Un libro racconta gli abusi subiti dai papà e dai loro bambini

Il libro “La Parete” racconta la storia vera, di un tipico divorzio, di un semplice papà separato, di come un normale cittadino italiano di ceto medio possa trasformarsi in povero senza degna casa, stipendio e beni propri, senza prospettive di indipendenza futura; della tipica sofferenza, lacerazione e lutto interiore e psicologico che vive un padre tolto dei figli, del normale senso di sprofondamento, abbrutimento e disagio umano, morale e civico che vive una persona quando scopre di non avere più diritti, diritti normali ma essenziali come l’uguaglianza civile davanti alla legge, la parità dei diritti nel matrimonio o come genitori ed educatori, la parità dei diritti nella tutela della propria salute e dei propri legami vitali, la parità dei diritti nella partecipazione alla vita civile, famigliare, sociale, morale, affettiva, essenze principali della vita stessa.

Di gran valore le espressioni, i commenti, le parole e le immagini attraverso le quali l’autore descrive perfettamente le forme di questa “dittatura soft” e la sofferenza, l’annichilimento, il senso di ingiustizia e sconcerto che un uomo prova quando viene privato di diritti talmente vitali e fondamentali che chiunque al suo posto si chiederebbe come nel nuovo millennio ciò sia ancora possibile.

Il libro è già disponibile attraverso la pagina ufficiale http://laparete.paternita.info acquistabile in formato tascabile (102 p.) ed in via eccezionale scaricabile “gratuitamente” in formato e-Book grazie alla gentile concessione dell’autore. Essendo un monologo in due atti, in accordo con l’autore ed il Comune di Bari presto ne rverrà realizzata la versione in teatro.


L’INTERVISTA  DOPPIA DI AFFARITALIANI.IT/ Benvenuto Benvenuti (pseudonimo dietro cui si nasconde l’autore del libro) e Fabio Barzagli (editore del libro e responsabile del network Paternita.info)

Iniziamo dalla forma narrativa: un copione teatrale. Come mai questa scelta?

Benvenuti: “La forma teatrale coinvolge il lettore ora e qui, non è una storia passata ne futura, è presente,  ogni volta che l’autore o il lettore la legge o quando l’attore la rappresenta, lo spettatore assiste”.

Qual è la storia?

Benvenuti: “La storia è quella di decine di migliaia di padri separati, che subiscono calunnie impietose, sono impoveriti da leggi che tutelano “solo a parole” i minori. Benvenuto Benvenuti è un nome inventato perché ogni padre separato è potenzialmente Benvenuto Benvenuti, riceve dalla moglie separanda una cinica notifica di “fine matrimonio”, condita da bugie, calunnie, urla, offese. Benvenuti non reagisce mai, capisce che difendersi vuol dire essere coinvolto in una drammatica spirale di “chi ha iniziato” ad essere offensivo. Cerca di impostare una linea di difesa basata sulla morale ed il buon senso, registra con il telefonico le aggressioni verbali (ma tanto non serve), cerca di dividere equamente un appartamento di 250 mq ma  poi.. di fronte alla evidente situazione di sofferenza dei figli, rinuncia (per il bene esclusivo dei figli) a qualsiasi tipo di dialogo e negoziazione. La storia di Benvenuto Benvenuti rappresenta una situazione di “macelleria sociale” ai danni di minori e padri separati, mascherata (da avvocati e mogli turpi) come conflitto matrimoniale”.

Quanto è cambiata la situazione dei padri separati? O siamo sempre al punto di stallo?

Barzagli: “Dipende da quando si comincia ad osservarla. Dagli anni ’90 di certo è cambiata: prima vigevano le “3 ore diurne” settimanali, senza pernotti o weekend se non “previo accordo madre” (forma legale con la quale si intendeva “col permesso della madre”) il che voleva dire anche 1 solo weekend concesso in 4 anni (come ad esempio successo a me prima che uscisse la legge 54/2006). Negli anni ’90 poi c’era l’affido esclusivo dove il padre non aveva neppure l’esercizio di potestà e dunque se decideva di farselo forzatamente “quel” weekend  veniva processato per “sottrazione di minore” (5 anni di galera) oggi solo per inottemperanza (1 anno). Sempre oggi, il giorno infrasettimanale (cioè durante la settimana feriale) più il weekend alternato è pratica diffusa nei tribunali, anche se i tempi dei figli sono ancora terribilmente sbilanciati: 15-20% col padre e 80-85% con la madre. Il padre può essere premio nobel, la madre criminale, ma i figli andranno sempre con lei. E’ questa quotidiana violazione della Costituzione e dell’Uguaglianza Civile dei cittadini che genera ogni anno migliaia di drammi e fatti di sangue, migliaia (circa 120.000 coinvolti ogni anno in separazioni) di minori lasciati a loro stessi, non col genitore più onesto, fedele e saggio ma con quello più disgraziato.. non ci lamentiamo poi di come questi figli verranno cresciuti, o che fine faranno, o se saranno malati. I figli vengono assegnati in base ai “geni” della sessualità, un po’ come se si affidassero in base ai “geni” della pelle (genitore di pelle bianca meglio di genitore con pelle nera..). E’ una aberrazione e la Costituzione Italiana vieta tutto ciò, ma i tribunali, che dovrebbero tutelarla e portarne i significati di pace nella società, sono spesso i primi ad ignorarla”.

Da parte della società civile e della politica sembra esserci comunque indifferenza.
Barzagli: “Ho osservato una cosa in questi anni di attività sociale: le nuove generazioni di “under 30” (in pratica i nati dagli anni ’80 in poi) sono in media migliori. I giovani sono meno intrisi di ideologie ed astrazioni inutili, sono più concreti e attenti nel denunciare palesi discriminazioni. Le persone che più mi aiutano nella mia attività sociale sono proprio quelle giovani, ed in particolare “Donne” (giornaliste, presentatrici, scrittrici, ecc..) – in loro leggo il disprezzo verso quelle altre donne che per motivi biechi (soldi, potere, vendetta) usano nel divorzio i bambini come arma distruttiva verso l’ex marito. In queste ragazze c’è tutta la voglia di “lavare” questi crimini compiuti che stanno sporcando non poco il loro stesso genere; vedo la stessa cosa, lo stesso sdegno e la stesa rabbia che vedevo nei giovani uomini o ragazzi quando questi scoprivano che degli adulti maschi stupravano le donne o le malmenavano fino a farle diventare annichilite, ombra di se stesse. La speranza è nelle nuove generazioni: che si rendano conto sempre più della “abnorme” violenza che subisce un padre, tradito, aggredito, violentato, tolto della casa e dei soldi, e come se non bastasse anche tolto dei figli, l’unica cosa che gli rimaneva dato che tutto il resto gli era stato preso. Alla fine, senza più niente, senza nessuna prospettiva, molti si lasciano andare, cadono in degrado, riempiono le caritas, le cliniche, gli studi, talvolta si tolgono la vita. Persone che fino a poco prima erano solari, partecipi, sane; ma una cosa del genere potrebbe far cadere chiunque, chiunque di noi. Mi avvio verso la conclusione citando l’ultimo rapporto Eurispes relativo all’anno precedente (scheda 54, sezione nuovi poveri): “l’80% dei padri separati non riesce a vivere con ciò che resta del loro stipendio.”. Stiamo parlando di 3.2 milioni di persone. Oramai è difficile non vedere”.

Quali sarebbero le azioni più importanti per cambiare le cose?
Barzagli: “
Riguardo alla proposte legislative ce ne sono molte; ad esempio migliorare l’attuale legge 54/2006 con l’immissione delle frequentazioni paritetiche padre/madre e della doppia residenza come diritti indisponibili dei figli di genitori separati. Ma anche altre proposte di legge che potrete trovare al link http://paternita.info/network-idea.pdf. Lo stesso Matteo Renzi – guardacaso un giovane… – scrive nel suo programma (punto 11h famiglie in crisi): “Effettivo rispetto del diritto indisponibile dei figli di genitori separati a ricevere – pariteticamente – da ciascuno di essi educazione e cura, realizzato attribuendo a ciascuno compiti certi. Un equilibrio di tempi, di sacrifici e di responsabilità, finora teoricamente affermato ma non osservato [..]”. E’ incoraggiante che questi argomenti (sebbene in parte propaganda, siamo sotto elezioni..) inizino ad essere trattati nei programmi dei partiti politici. La strada da fare è ancora molta. Ma ce la faremo perché per quanto possano essere armati ed agguerriti i detrattori dell’affido condiviso e della parità genitoriale, si troveranno sempre e sempre di più a scontrarsi con una grande forza: quella della verità, forse la più grande delle forze, che ci dice non solo che un genitore è bravo o non lo è per il suo valore morale, per le sue idee, per la sua pazienza e determinazione, per ciò che ha realizzato, ed in questo il suo sesso non c’entra niente, e non lo si può valutare buono o cattivo genitore, buono o cattivo cittadino solo perché ha un gene X o Y. La bontà di una persona, di un genitore, la si riscontra nelle sue azioni, non nei geni che possiede. L’altra grande verità è che mentre i detrattori dell’affido condiviso e della parità genitoriale vogliono la guerra, noi invece vogliamo la pace, mentre loro si adoperano per togliere qualcosa a qualcuno, noi lavoriamo per dare qualcosa a tutti, e cioè la pari dignità, il pari rispetto che un uomo ed una donna devono avere sempre, anche quando fondano una famiglia, e diventano padre e madre nessuno dovrebbe mai privarli della libertà ed uguaglianza di essere genitori, ed è mantenere questa parità di diritti e di doveri che garantisce il rispetto delle persone, che porta la pace, mentre al contrario nella disuguaglianza nasceranno i conflitti, le guerre, la scalata sociale ai privilegi dell’uno sull’altro, ed i soldi invece di andare nella salute e nello studio dei figli andranno a finire nelle tasche degli avvocati e nelle cliniche degli psicologi. A noi la scelta”.

http://affaritaliani.libero.it/cronache/libro-padri-separati171212.html?refresh_ce

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