India, terra di femminismo

Anil Sharma racconta l’apartheid a cui sono soggetti gli uomini nel suo paese, l’India, degenerato nella povertà e nel femminismo come tanti paesi socialisti.

“Ti, maschio, vai dietro”

«In New Delhi, chiamata la capitale degli stupri, gli uomini vengono trattati come bestie. Per via del pregiudizio che le donne siano vittime sincere, anche la più piccola accusa di una donna può significare la distruzione di un uomo.   Gli stupri avvengono quasi tutti di notte a danno di ragazze che si avventurano per quartieri malfamati, ma i media manipolano facendo credere che possano avvenire ovunque.   Non conosco nessuna vittima di stupro, ma so di molti che sono stati uccisi ed assaltati.  Questi sono crimini molto più frequenti dello stupro.   Ma nessuno manifesta nelle strade quando un uomo viene ucciso.

È un atteggiamento della cultura indiana.   I nostri bus hanno posti a sedere riservati alle donne: la prima metà.   A volte una fila è riservata agli anziani, ed una ai disabili.  Ma ogni bus ha posti riservati a donne.   Io rispetto gli anziani.

Ma ho visto giovani ragazze che fanno stare in piedi uomini anziani.  Quando torno dal lavoro il retro del bus è sempre pieno, e la metà davanti quasi vuota.   Per paura, gli uomini rimangono in piedi anche quando le seggiole davanti sono vuote.

Nella metrò di Delhi ci sono vagoni riservati alle donne.   Questi vagoni possono rimanere vuoti, ma gli uomini non possono entrare.   Gli annunci costantemente ricordano di fare sedere le donne.    Darei volentieri il mio posto ad una donna anziana o incinta.  Ma una giovane e sana?

Recentemente ero in una lunga coda per comprare il biglietto.  Dopo un ora la coda quasi non si era mossa.  Perché?   Era nata una più piccola coda parallela: una coda di sole donne.   I biglietti venivano dati prima a loro.»

Da http://www.avoiceformen.com/misandry/a-passage-from-india

 

 

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