Si è tenuta martedì 26 luglio, alle ore 20.30, la seconda audizione presso la Commissione Giustizia del Senato sul DDL 957 di riforma dell’affido condiviso. Notevoli le divergenze tra alcuni relatori, pur se una larga maggioranza ha riconosciuto la necessità del DDL 957 in quanto la L.54/’06 non viene applicata correttamente. Ne diamo una breve sintesi in attesa di poter pubblicare ulteriori documenti.

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I mediatori familiari -SIMEF con Marina Lucardi e Associazione GEA con Chiara Vendramini- hanno esposto il loro punto di vista circa la necessità di garanzie di formazione e qualità dei mediatori e riguardo la non obbligatorietà del ciclo di mediazione, ma solo del primo passaggio informativo.
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L’avv. Matteo Santini, Centro nazionale Studi e Ricerche sul diritto della famiglia e dei minori, ha ribadito la mancata applicazione della norma, si è detto favorevole alle novità proposte dal DDL 957 avanzando qualche riserva sull’introduzione dell’affido a terzi.
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Dott.ssa Melita Cavallo, Pres. Tribunale dei minori di Roma, riconoscendo che con la riforma ben poco è cambiato ed il cambiamento culturale è stato disatteso, ha puntualizzato il suo disaccordo sulla generalizzazione del tempi paritetici affermando che non funzionano, così come il mantenimento diretto, nei casi conflittuali. Si è detta favorevole, invece, all’implementazione della mediazione familiare e all’introduzione nell’articolato dell’Alienazione Genitoriale.
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Anna Rita Cattò, Associazione Figli per i Figli, ha smitizzato l’assoluta presunta necessità del domicilio stabile affermando anche che cure paritetiche non significano sempre tempi misurati perfettamente a metà con la calcolatrice.
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L’Associazione Matrimonialisti Italiani, con gli avvocati Gaetana Paesano e Francesco Genovese, ha parlato di prassi disomogenee e della necessità di non fare passi indietro sulla strada del condiviso, avanzando però perplessità sui tempi paritetici e sull’affido alternato definendoli un’impostazione adultocentrica.
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Massimo Dogliotti, Consigliere della Corte di Cassazione, si è detto d’accordo sulla necessità di modifiche tese a favorire la condivisione dell’affido e a ridurre la disomogeneità dei provvedimenti.
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Giampiero Turchi, Docente di Psicologia Clinica all’Università di Padova, ha citato la necessità di conservare il nucleo allevante dei minori, pur con traiettorie biografiche fortemente divergenti dei genitori, ha sottolineato che la stabilità degli affetti conta più della stabilità del domicilio e che non esiste nessuna evidenza scientifica che l’affido alternato sia nocivo per i figli, anzi, aiuta a crescere aumentando ambienti e stimoli.
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Vittorio Vezzetti e Claudio Alberghini dell’Adiantum hanno esposto alcuni fra i più noti studi mondiali sull’argomento: Fabricius, il parere dei figli, largamente favorevoli a rapporti uguali con entrambi i genitori; Raschetti dimostra l’applicabilità e la buona riuscita dell’alternato anche per bambini molto piccoli, in caso di conflittualità; Sarkadi dimostra l’importanza del coinvolgimento paterno nel processo di crescita dei figli. Alberghini, in particolare, ha citato l’importanza di implementare l’istituto della mediazione, obbligatorio altrove ma non nel diritto di famiglia.
Fonte http://www.divorziobreve.org/node/1164
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Sono favorevole al ddl 957 poiché garantirebbe il mantenimento diretto e il principio della bigenitorialità. Inoltre, a mio avviso, si dovrebbe introdurre il concetto di doppia residenza che ha valenza giuridica per qualsiasi forma di agevolazione statale e provinciale (come in Francia). Ergo, pari opportunità uomo – donna.
Solo attraverso il condiviso-bis si potrà porre fine ad una serie di misure fortemente penalizzanti sia per i figli minori sia per tanti papà separati costretti a vivere come i barboni!