Stati Generali sulla Giustizia Familiare – Roma 5-7 maggio 2011
Intervento di Adriana Tisselli
Vorrei soffermarmi un attimo sul nome scelto dal nostro movimento.
Movimento femminile per la parità. Parità è la parola chiave.
Parità intesa come pari opportunità ovvero uguaglianza di trattamento tra donne e uomini.
Inoltre al termine parità abbiamo aggiunto l’aggettivo genitoriale: poiché intendiamo madre e padre come due due soggetti che stanno e interagiscono sullo stesso piano
Purtroppo quello che succede oggi è sotto gli occhi di tutti: la fabbrica della separazione e dei divorzi produce sempre più vittime: uomini, donne ma soprattutto bambini.
Inutile qui discutere ulteriormente quanto la discriminazione sul maschile sia oltremodo sproporzionata e preoccupante; è stato già analizzato ampiamente.
L’aspetto più drammatico è l’assenza di un vera presa di coscienza da parte del mondo politico, in forma ampia, affinchè qualcuno si faccia davvero carico di questa emergenza sociale e vi ponga rimedio (per altro i suggerimenti non mancano).
Tuttavia esistono ancora degli aspetti che possono sfuggire nella complessità del tema separativo.
Noi – MOVIMENTO FEMMINILE PER LA PARITA’ GENITORIALE rappresentiamo una realtà che mira ad evidenziare quanto il “pensiero” a senso unico di protezione del femminile, sia arrivato – per assurdo! – ad ignorare e persino a ledere alcuni aspetti del femminile stesso.
Può sembrare un’affermazione apparentemente contraddittoria… eppure proprio laddove vi sono delle esclusività, si producono nuove esclusioni/.
Perchè non solo padre e madre sono uguali.
Anche madre e madre dovrebbero essere uguali, e così pure padre e padre.
Cosa sto cercando di dire?
Sto cercando di introdurre il tema delle delle famiglie cosiddette di seconda generazione, ovvero quei nuovi nuclei familiari che, talvolta, si formano dopo una separazione o un divorzio.
Infatti, se davanti al fallimento di una relazione matrimoniale saltano all’occhio rabbia, smarrimento, disperazione… (nei casi migliori)…. rapimenti, omicidi e suicidi (nei casi peggiori) occorre invece sostenere dare spazio a coloro che nella vita perseguono la linea della “rigenerazione affettiva” della ricostruzione di una famiglia come habitat idoneo per “riprovarci” per ridare un senso alla vita propria e dei propri cari, per offrire un nido accogliente “nei limiti del possibile” per figli presenti e futuri.
Si tratta dell’accoglimento e dell’armonizzazione di un fallimento che muta in qualcosa che dà origine ad un nuovo nucleo familiare con un padre e una madre che possono avere figli da precedenti matrimoni e/o relazioni e che a loro volta possono generare altri figli.
In seguito ad una separazione, vi sono uomini che si risposano e creano famiglie magari con donne che non si sono ancora sposate; così come vi sono donne già sposate (e divorziate) che uniscono ad uomini che non si sono mai sposati prima, in una sorta di continua fluidità che riassesta le “vite” e ridistribuisce i rapporti familiari.
[ Per dare un senso positivo alla nostra esistenza su questa terra.]
Tutto questo passa necessariamente non solo da un’evoluzione culturale della società ma anche dalla percezione che il mondo politico dovrebbe avere di questa società per come realmente è nel momento presente.
Allora perchè un movimento femminile è oggi qui sul palco in un panorama che vede prevalentemente solo uomini parlare di “danni collaterali del divorzio” e deprivazione dei figli?
Perchè il tema dell’uguaglianza E DELLA TUTELA dei minori, fra figli nati in costanza di matrimonio o da coppie di fatto, deve necessariamente espandersi ai figli nati in famiglie di seconda generazione, in un ‘ottica di apertura e svincolo da pregiudizi come il concetto di figli di primo letto o famiglie di prima generazione… concetti dal sapore – oserei dire – medioevale!
Perciò: se è vero che i bambini in teoria hanno tutti eguale diritto ad essere tutelati, non si capisce perchè anche tutte le famiglie – in quanto habitat naturale di questi bambini – non possano essere ugualmente tutelate!
E sì che è passato quasi mezzo secolo dal referendum nazionale sul divorzio!
Inoltre, vorrei in questa sede sottolineare che l’assenza di dignità che quotidianamente schiaccia il genitore escluso dalla frequentazione dei figli, grazie ad un finto affido condiviso, è la stessa che offende e perseguita la compagna o la seconda moglie di un papà che ha provato di nuovo a ricostruire una famiglia.
La stessa regia, caratterizzata da scarsa attenzione e superficialità è quella che offende e perseguita la sorella di questo papà, che offende e perseguita la mamma di questo papà o, peggio ancora, che destabilizza e fa soffrire gli altri figli di questo papà!!!
E’ quella regia che apparentemente tutela il femminile… ma forse sarebbe giusto dire che tutela solo UN FEMMINILE (quello di prima generazione) a discapito DI ALTRI FEMMINILI… quindi della tutela DI QUALE femminile stiamo parlando?
Oggi abbiamo bisogno più che mai di una cultura che cresca con la società, con questa società, e non di un “grande fratello” volto a rinchiudere le persone in schemi organizzativi arcaici ormai estranei alla realtà dei nostri giorni.
Noi non vogliamo una giustizia intenta a prevaricare, talvolta persino con violenza, la sfera degli affetti, bensì una giustizia attenta ad applicare le leggi.
Noi non vogliamo un parlamento concentrato solo sulle poltrone, ma un parlamento capace di raccogliere le istanze del popolo che rappresenta.
L’incomprensibile disegno che sta alla base della cosiddetta PRASSI secondo la quale i figli per una sorta di ineluttabile corso degli eventi perdono un genitore (il padre) quando intercorre una separazione, è esattamente lo stesso che mette su due piani diversi i figli avuti da due donne diverse in base ad un mero criterio “cronologico”… il figlio privilegiato è solo quello “di primo letto”
Ed è sempre lo stesso disegno, originato delle stesse menti, dalla stessa cultura ingessata che riufiuta ostinatamente di traghettarci nel terzo millennio con una ventata di crescita morale e civile ormai divenuta assolutamente indispensabile.
I “Patti Pre-Matrimoniali” evidenziamo l’assenza di un importante passaggio legislativo nel nostro paese. Il “Divorzio Breve” appare fondamentale a liberare gli individui da inutili fardelli e lungaggini burocratici.
Resta sul tappeto la questione delle famiglie di seconda generazione e figli conseguenti senza produrre discriminazioni e sofferenze ulteriori…
Questa solo è la pari opportunità che il femminile si sta giocando col pieno appoggio del maschile, in un’ottica di politica familiare collaborativa e sinergica, finalmente al passo coi tempi.
Il Movimento Femminile per la Parità Genitoriale – lo ribadiamo – è formato da donne – compagne, sorelle, seconde mogli, figlie di papà separati – responsabili e indipendenti, capaci di autodeterminarsi: donne che non sono nemiche degli uomini bensì sono le loro nuove alleate, nel vero solo e unico supremo interesse dei figli.
Gruppo Facebook del “movimento femminile per la parità genitoriale” http://www.facebook.com/home.php?sk=group_189931427704480
Fonte riprese video radioradicale.it