Il fascismo femminista

21Mag
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Quando il 23 marzo 1919 Mussolini fondò i fasci, ottenne i consensi delle femministe dell’epoca, chiamate suffragette, mettendo nel programma il “voto alle donne”.

Alla fine non ci fu bisogno di questa riforma, visto che venne sospesa la democrazia.

In compenso, Mussolini introdusse l’unica cosa buona del femminismo: la minigonna, come mostrato da questo filmato d’epoca dell’istituto Luce

Le riforme del fascismo furono apprezzate da Gandhi, qui nella foto con alcuni gerarchi fascisti,  Balilla, Avanguardisti e Fasci giovanili di combattimento nel corso di una visita a Roma il 12 dicembre 1931.

 

A volte la storia è diverse da come viene raccontata…

Tanto gentil e tanto onesta pare…

24Ott
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online pharmacy viagra Generic cilais whithout prescription class=”alignleft size-full wp-image-1558″ title=”16lede_facebook1-blogSpan” src=”http://www.centriantiviolenza.eu/bollettinodiguerra/wp-content/uploads/2010/10/16lede_facebook1-blogSpan.jpg” alt=”” width=”480″ height=”403″ />

ODDIO CHE IDEA GENIALE! NOTO PSICHIATRA ITALIANO DENUNCIA LA PAS!

21Ott
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In un suo scritto in un sito femminista, il noto dr. Mazzeo (forse l’unico psichiatra o psicologo che ancora nega l’esistenza della PAS) propone di denunciare all’Ordine dei Medici o degli psicologi quei professionisti che fanno diagnosi di PAS….

Ecco cosa ci scrive il suddetto esperto:

Una buona ideaGeneric levitra whithout prescription #0000ff;”> [sic! N.d.T. ] che viene dalla Spagna.

In Spagna un  medico o uno psicologo che faccia la diagnosi di questa malattia inesistente può essere denunciato al rispettivo Ordine Professionale. Penso che sia un buon sistema per far cominciare a ragionare quei colleghi che continuano ad imperversare con diagnosi di malattie inventate.

Sia il Codice Deontologico dei Medici sia quello degli Psicologi hanno norme che prescrivono ai rispettivi iscritti di attenersi alle conoscenze scientifiche correnti; non sono vincolanti, è vero, per cui è probabile che i primi esposti vengano archiviati; ma se arriva una pioggia di esposti a diversi Ordini Professionali forse qualcuno comincerà a preoccuparsi, e qualche sapientino di troppo ci penserà una decina di volte prima di sparare sciocchezze.

L’esposto non è una denuncia ma solo una segnalazione ad un Ordine Professionale; ho chiesto un parere legale e non si corrono rischi di denuncia per calunnia o diffamazione; deciderà l’Ordine se procedere nei confronti del professionista o archiviare viagra online pharmacy l’esposto.

Per parte mia ho già segnalato questi comportamenti antiscientifici sia all’ordine dei Medici sia a quello degli Psicologi, nazionali.

Geniale, Mazzeo.

Adesso  gli tocca denunciare tutti i CTU che hanno fatto diagnosi di PAS. Può cominciare a cercarli… leggendo questa ricerca di Marasco e Lavadera: il primo è docente a Roma, ed è uno psichiatra. Medico, dunque.

Siamo sicuri che il dr. Mazzeo o chi per lui procederà immediatamente.

Per cominciare le indagini che porteranno al fatidico esposto, forniamo allora foto e link dell’articolo in questione, e indirizzo dell’Ordine dei Medici di Roma:

Via G.B. De Rossi n.9 – CAP 00161, Roma.

Poi fateci sapere cosa succede!

http://www.francoangeli.it/riviste/Scheda_Riviste.asp?IDArticolo=25822







E siccome ci sono un mucchio di altri articoli che riportano diagnosi di PAS, speriamo che, finalmente se li legga, vada a cercare gli autori,  e …uno a uno li denunci ai rispettivi Ordini Professionali.

Siccome ha molto tempo a disposizione, la cosa potrebbe anche riuscirgli.

Quale sarà poi l’esito di tali esposti….

…Vabbè, adesso scusate ma dobbiamo occuparci di cose serie!

UN ORCO SI AGGIRA NEI TRIBUNALI? CHIUDIAMOLI. COSÌ NON NE ESCE PIÙ FUORI

17Ott
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Non se ne puo’ piu’ di tutta questa “dis-informazione”. Ma poiche’ la pace e la concordia sono impagabili, la soluzione migliore ci pare quella del titolo di questo post. Dovrebbe mettere d’accordo tutti.
Dr. Mazzeo incluso. 😉

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PER QUANTO CI RIGUARDA:

HANNO RAGIONE: FRA PAS E PEDOFILIA NON C’E’ DIFFERENZA!
SONO ENTRAMBI UN GRAVISSIMO ABUSO SUI MINORI

PER FAVORE… ANDATE A LEGGERE QUESTO ARTICOLO DEL SITO CLONE
VE LO CHIEDIAMO PER FAVORE!
MA PER FAVORE DAVVERO…!

16Ott
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Fatelo per la soddisfazione di chi ha scritto, su questo blog, l’articolo che loro diffamano e distorcono.

Almeno così vi renderete conto di quanto certe persone debbano travisare tutto pur di poter continuare a insultarci.

Utilizzando contorcimenti semantico-interpretativi (e ideologici) veramente …estremi!

Grazie, dunque, estremo-femministe clonanti!

E quanto ci stanno bene quelle belle bande viola, nelle vostre …pagine! Rappresentano al meglio la vera natura delle vostre celebrazioni…


NOTA

Per quanto ci riguarda, riteniamo che ogni persona è innocente fino a prova contraria. E la prova si acquisisce in un processo giudiziarioonline meds without prescription style=”color: #0000ff;”>.

Detto questo, diciamo che secondo noi la complessità della situazione che ha portato alla morte di Sarah Scazzi non è ancora emersa del tutto, e che ipotizziamo scenari più complessi che, qualcuno, definirebbe “più torbidi”.

Che una ragazza di venticinque anni possa contribuire ad ammazzare la cuginetta quindicenne per impedirle di dire che il padre la molestava, ci sembra un movente molto “debole”.

A nostro avviso, c’è dell’altro. Forse qualcosa di più “pesante” nei rapporti familiari.

Forse: ma vogliamo chiarire che queste sono mere ipotesi fatte sulla base della lettura dei quotidiani.

Ops!

Ci eravamo scordati il link dell’articolo che, vi preghiamo ancora, DOVETE  leggere!

Eccolo! http://noviolenzasulledonne.blogspot.com/2010/10/gli-ultras-maschilisti-ringraziano.html

VIOLENZA E INDEBITA CENSURA DI FACEBOOK: CANCELLATA LA NOTA CHE DIFENDEVA I CORPI MASCHILI DALLO SFRUTTAMENTO

15Ott
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Dal social network è stata infatti, vergognosamente, rimossa la nota che si intitolava:  “Se c’è uno sfruttamento dei corpi, è quello dei corpi maschili: sul lavoro, nelle guerre. E nella procreazione.”

e che era stata pubblicata Alli Online l’undici ottobre su diverse pagine.


Riportiamo qui sotto il testo  della nota, con una aggiunta: e i minatori cileni dove li mettiamo?

A farsi seppellire vivi, infatti, c’erano solo uomini.

Le donne che li amavano erano in superficie ad aspettarli.

Le altre, forse, a dire idiozie su Facebook.

Che ci dà un’occasione in più per ribadire un dato: ad essere sfruttati, e a morire, sono i corpi degli uomini. E anche ad essere censurati quando esprimono opinioni sgradite a pochi elementi colmi di odio e razzismo.

ECCO LA NOTA CENSURATA:

Il vero sfruttamento è quello dei corpi maschili.

I corpi maschili sono sfruttati per generare reddito e per generare figli. E i figli creano reddito, in caso di separazione.

Garantiscono uno stipendio a chi ne fa fruttare l’esistenza attraverso il ruolo genitoriale.

Per questo ora le solite femministe vengono a dire che la PAS e l’AFFIDO CONDIVISO sono strumenti per gestire il corpo delle donne.

Perché in realtà tutelano il corpo degli uomini dallo sfruttamento che se ne fa per creare reddito, figli, benessere.

E assegni di mantenimento.

Il vero sfruttamento è quello dei corpi maschili.I corpi maschili sono sfruttati per generare reddito e per generare figli. E i figli creano reddito, in caso di separazione.  Garantiscono uno stipendio a chi ne fa fruttare l’esistenza attraverso il ruolo genitoriale.

Per questo ora le solite femministe vengono a dire che la PAS e l’AFFIDO CONDIVISO sono strumenti per gestire il corpo delle donne.

Perché in realtà tutelano il corpo degli uomini dallo sfruttamento che se ne fa per creare reddito, figli, benessere. E assegni di mantenimento.”

Qui sotto l’immagine -tratta dalla cache di Google- della pagina censurata, che si doveva trovare a questo indirizzo: http://www.facebook.com/note.php?note_id=10150276394460005

Stai dalla parte delle vittime, come noi! (Documentazione video)

1Ott
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Ci seguono. Le ragazze che noi diciamo fare politica per un solo genere contro il ruolo e la figura del padre, ci seguono!!!!

Ma tanto! Tanto che appena pubblichiamo qualcosa che riguardi le loro esilaranti pubbliche affermazioni nel giro di brevissimo tempo ecco pronto anche il post di risposta.

Bene… significa che ciò che scriviamo le colpisce per lo stile narrativo (cosa che dubitiamo fortemente visto che non curiamo questo aspetto dei post) oppure (e quest’ultima ipotesi appare la piu’ probabile)  le preoccupa la verita’ delle informazioni che pubblichiamo e che mettono a nudo personalita’ problematiche insieme alla loro arte manipolatoria di dati e informazioni con l’unico fine (lo diciamo ormai da tempo) di CREARE DISCRIMINAZIONE e CONFLITTO.

Come dicevano a suo tempo (quando scegliemmo il nome di questa pagina)  “No alla violenza sulle donne” è stato uno slogan di cui si è ABUSATO con il fine di criminalizzare e SOTTOMETTERE MORALMENTE, ma anche fisicamente sotto vari aspetti, l’intero genere maschile. Tutto questo è spiegato anche qu: QUI

Le nostre ragazze sembrerebbero voler proseguire su questa strada tesa a creare odio sociale e discriminazione.

Basta saperlo e tenerle lontane. Isolate. Incapaci di nuocere ulteriormente.

No alla violenza sulle donne, uomini e bambini.
Stai come noi dalla parte delle vere vittime

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Sottrazione di minori: uno spaccato che disonora l’Avvocatura e da il voltastomaco a chi legge

20Ago
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L´avvocatessa guerrafondaia ed il fax “intelligente”

La storia che vi raccontiamo è un tipico caso di “sottrazione nazionale di minore”, ossia quel tipo di vicende che vede un genitore (tipicamente la madre) sparire improvvisamente, con prole al seguito, per raggiungere le lontane regioni natìe (all’interno del territorio nazionale, appunto) o, molto più spesso, per prendere servizio nella nuova sede lavorativa dove ha chiesto qualche mese prima, all’insaputa del coniuge, il trasferimento.

In barba a qualunque elementare regola di tutela del minore

lo sradicamento dal suo contesto abituale (scuola, parenti, amici etc) non è certamente corrispondente al suo primario interesse

questa modalità di sottrazione è largamente praticata in Italia, dove una certa magistratura asseconda quasi sempre il “fatto compiuto”, con la benedizione della Cassazione.

In questa vicenda, però, la parte del leone la fa l’avvocatessa della ex moglie, che pone in essere finissimi accorgimenti tecnologici pur di evitare la ricezione di atti che potrebbero compromettere gli obiettivi delle azioni. Il resoconto che vi riportiamo, a sua volta trasmessoci dettagliatamente dall’ex marito, li descrive minuziosamente, delineando uno spaccato che disonora l’Avvocatura e da il voltastomaco a chi legge.

Alberto ha convissuto dal mese di maggio 2006 con Daniela, originaria del Lazio, dove aveva sempre risieduto. Dalla relazione con la donna, nel 2007, è nata Vittoria. Il papà è un medico specializzato, e fin dalla nascita della bimba il nucleo familiare aveva sempre abitato in Veneto. Alberto, alla vigilia di Natale, di rientro da una giornata di lavoro trovava la casa totalmente svuotata degli effetti personali della sua compagna ma, soprattutto, della figlia e, sul tavolo della cucina, rinveniva un biglietto di “commiato” manoscritto dalla donna, la quale gli comunicava che si era trasferita unitamente alla piccola nella casa della madre sita a circa 600 km di distanza (in Lazio), esattamente nella stessa residenza da dove era provenuta.

E’ naturale che, se fosse stato informato preventivamente di una simile scelta, Alberto si sarebbe opposto, così come, successivamente alla scoperta della dipartita, ha fermamente manifestato il proprio dissenso al trasferimento della piccola nella casa della nonna materna.

Ma proprio da quella vigilia di Natale, fino ad oggi, su imposizione della madre, il papà può vedere la figlia esclusivamente all’interno della abitazione ove è trattenuta, senza neppure poterla condurre fuori, nemmeno per una passeggiata.

Dopo due mesi di “buio”, a Febbraio, gli viene notificato il ricorso ex art. 336 c.c., con il quale la ex moglie adiva il Tribunale per i Minorenni di Roma chiedendo la disciplina della mera facoltà di visita del padre e la determinazione dell’assegno di mantenimento da corrisponderle, senza neppure chiedere l’affidamento della minore. Ad Aprile viene fissata la prima udienza, durante la quale l’avvocato di Alberto eccepisce l’incompetenza funzionale, anche per territorio, del giudice adito e, parallelamente, richiese l’intervento del Tribunale per i Minorenni di Venezia, unico competente a decidere le sorti della bambina.

Precedentemente all’udienza, nonostante il papà avesse ripetutamente fatto notare l’ingiustificatezza dell’iniziativa di trasferire la minore e il proprio dissenso rispetto a simile iniziativa, la madre continuava a porre in essere, indisturbata, il medesimo comportamento e lo pseudo regime di visita che la donna imponeva al padre (poche ore nel salotto di casa propria alla presenza di parenti, amici e conoscenti della ex moglie).

Le risposte dell’avvocatessa di lei ribadivano l’utilità di tali modalità, einvitavano a pazientare in attesa delle decisioni del Tribunale per i Minorenni di Roma il quale, a dire del legale citato, avrebbe sin da subito disciplinato le modalità di visita. Anzi, nonostante fosse intervenuta una denuncia per sottrazione di minore, il legale negava qualunque altra alternativa, imponendogli quale unica possibilità l’originario “regime” (visita nel salotto di casa della nonna materna).

E arriviamo così all’udienza di Aprile, durante la quale il giudice del Tribunale per i Minorenni di Roma propone un tentativo di conciliazione, e non finiva di illustrare la disciplina vigente, la quale prevede che l’affidamento congiunto sia la regola, assai raramente disattesa solamente in presenza di situazioni gravi ove il Tribunale ravvisi che l’affidamento congiunto sia nocivo all’interesse del minore. Il  magistrato, ostentando una certa equidistanza, non nascondendo di non avere letto gli atti, dava la sensazione di non essersi resa conto di trovarsi di fronte ad una situazione di protratta illegalità, e concedeva un termine di un mese per la formalizzazione di una composizione pacifica della vertenza che, come era prevedibile – bastava si fossero lette le carte processuali -, non è intervenuta. In più, non venne neanche stata fissata alcuna ulteriore convocazione.

Nella giornata stessa dell’udienza, il legale di Alberto indirizzava all’avvocatessa un fax con il quale, attesa la dinamica della vicenda, la professionista era invitata a formulare una proposta di disciplina del rapporto genitoriale. Di tale lettera il legale della ex moglie negava la ricezione, e con una incredibile comunicazione di qualche giorno dopo, effettuata senza aver ricevuto alcun sollecito – trattasi di lettura del pensiero, dote non rara tra gli avvocati di quello stampo… – l’avvocatessa affermava di avere il fax rotto.

Come si è avuto modo di appurare, in realtà, la professionista inibiva la ricezione della corrispondenza fax proveniente da numeri recante prefisso 042… (come quello del collega di drugs online without prescription controparte). Infatti, il legale trevigiano chiedeva la collaborazione di un collega del foro di XX il quale, ricevuto via email il testo scansito del fax da indirizzare allo studio XY, provvedeva alla trasmissione, e faceva verificare presso la segreteria dello studio destinatario il buon esito della spedizione che era regolarmente confermato. Ma l’avvocatessa dal fax rotto non si arrendeva, e prontamente chiamava il collega affermando che, casualmente, proprio documento era illeggibile. Come ulteriore prova, quella stessa sera un’amica di famiglia del papà, dalla stessa città del Lazio (quindi con prefisso telefonico “sicuro”), procedeva alla spedizione di un volantino di propaganda elettorale, chiamava lo studio dell’avvocatessa e riceveva conferma del fatto che il fax spedito era assolutamente leggibile.


Seguono episodi di ordinaria follia criminale: appuntamenti dati per vedere la figlia e mai rispettati, lunghe attese sotto il portone, cellulari spenti (batteria con “effetto memoria”…). Insomma, tutto il bagaglio “tecnico” che una brava avvocatessa come quella potesse consigliare.

Finalmente, con molte settimane di ritardo, arrivò la proposta del legale della ex moglie, formulata nei termini seguenti:

  1. 1) per tutta la vita il Papà potrà visitare la figlia al massimo per tre ore di seguito solo ed esclusivamente nella dimora della madre, senza la presenza di altre persone, senza la possibilità di scattare foto alla propria figlia, e comunque previo avviso nei tre giorni precedenti; al padre (bontà della mamma) viene riconosciuta la possibilità di raggiungere telefonicamente la figlia solo ed esclusivamente nell’orario dalle 19.30 alle 20.30.

  2. 2) Nel procedimento penale di cui si è detto, Alberto ha presentato numerose memorie nelle quali ha documentalmente dimostrato (anche con fotografie) la situazione di illegalità ma soprattutto l’incubo che sta vivendo da quella lontana vigilia di Natale, pregando la Magistratura inquirente di esercitare l’azione penale a cui è chiamata.

Ad oggi nessun riscontro. L’avvocatessa pare abbia fatto aggiustare il fax, ma ormai il danno è fatto. In tutto ciò, però, rimane una grande consolazione: Alberto, per fortuna, non è stato denunciato per Stalking…

[Font: adiantum.it]

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