La violenza non ha genere: uno studio italiano smentisce la calunnia di genere costruita dal femminismo

Il femminismo ha fatto spendere soldi pubblici per indagini sulla violenza condotte in maniera sessista, investigando solo la violenza subita dalle donne.

Per la prima volta uno studio italiano ha investigato anche la violenza subita dagli uomini.

Lo studio, pubblicato sulla Rivista di Criminologia, Vittimologia e Sicurezza( Vol. VI – N. 3 – 2012)  è stato condotto da un equipe di studiosi coordinata dal professor Pasquale Giuseppe Marcrì dell’Università di Arezzo, e composta, fra gli altri, dalla Dottoressa Yasmin Abo Loha, coordinatore Ecpat Italia e dalla dottoressa Sara Pezzuolo, psicologa giuridica.

Questi i risultati delle due indagini:

  • VIOLENZA FISICA
    Uomini vittime di donne:  24.3% (5 milioni circa)
    Donne vittime di uomini: 18.8% (4 milioni circa)
  • VIOLENZA SESSUALE
    Uomini vittime di donne:  18.7% (4 milioni circa)
    Donne vittime di uomini: 23.7% (4 milioni circa)
  • VIOLENZA PSICOLOGICA
    Uomini vittime di donne:  29.7% (6 milioni circa)
    Donne vittime di uomini: 34% (7 milioni circa)

Risulta inoltre che il 60% delle donne minacciano di impossessarsi di case e di figli con la separazione e che «l’uomo incontra estrema difficoltà nel riconoscersi come vittima, pertanto per le vittime maschili esiste un sommerso enormemente superiore al pur considerevole sommerso delle vittime femminili».

 

Le due indagini sono state condotte con metodi simili, e cioè somministrando sostanzialmente lo stesso questionario prima a donne (l’indagine femminista è del 2006, quando la neonata legge italiana sull’affido condiviso venne ostacolata con un’epidemia di false accuse) e poi a uomini.   L’indagine femminista aveva un budget milionario pagato dallo stato.   La nuova indagine aveva budget zero e quindi si è basata su di un campione ridotto (1058 persone), ma sufficiente per ridurre l’incertezza statistica al 3%.

Entrambe le indagini presentano tuttavia gravissimi problemi metodologici.

Da un lato, le persone realmente vittime di violenza tendono ad essere più interessate a rispondere al questionario, e questo produce una grossa ed ignota incertezza sistematica.

Dall’altro lato, le domande del questionario (scelte dalle femministe nel 2006) appaiono finalizzate a gonfiare il numero di vittime, e nessun controllo viene fatto sulla veridicità delle risposte.

Mentre il nuovo studio riconosce esplicitamente ed onestamente tali limiti, l’indagine femminista è stata usata a fini politici:  per farci credere che gli uomini fossero violenti e le donne vittime, chiedendo più fondi pubblici per le operatrici dei centri anti-violenza.

L’unico risultato affidabile è il confronto fra le due indagini, che dimostra che uomini e donne sono vittime ed autori di violenza in egual misura.  La misura stimata da queste indagini (25% circa di persone vittime di violenza) è sicuramente esagerata, e la cifra reale è ragionevolmente attorno al 5-10% circa, uomini e donne in egual misura.

In base a tali dati occorre immediatamente revocare i fondi ai centri anti-violenza per sole donne che operano secondo l’ideologia femminista, e che in base a tale ideologia misandrica hanno fornito assistenza legale a calunniatrici decise ad impadronirsi dei bambini ed ad alienali.  L’operato di quelle avvocate femministe che addirittura tentano di negare che l’alienazione genitoriale o PAS è un abuso sull’infanzia deve essere posto al vaglio della magistratura penale per accertare se abbiano concorso in maltrattamento di minori.

Le due indagini:

 

La notizia sui media:

  • http://italia.panorama.it/cronaca/Sesso-psiche-donne-violentano-uomini
  • http://www.lettera43.it/cronaca/stupro-sugli-uomini-38-milioni-di-vittime-in-italia_4367572351.htm
  • http://roma.repubblica.it/dettaglio-news/roma-18:28/16938

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