Diritto & Rovescio

...Le più sorprendenti sentenze

Uncategorized

...now browsing by category

 

Message in a bottle: questo blog si ferma qui

Sunday, February 10th, 2013
Number of View :1196

Concede la casa in comodato al figlio e sua moglie, non può recedere

Saturday, December 15th, 2012

Mai prestare a cuor leggero una casa a chi ne ha bisogno.  Oggi si corre infatti il rischio di subire un “esproprio femminista”, perché il diritto alla proprietà privata viene ignorato di fronte ad una ex moglie con figli.


Lui e lei si sposano e presto avranno dei figli. Però prima che ai bambini bisogna pensare alla casa, problema non di poco conto per le giovani coppie. Fortuna che la madre di lui possiede un appartamento libero, che concede alla giovane coppia in comodato senza determinare la durata. Gli anni passano e i figli nascono. Non tutto scorre per il verso giusto e i rapporti tra i coniugi peggiorano al punto di decidere di separarsi. La madre chiede al figlio e alla nuora il rilascio dell’immobile, ma non lo ottiene e così i tre finiscono davanti al giudice. Il Tribunale dà ragione alla suocera, ma in appello la decisione viene riformata e si arriva così in Cassazione. Nel frattempo, nel corso dei gradi di merito, la casa in comodato viene assegnata alla nuora affinché possa abitarci con i figli. La richiesta, da parte della madre di lui, di liberare l’immobile, si basa sulla considerazione che, non essendo stato convenuto un termine per il comodato, il comodatario è tenuto a restituire la cosa non appena il comodante la richiede. Tuttavia la durata del comodato, quando non espressamente ancorata dalle parti alla scadenza di un termine, può essere implicitamente determinata dall’uso per il quale la cosa viene consegnata. La Corte territoriale, nella ricostruzione del rapporto contrattuale, ha ritenuto sussistere la destinazione dell’immobile ad alloggio familiare, fattore da considerarsi preminente rispetto alla possibilità per il comodante di recedere. Nel motivare la loro decisione, i giudici di secondo grado hanno fatto espresso riferimento alla giurisprudenza della Suprema Corte, che ha più volte ribadito come per casa familiare debba intendersi quel «luogo degli affetti, degli interessi e delle abitudini in cui si esprime la vita familiare e si svolge la continuità delle relazioni domestiche, centro di aggregazione e di unificazione dei componenti del nucleo, complesso di beni funzionalmente organizzati per assicurare l’esistenza della comunità familiare, che appunto in forza dei caratteri di stabilità e continuità che ne costituiscono l’essenza si profila concettualmente incompatibile con un godimento segnato da provvisorietà ed incertezza». La Cassazione (ordinanza 26456/11) non ha potuto dunque far altro che rigettare il ricorso anche nella parte in cui, per la prima volta – e dunque in modo inammissibile – si lamenta la mancata considerazione da parte dei giudici di merito delle condizioni economiche dei comodatari.

Fonte: http://www3.lastampa.it/i-tuoi-diritti/sezioni/famiglia-successioni/news/articolo/lstp/442493

 

 

 

Number of View :1641

USA: una proposta per salvare gli uomini falsamente accusati

Thursday, December 13th, 2012

Grazie ai test del DNA stanno venendo riconosciuti innocenti decine di uomini condannati a decine di anni di galera sulla base della sola parola di una accusatrice.

Le più attendibili statistiche dicono che quasi metà delle accuse di stupro sono false.

Le false accuse di stupro sono anche utilizzate da madri criminali per appropriarsi dei figli eliminando i loro padri per via giudiziaria.

Negli USA si dibatte come porre fine a questa violazione dei diritti umani.

I politici che avessero il coraggio di sfidare il femminismo e proporre la cancellazione delle leggi anti-uomo che aiutano le calunniatrici verrebbero diffamati e distrutti dalle femministe come amici degli stupratori.

I magistrati spesso evitano di perseguire penalmente le calunniatrici, limitandosi ad indirizzarle a percorsi di recupero psichiatrico.

Paul Elam riflette che non è dal sistema che ha causato il problema che può arrivare la soluzione.

La soluzione proposta si basa su di una particolarità del sistema giudiziario USA, voluta da Thomas Jefferson per proteggere i cittadini dagli abusi del potere: nella giustizia USA non è il giudice a determinare se le persone accusate sono colpevoli.  È una giuria popolare, composta da cittadini comuni.

Nei processi normali,  la giuria viene informata di tutti i fatti rilevanti.  Nei processi per stupro il femminismo ha fatto votare leggi che impediscono di rivelare i precedenti delle accusatrici.  Nel passato ha accusato falsamente altri uomini? Alla giuria verrà nascosto.   Ha scritto testi in cui ammetteva perversioni?   Alla giuria verrà nascosto.

Emblematico è il caso Strauss-Kahn, l’uomo che oggi sarebbe stato Presidente della Francia, se una donna non lo avesse accusato senza alcuna prova oggettiva.    Lei mantenuta anonima.  Le femministe hanno voluto questa ingiustizia per “evitare pregiudizi sulle accusatrici”.   Lui esibito in manette e dipinto come un mostro mentre branchi di femministe gli urlavano contro.  Perché dei pregiudizi sugli uomini accusati non importa niente a nessuno.   Si è salvato perché l’accusatrice ha telefonato ad un amico spacciatore in galera per chiedergli quanto potrebbe guadagnare dall’accusa.    La polizia la ha intercettata non perché indagasse su di lei, ma perché indagava sullo spacciatore.

 

E allora, la proposta è che per salvare un uomo falsamente accusato basta che solo uno dei giudici popolari faccia il seguente ragionamento: “la colpevolezza non è provata al di là di ogni ragionevole dubbio perché esistono leggi che mi impediscono di sapere tutta la verità;   esiste il ragionevole dubbio che la accusatrice sia una calunniatrice che sfrutta questa legge venendo aiutata da uno di quei PM che cercano di fare carriera sulla pelle di uomini e bambini”.

 

Number of View :1412

Dopo separazione chiede mantenimento per i cani

Saturday, November 24th, 2012

Premetto che non sto scherzando qualora qualcuno avesse dei dubbi, ma sto parlando seriamente di un mio cugino di 1° grado. A distanza di due anni dalla separazione consensuale, (senza alcun addebito perché lavoravano entrambi), gli giunge la lettera di un legale, dove l’ ex moglie avanza delle richieste economiche per la gestione dei due cani che avevano entrambi, e che dopo la separazione sono rimasti a lei. Forse il periodo estivo avrà accentuato il problema della gestione dei cani, tuttavia mi sembra una richiesta insolita. Che voi sappiate esiste una legge in merito al mantenimento degli animali domestici?
Grazie in anticipo per il gradito consulto.

 

http://www.letterealdirettore.it/separazione-mantenimento-cani/

Number of View :772

Giurisprudenza femminista: l’esproprio della casa coinugale

Monday, April 30th, 2012
Egregi signori,
ho visto con sorpresa che sul vostro sito internet è pubblicato integralmente un mio articolo tratto testualmente dal quotidiano La Stampa. In primo luogo vi segnalo che La Stampa è titolare esclusivo dei diritti d’autore e la Vostra pubblicazione evidentemente lede tale diritto. In secondo luogo osservo che avete cambiato il titolo del mio articolo inserendo un titolo di vostra fantasia: “Giurisprudenza femminista: l’esproprio della casa coniugale”. Tale titolo è lontanissimo dal mio pensiero ed utilizza toni che mi sono del tutto estranei.
Vi intimo perciò di rimuovere immediatamente dal sito il mio articolo e di pubblicare, con il medesimo rilievo grafico questa mia precisazione. Con riserva di ogni azione in caso di inadempimento.
Distinti saluti.
Carlo Rimini
buongiorno,
rimuoviamo l’articolo lasciando solo il link:
in maniera che ognuno possa leggerlo e valutare la situazione: il papà al quale Lei ha risposto perde la propria casa, ma deve continuare a pagare il mutuo e mantenere i figli e l’unico consiglio che Lei gli può fornire per evitare di finire in povertà è di provare a “convincere sua moglie a rinunciare all’assegno mensile”.
Precisiamo che il titolo “Giurisprudenza femminista: l’esproprio della casa coniugale” chiaramente non era basato sul suo pensiero, ma sui dati ben noti: l’87% delle ex-mogli prendono la casa coniugale ma solo il 4% pagano assegni di mantenimento, mentre il 93% dei suicidi post-separazione sono opera di ex mariti.
Number of View :2173