Affido condiviso: la riforma tradita dalla sinistra vetero-femminista

 

CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA

Alla ricerca delle prassi virtuose in materia di famiglia dopo la L. n. 54/2006

AFFIDAMENTO CONDIVISO ED ESCLUSIVO

«L’avvocato Gian Ettore Gassani, presidente dell’Associazione Avvocati Matrimonialisti, a commento della sentenza della Cassazione n. 21718/01018 osserva come “Sebbene nell’80% dei casi i Tribunali diano attuazione alla legge sull’affidamento condiviso, si può affermare che nei fatti, tale legge resta una ‘scatola vuota’, priva di qualsivoglia contenuto, perché allo stato attuale i tempi concessi al genitore ‘non collocatario’ restano del tutto residuali e sovrapponibili ai tempi in cui vigeva l’affidamento esclusivo. E’ evidente che anche tra molti addetti ai lavori, avvocati e magistrati in primis, probabilmente non risultano chiari il significato e le finalità della legge 54/2006 che ha introdotto l’affidamento condiviso in Italia
Ma contemporaneamente Gassani conferma che vi è anche un problema culturale perché non è stato ben recepito dai genitori il principio della bigenitorilalità.

Il Presidente dell’Associazione Crescere Insieme, il professor Marino Maglietta, denuncia il fallimento della normativa del 2006, che riconduce sia agli emendamenti apportati rispetto all’iniziale progetto, sia alla interpretazione datane dai giudici.

A suo dire “Purtroppo in fase di dibattito parlamentare la legge è stata indebolita da una serie di emendamenti in apparenza innocui, ma che hanno introdotto dei varchi di cui in modo malizioso gli operatori del diritto si sono poi serviti per tradire lo spirito della normativa”. Tra questi il riferimento ad un generico “interesse del minore” in nome del quale i giudici hanno potuto derogare a piacere rispetto alle prescrizioni della legge.

Il progetto iniziale, scaturito nella legge 54/2006, sarebbe stato in qualche modo snaturato – afferma Maglietta- per effetto di una “sinistra” che tende sovente a delegare la titolarità su certe questioni ad una minoranza veterofemminista che non è rappresentativa neppure della sua stessa base.

E questo sarebbe, a dire di Maglietta, un grave errore sia tecnico che politico. Peraltro, si tratterebbe di un femminismo autolesionista e autocontraddittorio, in quanto finirebbe per privilegiare la rendita di posizione legata ai ruoli sessuali tradizionali, piuttosto che il superamento degli stessi ed i vantaggi che deriverebbero per le donne se gli uomini contribuissero maggiormente alla cura diretta dei figli.

Ma, a ridurre l’efficacia della nuova legge, avrebbe contribuito anche l’ostilità dell’avvocatura (sia l’Organizzazione Unitaria degli Avvocati, sia l’Associazione Italiana degli Avvocati per la Famiglia) che in ottica corporativa riterrebbe -probabilmente a torto- di avere da perdere da una formulazione equilibrata del diritto di famiglia. Ed altresì la mentalità conservatrice ancora invalsa tra alcuni parlamentari che fa ritenere inconcepibile che “un padre riesca a preparare un pasto caldo”.

Secondo Maglietta, il risultato è stato che nella prassi delle aule dei tribunali la percentuale di affidi condivisi stabiliti dalle Corti (78%) è stata inferiore alle attese, ma soprattutto laddove l’affido condiviso è stato concesso, esso è stato quasi sempre svuotato di significato. Si è inventato il concetto di “genitore collocatario”, non previsto dalla normativa, e si sono stabiliti assegni e tempi di visita per il genitore “non collocatario”, secondo la stessa ottica in vigore prima della legge. Tra l’altro la previsione di un genitore in qualche modo “prevalente” tenderebbe a generare una contesa tra i coniugi per ottenere anche un solo pernottamento in più del figlio, onde vedersi attribuita la casa in virtù di ciò. »

Fiorella Buttiglione, Consigliere Corte d’Appello Cagliari

Capitolo 8 di http://www.minoriefamiglia.it/download/RELAZIONE%20CSM%208%20MARZO%20AFFIDAMENTO%20CONDIVISO%20e%20ESCLUSIVO%2027%20marzo.pdf

Titolo originale:  La l. n. 54/2006, una riforma tradita

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