Angelo era un papà costretto in seguito ad un divorzio ad uscire dalla propria casa in cui l’ex moglie fa entrare l’amante; ad Angelo vengono impediti i contatti con la figlia. Dopo le condanne a 30 mesi all’ex moglie (rimaste sulla carta) la piccola viene fatta sparire e portata in Polonia. Quando la bambina viene affidata al papà, la madre urla “piuttosto che dargliela la ammazzo” e scompare. Pochi giorni dopo Angelo viene brutalmente ucciso.
Su questa tremenda vicenda di nazi-femminismo il Corriere scrive:
Due anni che Angelo Ogliari è stato massacrato nella sua villetta di Cremosano, due anni che la figlioletta Diana (che dove essere affidata a lui dopo una sentenza definitiva) vive in Polonia con la madre, due anni che sul registro degli indagati sono scritti i nomi della donna, Jolanta Marzena Witzack Lewandowska, 42 anni, e del suo convivente Edgar Fagraldines, 49, accusati di omicidio volontario. Due anni in cui la principale indagata, sentita fugacemente a Crema solo una volta 4 mesi dopo il delitto da un giovane magistrato, non è neppure mai stata interrogata. E così su questa storia rischia di calare inesorabilmente l’ oblio, nonostante i molti indizi contenuti nei faldoni dell’ inchiesta che dovrà essere chiusa a dicembre. Un funzionario di polizia oggi al vertice nazionale della Pubblica sicurezza sostiene che un delitto si risolve nelle prime 24 ore o mai più. Qui sono passati due anni, senza che neppure fosse fatta una rogatoria per «torchiare» l’ ex moglie di Ogliari che vive a Poznan, in Polonia (dove fu raggiunta dal Corriere pochi giorni dopo il delitto), e che in questi due anni è anche venuta diverse volte a Crema, città in cui vive e lavora il suo convivente. Ma ci sarebbero altri buchi nell’ inchiesta condotta dal pm Pesiri: non si sa dov’ è finita l’ auto di Ogliari che non risulta esaminata dal Ris e su cui tra l’ altro pare si trovasse un cellulare, non sarebbero stati incrociati i dati dei tabulati Telecom con le «celle» della zona di Crema e Cremosano nelle ore intorno al delitto (la notte tra il 30 e il 31 ottobre), non sarebbero state controllate le registrazioni di molte telecamere stradali e ai caselli autostradali. Dalle indagini dei Ris è invece emerso un particolare interessante: sulla scena del delitto c’ era una donna. Durante il tentativo di pulitura delle tracce ha lasciato tre impronte di un suo piede nudo bagnato dal sangue della vittima che inondava il garage. Lunghezza, larghezza e forma delle orme – scrivono i Ris nel loro rapporto consegnato più di un anno fa ai magistrati – sono molto simili a quelle dell’ indagata, «con una sovrapposizione alquanto suggestiva». Purtroppo dalle impronte rilevate mancano dettagli come le creste papillari che trasformerebbero l’ elemento in una prova. Ma gli indizi restano molti. La contesa per l’ affidamento di Diana finisce il 9 ottobre 2007 quando la sentenza diventa esecutiva. Il 24 ottobre Ogliari va in Polonia per prendere la bimba, ma madre e figlia sono sparite e così torna in Italia in attesa di una chiamata da parte dell’ ambasciata. Il 26 ottobre anche la Lewandowska e il suo convivente sono in Italia. Il 30 mattina Ogliari presenta ai carabinieri una denuncia in cui dice che l’ ex moglie è a Crema e gira con una parrucca bionda (circostanza che verrà poi confermata dalla donna), aggiungendo di essere pedinato e sorvegliato da Fagraldines e di sentirsi in pericolo. Il giorno seguente ha intenzione di recarsi dal procuratore capo Benito Melchionna ma nella notte tra il 30 e il 31 almeno due persone lo attendono nascoste nel giardino della villetta di Cremosano. Appena varca il cancello viene aggredito a calci, pugni e sprangate. Poi trascinato nel box e finito con una violenza inaudita. Il 31 mattina la Lewandowska e Fagraldines ripartono in auto per la Polonia.
Fonti:
- http://angeloogliari.blogspot.com/
- http://archiviostorico.corriere.it/2009/ottobre/20/giallo_della_figlia_contesa_assassinio_co_7_091020052.shtml