on 26 giugno 2012 by Anna in Primo Piano, Senza categoria, Comments (2)
Viaggio negli orrori del femminismo: la macchina trita-bambini
Aborto e divorzio, ripudio della vita e sfascio della famiglia: il disprezzo femminista per il benessere dei bambini poteva essere capito fin dalle loro prime battaglie.
Ma c’è di peggio. Fingendo di essere donne normali che chiedevano protezione, le odiatrici di uomini hanno costruito una macchina per incarcerare uomini innocenti sulla base della sola parola di una accusatrice. Smantellando il giusto processo, la presunzione di innocenza, diffondendo grossolane falsità propagandistiche (“la violenza maschile è la prima causa di morte per le donne”… “una studentessa su quattro viene stuprata”): il numero di americani incarcerati è decuplicato (arrivando ad avere carceri dove metà dei detenuti sono padri separati che con la crisi economica non hanno pagato l’assegno mantenimento), negli stessi anni in cui milioni di bambini venivano coinvolti in divorzi. La follia femminista ha colpito anche l’Italia, che ha resistito meglio.
Ma c’è di peggio: questa macchina è stata usata contro i bambini. E non sto parlando di bambini accusati di molestie sessuali già a 3 anni (ebbene sì, anche questo è accaduto). Ma dell’utilizzo della macchina delle false accuse per condannare milioni di bambini a crescere con le soli madri o (più raramente) in centri femministi, rendendoli orfani di padre vivo, ma falsamente accusato. Giornaliste hanno definito i centri anti-violenza “supermarket di divorzi”, la donna che li aveva fondati riconosce che le femministe li hanno distorti usandoli come “copertura per odiare gli uomini”, sociologi sostengono che occorre rifondarli allontanando le femministe.
Ma c’è di peggio. Donne finite nell’ingranaggio del divorzio conflittuale finiscono per odiare i loro ex più di quanto amino i loro figli, avvelenandoli con l’odio misandrico, anche fino al punto di plagiarli per utilizzarli in calunnie pedo-femministe. Partendo dagli studi di uno psichiatra americano, il prof. Gardner, si è capito che l’istinto di sopravvivenza dei bambini li spinge ad allinearsi con il genitore da cui sanno di dipendere fino far proprio l’odio il genitore assente, soffocando i propri sentimenti di amore. Questa forma di abuso, chiamata Alienazione Parentale (PAS), spesso porta i bambini a sviluppare psicopatie o altre devianze. Una falsa accusa non dura per sempre, a meno che i bambini non vengano intanto irreversibilmente alienati.
Ma c’è di peggio. Il negare questa forma di abuso, il combattere l’affido condiviso, il tentare di far tacere chi sente il dovere di parlare, gli attacchi personali contro gli psicologi ed i Giudici che sostengono che il bene dei figli è venire protetti dai genitori alienanti. Come fare a fermare la macchina trita-bambini? Nei paesi più colpiti si chiede il ricorso al Tribunale Penale Internazionale (competente per genocidio) per fermare questa ideologia degenerata nell’odio e ribattezzata feminazismo da un giornalista americano e da un Giudice spagnolo, fino ad invocare un nuovo processo di Norimberga.
Probabilmente basterebbe parlare senza aver paura di non essere politicamente corretti: il femminismo era un temibile strumento del comunismo, ma oggi è una tigre di carta rifiutata da più di 99 donne su 100.
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Giuseppe
12 ottobre 2010 @ 16:34
Leggo e mi sembra di avere visto e sentito sulla mia pelle: fingendo poiché non esiste altro che la finzione (salvata la forma il resto si manda a picco pur di salvare il proprio istinto distruttivo!) quella donna, dandosi l’aria di persona normale ha messo in moto proprio come qui descritto, la macchina infernale costruita sul suo rancore-odio di vedere tutto distrutto pur di non ammettere il suo deficit di normalità: e così mi vedo sfasciare addosso la famiglia, mi vedo distruggere la mia paternità e un figlio impantanato nella diffidenza ed il rancore che la madre gli ha inoculato contro il padre che viene presentato “padrone”. La odiatrice di uomini nasce quando vuole rifarsi di “violenze subite dal padre” pensando che produrre male a chi le ha fatto il torto di sposarla e ora ricopre il ruolo di padre, sia per lei un refrigerio, una compensazione. Ed è proprio come detto nell’articolo che stiamo commentando: viene costruito, sulla parola di una donna, violando i principi del giusto processo (presunzione d’innocenza) con accuse di che? di “violenze infinite” montate con l’aiuto di personaggi che vivono intrufolandosi nella famiglia a bivaccarvi. Gente malata che fa il male per il gusto di vendette fondate su squilibri e scompensi di varia natura e portare quello che diventa il nemico, nella stessa sua melma. E non è vero che in Italia nel processo di separazione i giudici siano più guardinghi: la presunzione tutt’ora vigente è che la donna è la verità, l’uomo mente ed è sempre ed inequivocabilmente violento e pertanto non vengono ammesse le prove da lui allegate, le certificazioni mediche che dicono quanto precaria sia la sua situazione di salute e se l’abitazione dove ha trovato rifugio non ha l’essenziale di igiene e abitabilità, si rigetta come “irrilevante” la richiesta di Consulenza tecnica d’ufficio (CTU). Si ammettono tutte le “prove” a favore della donna, si rigettano le richieste a difesa dell’uomo “per carenza di forma” o “per deficit (nelle violenze della donna) dell’elemento psicologico!”. E questa macchina folle non si vuole rendere conto che il padre ha sacrificato tutto nel tentativo di fare passare “che il figlio per crescere deve poter contare sui due genitori” e non vuole accertare che la madre ha impostato tutta la guerra separatoria proprio per impedire al padre di fare il padre e con la bieca volontà di distruggere la famiglia per liberarsi del peso dei doveri coniugali verso colui che appare sempre più precario e “non più usabile” economicamente. Insomma la magistratura pare abbia scelto con decisione una funzione distruttrice!
Documento storico: Vajassa Faldocci inventò il femminismo | Feminazi Leaks
18 settembre 2011 @ 21:28
[…] Distruggeremo i bambini. […]