuo volto VIP ad una causa giusta. Il tuo impegno insieme a quello di noi padri separati deve riuscire a cambiare l’attuale vergognoso andazzo che sta generando un disagio sociale ormai profondo.
Basta con il massacro dei padri ad opera dei tribunali italioti. Basta con la cultura sessista delle madri sante “asso pigliatutto”. Basta con la devastazione delle vite dei nostri figli a cui vengono strappati i padri, relegati oggi a genitori part time di serie B
Caro Tiberio sono una donna…. a me non è successo ma conosco gente in situazioni simili: so quanto siano devastanti e ti appoggio in pieno, è indecente che possano essere fatte simili disparità nei confronti degli uomini. Chi e quando ha stabilito che i figli sono delle madri? Questo tipo di discriminazione crea solo un vortice di gravi problemi sia ai figli che ai padri. Basta alle ingiustizie, i padri separati hanno ragione da vendere, mi addolora leggere di tante tragedie che accadono per pura disperazione e mancanze da parte dello stato e per l’inesistente etica degli avvocati.
Buon giorno dott. Timperi, non la annoio con le condivise chiacchere sulla separazione e gli atteggiamenti dei vari tribunali italiani, Foggia, Firenze, Venezia e Lucca. Sono in difesa dall’attacco di più di 8 avvocati da parte della mia ex da 8 anni, ora siamo arrivati al punto che il tribunale di Lucca ha ammesso che la guardia di finanza indaghi sui miei patrimoni in Italia e all’estero, della mia famiglia e di terzi riconducibili a me!!! Mi viene da ridere e vorrei che davvero trovassero il tesoro immaginario!!!La nostra è una difesa che attende il nostro esaurimento fisico e mentale…resisteremo solo per dare un futuro ai nostri figli, che vivono di riflesso e vedono spendere soldi e energie di due genitori che sicuramente amano.Tutto solo a loro discapito…un caloroso abbraccio e un saluto e tanto CORAGGIO a tutti quelli come noi…monogami seriali e rovinati da quello che una volta sembrava il grande e unico amore!!! LE DONNE…marco.
sono un padre separato da poco tempo, dopo 20 anni di matrimonio ritengo ingiusto che in una separazione i figli minorenni restino sempre alla mamma perchè anche io che ne ho uno di 10 anni appena compiuti mi tocca vederlo con il contagocce. Sarebbe ora che noi uomini ci svegliassimo fuori e cominciassimo a far sentire la nostra voce con manifestazioni di piazza nelle grandi città. Perchè secondo me è arrivato il momento che le molte leggi a tutela delle donne vengano riviste e modificate, siccome adesso con troppa disinvoltura il gentil sesso avendo tutti i diritti dalla loro parte fanno il bello e il cattivo tempo cn noi uomini. gradirei sapere sul mio contatto di Facebook
cosa ne pensano gli altri uomini della mia idea!