Vi racconto brevemente la mia storia.
Sono il signor Rossi Mario ( il nome è di fantasia per la salvaguardia dei miei figli).
Vivo a Firenze, dove ho convissuto con la mia compagna xxxx dal 1984.
Nel 1990 nasce xxx nel 1996 nasce xxx
Nel 1998 la madre intraprende una nuova relazione e il nostro rapporto si rompe.
Successivamente chiude questa relazione ed io e lei iniziamo una mediazione familiare nell’intento di ricostruire l’iniziale nucleo.
I figli li gestiamo con un tempo al 50%.
Anche con la mediazione familiare il nostro rapporto non ha uno sbocco.
Nel gennaio del 2001 decido di chiudere questa relazione e mi rivolgo ad un legale, Avv.ssa Clotillde Giurleo, per regolarizzare la questione.
La madre, si rivolge alla Associazione xxxxx di Firenze per la tutela della donna e dei minori, difesa dall’Avv.sse Wanna Del Buono e dall’Avv. Elisabetta Renieri .
Nella primavera del 2001 la mia ex compagna mi denuncia per violenze sessuali verso i minori. Ignaro di tutto, vengo sottoposto ad indagini : telefono sottocontrollo, intercettatori ambientali, etc…
– Le relazioni sui presunti abusi sono state redatte dalle Dott.sse Claudia Bricci e Donata Bianchi dell’Associazione Artemisia di Firenze.
– il 5 agosto 2001 vengo a sapere dalla mia ex convivente che sono stato denunciato di violenze sessuali verso i nostri figli.
– Recandomi presso il T.M. leggo tutto l’incartamento, dalle indagini dei Servizi Sociali si legge:
“…la madre riferisce i fatti relativi ai figli ed alla propria vita spesso in maniera confusa e disarticolata.. ciò potrebbe essere ascritto al particolare stato emotivo oppure ancora a difficoltà personali della donna.. pare abbia avuto un’infanzia molto difficile “. Dalla relazione dello psichiatra si legge “… i colloqui con la madre si sono sviluppati in racconti disarticolati, non di chiara interpretabilità, senza un preciso ordine e dove si intrecciano e si confondono episodi… La situazione esposta dalla madre dei minori appare molto grave, complicata anche da una certa ” ambiguità” di amore-odio della donna nei confronti del compagno e delle sue difficoltà nel raccogliere con chiarezza i racconti del figlio, lasciandosi prendere dall’orrore e dall’ansia di proteggere i figli…”.”… i figli evidenziano un rapporto difficile con la madre che talvolta verrebbe fatta oggetto di esplosioni di rabbia e di aggressività… nei colloqui non sono emersi riferimenti neppure indiretti agli episodi che preoccupano la madre…”
“… la madre su consiglio del proprio legale di fiducia ( Avv. Wanna Del Buono ed Elisabetta Renieri) è stata indirizzata presso l’Associazione Artemisia, che ha sostenuto la donna in questo periodo difficile e nel suo percorso di difesa dei figli dagli abusi di cui sarebbero fatti oggetto… la donna ha sporto denuncia contro l’ex -convivente c/o l’Ufficio Minori della Questura di Firenze, ufficio cui l’Associazione Artemisia ha fatto pervenire una propria relazione…”
– Il 2 agosto 2001 il T.M., dopo le indagini dei Servizi Sociali, emette il decreto nel quale si dice che il sottoscritto “ …ha la piena patria potestà genitoriale e nessuna arma cautelare nei confronti del padre… “,. Le visite con i figli sono sempre al 50% come precedentemente stabilito in occasione della mediazione familiare.
– Mi allontana i figli a mia insaputa portandoli via per più di un mese.
– il 25 ottobre 2001, una settimana prima dell’udienza al T.M., la madre, fa un ulteriore denuncia di violenze sessuali nei miei confronti.
– Il 7 novembre 2001 si ha la prima udienza, Giudice Dott.ssa Romagnoli, in T.M. per definire l’affidamento. La madre ed Il suo legale chiedono ulteriori indagini sui presunti abusi sessuali.
– Interviene il Tribunale Penale.
I figli mi vengono tolti: potevano restare con me solo due pomeriggi la settimana di 3 ore con un educatore in casa.
– Il Tribunale Penale, P.M. Dott.ssa Angela Pizzi e GIP Dott. Rosario Lupo, predispone una CTU dando incarico al dott. Armando Ceccarelli.
– Mi rivolgo agli Avvocati penalisti , Lucia Mininni e Paola Pasquinuzzi, oltre che al perito di parte Dott. Fulvio Carbone.
– In data 12 aprile 2002 viene disposto Incidente Probatorio sui figli.
– La CTU termina nel settembre 2002. Sia io che i ragazzi veniamo sottoposti a sedute con diversi psicologi. Ogni volta che i figli uscivano da queste sedute erano sconvolti e lo stesso educatore lo evidenziava.
Mio figlio maggiore xxx ha una reazione di depressione accertata da operatori del Servizio Sanitario e dalla stessa scuola per il fatto di essere stato allontanato dal padre.
– In data 24 settembre 2002 la CTU, termina dopo un’accurata istruttoria che ha prodotto una Perizia Tecnica molto articolata di oltre 100 pagine dove si legge:
“…il quadro psicologico e comportamentale dei minori xxx quale emerso all’indagine clinica e psicometrica appare scarsamente compatibile con il quadro dei minori vittime di abuso sessuale…l’attendibilità delle osservazioni della madre è fortemente dubbia.. Il coinvolgimento della figura paterna in questo contesto è probabilmente frutto delle fantasie morbose della madre angosciata e perseguitata da un fantasma di sessualità deviata ( omosessualità, abuso) che è attivo incosciamente del suo intimo non essendo mai stato sottoposto ad elaborazione…”. ” … è possibile, ed anzi probabile, che il suo vissuto della sessualità si sia mescolato, proiettivamente, alla sessualità dei propri figli, contaminando la sua osservazione ed introducendo distorsioni e travisamenti…l’attendibilità generale delle sue osservazioni appare alquanto limitata…”. “…il rapporto affettuoso ed attento del padre verso i figli è stato interpretato come segno di rapporto incestuoso sulla base di un sentimento di rabbia unito alla proiezione di fantasie morbose…”
– In data 15 ottobre 2002, udienza di discussione nel contraddittorio tra le parti sulla relazione della CTU.
Il legale Avv. Renieri ed il perito, Dott. Ruocco della mia ex convivente affermano che uno dei minori:
“… evidenzia una chiara confusione d’identità sessuale, che il perito CTU non prende in considerazione come segnale d’abuso… tra questi emerge anche l’omosessualità della vittima…”.
La CTU rispondeva:
“…a quello che dice il collega, perchè il ragionamento del collega è questo:
– xxx manifesta una confusione sessuale, dunque xxx è omosessuale. Poiché i bambini che hanno subito un abuso da maschio di solito sono omosessuali ergo allora ha subito un abuso… allora voglio dire so benissimo che l’omosessualità di un bambino è un indicatore d’abuso importante. Il fatto è che xxx non è omosessuale, cioè qui è la valutazione clinica..
– “….il bambino non è omosessuale tanto per cominciare ha dodici anni…. perchè l’omosessualità è una struttura d’identità che si può diagnosticare in età adulta non si può parlare …”
– “…i disegni su una presunta confusione dell’identità sessuale di xxx che non viene fuori da nessun tipo…”
-Nel dicembre 2002 il Pubblico Ministero archivia il caso
– Nel gennaio 2003 opposizione della madre tramite i suoi legali.
– Nel marzo 2003 Il Tribunale emette il decreto di inammissibilità all’ opposizione il caso viene archiviato.
Si legge:
“… il quadro psicologico e comportamentale dei minori appare scarsamente compatibile con un subito abuso sessuale… l’archiviazione pertanto si impone… preme qui sottolineare come il voler pervicacemente ed artificiosamente tenere in vita un procedimento caratterizzato da un tale deserto probatorio connota di per se negativamente una vicenda ( non la sola, purtroppo, che occupa gli uffici giudiziari) in cui l’irresponsabilità di coniugi separati ( che strumentalizzano bambini in tenera età)….”
– Nel luglio 2003 i figli non mi vengono ancora restituiti. Uno dei figli xxx ha una brutta crisi di pianto e di nervi; il giorno successivo ho iniziato la mia nuova battaglia: mi sono seduto compostamente, per una settimana, davanti alla porta del Presidente del T.M. chiedendo di avere un udienza. Viene allora convocata un udienza nella quale mi vengono restituiti i figli, affidataria sempre la madre.
– Nell’agosto 2003 relazione dei Servizi Sociali da cui si legge:
“… La madre presenta una personalità complessa e si relaziona in modo spesso confuso,alternando all’esposizione di fatti o episodi, ricordi del passato e rivendicazioni …la sua vicenda familiare dei genitori è carica di sofferenza…i vicini di casa descrivono la signora come una donna ” disarticolata”, con ritmi caotici, incurante delle regole di rispetto reciproco e poco disponibile alla collaborazione: lasciava spesso i bambini affidati alle cure del vicinato, trascurando di rientrare agli orari stabiliti senza essere mai disponibile nel ricambiare la cortesia… il figlio ha un atteggiamento fortemente critico nei confronti della madre…a cui attribuisce la ” colpa ” di non poter trascorrere più tempo con il padre…L’Educatore professionale riferisce che , se quando i minori soggiornano presso il padre possono sperimentare un’atmosfera ” familiare”, restando presso la madre il clima appare di precarietà e di imprecisione, essendo la donna sempre presa da mille impegni che spesso si accavallano e la costringono a modificare continuamente i suoi programmi e quelli dei bambini senza che la stessa sembri rendersene effettivamente conto ..”
– Chiedo l’affidamento dei Minori
– Il T.M. , Dott.ssa Fiorillo. da incarico ad una CTU Dott. Barletta e Dott. Niccheri: ” Dicano i CTU, quale è la qualità della relazione intercorrente fra i minori xxx e xxx e ciascuno dei genitori”.
-Novembre 2004 inizia la CTU fino a Giugno 2005
– Giugno 2005 relazione CTU si legge :
“… xxx avverte una relazione conflittuale con la figura materna, questa non appare riferibile alla separazione…quanto alla necessità di vivere con il padre, avvertito più rispondente ai suoi bisogni di crescita. Questo non esclude il mantenimento dei rapporti con la madre, del quale avverte il padre garante….”
“…xxx manifesta un disagio con la figura materna, avvertita come poco attenta ai suoi bisogni di rapporto. Richiede la vicinanza materna, tuttavia avverte il padre come maggiormente rassicurante per i suoi bisogni di crescita….”
“… nel corso delle sedute, la madre è apparsa soprattutto impegnata nella lotta contro il padre dei suoi figli, piuttosto che nella difesa del suo ruolo di madre affidataria… non ha mai messo in dubbio la ” validità” del suo agire, attribuendo certi suoi fallimenti ad una cattiva invadenza del padre…essa è più capace di esprimersi in una situazione di lotta, che non all’interno di una relazione affettiva… come sta avvenendo ora con i figli.. usa per questo la lotta, il conflitto,… ignorando che da tutto ciò è derivato un grave danno per i figli,…così come non è in grado di valutare il danno che a loro è derivato in conseguenza della sua denuncia contro il padre… per una buona funzione genitoriale.. la madre dovrebbe , però impegnarsi in un serio percorso psicoterapeutico individuale…”
“… Per quanto appena detto riteniamo che sia giusto proporre l’affidamento esclusivo al padre dei due minori…”
– 15 ottobre decreto T.M. Dott. Fiorillo “… affidamento dei minori xxx e xxx al padre…”
– La madre tramite i suoi legali si appella .
– 28 settembre 2005 la Corte d’Appello conferma l’affidamento al padre.
la madre si è rivolta all’ Associazione xxxx per la tutela dei minori e della donna contro le violenze.
Chiedo come sia possibile che:
una associazione con finalità così alte , nobili, giuste si sia resa protagonista e sostenitrici di false accuse nei miei confronti. Sappiamo infatti che esiste davvero, in certi casi, la violenza verso le donne e verso i bambini.
All’interno della stessa Associazione della quale fanno parte legali, psicologi, etc.. quindi qualificati professionisti .
Con queste denunce è stata esacerbata la separazione tra adulti, portando la conflittualità a livelli altissimi come del resto le stesse perizie dei CTU hanno evidenziato.
In questo contesto i minori hanno trascorso anni difficili ed è stata fatta violenza contro i miei figli; ai miei figli è stato impedito di incontrarmi e, allontanati dal padre , hanno sofferto, hanno avuto momenti di crisi molto importanti. I ragazzi, nonostante siano trascorsi alcuni anni, risentono ancora di quanto accaduto in quel periodo e la mia impressione è che queste ferite gratuitamente provocate li accompagneranno per tutta la loro vita.
Anche a me, padre, è stata fatta violenza. Ma sono un adulto, ho avuto ed ho la capacità di potermi difendere, la capacità di poter lottare contro queste infamanti accuse.
Una Associazione che al proprio interno vanta personale altamente specializzato non ha “visto” né valutato le difficoltà di questa donna. Tutte le perizie svolte dai Servizi Sociali, dalla CTU del Tribunale Penale, la CTU del Tribunale dei Minori… hanno evidenziato le problematiche inerenti alla figura materna consigliando alla madre di intraprendere un percorso psicoterapeutico.
Il percorso migliore “forse” era quello di aiutarla a superare le proprie difficoltà; a trovare una giusta strada per poter risolvere i propri problemi e di conseguenza avere un miglior rapporto con i figli… Di fatto è stato i suoi problemi sono stati strumentalizzati in tutte le direzioni possibili e inimmaginabili. Non solo con la denuncia nei miei confronti di abusi sessuali verso i minori, ma continuando, con tutti gli appelli possibili, con tutte le acrobazie più disparate, nel montare un castello di accuse e di falsità, continuando la lotta contro di me come maschio e di conseguenza contro i minori che dichiarano di ” tutelare”.
So che altri padri ed altre persone, per “intercessione” della stessa Associazione xxxxxxx, hanno vissuto e stanno vivendo vicende analoghe alle mie…
ADESSO MI CHIEDO:
NON POSSO FARE NULLA IN MODO CHE ALTRI PADRI O MADRI NON VENGONO A TROVARSI NELLO STESSA SITUAZIONE – ASSURDA E VESSATORIA – COME QUELLA VISSUTA SULLA MIA PELLE E, SOPRATTUTTO, SULLA PELLE DEI MIEI FIGLI?
NON POSSO E NON POSSIAMO RESTARE IN SILENZIO!
Lettera firmata.
http://www.giannifurlanetto.it/false_accuse_e_falsi_abusi_denunciati_associazione_artemisia.htm